13 luglio 2007

Il Papa a Lorenzago: cronaca della quarta giornata


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Al passo della Mauria anche un mazzolin di fiori
Accarezza i bambini e distribuisce corone del rosario, mentre le mamme piangono

Al ritorno resta bloccato a Lorenzago da due ali di folla che si fanno sotto per baciargli l’anello e salutarlo

FRANCESCO DAL MAS

PASSO MAURIA. «Ma come siete arrivati qui? Voi sapete sempre tutto. Sono qui solo per pregare», chiede incuriosito ad una manciata di giornalisti Benedetto XVI. Lo intercettiamo al Passo della Mauria. E’ alla sua seconda uscita da casa.
In paese c’è la sagra e la gendarmeria vaticana decide di portarlo a pregare lungo una pista forestale che porta a Stabie, davanti ad un capitello mariano. E’ una strada con il divieto forestale al transito. Due bambine, Camilla e Kentra, quest’ultima figlia affidataria di una famiglia, con padre disabile, della comunità Giovanni XXIII di Udine, raccolgono fiori di campo, confezionano un mazzolino. L’auto del papa si ferma. Il papa scende. «Che bei fiori. Sei qui per le vacanze?», chiede il Papa a Camilla. La bimba non risponde. «Sei troppo emozionata». Intimoriti anche Francesco, disabile, e Maria sua moglie, che piange a dirotto per la commozione. E’ il papa a farsi avanti, a stringere loro le mani e a donare due corone del rosario. Coperto da una giacca bianca tipo Husky sulla tonaca, il papa appariva sorridente e rilassato. Il corteo papale - quattro macchine e i due motociclisti della scorta - è stato trattenuto da due blocchi di folla, all’ingresso di Lorenzago. Giù il finestrino, Benedetto XVI sorrideva, benediceva. Ed ecco le donne piangere per la commozione, altre allungare i bambini per il segno di croce sulla fronte, uomini che protestavano per qualche spintone da parte della sicurezza. Alla Mauria il papa ha incontrato anche Lino Fontanive, nel suo fienile. «Santo Padre, le voglio bene», gli ha detto. Benedetto XVI ha ricambiato con una corona di rosario, per tutti i componenti della sua famiglia.
Bertone a Lorenzago. Il segretario di stato vaticano, Tarcisio Bertone, sarà a Lorenzago di Cadore il 18 luglio per incontrare Benedetto XVI. Non si conosce il motivo della visita, ma il più stretto collaboratore del papa farà con lui il punto della situazione. Dopo la visita a Ratzinger nella sua casa di Lorenzago, Bertone scenderà nel pomeriggio a Pieve di Cadore, poco distante, per incontrare i giornalisti. Alle 16.30, presso la sala conferenze di Kosmos, presenterà il bilancio del suo primo anno di segretario di stato. La comunicazione è stata data dal portavoce del vescovo di Belluno-Feltre, don Giuseppe Bratti, incontrando i giornalisti a Lorenzago.
La partita di tennis. Il papa seduto su una panca di legno, durante una passeggiata, osserva divertito una partita di tennis e una di ping-pong. E’ accaduto durante la sua prima uscita nei boschi di Lorenzago. «Giocavo a ping pong con Anna Erica», racconta Antonio Tramonte, veneziano, residente a Lorenzago da 4 anni, «e a un certo punto, Diego Ronzan, che stava giocando a tennis con Libero Da Rin, ci ha detto: guardate là sulla curva, c’è il papa. Stava seduto su una panca. Era con un uomo della scorta e un prelato. Abbiamo visto che Benedetto XVI si guardava intorno, osservava interessato il Tudaio e le cime del Cridola». Anna Erica ha smesso di giocare e si è mossa per avvicinarsi. Voleva baciargli la mano. Il personale della sicurezza l’ha fatta desistere: «Continuate a giocare e fate finta di niente». Il papa ha quindi osservato, divertito, i giocatori. Poi si è alzato ed ha ripreso a camminare, lentamente, fino alle macchine che l’hanno riportato in casa.

