22 settembre 2007

Messa tridentina: l'articoletto di Melloni


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Cari amici, ha proprio ragione Mariateresa che gia' stamattina si era espressa sull'articoletto di Melloni :-)
Sbaglio o siamo un po' a corto di idee
??? Leggiamo e commentiamo...

MA IL MOTU PROPRIO RESTA A BAGNO MARIA

di ALBERTO MELLONI

Si chiamano Acta Apostolicæ Sedis e da un secolo sono l'organo che dà vigore ai provvedimenti papali. Capita che la sala stampa o il sito vatican.va li precedano, ma è il loro wording
quello ufficiale. Fa perciò riflettere il fatto cheil motu proprio sull'uso del Messale tridentino andato in vigore il 14 settembre non sia ancora uscito sugli Acta, forse in attesa di risolvere alcuni dei dubbi che esso solleva.
Al di là delle obiezioni di cui il Papa s'è mostrato consapevole nella sua lettera ai vescovi, c'erano le pecche di latino rilevate da Carlo Ossola... Poi è arrivato il cardinale Carlo Maria Martini a spiegare perché lui non avrebbe usato del privilegio che il
motu proprio concedeva. Alcuni liturgisti hanno sottolineato che le condizioni poste per l'uso del rito tridentino sono piuttosto severe, più di quanto non lasci intendere l'entusiasmo tradizionalista. Un grande studioso dei libri liturgici latini, Manlio Sodi, ha poi documentato che se c'è un messale della tradizione e della scrittura, questo è il pensatissimo messale di Paolo VI e non quello nato nella caotica fase del postconcilio tridentino. La realtà, infine, nota che la distinzione fra forma ordinaria e straordinaria della messa (che l'allora cardinal Ratzinger suggerì fra il 1982 e il 1983) richiede ardue forzature pastorali.
Da qui la saggia decisione di tenere ancora a bagno maria un testo che sta creando più problemi di quanti non ne risolva: anche a costo di mandare in vigore un atto che esiste (come dire?) in «Web tantum ».

© Copyright Corriere della sera, 22 settembre 2007


Spero che Melloni non affidi le sue speranze di affossamento del motu proprio solo al fatto che il testo non compare ANCORA negli Acta! Suvvia...siamo ad argomentazioni un po' debolucce...
Chissa'...forse il Vaticano tarda la pubblicazione in attesa che il documento sia OVUNQUE applicato :-))
Comunque, caro Melloni, Lei mi commette un errore grossolano. Infatti il motu proprio Summorum Pontificum non e' reperibile in «Web tantum» (solo sul web) ma anche in qualsiasi libreria specializzata. Passavo giusto ieri davanti alla Libreria Ambrosiana (sic) e che cosa vedo in vetrina? Il libricino riprodotto in questo post!!!! Addirittura pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana! Ma come? Non lo si vuole nascondere? Pensi, Melloni! Non esiste solo su internet ma anche su carta! La prossima volta faccia un giro delle librerie...anche quelle ambrosiane
:-)
Raffaella

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Quo usque tandem abutere, Melloni, patientia nostra?
Ma che vuole???
Scriva al Papa, esponga a Lui i suoi problemi esistenziali e ci lasci in pace!!!

Luisa ha detto...

Ah...ah...ah......qui vorrei leggere ancora Mariateresa con le sue espressioni saporose di cui mi delizio!
Io mi limiterò a dire che questo povero Melloni è proprio a corto di argomenti ma talmente a corto che di più non si può !

mariateresa ha detto...

