13 luglio 2007

Messa tridentina, la provocazione di Giuliano Cazzola: sostituiamo l'inglese al latino


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di GIULIANO CAZZOLA

Caro direttore, conosco e stimo Antonio Socci, ma non condivido la sua opinione sul ripristino della messa in latino. Ho molta considerazione per Papa Benedetto XVI, per il suo generoso tentativo di fare della Chiesa cattolica un presidio di valori nel cuore di un'Europa che sta smarrendo la propria identità e che pretende di trasformare in diritti fondamentali ogni propensione, attitudine o desiderio delle persone. Ma perché l'uso del latino nella messa? È evidente l'obiettivo di conferire maggiore solennità alla celebrazione domenicale, restituendole il fascino di una lingua aulica. Mia madre aveva soltanto la licenza elementare, non conosceva una sola parola di latino. Eppure, ricordo che mi imponeva di imparare le preghiere in quella lingua (ovviamente in una versione maccheronica assimilata ad orecchio), facendomele ripetere un numero infinito di volte. Oggi purtroppo (lo afferma un vecchio studente del liceo classico) il latino è estraneo al «comune intendere» anche di tanti diplomati e laureati. Figurarsi la gente normale. Non ha senso, allora, partecipare ad una messa di cui non si capiscono i messaggi, ma solo per udire la «parola» di un Dio «ascoso da mistici veli», che non si esprime come noi, come se non volesse più «farsi uomo» e testimoniare l'amore per il suo popolo. Basta frequentare le chiese (che sono tornate ad essere piene di fedeli, la grande maggioranza dei quali si comunica) per accorgersi che la lingua latina non sarebbe compresa e che il sacerdote diventerebbe un dispensatore di rituali incomprensibili, quasi cabalistici. Nelle nostre basiliche, poi, si ritrovano insieme cittadini italiani e numerosi immigrati che vivono con grande intensità la loro fede (che è anche la nostra), nonostante che stentino ancora a comprendere l'italiano. Perché render ancor più difficile e astruso il dialogo con Dio? Se si volesse veramente usare un linguaggio universale, liberato da vincoli nazionali, tanto varrebbe - la nostra è solo una forzatura dialettica - «dire messa» in inglese che è il latino dei nostri giorni.

Libero, 13 luglio 2007

Che strana provocazione! Grazie al Cielo e' il latino (e non l'inglese, che fra l'altro e' povero di vocaboli) la lingua ufficiale della Chiesa. E Ribadisco: nessuno e' obbligato ad assistere alla Messa tridentina. Il Messale ordinario e' e restera' quello di Paolo VI!
Raffaella

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Vedo che c'è gente che ha la testa più dura del granito!!!!!!! Peraltro, questa provocazione non ha ragione di essere!!!!!!!!!!!!!!!
Quindi lascia il tempo che trova!!!!!!!! La lingua della chiesa cattolica è e rimane il latino............capitelo una buona volta!!!!!!

Anonimo ha detto...

Qualcuno faccia sapere a questi opinionisti... del venerdì (se fossero della domenica sarebbero al corrente di molte più cose che riguardano il culto) che la messa in latino c'è sempre stata!!!
E'previsto che ALMENO nelle grandi città ALMENO una messa domenicale sia in latino. ALMENO.
A Bologna è quella delle undici, a S.Marìa dei servi!!!
Senza contare le celebrazioni straordinarie e gli incontri di preghiera... perfino in Bologna la rossa ce ne sono assai!
La terza edizione del messale vanta uscite in tutte le lingue. Anche in latino. E' la versione originale!!!
La summorum pontificum riguarda la celebrazione secondo l'uso tridentino, che non è "la messa in latino"...
Il problema è che la chiamano tutti così, sia gli ignoranti, sia coloro che vogliono intorbidare le acque perchè contrari al MP...

