25 settembre 2007

Il Foglio "riprende" Melloni: il testo "Summorum Pontificum" non si trova negli Acta perchè essi terminano con le nomine del 5 APRILE 2007!


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Grazie alla segnalazione di un nostro caro amico (o cara amica), che non ha scritto il suo nome, possiamo leggere questo interessante articolo del Foglio.
R.

RIPENSAMENTO (MELLONI) O BOICOTTAGGIO (SOCCI)? MEGLIO ASPETTARE

Il mancato giallo della mancata pubblicazione “ufficiale” del motu proprio

Roma. Sul Corriere della Sera di sabato lo storico Alberto Melloni ha presentato come un dato di fatto la presunta mancata pubblicazione negli “Acta Apostolicae Sedis” (AAS), il bollettino ufficiale vaticano curato dalla prima sezione della Segreteria di stato, del motu proprio “Summorum pontificum” come la prova provata di un presunto ripensamento della Santa Sede sulla liberalizzazione della messa cosiddetta di san Pio V. Il giorno dopo la presunta notizia fornita dall’allievo prediletto e ora successore di Giuseppe Alberigo ai vertici dell’Istituto per le Scienze religiose di Bologna su Libero è apparsa un’aspra reazione di Antonio Socci il quale, parlando di “clamorosa rivelazione” del Corriere, se l’è presa con chi in Curia cercherebbe di boicottare la contestata iniziativa pontificia di dare piena cittadinanza nella chiesa cattolica alla liturgia preconciliare.

Nei Sacri Palazzi si fa notare che il motu proprio in questione è stato pubblicato lo scorso 7 luglio mentre l’ultimo fascicolo diffuso dagli AAS è quello datato 6 aprile che riporta documenti e nomine pontificie datate fino al giorno 5 aprile. Non si vede quindi come si possa affermare, o credere, come un dato di fatto che la “gazzetta ufficiale” della Santa Sede non abbia pubblicato il motu proprio. Bisognerà attendere infatti altri tre o quattro fascicoli degli AAS per verificarne semmai l’avvenuta pubblicazione o meno.

Tutt’al più quindi quello di Melloni ha più il sapore di un wishful thinking che di una ricostruzione storica. Un “pio desiderio” che si basa, forse, su un interessante precedente, risalente al 2001. Tra il 26 e il 29 settembre di quell’anno si tenne in Vaticano l’assemblea plenaria della congregazione per il Culto divino e, come succede di solito in questi casi, il Papa, mandò un suo messaggio autografo. Nel testo, datato 21 settembre, Giovanni Paolo II, tra l’altro, scriveva: “Nel Messale Romano, detto di san Pio V, come in diverse liturgie orientali, vi sono bellissime preghiere con le quali il sacerdote esprime il più profondo senso di umiltà e di riverenza di fronte ai santi misteri: esse rivelano la sostanza stessa di qualsiasi liturgia”.
Il testo in cui per la prima volta dopo decenni un pontefice lodava la liturgia preconciliare venne reso pubblico dalla sala stampa della Santa Sede solo il 17 ottobre, dopo che, il giorno prima, il Giornale aveva reso nota l’esistenza di questo documento, parlando provocatoriamente di “censura” nei confronti del Papa. In effetti quasi in contemporanea della plenaria del Culto divino si era svolta a Roma anche quella della congregazione per i Religiosi, e il messaggio del Papa a questa ultima assemblea era stato regolarmente pubblicato dalla sala stampa vaticana il 27 settembre e dall’Osservatore romano del 28.
Il messaggio di Giovanni Paolo II con l’elogio del messale di san Pio V, però, non è stato mai pubblicato dagli Acta Apostolicae Sedis, dove invece hanno trovato spazio tutte le altre allocuzioni pontificie pronunciate nelle plenarie degli altri dicasteri vaticani e dove ha trovato spazio anche il messaggio che Papa Wojtyla, il 3 marzo 2005, dal Policlinico Gemelli, ha inviato alla successiva riunione della Congregazione per il culto divino.

© Il Foglio, 25 settembre 2007

Come mai Melloni ha omesso il "piccolo" particolare storico della data degli Acta? Non si e' accorto che essi terminavano con le nomine ed i documenti del 5 aprile?
Si puo' in buonafede commette un errore cosi' grosso?
Meditiamo, gente, meditiamo...

Raffaella

6 commenti:

mariateresa ha detto...