Ehehehe…scusate ma mi scappa di scherzarci sopra.
il MP è a “bagnomaria”, ma guarda un po’. Non è stato pubblicato negli Acta, magari lo sarà tra un po’, non dubito che anche in Vaticano ci sia qualcuno che usa mezzucci, ma sono proprio le risorse della serva, o forse non c’è nessun mistero.
Il MP è in vigore, bisogna rassegnarsi. Ma questa volta non vedo il pistolotto verso chi predilige fare una “degustazione estetica” della Messa o l’ammonimento per lo “sberleffo” al Concilio”.
Eh no….Solo la citazione dei soliti noti (quelli che la pensano in modo contrario al cardinale Martini naturalmente non esistono, sono come degli ologrammi) ed ecco la segnalazione insinuante che c’erano delle pecche in latino, ma guarda te .
Tutta la Chiesa è rossa dalla vergogna dopo le osservazioni del prof. Carlo Ossola che nessuno ha letto, sia detto con tutto il rispetto per la persona e la sua cultura.
Se i motivi di soddisfazione di Melloni sono tutti qui, devo dire che è un uomo di bocca buona.
Tra tante difficoltà,il MP è in vigore, questo non significa scendere in piazza per suonare la grancassa con giubilo, ma semplicemente ammetterlo e altrettanto semplicemente applicarlo. Ci sono perplessità , ma si va avanti e non sempre con lo sguardo indietro o sul proprio ombelico. Come erede di Alberico, ci si poteva aspettare di più. Nella città di Alberico, Bologna, la messa antica si recita e in tranquillità, nonostante il prof. Ossola e nonostante la mancata pubblicazione degli Acta. E’ un’indecenza….

Blog creator ha detto...

Due di quelli buoni.
Il certo Melloni e l'altro tal, Sodi.
Non vanno neanche menzionati più di tanto: se la dicono e se la cantano da un pezzo.

Spero solo che si convertano, magari prima di me.
Perchè per adesso di esempio ne danno poco. E si vede che gli rode qualcosa.
Forse volevano essere consultati per la stesura del Motu dagli Uffici della Curia, o forse, devono semplicemente tenere sponda a quello che sostengono da un bel pò.
Per il 'bagnomaria' per ora incassino solo una doccia fredda.

Anonimo ha detto...

Cari amici, un atto pontificio non ha bisogno di pubblicazione nelle Acta Apostolicæ Sedis e ne da nessuna parte per entrare in vigore, neanche per essere obediti.
Questo giurisdicismo mi sembra comico se non fosse tragico, come lo è stato quello di Tettamanzi, quando ha mandato dire (perchè non ne ha avuto il coraggio) che non accetava il Potestà Suprema del Pntefice sul tutta la Chiesa.
Come sono attacati alla lettera, alle norme, però che ne siano veramente, in quello che veramente importa, non solo in quello che è del loro interesse, obedendo le normative del romano Pontefice, il qualale è "il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli"(LUMEN GENTIUM, 23)
Smettetela di fare i ridicoli voi tutti che vi solevate contra il Pontefice e seguite le norme del Diritto Canonico, e dei Concili, incluso il Vaticano II, rispetto alla obedienza che dovete, e che tanti di voi avete promesso esplicitamente, al Papa.
Pio, Brasile

Anonimo ha detto...

Ecco quello che dice il Diritto Canonico:

Can. 7 - La legge è istituita quando è promulgata.

Can. 8 - §1. Le leggi ecclesiastiche universali sono promulgate con l'edizione nella gazzetta ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis, a meno che in casi particolari non sia stato stabilito un modo diverso di promulgare; ed entrano in vigore soltanto compiuti tre mesi dal giorno apposto al numero degli Acta, a meno che non obblighino immediatamente per la natura delle cose oppure nella stessa legge sia stata stabilita in modo speciale ed espressamente una più breve o una più lunga vacanza.

Come stà scritto nello stesso Motu Proprio nel suo ultimo articolo:

Art. 12. La stessa Commissione, oltre alle facolta' di cui gia' gode, esercitera' l'autorita' della Santa Sede vigilando sulla osservanza e l'applicazione di queste disposizioni.
Tutto cio' che da Noi e' stato stabilito con questa Lettera Apostolica data a modo di Motu proprio, ordiniamo che sia considerato come ''stabilito e decretato'' e da osservare dal giorno 14 settembre di quest'anno, festa dell'Esaltazione della Santa Croce, nonostante tutto cio' che possa esservi in contrario''

Dunque, il Motu Proprio è entrato in vigore il 14 settembre!!!!!!

Melloni, va a studiare!!!!!!

Luisa ha detto...

