25 luglio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 25 luglio 2007 (2) [Incontro del Papa con i sacerdoti ad Auronzo]


Vedi anche:

Rassegna stampa del 25 luglio 2007 [Incontro del Papa con i sacerdoti ad Auronzo]

Aggiornamento della rassegna stampa del 25 luglio 2007 (1) [Incontro del Papa con i sacerdoti ad Auronzo]

Il Papa in Cadore: cronaca della sedicesima giornata

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Padre Lombardi commenta l'incontro con i sacerdoti ad Auronzo (1)

Padre Lombardi commenta l'incontro con i sacerdoti ad Auronzo (2)

Padre Lombardi commenta l'incontro con i sacerdoti ad Auronzo (3)

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Ultimi giorni di vacanza in Cadore. «Andare in Cina? Non posso parlare ora, è troppo complicato»

Il Papa e il '68: «Fu la crisi della cultura occidentale»

Question time del pontefice davanti ai sacerdoti: dopo il Concilio altri tempi difficili, come l'89

Marisa Fumagalli

AURONZO (Belluno) — «È importante che il parroco non sia il burocrate del sacro, ma resti vicino alla sua gente. La segua nella preparazione ai sacramenti, favorisca tra i laici il senso della corresponsabilità ». Negli ultimi giorni di vacanza del Papa in Cadore, è l'ora del question time: i sacerdoti chiedono lumi, Benedetto XVI risponde, tracciando le linee guida. L'incontro (due ore, a porte chiuse) si è svolto ieri nella chiesa di Santa Giustina di Auronzo, dove, in mattinata, si erano dati appuntamento in 400, tra parroci e preti delle diocesi di Belluno e Treviso. La scaletta è stata preparata accuratamente. Niente sorprese, nessuna domanda estemporanea o di scottante attualità come il revival della messa in latino, secondo il rito Tridentino, o le «prove di dialogo» con la Chiesa cinese. Sul sagrato, rimedia un cronista. Che si lancia («Santità, andrà in Cina?»). Ma la risposta è laconica: «Non posso parlare in questo momento, è troppo complicato». Poi, Benedetto XVI sale sull'auto, acclamato dalla folla, per fare rientro a Lorenzago.
Ma torniamo ai preti, tra i banchi della navata della chiesa; qui, dieci intervistatori selezionati (rispettando la salomonica divisione fra le aree ecclesiastiche di appartenenza) pongono alcuni quesiti a Ratzinger. Il Pontefice risponde, ribadendo, in sostanza, concetti già espressi. I principali temi affrontati riguardano la formazione della coscienza dei giovani («occorre trovare una via laica e religiosa »), il confronto con gli immigrati, le priorità del ministero sacerdotale, il rapporto con i fedeli divorziati/ risposati, il senso della vita umana, il modo più consono di portare Dio tra gli uomini... «Pregate, curate, annunciate», esorta il Papa. Suggerisce di evitare dogmatismi, «diffondendo la parola di Cristo con semplicità, dentro una comunità parrocchiale viva e accogliente. La Chiesa non cresce nella statistica, ma nella vitalità che dimostra». «Il cattolicesimo — aggiunge — chiede che i sacerdoti tengano i piedi per terra, con gli occhi rivolti verso il cielo». Il nodo dei divorziati — osserva — va affrontato a monte, attraverso la prevenzione. Cioè la preparazione al matrimonio. E se l'unione fallisce, occorre valutare bene se c'era o no il matrimonio sacramentale, tenendo in considerazione anche la strada della «nullità». Sui rapporti con gli immigrati, esalta soprattutto i valori da condividere, il dialogo, affermando che «occorre vivere da prossimi, anche con i non cristiani».
Ai preti della generazione del Concilio, delusi nelle loro aspettative («avevamo sognato tante cose »), Benedetto XVI ricorda che i tempi successivi al Concilio non sono stati facili, citando due «cesure » storiche: il '68, periodo di «crisi della cultura occidentale» e il crollo dei regimi dell'Est dell'89.
Sul tema creazionismo/evoluzionismo, già trattato in un suo libro, il Papa si sofferma, ribadendo che il senso della vita li contiene entrambi. «L'evoluzione è un dato di fatto — asserisce — ma non basta per rispondere alle grandi domande. Dunque, non c'è alternativa assoluta tra l'evoluzione e il Dio creatore ». Esalta, poi, il valore della sofferenza («non c'è amore senza sofferenza e dolore») e della rinuncia.

