31 luglio 2007

Messa tridentina: i giornali a caccia di vescovi "oppositori"


Vedi anche:

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INTERVISTA A MONS. GEORG GANSWEIN (traduzione in italiano e in francese, versione originale in tedesco)

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L’allarme del vescovo di Alba

“La messa in latino rischia di creare Chiese parallele”

ROBERTO FIORI

Il ritorno al vecchio messale preconciliare con la messa in latino, sancito dalla lettera apostolica di Benedetto XVI? «Rischia di provocare di fatto una specie di Chiesa parallela, difficilmente componibile con la comunità parrocchiale intera». E’ una delle valutazioni espresse da monsignor Sebastiano Dho, vescovo di Alba. Raggiunto alle soglie della partenza per un pellegrinaggio a Lourdes, monsignor Dho riflette sul recente provvedimento «motu proprio» del Papa, rimandando a un commento più generale scritto per le pagine del mensile paolino «Vita pastorale».
Spiega il vescovo di Alba: «La concessione di Benedetto XVI che liberalizza in qualche misura l’uso del messale preconciliare di Pio V non comporta solo il latino, ma tutta un’impostazione liturgica diversa, tipica, com’è logico, del periodo precedente la riforma del Vaticano II». Scopo principale del Pontefice, con questo provvedimento, sarebbe quello di recuperare gli aderenti allo scisma di Lefèbvre e soprattutto coloro che pur non essendo tali si sono sempre sentiti affezionati al vecchio rito, anche a causa degli abusi avvenuti in qualche regione nell’applicazione non fedele della riforma conciliare. «Ci auguriamo – dice monsignor Dho – che l’intenzione alta del Pontefice sia veramente colta come gesto di carità squisita e di ricerca di comunione e non come premio alla disubbidienza».
Infatti, «se il messale di Paolo VI rimane pienamente valido quale “forma ordinaria” per la celebrazione eucaristica, quello preconciliare in latino di cui viene concesso l’uso, oltre che ai sacerdoti che lo desiderano solo celebrando senza popolo, a determinati gruppi e a determinate condizioni, rappresenta la “forma straordinaria” di celebrazione eucaristica. E per le nostre comunità non vedo cambiamenti all’orizzonte. Tant’è vero che ad esempio nella diocesi di Alba, in questi quarant’anni trascorsi dalla riforma liturgica, nessun sacerdote, né laico, ha mai sentito il bisogno di richiedere la celebrazione secondo il vecchio rito. E l’eventuale richiesta odierna sembrerebbe pretestuosa o ideologica».
Tuttavia, il punto forse più delicato sembra essere quello riguardante non l’uso della liturgia tridentina, ma la facoltà data direttamente ai parroci di «concedere la licenza di usare il rituale più antico nell’amministrazione dei sacramenti del battesimo, del matrimonio, della penitenza e dell’unzione dei malati». Osserva monsignor Dho: «E’ difficile non temere a ragione che una prassi del genere rischi di provocare di fatto due forme parallele di vita comunitaria, ognuna fedele al proprio rito». E aggiunge: «Grazie al Concilio abbiamo ottenuto il dono grandissimo di una liturgia rinnovata, non vedo perché si debba tornare indietro. Impegniamoci sempre di più, tutti, sacerdoti e laici, perché le nostre liturgie siano veramente una celebrazione del mistero cristiano, valorizzando pienamente i segni, curando la qualità della partecipazione “consapevole, attiva, fruttuosa”».

© Copyright La Stampa, 31 luglio 2007

Certo che i vescovi sembrano atterriti dalla possibilita' che qualche fedele chieda la celebrazione del rito tridentino. Ma non sono quattro gatti? Certo che questa "infima minoranza" appare molto rumorosa agli occhi di qualcuno. Non c'e' ragione di temere, caro vescovo di Alba, e forse sarebbe meglio non offendere il Papa ed i fedeli parlano di passo indietro. Ma come mai le argomentazioni sono sempre le stesse? Cambiamo musica, maestri!
A "La Stampa": perche' non intervistiamo anche coloro che sono entusiasti del motu proprio.
?
Lo stesso vescovo Dho viene intervistato da "L'Unita'". Si', avete capito bene...ecco i primi frutti di un certo "incoraggiamento" all'ostruzionismo. Il titolo:

Messa in latino, il fronte del no prende coraggio: Il rischio è una Chiesa parallela

27 commenti:

brustef1 ha detto...

Se nella diocesi di Alba, come in tante altre diocesi, nessun fedele in quarant'anni ha richiesto la celebrazione secondo il vecchio rito, ci sono due precisi motivi: prima del motu proprio di Giovanni Paolo II era impossibile fare tale richiesta. Dopo il motu proprio, la chiusura pregiudiziale e autoritaria di tanti vescovi dello stesso orientamento di mons. Dho vanificava in partenza ogni speranza di accoglimento. Sconcerta che il vescovo di Alba diffidi ora sacerdoti e fedeli a formulare la richiesta, che sarebbe "pretestuosa o ideologica", e si ponga così in aperto contrasto con il Magistero pontificio. Mons. Lefebvre fu censurato per molto meno.