© Copyright Corriere delle Alpi, 13 luglio 2007


L’INCONTRO

Podista si trova per caso a tu per tu con il Papa

LOZZO DI CADORE. Un incontro a tu per tu con il papa, in mezzo al bosco. E’ l’emozionante incontro che ha visto protagonista Silvio Zanella, 38enne di Lozzo. L’uomo era andato a correre, mercoledì sera, come fa di solito. Si era avviato verso la chiesetta di Loreto, lungo una strada che si conclude, a causa di una frana, un chilometro dopo il piccolo santuario. Ecco il suo racconto: «Di solito la chiesa è chiusa. Mentre stavo correndo, ho visto due motociclette che percorrevano la strada, chiusa al traffico. Stavo per fermarmi e dire ai motociclisti che di lì non potevano passare». Zanella ha invece continuato a correre, fino a dove la strada finisce, poi è tornato indietro e improvvisamente... «mi sono trovato di fronte il papa, all’improvviso». Che ha fatto? «Beh, mi sono fermato e lo ho salutato. Ho stretto la mano a lui e al suo segretario. Mi ha chiesto se ero un villeggiante. Gli ho risposto di no, che sono del posto, di Lozzo. Mi ha detto “bravo, lei è un atleta”. Abbiamo scambiato altre parole. Gli ho chiesto come stava, anche perchè faceva un po’ fresco».
L’incontro finisce lì, Zanella riprende la sua corsa verso casa. Arrivato a casa, si arma di macchina fotografica e torna indietro. Nel frattempo altri hanno scoperto la presenza del papa. C’è stato un vero tam tam di telefonate e decine di persone si sono avviate verso il santuario.
«C’era anche mio figlio Alex, di otto anni. Ad un certo punto le guardie ci hanno fermato, ma lasciavano passare i bambini. Allora ho dato la macchina fotografica al mio Alex e lui ha potuto andare avanti».
Le guardie dicono di non fare foto, ma Alex disobbedisce e riesce a scattarne una. Il Papa si è fermato a parlare con i bambini, poi è risalito in macchina e ha abbassato il finestrino per salutare la gente che nel frattempo era diventata davvero numerosa.

© Copyright Corriere delle Alpi, 13 luglio 2007


Una di loro opera nella casa di riposo del paese, le altre sono in vacanza ma come «volontarie»

Benedetto si ferma per la suora

Tre sorelle hanno stretto la mano al papa attraverso il finestrino

LOZZO DI CADORE. «Santità, sono una suora anziana, vengo dalla casa di riposo, dia una benedizione ai nostri anziani», chiede suor Maria Basso, in villeggiatura a Lozzo, a Benedetto XVI che in macchina sta rientrando dal santuario della Madonna di Loreto. «Sono anch’io anziano», le ha risposto il papa, sorridente, stringendole la mano. E’ il primo incontro di Ratzinger all’esterno della sua casa di vacanza. Suor Maria, di Firenze, è ospite della sorella suor Bertilla, che opera alla casa di riposo di Lozzo.
Insieme a loro, una terza sorella, Eufrasia Basso, sposata ad Alessandria, anche lei in vacanza. E pure la signora Eufrasia ha potuto stringere la mano al papa. Mercoledì sera Benedetto XVI si era recato al santuario mariano per recitare il rosario. Solo il parroco, don Osvaldo Belli, lo sapeva in paese. Gli avevano chiesto le chiavi che sono custodite in casa di riposo. «Don Osvaldo non ci ha avvisato, altrimenti al rosario ci saremmo state», confida suor Bertilla. «Siamo state avvisate della presenza del pontefice da un anziano del paese, che ha scorto il papa all’interno di un’auto nera. A quel punto abbiamo avvisato in giro, ma la gente non è stata lasciata avvicinarsi alla chiesa, evidentemente per motivi di sicurezza». All’uscita il papa ha salutato dall’interno dell’auto. «Quando, però, padre Georg ha visto una suora», racconta suor Bertilla, «ha fatto abbassare il finestrino e l’ha fatta salutare dal santo padre. Quella suora era mia sorella». «Gli ho stretto la mano e gli ho baciato l’anello. Mi rammarico soltanto di non aver avuto il coraggio di chiedergli una coroncina del rosario», commenta suor Maria. Il “santuario di Loreto”, già ieri era meta di “pellegrini”. Lo confermano le signore Ernestina e Marianna. Durante il giorno, però, è chiuso. Dall’ampio porticato si può comunque vedere all’interno e attraverso le grate accendere anche dei lumini. Benedetto XVI ha incontrato alcuni bambini che si divertivano nell’area-giochi. Lozzo ha 1700 abitanti e i cinesi che lavorano nelle occhialerie del posto sono 150. (fdm)

© Copyright Corriere delle Alpi, 13 luglio 2007

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