22 settembre 2007

Lo splendido discorso del Papa ai politici cristiani e la sparata del nobel Fo


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L'INCONTRO

Benedetto XVI ha ricevuto ieri a Castel Gandolfo una delegazione dell'Internazionale democratico cristiana guidata da Pier Ferdinando Casini Un'occasione per ribadire i principi della dottrina sociale della Chiesa quale via al bene comune di fronte alle derive e alle sfide del presente

Il Papa: «Famiglia, presidio di pace Libertà religiosa contro il terrore»

Da Roma Mimmo Muolo

L'esclusione di Dio dall'«orizzonte dell'uomo e della storia» è un grave errore. Non solo perché mette in pericolo la pace e i diritti umani - diritto alla vita e alla libertà religiosa, in primis - ma perché finisce per aprire la strada anche al terrorismo, che va combattuto senza però «mai rinunciare ai principi dello stato di diritto». «Il rispetto della religione - ha argomentato, invece, il Papa - contribuisce a smentire il ripetuto rimprovero di aver dimenticato Dio, con cui alcune reti terroristiche cercano pretestuosamente di giustificare le loro minacce alla sicurezza delle società occidentali».
Con questa analisi Benedetto XVI si è rivolto ieri ai partecipanti all'incontro promosso dall'Internazionale democratica di centro e democratico cristiana (Idc). I membri della prestigiosa organizzazione, che conta un centinaio di movimenti iscritti con rappresentanze sia nel Parlamento europeo sia nell'Organizzazione cristiano democratica d'America (Odca), erano guidati dal loro presidente Pier Ferdinando Casini, che ha assicurato l'impegno a contrastare le politiche contro l'uomo. Così, l'udienza svoltasi a Castel Gandolfo, ha offerto al Pontefice l'occasione per ribadire alcuni punti fermi della dottrina sociale della Chiesa, compreso il fatto che «la coerenza dei cristiani è indispensabile anche nella vita politica».
Nel suo discorso Papa Ratzinger ha infatti messo l'accento sull'intima correlazione tra «rispetto dei diritti umani, impegno per la pace e promozione della giustizia per tutti». Tre soprattutto le sottolineature del Pontefice.
In difesa di vita e famiglia. «C'è chi valuta legittima - ha fatto notare Benedetto XVI - l'eliminazione della vita umana nella sua fase prenatale o in quella terminale. Preoccupante è inoltre la crisi in cui versa la famiglia, cellula fondamentale della società fondata sul matrimonio indissolubile di un uomo e di una donna». Tutto questo è male perché, h a ricordato il Papa, «l'esperienza dimostra che quando la verità dell'uomo è oltraggiata, quando la famiglia è minata nelle sue fondamenta, la pace stessa è minacciata, il diritto rischia di essere compromesso e, come logica conseguenza, si va incontro a ingiustizie e violenze».
La libertà religiosa. Un altro diritto «inalienabile e inviolabile» è la libertà religiosa. «L'esercizio di tale libertà - ha ribadito il Pontefice - comprende anche il diritto di cambiare religione, che va garantito non soltanto giuridicamente, bensì pure nella pratica quotidiana». Inoltre, «l'apertura alla trascendenza costituisce una garanzia indispensabile per la dignità umana. Non si può pertanto escludere Dio dall'orizzonte dell'uomo e della storia! Ecco perché va accolto il desiderio comune a tutte le tradizioni autenticamente religiose di mostrare pubblicamente la propria identità, senza essere costretti a nasconderla o mimetizzarla».
La minaccia terroristica. «Il terrorismo rappresenta un fenomeno gravissimo, che spesso arriva a strumentalizzare Dio e disprezza in maniera ingiustificabile la vita umana - ha detto il Papa -. La società ha certo il diritto di difendersi, ma questo diritto, come ogni altro, va sempre esercitato nel pieno rispetto delle regole morali e giuridiche anche per quanto concerne la scelta degli obiettivi e dei mezzi». Dunque, «il terrorismo va combattuto con determinazione ed efficacia», ma «l'uso della forza non giustifica mai la rinuncia ai principi dello stato di diritto». Occorre perciò «tutelare strenuamente la sicurezza della società e dei suoi membri, salvaguardando tuttavia i diritti inalienabili di ogni persona».
Il Papa ha concluso il suo discorso facendo appello alla presenza coerente dei cristiani in politica. Un impegno sottolineato anche da Casini nel suo saluto iniziale. «Per noi non c'è sana laicità senza Dio e la religione - aveva detto -. In Europa e nelle aree più industrializzate e progredite del pianeta cerchiamo di contrastare l'insidia del relativismo che soffoca l'uomo e la sua dignità con metodi subdoli». Invece, aveva concluso il presidente dell'Internazionale, «l'indebolimento delle nostre coscienze e la mancanza di forti motivazioni ideali, la crisi di istituzioni fondamentali come la famiglia e la minaccia permanente al diritto alla vita per tutti, dal concepimento alla più avanzata età, sono solo parti di un mosaico il cui completamento porterebbe alla disgregazione dell'occidente».