Anonimo ha detto...

E' esattamente cio' che mi spaventa: la diffida preventiva e mal celata dei Vescovi potrebbe creare una spaccatura nella Chiesa. Non si puo' fare finta che gli amanti del rito tridentino non esistano! Molti di loro, soprattuto in Francia ed in Svizzera, hanno aderito a comunita' scismatiche, altri sono rimasti in fiduciosa attesa di questo motu proprio.
Cari vescovi, non lasciate che tanti fedeli lascino la Chiesa! Il Papa vi chiede accoglienza e disponibilita'.

Anonimo ha detto...

Questi vescovi si danno la zappa sui piedi, con il loro ostracismo danno un chiaro segnale che non sono disposti ad ascoltare le richieste dei propri fedeli, ma non si vergognano?

euge ha detto...

Care Elena e Raffaella sono profondamente disgustata ed anche rattristata da questo comportamento minaccioso ed intimidatorio dei signori vescovi verso i fedeli........ io penso che proprio in queste circostanze i fedeli quindi noi dovremmo non solo tutelarci ma, segnalare questi episodi perchè trovo gravissimo e profondamente ingiusto che accadano simili episodi di cui il Vaticano dovrebbe essere informato tramite l'organo preposto!!!!!!!!!!!
Questo è un vero e proprio ammutinamento nei confronti del Papa e dei fedeli - VERGOGNA!!!!!!

brustef1 ha detto...

Il fatto è che certi vescovi, divenuti "democratici", hanno assunto tutti i vizi della democrazia senza perdere quelli di un certo autoritarismo "ancien régime". Ma allora, chi sono i veri reazionari?

Anonimo ha detto...

I 72 anni del vescovo di Alba mi confermano quanto già commentavo sul blog di Tornielli circa gli oppositori del motuproprio:
- mons. Luca Brandolini, 74 anni a dicembre;
- mons. Alessandro Plotti, 75 anni tra pochi giorni (Laus Deo);
- card. Carlo Maria Martini, 81 anni (questo è emerito da 5 anni, e sono andati ripescarlo a Gerusalemme);
E se i veri nostalgici fossero loro?

Anonimo ha detto...

«… … … valorizzando pienamente i segni, curando la qualità della partecipazione “consapevole, attiva, fruttuosa”». Ecco un altro esempio di pura retorica per non dire qualcos’altro…!!! E già, bisogna curare la qualità della partecipazione … … …, neanche che la santa Messa fosse un happening, ma forse non ho detto proprio una castroneria, visto che il Padre Nostro non lo recita più nessuno a mani giunte, ma con posture tutte diverse e al limite del grottesco, dalle braccia semi alzate in posizione di resa, o rivolte verso l’alto che sembrano aspettare che qualcuno passi la palla o peggio ancora in un penoso carosello dove tutti si tengono per mano… e potrei continuare ancora, da tante ne ho viste di versioni alternative sino a farmi venire sistematicamente il mal di stomaco, interrotto solo alla frase “Signore abbi pietà di noi” che mi mette sempre un po’ il cuore in pace…!!! Nell’attesa che tutto ciò rimanga solo per i fedeli amanti della partecipazione “consapevole, attiva, fruttuosa”, mi limito a dire: sia benedetto il Santo Padre Benedetto XVI e che lo Spirito Santo lo protegga dai Suoi servi infedeli!!!

Luisa ha detto...

Quello che mi sembra grave è che tutti questi vescovi( ma sono poi così numerosi?),non scelgano il silenzio o vie ortodosse pes esprimere i loro dubbi,ma si servano dei media per pubblicizzare la loro somma e egotica opinione.
Con ciò passano un messaggio di disobbedienza e di gravissima relativizzazione di un documento del Papa ....disobbediamo carissimi fedeli..quello che il Papa decide può e deve essere contestato ..la nostra opinine vale altrettanto che la sua!
Perchè i media vanno a cercare solo vescovi contrari e dissidenti?
Tutti vescovi post-sessantottini o allevati al biberon post-sessantottino in seminario...quando si renderanno conto che i tempi sono cambiati ?

Anonimo ha detto...

P.S. e se fossero i vescovi oppositori ad andare a caccia dei giornali?

Anonimo ha detto...