No, cara, in buona fede l'errore non si può commettere perchè se vai a vedere gli Acta per cercarci l'acto, ti accorgi anche della data degli Acta stessi.
Può forse sembrare a qualcuno che questo nostro continuo ribattere e precisare sia troppo enfatico, ma devo dire in tutta onestà che non piace a nessuno essere preso per il fondo dei pantaloni.Essere persone comuni che vivono e lavorano e non dissertano da cattedre coccolate non vuol dire che ci siamo messi il cervello in un panino e che ce lo siamo mangiati. E sono contenta del contributo del Foglio che è stato sempre accogliente con Melloni ma non ipnotizzato evidentemente.
Se navighi un po' in giro vedi che persino dei comuni parroci sono intervenuti per dire a Melloni di iscriversi al CEPU per informarsi meglio.
Quindi, cosa dobbiamo pensare?
Per adesso formulo la domanda ma un giorno ho paura che mi scappi la risposta.

Anonimo ha detto...

Il problema è che Melloni ha un disperato bisogno di profilarsi come (unico) autentico erede di Alberigo. E che un personaggio come il suo è ben accolto dal mondo di certi massmedia in Italia (vedi Melloni come commentatore al TG1 la settimana scorsa). La domanda da porre è: con quale “autorità” parla? La risposta è semplice: con nessuna che risalirebbe a un merito. Tutta l’autorità gli deriva da un apparire. Dunque: non farsi ingannare da un tale fantasma, anche se molta ignoranza lo rende presente nel pubblico. Il problema è: il re è nudo, e ancora non se n’è accorto – né il re né un pubblico che, come si diceva prima, dovrebbe essere esentato dal dover verificare ogni affermazione con lunghe e estenuanti visite in biblioteche specializzate. Non tutti vivono a Roma dove basta andare dalla Libreria Vaticana (Piazza San Pietro) per leggere gli ultimi fascicoli degli Acta……..

Pongo all’attenzione del gentile pubblico un'altra cosa che ha suscitato in Melloni molto risentimento: la “condanna” esplicita dell’ultima fatica del suo maestro Alberigo: la nuova edizione dei testi dei concili (ed. Brepols), ove attraverso la suddivisone nuova dei testi in testi di concili ecumenici, generali e della chiesa cattolica si vuole politicamente portare avanti un concetto di concilio e innanzitutto di chiesa che fa comodo ai sostenitori della “ermeneutica di rottura” rispetto al Vaticano II. Pare che si tratti di un risentimento mal digerito. In quanto la “nota” sull’opera della cosiddetta “scuola di Bologna” pubblicata su “L’Osservatore” fu firmata da “tre stelle” – la somma forma di firma possibile in questo giornale che si dice essere “del Pontefice” – pare ovvio ora che il vero bersaglio di questi signori può essere uno solo: il Papa in persona.

Bisogna stare molto attento e vigilare! Di detrattori e nemici della Chiesa ce ne stanno fin troppi, e purtroppo molti di loro vivono nel seno della Chiesa stessa e si nutrono del suo latte.

euge ha detto...

E' proprio vero........ chi semona raccoglie!!!!!!!!!!!!!!!! e siccome Melloni semina castronate senza limiti, questi sono i risultati!!!!!!! Almeno prima di scrivere castronate caro Melloni si documenti come si deve!!!!!!!!
Il livore ed il pregiudizio sono cattivi consiglieri mediti Melloni mediti............... se ci riesce!!!!!!!!
Eugenia

Luisa ha detto...

Oh Mariateresa lasciatela scappare la risposta ...ti prego....tu sei un vero toccasana per umori un pò tristunetti....o come dire cose sensate con spirito e ironia....doti di cui mi sembra singolarmente mancare il nostro serissimo professor Melloni... che non deve conoscere l`arte dell` auto-derisione ,se la conosce.... sarebbe il momento di sfoderarla!
Vado a mangiarmi un bel panino ....e se lo farcissi con un cervello ? Non uno qualsiasi.....ma no non voglio essere cattiva....e stupidina....mi fermo qui!

mariateresa ha detto...

per ora limitiamoci a infierire
cara Luisa:
http://www.zenit.org/article-11983?l=italian
a conferma di quello che dice Logos.
Zenit è pubblicata in più lingue nel mondo. E' il bello della globalizzazione.
Se sei un somaro, lo impara il mondo.

Anonimo ha detto...

Grazie Mariateresa :-))