© Copyright Avvenire, 22 settembre 2007


QUEL TUTT'UNO TRA PERSONE E SOCIETÀ

Non si tutelano alcuni diritti violandone altri

Carlo Cardia

Se c'era bisogno di una conferma della dimensione antropologica e universale del magistero di Benedetto XVI, la si è avuta nel discorso di ieri ai partecipanti all'Internazionale democratica di centro e democratico cristiana. L'uomo, il suo bene e il suo destino, sono al centro di una analisi che supera ogni confine e si rivolge a tutti gli uomini, di qualsiasi fede od orientamento. Al cuore del discorso del Papa è la connessione stretta che unisce i valori primari cui deve ispirarsi la società, se vuole fondarsi sul rispetto dell'uomo e della sua dignità. Oggi più di ieri non si può pensare che la tutela della persona, e il bene dell'umanità, possano essere separati e spezzettati e si possano tutelare alcuni diritti umani, violandone altri. Un filo comune unisce il destino delle persone e delle società, in un mondo che non conosce più barriere insuperabili.
È impossibile promuovere la pace se la giustizia è violata, perché la mancanza di giustizia provoca ribellione, violenza, guerra. Ma è impossibile tutelare la giustizia se alla base della società manca una visione etica e morale riconoscibile. Benedetto XVI ricorda che quando l'uomo insegue desideri o interessi effimeri, questi erodono l'ethos dall'interno e provocano squilibri nella personalità umana e nella sua struttura. Il profitto che diviene unica regola dell'economia degrada l'uomo, lo rende egoista, disattento ai diritti degli altri, e al bene collettivo. Quando l'uomo ricerca soltanto la soddisfazione materiale, o mette da parte la ricerca della verità, diviene più povero interiormente, perde la capacità di costruire se stesso, di realizzare un progetto di vita che soddisfi le sue aspirazioni più alte.
Muovendo da questa concezione ricca e complessa dell'uomo, si comprende il ruolo della famiglia fondata sul rapporto tra un uomo e una donna. Possiamo vedere tutti i giorni che quando la famiglia è posta in pericolo le conseguenze si riversano sulle persone, sulla collettività, sui più deboli. Quando vi è crisi della famiglia essa provoca la sconfitta della persona, mette a rischio i suoi diritti e bisogni legittimi. Se l'egoismo si sostituisce alla solidarietà, si può finire col disconoscere il valore della vita, all'inizio o nella fase terminale.
Il discorso del Papa si è rivolto poi alla società di oggi, che sta divenendo multiculturale, per ricordare che il diritto di libertà religiosa sta assumendo una nuova centralità, si pone in termini nuovi perché grandi realtà religiose vengono a contatto come mai era avvenuto in passato. La libertà religiosa ha radice nell'apertura alla trascendenza e risponde ai bisogni più intimi della persona che in Dio trovano risposta e appagamento, e deve quindi essere salvaguardata in ogni suo aspetto. Benedetto XVI ha affermato esplicitamente che l'esercizio di tale libertà comprende anche il diritto di cambiare religione. La religione è indissociabile dalla libertà, e l'Europa deve evitare che si formino comunità nelle quali si entra ma dalle quali non si può uscire, che la multiculturalità provochi contrapposizioni tra religioni, che alcune religioni esigano di potersi diffondere senza riconoscere eguale diritto alle altre.
Se la religione è indissociabile dalla libertà della coscienza, ancor più essa è incompatibile con il terrorismo che usa la violenza in modo sistematico e antiumano. Il terrorismo non può mai invocare Dio a sua giustificazione, perché nel suo fondo è iscritto il disprezzo ingiustificabile della vita umana, mentre in Dio è la fonte dell'uomo e della vita. Ma Benedetto XVI ricorda anche che nel difendersi contro il terrorismo la società deve rispettare le regole morali e giuridiche che caratterizzano lo Stato di diritto.
Ci sono tanti motivi di riflessione nelle parole di Benedetto XVI. Ma se dovessi indicarne il senso complessivo direi che esso sta nella concezione della persona che è chiamata a costruire se stessa all'interno di un progetto etico ricco e solidale, senza abbandonarsi alle mode del momento, ai richiami del contingente, alle lusinghe della soddisfazione immediata, perché l'egoismo provoca sempre inaridimento nella propria coscienza, ma anche ferite e impoverimento negli altri.