Credo che se Dante tornasse tra noi, caccerebbe all’inferno tutti questi pseudo vescovi e cardinali!!!

francesco ha detto...

carissimi sono molto infastidito dai commenti riguardo alla summourum pontificum...
dobbiamo però precisare che:
- è un atto di governo del papa verso alcune frange minoritarie della chiesa
- i vescovi hanno il dovere di applicare le norme generali della chiesa universale per la porzione del popolus dei loro affidata e devono governare le loro diocesi: questo vuol dire anche dire dei no...
- i gruppi stabili di fedeli, devo essere tali: se un po' di persone vanno dal parroco perché "vogliono la messa in latino" non si tratta di coetus fidelium traditioni liturgicae antecedenti adhaerentium che deve anche continenter exsistere, cioè esistere stabilmente e cioè non dall'altro ieri... è evidente poi che la cosa è fatta sotto la guida del vescovo diocesano
a me pare che qui si intenda in maniera eccessivamente estesa il documento del papa, come se ora la forma extra ordinaria avesse la stessa possibilità di quella ordinaria...
e esprimere giudizi temerari e irriguardosi verso cardinali e vescovi non mi pare una cosa molto confacente ad un cristiano...
francesco

francesco ha detto...

gianpaolo chiedeva in un precedente post una risposta... su cui direi che uno dei limiti più grandi del pontificato di giovanni paolo ii è stato il concentrarsi della "cattolicità" soltanto sulla figura del pontefice... mi pare che benedetto xvi stia facendo di tutto per permettere una visione più articolata e variegata della chiesa cattolica... e sono convinto che come già faceva lui da cardinale, non disprezza i suoi confratelli vescovi che, in maniera attenta e serena - come ha sempre fatto il card. martini -, esprimono riserve, offrono altri modi di intendere le grandi questioni morali, sociali e anche pastorali in maniera diversa da quella ufficiale... in dubis libertas

Anonimo ha detto...

mi pento solo della mia ultima illazione, per il resto metto in chiaro che:
1) non mi sento affatto una frangia minoritaria;
2) i vescovi hanno il dovere di dire no solo se chi chiede la messa in latino lo fa per spirito scismatico, altrimenti ha il dovere di usare tutta la benevolenza possibile
3) per il resto, il motuproprio è stato fatto apposta per porre fine alla (oggettiva) mancanza di generosità dei vescovi anche nei confronti di fedeli privi di qualsiasi attitudine scismatica
4)forma extraordinaria significa extraordinaria, non significa marginale o superata
5) attendo pari fermezza da parte dei vescovi sugli abusi liturgici (qui invece si parla di una forma del rito romano, non di un abuso del rito romano)
6)non è affatto confacente per dei vescovi la più o meno velata paura di applicare un provvedimento pontificio (sembra quasi che il MP contenga esplosivo)
7) sto aspettando ancora un vescovo diocesano che si dichiari contento per il motuproprio Summorum Pontificum, senza riserve (l'ha scritto il papa, mica Lefebvre!!)

francesco ha detto...

una segnalazione molto interessante: http://www.stpauls.it/gazzetta/0729ga/0729ga07.htm
e per ora mi cheto!

Anonimo ha detto...

:-)))
Mi chiedevo che cosa c'entrasse l'articolo sulle banche poi ho visto l'altro...lo inserisco subito nel blog.

Anonimo ha detto...

Chi stabilirebbe da quanto esistono questi fedeli? Non certo i vescovi, come fanno a saperlo? Posso assicurare che la forma extraordinaria dell'unico rito romano che richiederò sarà celebrata, tutte le sante domeniche, nella chiesa parrocchiale, Plotti o non Plotti, preti catto-comunisti o non cattocoministi.

"Se i pastori diventano lupi, le pecore devono difendersi da sole" (san Gregorio Magno).

Anonimo ha detto...

La domanda di Stilicone e' fondamentale! Ed e' la stessa che ho formulato nel post sulla dichiarazione del vescovo di Alba.

francesco ha detto...

caro 'fra diavolo
anche i certosini sono una franga minoritaria della chiesa! ma che minorità! non è mica una cosa brutta!
quanto ai vescovi, leggendo la summorum è evidente che la loro discrezionalità è ampia... tocca al parroco anzitutto valutare alcuni requisiti di questi gruppi, che però sono chiaramente descritti (stabilità, accettazione del NO, formazione liturgica, conoscenza del latino a meno che non dimentichi altro)... l'altra possibilità che vedo è quella del §2 quando si dice che alcuni fedeli (raffaella e cristiano ad esempio... nel mio caso ;-P) possono partecipare alla messa privata di un sacerdote... col tempo potrebbero costituire un gruppo stabile ecc. ecc.
un vescovo contento della summorum? mah... secondo me difficile trovarne! è davvero un motu proprio datum! in genere questi gruppi "stabili" sono stati più un problema che una risorsa per le chiese locali... perciò!
francesco
PS ma che? sei di itri?

Anonimo ha detto...

