28 settembre 2007

L'esperienza di Loreto raccontata da chi c'era


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Con il Papa a Loreto: rafforzati nel coraggio della fede

Loreto, 1 settembre 2007. 400 mila cuori che battono in attesa del Santo Padre; il momento si avvicina e i pellegrini cercano di raggiungere le transenne più vicine. Oltre all'agitazione nel cercare di scattare una fotografia a Benedetto XVI per poi mostrarla ai parenti, il desiderio di ascoltare le sue parole per trovare conforto e comprendere la difficoltà di perseverare nell'essere testimoni di un Dio, di cui non sempre è facile provare l'esistenza. Prima di giungere in pellegrinaggio, fino alla piana di Montorso, noi bergamaschi abbiamo avuto la fortuna di prepararci spiritualmente con il nostro vescovo Roberto. Le sue parole ci hanno accompagnato nei tre giorni di preghiera ad Assisi.
Ci siamo raccolti in preghiera più volte durante la giornata e siamo riusciti a celebrare l'Eucaristia nella bellissima basilica di San Francesco, dove abbiamo anche ricordato i 50 anni di sacerdozio del nostro vescovo.
Gli animatori dell'Upee ci hanno accompagnato durante i giorni di preparazione aiutandoci a pregare la mattina appena alzati dai nostri «comodi» sacchi a pelo e l'ultima sera ci hanno fatto ballare e saltare nella piazza di Assisi al ritmo delle mitiche canzoni del Cre.
Dopo la «tragica» esperienza di Colonia con il riso all'ananas e altre simili cibarie sono stata contentissima quando ho visto che il vitto era tutto italiano e… buonissimo! All'Umbria Fiere avevano preparato un intero edificio dove noi bergamaschi ci siamo sistemati per dormire; eravamo più di 400 e, prendere sonno la prima sera è stato un po' difficile, perché si sentiva un continuo bisbigliare.
Questo tipo di sistemazione ci ha preparato alla notte da trascorrere alla piana di Montorso e, ancora più importante, ci ha uniti tutti sotto lo stesso tetto creando una sorta di speciale intimità, che ci ha stimolato nella conoscenza di nuovi ragazzi.
A Loreto, la sera della veglia, tutti stretti e vicini nei nostri sacchi a pelo abbiamo ascoltato le parole del Papa e più tardi, anche quelle di vari testimoni, tra i quali don Bossi, il missionario rapito nel luglio di quest'anno. La serata si è poi conclusa con dei magnifici fuochi d'artificio e con la possibilità di andare a meditare e dialogare alle fontane di luce, luoghi appositamente allestiti per l'occasione. La domenica ci siamo alzati tutti infreddoliti svegliati da una dolce canzone.
Dopo esserci ripresi, anche grazie a ragazzi che avevano allestito un bar «portatile» offrendo a chiunque una tazza di caffè, abbiamo celebrato le lodi mattutine. Tutti stavamo soffrendo il caldo poiché il sole estendeva i propri raggi anche su coloro che avevano cercato un riparo sotto tende ed ombrelli.
Il momento più emozionante è arrivato durante la Messa, quando Benedetto XVI ha cominciato a parlare rivolgendosi ad ognuno di noi. Eravamo ansiosi di trovare nelle sue parole il coraggio per continuare ad essere cristiani. Il Papa ci ha insegnato che, se anche gli altri ci impongono di cambiare il modo di vivere conformandoci alla mentalità attuale, dobbiamo avere la forza di essere testimoni e diffondere la gioia di una vita vissuta al seguito di Gesù. Queste parole mi hanno resa felice e durante il viaggio di ritorno, mentre pensavo ai giorni appena trascorsi, ho capito che questi incontri come l'agorà e la Gmg rafforzano i giovani cristiani, che non si sentono più soli e spaesati, ma ricevono un nuovo slancio per testimoniare con più ardore e coerenza la loro fede.
Paola Maggioni

© Copyright L'Eco di Bergamo, 28 settembre 2007

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