Buongiorno a Pio dal Brasile!
Sai Mariateresa in francese c è un` espressione che, tradotta, va pressapoco così: avanzare con gli occhi fissi sui retrovisori.
Mi sembra che effettivamente sia il caso di molti che ancora non si rassegnano che al comando della Chiesa non ci siano Martini o Tettamanzi .
Lo choc è stato tale che sembrano essere restati fissi sul 19 aprile 2005 e ancora non capiscono che cosa sia successo...nel frattempo ogni tanto qualcuno da loro uno scossone dicendo : sì sì è vero , allora sembrano svegliarsi e ci servono la loro delusione inconsolabile.

Anonimo ha detto...

L'argomento di Melloni è specioso, per il semplice fatto che Acta Apostolicae Sedis è sempre in ritardo di molti mesi.
Basti un esempio: prima del motu proprio Summorum Pontificum, La disciplina precedente della Messa tridentina era regolata dal motu proprio Ecclesia Dei, datato 2 luglio 1988. Ebbene, tale documento fu poi pubblicato su Acta Apostolicae Sedis del 15 novembre 1988.
E con questo?

Anonimo ha detto...

Pio è forse un po' irruente: non mipare davvero che il card. Tettamanzi si sia sollevato contro il Papa.
Persino nella diocesi di Milano si possono trovare Messe in Rito romano. Da ragazzo andavo alla Messa dei Barnabiti in via Commenda, perché era vicina a scuola.
E dunque, gli stessi che celebrano legittimamente con il Rito romano, possono ora farlo anche col Messale di san Pio V.

Syriacus ha detto...

Ho letto questa amenità di Melloni su Rorate Caeli, l'autore del quale acutamente commenta:

"There is obviously no doubt that Summorum Pontificum is in full force, irrespective of its publication: "We order that everything We have decreed with this Apostolic Letter given Motu Proprio be considered as having full and lasting force, and be observed from September 14 of this year, Feast of the Exaltation of the Holy Cross, notwithstanding any provisions to the contrary." What is left is for priests and faithful to exercise their rights and for Bishops to provide for what the new law asks of them, when their intervention is at all necessary - and not to "interpret" the new law, a role reserved to the Apostolic See and its special dicastery."

http://rorate-caeli.blogspot.com/2007/09/traditional-mass-sign-of-contradiction_22.html

[Grazie del massiccio lavoro di informazione (e controinformazione) operato da questo PapaRatzinger blog!]

mariateresa ha detto...

cara Luisa,credo fosse Einstein a dire:
"I fatti accadono, nonostante le teorie".
Ci sarebbero tante cose da dire, ma a che serve? Per un credente il parere dei liturgisti ha un valore relativo,è giusto leggere e informarsi, ma insomma una scelta di fede non perde il sonno per questo,anche se pareri rispettati.
Soprattutto, e qui voglio sottolinearlo, se il MP del Pontefice, in tutta onestà , e la lettera di accompagnamento, appaiono ragionevoli, motivati e altrettanto rispettosi.
Una lettera piena di sensibilità.
Io l'ho trovata una lettera stupenda e sincera.
E nelle obiezioni cosa c'è alla fine? Un bel no, in alcuni casi, un bel no a chi è considerato fuori linea o giudicato diverso come se fosse un minus habens bisognoso di lumi.
Ma veramente può apparire, nonostante le buone intenzioni di alcuni, che queste argomentazioni siano allo stesso livello della lettera del Papa?
Si vuole veramente paragonare il livello delle parole di Benedetto con quelle del vescovo Nogaro? o di Martini? Si dirà che sono i giornali e che le questioni sono molto più delicate .
Può darsi,ma nessuna di queste persone è ritornata sui suoi passi per dire "Mi avete mal interpretato, volevo dire altro, non banalizzate ..."
E allora cosa rimane : la messa antica è un modo distorto per mettersi in contatto con Dio secondo Nogaro e ha una certa atmosfera chiusa secondo Martini. Ma vogliamo scherzare?
Le giovani generazioni praticanti o credenti, lo ripeto,si fanno un baffo di questi argomenti.
E anch'io.
Capisco benissimo i dubbi di tanti , ma se gli avvocati difensori sono come Melloni, allora non c'è da preoccuparsi, secondo il mio modesto parere.