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, io direi solo: primo, se il Signor Cazzola, ha imparato le preghiere in latino da una madre che non lo conosceva, come la gran parte delle mamme di un tempo, vuol dire che non serve essere diplomati o laureati per comprendere il senso di “amen” o “ite Missa est” etc.; secondo, al giorno d’oggi con il grado di scolarizzazione raggiunto, per imparare quel minimo di latino necessario per partecipare alla Messa, basterebbero solo un po’ di volontà e una minima dose di intelligenza, le stesse che ci consentono di capire il senso di certe parole o frasi in inglese (anche senza averlo studiato), entrate ormai nel linguaggio comune e terzo, che nessuno è obbligato ad assistere alla Messa, ordinaria o tridentina che sia!!!

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo in pieno le tue riflessioni, caro Gianpaolo :-)

lapis ha detto...

certo che siamo proprio al ridicolo: nessuno si scandalizza che per studiare il Corano si debba imparare l'arabo, né che per accedere ai testi sacri indù si debba conoscere l'antica lingua in cui sono stati scritti; anzi, la preservazione della tradizione viene vista come un elemento affascinante, che conferisce maggiore spiritualità a quelle religioni. Tutto questo, ovviamente, non può valere per la Chiesa Cattolica, chiamata a spogliarsi giorno per giorno di tutto il suo patrimonio sacro (e non mi riferisco ai beni materiali). A questo punto la messa in inglese è una richiesta tutto sommato blanda: perché non pretenderla via internet senza il bisogno di recarsi in chiesa, con tanto di comunione virtuale?

Anonimo ha detto...

Ben detto caro “lapis”! Se permetti, aggiungerei al tuo sottile e ironico finale “così questi poveri preti, tanto presi dai problemi della pace nel mondo, dell’uguaglianza tra i popoli e il sociale…, finalmente troverebbero un attimo da dedicare a Dio?”

euge ha detto...

grazie lapis per il tuo intervento e per le tue riflessioni se non sbaglio la cosa a cui ti riferisci, cioè la messa via internet se già non esiste ci siamo molto vicini....... anch'io penso che sia assurdo che per tutte le altre religioni la tradizione sia una ricchezza e solo per noi sia un tornare indietro un qualcosa che addirittura rievoca scenari da film come l'inquisizione o la caccia alle streghe ma, perchè la tradizione per noi cattolici ( non parlo per me ), deve essere questo????? Perchè anche noi come gli altri non difendiamo il nostro patrimonio culturale religioso?????? Condivido con voi due anche il discorso sui preti tanto presi da altre cose e sempre di meno occupati a svolgere la loro missione.............
eugenia

Anonimo ha detto...

MA LA GENTE CI FA O C'E'???? NESSUNO STA IMPONENDO IL LATINO A NESSUNO, piuttosto a me, che mi trovo meglio col latino e con la messa tridentina, è stata data la possibilità di usufruirne dato che la mia santificazione ne è facilitata. Insomma, è una cosa in più (per chi la vuole, non per chi la subisce) non una cosa in meno. Se la messa in latino non vi piace chi vi obbliga ad andarci? Ma la Chiesa è liberale solo quando tollera le chitarre o altre porcherie?

Anonimo ha detto...

Da troppo tempo, inutilmente, sto suggerendo, soprattutto nei forum, di non parlare di Messa in latino ma piuttosto di Rito antico romano della Messa.
La Messa "liberalizzata" dal nostro amatissimo Pontefice non è un'esercitazione lessicale nella lingua latina è piuttosto un Rito venerando che risale ai primi secoli del cristianesimo.
Mettiamo in risalto la diversità fra i due riti e non il comune uso della lingua latina che, personalmente, non mi importa più di tanto.
Il rito invece si che mi importa...

Alexander

Anonimo ha detto...

Basta dire che Dio non è con noi. Siamo noi che roviniamo il mondo e non Dio. Perche diciamo che se una cosa è andata bene è merito nostro, mentre se una cosa è andato male è colpa di Dio? Piuttosto, preghiamo di più! Non avete letto i messaggi di Fatima? è Dio che è offeso per i nostri peccati. Nessuno si azzardi a dire che Dio è cattivo, perchè Dio non è il male.