Sarà come dice Lei don Francesco, ma quando una persona esprime un rifiuto all’obbedienza e dice un no netto e schietto e questa persona è un cardinale, non un tizio qualsiasi e l’ordine viene dal Papa e non da una persona qualsiasi, credo rimanga poco spazio alla sua affermazione “in dubis libertas”, libertas da che…, forse “libertas” di dire no al Santo Padre?!?

Anonimo ha detto...

Al di la di tutto io trovo vergognosa una cosa in particolare che i vescovi quasi diffidino i fedeli da richiedere la celebrazione in latino come se chiedessero di uccidere qualcuno è una cosa che mi sconcerta e comunque, io lo considero un atto bello e buono di disobbedienza al Papa di chiunque si tratti Plotti, Martini e c. Anche se i fedeli fossero in pochi a chiedere la celebrazione tridentina nessuno neanche i vescovi ed i cardinali debbono arrogarsi il diritto di considerarli una minaccia oppure una frangia estremista della chiesa. A me hanno insegnato che la chiesa è il Corpo Mistico di Cristo e che noi ne siamo le membra ed allora mi domando può il Corpo mistico di Cristo anche se formato da noi rimanere diviso o dividersi anche se formato da uomini con tutta la zizzania e la gramigna di questo mondo????????????

Anonimo ha detto...

I vescovi secondo il motu proprio devono aiutare i parroci ad esaudire le richieste, nella concordia.
Non dovrebbero mettere paletti preventivi.
A mio modo di vedere, i parroci dovrebbero, ove ve ne siano, raccogliere le richieste, valutarle, e se conformi, esaudirle.
Non c’è bisogno di interventi preventivi come quelli letti in questi giorni.
Solo nel caso che il parroco, perché impossibilitato o perché non volendo celebrare (cosa legittima) con il messale del ’62, non possa esaudire le loro richieste, deve far presente la cosa al vescovo, che benevolmente dovrebbe aiutare, con buon senso (cosa richiesta a tutte le parti in causa), a risolvere il problema.
Che i sacerdoti facciano un esame ai richiedenti sulla loro formazione liturgica, mi sembra ridicolo, anche perché ne potrebbero uscire scornati, ma soprattutto perché farebbero il confronto con quanto, spesso, (non) hanno insegnato.
Non vorrei che tutto questo nervosismo sia frutto di paura, della paura che le S.Messe celebrate col messale tridentino possano essere piene.
La questione liturgica non è, ne deve essere una questione ideologica, siamo tutti figli della medesima chiesa, che è quella fondata da N.S. Gesù.
Chi ama il rito tridentino non è figlio di nessuno, per non dire di peggio.
Questo, certi soggetti dotati di mitra (copricapo) non sembrano averlo capito o non vogliono accettarlo. Non tutti si spera.

P.S. Mi piace quella citazione di san Gregorio "Se i pastori diventano lupi, le pecore devono difendersi da sole", valorizza il ruolo dei laici in S.R.C., questa si, vera e buona conseguenza del Concilio vaticano II.

Anonimo ha detto...

Condivido le tue riflessioni Giampaolo ......... chissà fra qualche tempo assisteremo a vescovi e cardinali che saranno obiettori di coscienza !!!!!!!!!!!!
Io la penso come te per me questi rifiuti e richieste preventive inoltrate ai fedeli per farli desistere dal chierdere la messa tridentina, sono atti di disobbedienza vera e propria altro che libertà ma libertà di che cosa??????????? o si è fedele al Papa o non lo si è cosa centra la libertà in tutto questo????????? Ma si sa Don Francesco ormai e salito sul carro di Plotti, Marini, Farinella e c.......magari tra un pò sarà obiettore di coscenza anche lui!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

il motu proprio dovrebbe rendere la procedura di richiesta della messa in latino più semplice ma i vescovi stanno rimettendo i paletti del motu proprio di giovanni paolo e i sacerdoti non vogliono sentire parlare di latino anche perchè molti di loro,diciamocela tutta,non lo sanno.marianna

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, ricordo un interessante commento "preventivo" al Motu Proprio, diffuso dalla diocesi di Genova, nel novembre 2006 (Bagnasco è un grande).

http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=1605

Anonimo ha detto...

Grazie Charette, sei una fonte inesauribile a cui attingere. Mons. Bagnasco e' molto...(che parola possiamo usare?) saggio! :-)
Provvedo all'inderimento delle precisazioni nel blog.

Anonimo ha detto...

Bravo Charette, più chiaro di così...!!! Però devo aggiungere un detto molto significativo: "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire" e di sordi nel clero, ce ne sono più di quanto si possa immaginare...! Vero don Francesco?!?

Anonimo ha detto...

per don Francesco: no, non sono di Itri, ma sono un brigante come Michele Arcangelo Pezza da Itri detto Fra'Diavolo ;)
Comunque fra tre anni vedremo se i gruppi stabili saranno un problema o una risorsa per la Chiesa.