© Copyright Corriere della sera, 25 luglio 2007

Il Corriere ha perso l'ennesima buona occasione per scrivere un articolo come si deve...poche righe, persino sprezzanti, laddove si dice che si tratta di concetti gia' espressi...molto meglio Repubblica.
Volete sapere il lato divertente? In prima pagina sul Corriere c'e' ampio spazio per un'intervista al cardinale Martino che parla dei problemi delle autostrade :-)
Tutto pur di non dare troppo spazio al Papa
...
R.

L'intervista al cardinale Martino e' consultabile qui


Il Papa ai preti: «Amate l’immigrato come prossimo»

Guardare agli immigrati di altre religioni come si guarda al «prossimo», che «dev’essere amato», e riconoscere che con loro, «anche se è difficile il dialogo sui grandi temi della fede, piuttosto è possibile sui valori». È una delle indicazioni date ieri da Benedetto XVI ai 400 preti delle diocesi di Belluno-Feltre e Treviso, nel corso dell’incontro svoltosi ieri nella chiesa di Santa Giustina Martire, ad Auronzo di Cadore. Quasi due ore di confronto a porte chiuse, durante le quali, rispondendo in tutto a dieci domande dei sacerdoti, il Papa ha tracciato le linee del loro comportamento pastorale di fronte ai vari interrogativi della modernità. In particolare, in merito al rapporto su evangelizzazione e dialogo e al modo di rapportarsi alle persone non cristiane - ha riferito il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi - il Papa, in una terra di forte immigrazione come il Veneto, ha ricordato come «anche la Chiesa antica vivesse una situazione di minoranza: non siamo solo noi a doverci confrontare con persone di visioni diverse». Il Pontefice ha voluto ricordare San Pietro e il suo invito a «essere pronti a dare ragione alla speranza che è in noi». Ha quindi suggerito di trovare nelle Letture i riferimenti ai ”valori comuni”. «Dobbiamo vivere da prossimi - ha detto -, riconoscere l’altro come prossimo e amarlo come si ama il prossimo». Il dialogo deve basarsi sui «valori da condividere», per i quali il Papa ha anche esortato a rifarsi ai Dieci Comandamenti. L’esortazione all’amore e alla «vicinanza» ha riguardato anche l’atteggiamento da tenere verso le persone divorziate e risposate, affinché «ci si possa sentire membri della Chiesa e amati da Cristo anche se si è in una situazione di difficoltà». Su questo fronte l’invito del Papa ai sacerdoti ha riguardato anche la necessità di «fare prevenzione e preparazione” al fine di favorire ”il matrimonio per la vita e non provvisorio». In caso di fallimento, poi, occorre approfondire l’eventuale causa di nullità.

© Copyright Il Cittadino, 25 luglio 2007


LA SVOLTA

IL PAPA IN CADORE

«La Chiesa sia vicina anche ai divorziati»

— AURONZO DI CADORE (Belluno) —

VERSO LE PERSONE divorziate e risposate la Chiesa deve manifestare «vicinanza», affinché «ci si possa sentire membri della Chiesa e amati da Cristo anche se si è in una situazione di difficoltà». Sono parole importanti quelle spese di Benedetto XVI all’incontro con il clero delle diocesi di Belluno-Feltre e Treviso, ad Auronzo di Cadore. Quasi due ore di confronto durante le quali il Papa ha tracciato le linee guida dle comportamento pastorale di fronte agli interrogativi della modernità. L’invito del Papa ai sacerdoti ha riguardato in particolare la necessità di «fare prevenzione e preparazione» al fine di favorire «il matrimonio per la vita e non provvisorio». Parole di conforto sono state pronunicare anche nei confronti degli immigrati di altre religioni, con cui, anche se è difficle il dialogo sui grandi temi della fede, «piuttosto è possibile sui valori».«Bisogna guardare agli immigrati — ha continuato Ratzinger — come si guarda al prossimo che deve essere amato».

© Copyright Quotidiano Nazionale, 25 luglio 2007

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