22 settembre 2007

Segnali di disgelo fra Vaticano e Cina ma la prudenza è d'obbligo


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Gradito dal Vaticano il nuovo vescovo di Pechino
Segnali di speranza nel dialogo con la Cina


Giovanna Chirri
CITTÀ DEL VATICANO

Soddisfazione e cautela insieme, e la speranza che il nuovo corso per i cattolici in Cina si consolidi senza battute d'arresto. Si interpreta così la pubblicazione sull'«Osservatore romano» di un articolo sull'ordinazione del vescovo di Pechino, Giuseppe Li Shan, celebrata ieri, e su quella a coadiutore di Guiyang di Paolo Xiao Zejiang, celebrata l'8 settembre.
Le nomine sono annunciate dalla «Associazione patriottica» e approvate dal governo, ma da tempo Vaticano e Cina hanno trovato canali di intesa per cui le ultime ordinazioni episcopali sono fatte in accordo con il Papa.

È la prima volta comunque che il giornale vaticano ne dà notizia in modo così chiaro ed è la prima volta che dal Vaticano viene la affermazione che i prescelti sono in comunione con Roma.

Santa Sede e Pechino non hanno relazioni diplomatiche da quando nel '51 il nunzio è stato costretto a lasciare la Cina di Mao (rifugiandosi a Taipei), e la libertà di nominare i vescovi è un punto imprescindibile perché il Vaticano possa pensare al ripristino dei canali diplomatici con Pechino.

L'articolo sull'«Osservatore» è molto significativo anche per alcuni elementi inseriti: elenca i vescovi presenti all'ordinazione e in comunione con Roma; deplora la presenza ai riti di presuli non riconosciuti dal Papa; auspica che tutte le diocesi possano avere un vescovo «in piena comunione con la Chiesa cattolica» e conclude ripetendo l'auspicio formulato da Benedetto XVI nella sua lettera ai cinesi dello scorso giugno, che tra Santa Sede e vescovi cinesi da una parte e autorità cinesi dall'altra, si superino le difficoltà e si pervenga a una «proficua intesa».

Nella stessa lettera ai cinesi, papa Ratzinger chiedeva ai pastori di informare i fedeli sulla propria fedeltà alla Chiesa di Roma e così è stato fatto in Cina dando notizia della approvazione papale prima delle nuove ordinazioni.
Probabilmente i fedeli cinesi aspettavano un gesto analogo da parte di Roma e l'Osservatore romano viene incontro a questa aspettativa.
La cronaca sul giornale vaticano, commenta padre Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews, missionario ed esperto di Cina, «conferma che c'è uno spazio di dialogo tra Cina e Vaticano, anche se una parte del ministero per gli Affari religiosi e la Associazione patriottica continuano ad ostacolarlo».
In Vaticano si confida anche nell'interesse di Pechino ad arrivare alle Olimpiadi con una buona immagine internazionale e a far per questo passi avanti in tema di libertà religiosa. Ma ci sono una quarantina di diocesi senza vescovo e la cautela è d'obbligo, anche ricordando le tre ordinazioni senza l'approvazione del Papa effettuate da Pechino nel 2006.

© Copyright Gazzetta del sud, 22 settembre 2007


Pechino, placet vaticano al vescovo nominato dall'Associazione patriottica

Soddisfazione e cautela insieme, e la speranza che il nuovo corso per i cattolici in Cina si consolidi senza altre battute d'arresto. Si interpreta così la pubblicazione su «L'Osservatore Romano» di ieri di un articolo di cronaca sulla ordinazione del vescovo di Pechino Giuseppe Li Shan, celebrata ieri, e su quella a coadiutore di Guiyang di Paolo Xiao Zejiang, celebrata l'8 settembre.
Le nomine sono annunciate dalla Associazione patriottica e approvate dal governo, ma da tempo Vaticano e Cina hanno trovato canali di intesa per cui le ultime ordinazioni episcopali sono fatte in accordo con il Papa. È la prima volta comunque che il giornale vaticano ne dà notizia in modo così chiaro ed è la prima volta che dal Vaticano viene la affermazione che i prescelti sono in comunione con Roma. Santa Sede e Pechino non hanno relazioni diplomatiche da quando nel 1951 il nunzio è stato cacciato dalla Cina comunista di Mao e si è rifugiato a Taipei, capitale dell'isola di Taiwan, e la libertà di nominare i vescovi è un punto imprescindibile perché la Santa Sede possa pensare al ripristino dei canali diplomatici con Pechino.
L'articolo su «L'Osservatore» è molto significativo anche per alcuni elementi inseriti nella cronaca: elenca i vescovi presenti all'ordinazione e in comunione con Roma; deplora la presenza ai riti di presuli non riconosciuti dal Papa; auspica che tutte le diocesi possano avere un vescovo «in piena comunione con la Chiesa cattolica».
La nomina è un segno molto positivo che può aprire una nuova fase. Lo ha affermato il sostituto della Segreteria di Stato, l'arcivescovo Ferdinando Filoni: «Un segno positivo, speriamo che continui. Io sono realista, andiamo avanti però. Questo è un bel segno». La nomina dei vescovi – ha ricordato il sostituto – è una questione annosa tra Santa Sede e Pechino, ma questa «è una prima pagina, speriamo che sia la pagina di una lunga storia, di un lungo capitolo, di una nuova realtà».
Nei rapporti con Pechino le difficoltà finora – spiega Filoni – sono state quelle «tante volte rilevate sia da parte cinese, sia da parte nostra; sono le condizioni che loro chiedono e per le quali c'è disponibilità e apertura. Da parte nostra c'è la questione della nomina dei vescovi e della libertà della Chiesa».

© Copyright L'Eco di Bergamo, 22 settembre 2007


La nomina

A Pechino l´ok vaticano al neo-vescovo

CITTÀ DEL VATICANO - Il Vaticano ha annunciato che è stato raggiunto un accordo con la Cina sulla nomina del nuovo vescovo di Pechino. Padre Giuseppe Li Shan è stato nominato dall´Associazione patriottica dei cattolici cinesi che riconosce come autorità ultima il governo di Pechino e non il Papa ma la sua nomina a vescovo della capitale è stata approvata anche dalla Santa Sede «come gesto - spiega l´Osservatore Romano - mirato al miglioramento delle relazioni tra Vaticano e Cina». Intanto un italiano è stato nominato arcivescovo di Mosca. Si tratta di don Paolo Pezzi, 47 anni, che prende il posto del polacco Kondrusiewicz, sgradito al Patriarcato ortodosso russo. Il neo metropolita di Mosca, don Pezzi, è sacerdote dal ´90 ed è un esperto di storia russa. Dal ´98 è responsabile del movimento di Comunione e Liberazione in Russia.

© Copyright Repubblica, 22 settembre 2007

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