15 luglio 2008

Famiglia Cristiana fa tutto un minestrone e mette insieme le offese (gravissime) al Papa con la preghiera islamica di Milano


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Non si puo' credere a questo articolo eppure e' scritto su Famiglia Cristiana di questa settimana.
Penso o, meglio, pensavo che gli insulti (non sono semplici offese) a Benedetto XVI avrebbero conquistato un editoriale apposito ed invece mi ritrovo un commento mescolato alle critiche per lo spostamento (non l'annullamento!) della preghiera islamica a Milano ed ai presunti attacchi al cardinale Tettamanzi.
Non mi pare che l'arcivescovo abbia bisogno di essere difeso continuamente dalla stampa e soprattutto non mi sembra che sia stato insultato, come invece e' accaduto a Papa Ratzinger.
Nessuno ha mai impedito la preghiera del venerdi', anzi! La situazione di viale Jenner e' ormai intollerabile e l'occupazione del marciapiede non puo' continuare.
La comunita' musulmana ha accettato di spostarsi temporaneamente al Vigorelli, quindi la polemica e' inutile.
Come mai si sente la necessita' di prendere le difese di tutti, ma si dedicano ben poche righe al Papa?
Non mi risulta che il famoso "spirito di Assisi" preveda la licenza di occupare il suolo pubblico creando problemi che solo chi ha vissuto o vive a Milano puo' sapere.
Non aggiungo altro perche' dire che sono un po' basita e' dire poco...lascio giudicare voi
.
R.

IL DIRITTO ALLA PREGHIERA E I DURI ATTACCHI AL PAPA E A TETTAMANZI

DAL CAMPANILE AL MINARETO NELLO "SPIRITO DI ASSISI"

«È necessario continuare a costruire ponti di amicizia. Il dialogo è un servizio necessario all’umanità, non è più una scelta». Sono parole del cardinale Tauran, dette a nome di Benedetto XVI all’incontro interreligioso di Doha nel Qatar.

Era il 27 ottobre 1986. Ad Assisi non si firmarono accordi, né si pose la questione della reciprocità. I capi religiosi di tutto il mondo, invitati da Giovanni Paolo II, pregarono insieme per la pace. Per la prima volta nella storia si realizzava un incontro simile. Ora quella memorabile giornata è passata alla storia. Negli anni, grazie alla Comunità di Sant’Egidio, lo "spirito di Assisi" ha fatto tappa nei Paesi del Mediterraneo e dell’Europa. Stenta, invece, a radicarsi in Italia, da dove è partito.

Anzi, accantonata quella lezione, cresce un’ostilità per le religioni e il loro ruolo pubblico. Da una piazza scalmanata di Roma, una sedicente comica che confonde gli insulti con la satira, S. G., approfitta del palco (ma chi l’ha fatta salire?) per lanciare, a freddo, attacchi volgari e osceni contro papa Benedetto XVI, e se ne vanta pure.

Al tempo stesso, a Milano c’è chi vuol impedire a fedeli di religione diversa di pregare il loro Dio. Se è giusto porre un problema d’ordine pubblico per i musulmani che, al venerdì, occupano abusivamente i marciapiedi di viale Jenner, a nessuno si può negare la preghiera: è un diritto fondamentale.
Lo scontro sulla moschea a Milano scoppia in un brutto momento per il Paese: si tende, infatti, a non riconoscere "cittadinanza pubblica" alle religioni.
Chi guarda il campanile, blandisce (o "ricatta") la Chiesa perché "non disturbi il manovratore" e non si impicci della "cosa pubblica" o del bene comune (così, il cardinale Tettamanzi, arcivescovo della più grande diocesi al mondo, viene redarguito da Cossiga, De Corato e un Salvini qualsiasi, che gli insegnano il mestiere di "pastore d’anime").
Chi teme, invece, il minareto, si batte per l’identità cristiana, salvo poi "svenderla" con la farsa di idoli e riti paganeggianti, o servirsene per una guerra di religione. È la sindrome di un Paese che fatica a essere normale, che stenta a tradurre nella pratica il diritto alla libertà religiosa e al culto.
A Milano, capitale economica (e, un tempo, anche "morale") dell’Italia, con una forte presenza musulmana, la questione moschea non è più rinviabile. Ma va risolta nel rispetto dei diritti di tutti, compresi quei cittadini che ne subiranno i disagi. In vista dell’Expo 2015, nel capoluogo lombardo arriveranno milioni di visitatori, molti dei quali musulmani, e questi vorranno un luogo dove pregare.
Se è giusto riconoscere i diritti, è altrettanto doveroso pretendere il pieno rispetto delle leggi e delle tradizioni del nostro Paese (non si buttano i crocifissi, o i presepi, per accontentare qualche fondamentalista). Così, vanno isolati e mandati a casa gli estremisti, vigilando che moschee e centri culturali non "coprano" terroristi.
Quando si costruì la moschea a Roma (col benestare di Paolo VI), mai si pose la questione della reciprocità, ma solo quella dell’ospitalità e del rispetto. Come ricordava Giovanni Paolo II ad Assisi: «Esistono un’altra dimensione della pace e un altro modo di promuoverla, che non sono il risultato di trattative, compromessi politici ed economici. Sono la preghiera e la testimonianza dei credenti, a qualunque tradizione appartengano».

© Copyright Famiglia Cristiana n. 29/2008

5 commenti:

euge ha detto...

A questo punto cara Raffaella il problema neanche me lo pongo più..... Per Famiglia Cristiana resta importante la difesa di Tettamanzi e sappiamo tutti il perchè e si sà che per certa " chiesa" le offese ignobili rivolte al Papa non contano anzi, forse qualcuno avrà anche riso di gusto. La cosa non mimeraviglierebbe per niente. Comunque, non è un giornale che leggo e da oggi in poi ancora di più sono convinta, che non spenderò un centesimo dper acquistarlo se devo leggere queste minestre assortite e molto molto riscaldate.

Scenron ha detto...

Ma che ci azzeccano questi due fatti??...Poi, grandi insulti nei confronti di sua eminenza (o meglio, papa del Vaticano 2) non se ne sono sentiti...anzi, non ce ne sono proprio stati!
Per la cronaca...la diocesi di Milano è la più grande dell'Europa, non del Mondo...e sinceramente questo mi rappresenta poco o nulla!
(Ho ragione io ad avere fiducia solo in Joseph...)

Scenron ha detto...

Tanto per rinfrescare la memoria alla redazione del sopra citato giornale...Chi voleva togliere il Crocifisso non era un musulmano fondamentalista, ma un "moderato"...

euge ha detto...

Per Scenron aggiungerei:
FIDUCIA INCONDIZIONATA!

Luisa ha detto...

Qualche ciffra:

41 righe. ..3 per il Papa ..38 per la questione musulmana.

Basta?

E il tutto nello stesso articolo! Senza ulteriore commento.