Anonimo ha detto...

Grazie a tutti :-)

Luisa ha detto...

Ah.... finalmente vedo un commento di Syriacus, coltissimo ,erudito amico (posso?) che incrocio per le vie dei blogs di Accattoli e Tornielli !
Mi domandavo se leggesse il blog di Raffaella e sono particolarmente felice del suo apprezzamento!
Hai ragione, Syriacus ,Raffaella fa un magnifico lavoro di informazione e sopratutto di analisi critica .Con lei e grazie a lei impariamo tutti ad essere quei lettori vigilanti e critici che Benedetto XVI ci invita ad essere!

Anonimo ha detto...

Certo caro Claudio che a Milano si può celebrare in rito latino, tutti i Milanesi sono latini come ho scritto quando comentano l'articolo del Dr. Tornielli nel suo blog: "Il Motu proprio? A Milano l’arcivescovo dice no".

Ecco quello che allora ho scritto:

Il Motu Proprio no parla di Rito Romano, o Ambrosiano, o Bracarense, o Mozarabe, parla si del grande RITO LATINO quando dá libertà a tutti i sacerdoti di questo Rito di celebrare con il Messale di Pio V.
Quindi, milanesi, prima di appartenere al rito ambrosiano, fate parte del Rito Latino. Siete latini!!!!!!!!! E questo Motu Proprio è per tutti i latini.
Quindi, quiedete a qualsiasi sacerdote una Messa privata con la partecipazione di popolo come prevede il documento.

Art. 2. Nelle Messe celebrate senza il popolo, ogni sacerdote cattolico di rito latino, sia secolare sia religioso, puo’ usare o il Messale Romano edito dal beato Papa Giovanni XXIII nel 1962, oppure il Messale Romano promulgato dal Papa Paolo VI nel 1970, e cio’ in qualsiasi giorno, eccettuato il Triduo Sacro. Per tale celebrazione secondo l’uno o l’altro Messale il sacerdote non ha bisogno di alcun permesso, ne’ della Sede Apostolica, ne’ del suo Ordinario.

Art. 4. Alle celebrazioni della Santa Messa di cui sopra all’art. 2, possono essere ammessi - osservate le norme del diritto - anche i fedeli che lo chiedessero di loro spontanea volonta’.

E anche questo:

Infatti, Summorum Pontificum, è una nuova versione della Quo primum, inquanto afferma che un sacerdote latino, come lo è un ambrosiano, per uttilizare la forma straordinaria del rito romano “non ha bisogno di alcun permesso, ne’ della Sede Apostolica, ne’ del suo Ordinario”(Summorum Pontificum, 4), come non ne avevano ai tempi di Pio V.
Quindi, sacerdoti milanesi siete liberi di celebrare la Messa di Pio V!!!!!!!!!

“In virtú dell’Autorità Apostolica, Noi concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l’Indulto perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente: cosí che Prelati, Amministratori, Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta, né, d’altra parte, possano venir costretti e spinti da alcuno a cambiare questo Messale” (COSTITUZIONE APOSTOLICA QUO PRIMUM TEMPORE, 7)

Pio

Anonimo ha detto...

Carissime ritorno oggi da qualche giorno di vacanza e che cosa trovo???????? il solito articoletto da quattro soldi di Melloni ma, questo non ha altro da fare?????????? Comunque, il testo del Summorum Pontificum e facilmente reperibile non solo qaulche settimana fa alla libreria leoniana in Borgo Pio c'era in vendita sia il messale 62 formato tascabile sia il messale del 1962 per celebrazioni"!!!!!!!!! Ma quale bagno maria Melloni ma per favore !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ci si metta lei a bagno maria e ci rimanga!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Angela66

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo, io non ho scritto rito latino; ho scritto "rito romano".
E non nego affatto che i sacerdoti milanesi possano celebrare la Messa di San Pio V.
Il mio era un argomento del tipo: ammesso, ma non concesso. Il suo scopo era indicare agli amici milanesi una strada pratica per trovare la Messa tridentina senza allontanarsi da Milano.

