23 settembre 2007

Il Papa ai Vescovi: siate pastori non trasformatevi in manager


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Buona domenica, cari amici :-)
In attesa dell'arrivo del Papa a Velletri leggiamo un paio di articoli (pochi!) sul discorso di ieri ai vescovi di recente nomina
.
R.

Benedetto XVI lancia l'allarme sui rischi che corrono i prelati e li richiama alla preghiera

Il Papa ai Vescovi: siate pastori non trasformatevi in manager

«Il primo posto nella vita di un successore degli Apostoli deve essere riservato a Dio»

Giovanna Chirri

VATICANO
Troppi impegni «organizzativi», troppe cose da fare, in società assordanti e frettolose , dove si «corre» soltanto. Ed ecco che anche un vescovo rischia di farsi travolgere, di trasformarsi in manager e dimenticare Dio.
Il Papa lancia l'allarme sui rischi che corrono i vescovi, e li richiama alla preghiera, invitandoli anche a costruire luoghi di preghiera «nelle città spesso convulse e rumorose dove l'uomo corre e si smarrisce, dove si vive come se Dio non esistesse». Inoltre, spiega, l'atteggiamento contemplativo di un vescovo non nuoce certo alla sua azione pastorale, anzi, ne raffina la portata, dunque è certo meglio la preghiera che l'amministrazione.
La fede di Benedetto XVI è quella del rapporto stretto con Dio, ma da papa non si può dimenticare i problemi che ha vissuto da vescovo. Così oggi, incontrando a Castel Gandolfo un centinaio di vescovi ordinati negli ultimi mesi in tutti i Paesi del mondo, riuniti per un corso di formazione, ricorda loro che «oggi nel ministero di un vescovo» e – aggiunge a braccio – «lo so da personale esperienza», «gli aspetti organizzativi sono assorbenti, gli impegni sono molteplici, le necessità sempre tante, ma il primo posto nella vita di un successore degli Apostoli deve essere riservato a Dio, proprio così aiutiamo anche i nostri fedeli».
Dopo aver invitato i nuovi vescovi a pregare soprattutto per i sacerdoti a loro affidati, in segno di vicinanza e di affetto, e a invocare nella preghiera nuove vocazioni, papa Ratzinger li ha sollecitati ad essere «animatori di preghiera nella società».
«Nelle città in cui vivete e operate, spesso convulse e rumorose, dove l'uomo corre e si smarrisce, dove si vive come se Dio non esistesse – osserva –, sappiate creare luoghi e occasioni di preghiera, dove nel silenzio, nell'ascolto di Dio mediante la 'lectio divinà, nella preghiera personale e comunitaria, l'uomo possa incontrare Dio e fare l'esperienza viva di Gesù Cristo che rivela l'autentico volto del Padre».
In città di uomini sempre di fretta, il Papa sogna che la cattedrale di ogni diocesi diventi «un esemplare casa di preghiera, soprattutto liturgica» luogo di incontro dei fedeli attorno al vescovo per «intercedere per tutti gli uomini».
Non siate manager del sacro, ma «siate uomini di preghiera» è l'invito di Benedetto XVI, «come Mosè abbiate le mani alzate verso il cielo, mentre i vostri fedeli combattono la buona battaglia della fede». E sbaglia chi pensa che l'atteggiamento contemplativo nuoccia all'attività dei vescovi per l'uomo: «la preghiera educa all'amore e apre il cuore alla carità per accogliere tutti coloro che ricorrono al vescovo».
I vescovi cattolici sono un piccolo esercito di 4.841 presuli, suddivisi (secondo gli ultimi dati dell'Annuario statistico della Chiesa del 2007, relativi al 2005) tra i 630 dell'Africa, i 1.832 delle Americhe, i 693 dell'Asia, i 1.560 dell'Europa e i 126 dell'Oceania.
Intanto, Dio ha trovato un avvocato nella causa intentata contro di lui da un senatore dello stato del Nebraska impegnato a dimostrare la possibilità negli Stati Uniti di avviare azioni legali su tutto. Eric Perkins, un legale di Corpus Christi in Texas, ha presentato una risposta alla causa del senatore Ernie Chambers: «Ho pensato, cosa avrebbe fatto Gesù, come avrebbe risposto Dio, e mi sono mosso», ha detto l'avvocato texano. «L'imputato nega che questa o qualsiasi altra corte abbia giurisdizione sopra di lui, nè più nè meno che i tribunali non hanno giurisdizione sul vento, o la pioggia, il buio o la luce», si legge nella risposta firmata in stampatello a lettere maiuscole «DIO».