Anonimo ha detto...

vedi:
RIPENSAMENTO (MELLONI) O BOICOTTAGGIO (SOCCI)? MEGLIO ASPETTARE

Il mancato giallo della mancata pubblicazione “ufficiale” del motu proprio

© Il Foglio, 25 settembre 2007


Roma. Sul Corriere della Sera di sabato lo storico Alberto Melloni ha presentato come un dato di fatto la presunta mancata pubblicazione negli “Acta Apostolicae Sedis” (AAS), il bollettino ufficiale vaticano curato dalla prima sezione della Segreteria di stato, del motu proprio “Summorum pontificum” come la prova provata di un presunto ripensamento della Santa Sede sulla liberalizzazione della messa cosiddetta di san Pio V. Il giorno dopo la presunta notizia fornita dall’allievo prediletto e ora successore di Giuseppe Alberigo ai vertici dell’Istituto per le Scienze religiose di Bologna su Libero è apparsa un’aspra reazione di Antonio Socci il quale, parlando di “clamorosa rivelazione” del Corriere, se l’è presa con chi in Curia cercherebbe di boicottare la contestata iniziativa pontificia di dare piena cittadinanza nella chiesa cattolica alla liturgia preconciliare.

Nei Sacri Palazzi si fa notare che il motu proprio in questione è stato pubblicato lo scorso 7 luglio mentre l’ultimo fascicolo diffuso dagli AAS è quello datato 6 aprile che riporta documenti e nomine pontificie datate fino al giorno 5 aprile. Non si vede quindi come si possa affermare, o credere, come un dato di fatto che la “gazzetta ufficiale” della Santa Sede non abbia pubblicato il motu proprio. Bisognerà attendere infatti altri tre o quattro fascicoli degli AAS per verificarne semmai l’avvenuta pubblicazione o meno.

Tutt’al più quindi quello di Melloni ha più il sapore di un wishful thinking che di una ricostruzione storica. Un “pio desiderio” che si basa, forse, su un interessante precedente, risalente al 2001. Tra il 26 e il 29 settembre di quell’anno si tenne in Vaticano l’assemblea plenaria della congregazione per il Culto divino e, come succede di solito in questi casi, il Papa, mandò un suo messaggio autografo. Nel testo, datato 21 settembre, Giovanni Paolo II, tra l’altro, scriveva: “Nel Messale Romano, detto di san Pio V, come in diverse liturgie orientali, vi sono bellissime preghiere con le quali il sacerdote esprime il più profondo senso di umiltà e di riverenza di fronte ai santi misteri: esse rivelano la sostanza stessa di qualsiasi liturgia”.

Il testo in cui per la prima volta dopo decenni un pontefice lodava la liturgia preconciliare venne reso pubblico dalla sala stampa della Santa Sede solo il 17 ottobre, dopo che, il giorno prima, il Giornale aveva reso nota l’esistenza di questo documento, parlando provocatoriamente di “censura” nei confronti del Papa. In effetti quasi in contemporanea della plenaria del Culto divino si era svolta a Roma anche quella della congregazione per i Religiosi, e il messaggio del Papa a questa ultima assemblea era stato regolarmente pubblicato dalla sala stampa vaticana il 27 settembre e dall’Osservatore romano del 28.

Il messaggio di Giovanni Paolo II con l’elogio del messale di san Pio V, però, non è stato mai pubblicato dagli Acta Apostolicae Sedis, dove invece hanno trovato spazio tutte le altre allocuzioni pontificie pronunciate nelle plenarie degli altri dicasteri vaticani e dove ha trovato spazio anche il messaggio che Papa Wojtyla, il 3 marzo 2005, dal Policlinico Gemelli, ha inviato alla successiva riunione della Congregazione per il culto divino.

Anonimo ha detto...

Grazie dell'articolo! Provvedo subito a riportarlo nel blog!

Anonimo ha detto...

Correttore di Bozze
Solo per precisare - a puro titolo fattuale - che il professore citato da Mariateresa si chiama Alberigo, non Alberico. Cordialmente, C.B.