© Copyright Gazzetta del sud, 23 settembre 2007


Il Papa: tanti gli impegni, ma i vescovi siano pastori e uomini di preghiera

CITTÀ DEL VATICANO

Troppi impegni «organizzativi», troppe cose da fare, in società assordanti e frettolose , dove si «corre» soltanto. Ed ecco che anche un vescovo rischia di farsi travolgere, di trasformarsi in manager e dimenticare Dio. Il Papa lancia l'allarme sui rischi che corrono i vescovi, invitandoli anche a costruire luoghi di preghiera «nelle città spesso convulse e rumorose dove l'uomo corre e si smarrisce, dove si vive come se Dio non esistesse». Inoltre, spiega, l'atteggiamento contemplativo di un vescovo non nuoce certo alla sua azione pastorale, anzi, ne raffina la portata, dunque è certo meglio la preghiera che l'amministrazione.
La fede di Benedetto XVI è quella del rapporto stretto con Dio, ma da Papa non si può dimenticare i problemi che ha vissuto da vescovo. Così ieri, incontrando a Castel Gandolfo un centinaio di vescovi ordinati negli ultimi mesi in tutti i Paesi del mondo, ricorda loro che «oggi nel ministero di un vescovo» e - aggiunge a braccio - «lo so da personale esperienza», «gli aspetti organizzativi sono assorbenti, gli impegni sono molteplici, le necessità sempre tante, ma il primo posto nella vita di un successore degli Apostoli deve essere riservato a Dio, proprio così aiutiamo anche i nostri fedeli».
Dopo aver invitato i nuovi vescovi a pregare soprattutto per i sacerdoti a loro affidati, in segno di vicinanza e di affetto, e a invocare nella preghiera nuove vocazioni, Papa Ratzinger li ha sollecitati ad essere «animatori di preghiera nella società». «Nelle città in cui vivete e operate, spesso convulse e rumorose, dove l'uomo corre e si smarrisce, dove si vive come se Dio non esistesse - osserva -, sappiate creare luoghi e occasioni di preghiera, dove nel silenzio, nell'ascolto di Dio mediante la "lectio divina", nella preghiera personale e comunitaria, l'uomo possa incontrare Dio e fare l'esperienza viva di Gesù Cristo che rivela l'autentico volto del Padre».
In città di uomini sempre di fretta, il Papa sogna che la cattedrale di ogni diocesi diventi «un esemplare casa di preghiera, soprattutto liturgica» luogo di incontro dei fedeli attorno al vescovo per «intercedere per tutti gli uomini». Non siate manager del sacro, ma «siate uomini di preghiera» è l'invito di Benedetto XVI, «come Mosè abbiate le mani alzate verso il cielo, mentre i vostri fedeli combattono la buona battaglia della fede». E sbaglia chi pensa che l'atteggiamento contemplativo nuoccia all'attività dei vescovi per l'uomo: «La preghiera educa all'amore e apre il cuore alla carità per accogliere tutti coloro che ricorrono al vescovo».
E intanto si stringono i tempi per il cambio della guardia all'Osservatore romano , dove Mario Agnes lascerà dopo 23 anni la direzione. Alla guida del giornale vaticano arriverà Giovanni Maria Vian, affiancato da un nuovo vicedirettore, Carlo Di Cicco. L'annuncio della nomina è atteso per la fine di questo mese, anche se il passaggio delle consegne non avverrà prima del viaggio che il Papa farà il 21 ottobre a Napoli, dove Agnes sarà ancora al suo fianco.
Dopo la lunga direzione Agnes, la scelta di uno studioso con antica passione per il giornalismo quale è Vian costituisce un punto di svolta. Montiniano, 55 anni, ordinario di Filologia patristica alla Sapienza, editorialista di Avvenire , pubblicista dal '76, Vian è un intellettuale con la passione per il giornalismo, uno studioso rigoroso con il gusto della divulgazione, che ben conosce i meccanismi dei media.

© Copyright Eco di Bergamo, 23 settembre 2007

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