© Copyright Avvenire, 22 settembre 2007


LA SORTITA

E Fo gli revoca il diritto di parlare

Dario Fo non ha digerito il discorso di Benedetto XVI all'Internazionale Dc. In particolare là dove afferma: «Quando la famiglia è minata nelle sue fondamenta, la pace stessa è minacciata». Ma cosa ne sa un Papa di donna, famiglia e vita di coppia, è il sottilissimo argomento del Premio Nobel per la letteratura. Che però sembra proprio non aver letto il discorso di Ratzinger. Così eccolo deplorare l'ennesima ingerenza vaticana ai danni dello «Stato laico di diritto» e dichiarare alle agenzie: «È da quando sono nato che la Chiesa osteggia e si oppone ad ogni forma di civiltà conquistata dal popolo italiano: l'aborto e il divorzio in testa, o da conquistare come l'eutanasia, l'accesso alla fecondazione assistita e il riconoscimento delle coppie di fatto». «Dario Fo ha completamente perso la testa - è la replica di Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera -.

Affermare che aborto e eutanasia siano forme di civiltà significa non capire la condanna a morte cui vanno incontro bambini e anziani, alla complet a mercé di chiunque sia in salute in quel momento. Erano le stesse idee di quel Fuhrer che Fo, appartenendo in gioventù alle brigate fasciste, avrà anche a suo tempo applaudito».

© Copyright Avvenire, 22 settembre 2007

Divorzio, aborto, eutanasia sono forme di civilta'? Fo, cerchi di rileggere quello che dice!
R.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Dario Fo non ha digerito il discorso di Benedetto XVI all'Internazionale Dc. In particolare là dove afferma: «Quando la famiglia è minata nelle sue fondamenta, la pace stessa è minacciata». Ma cosa ne sa un Papa di donna, famiglia e vita di coppia,[...]".

Allora se uno deve farsi curare un cancro deve andare da un medico canceroso?

Anonimo ha detto...

non mi stupisce che esista un tal DARIO FO' mi fa specie che esista chi lo ascolta e segue.
A me accade che se lo incrocio su qualche canale televisivo o salta il segnale o spengo io.
La mia TV è più intelligente di quanto pensassi. :))

euge ha detto...

Caro Don Marco, la sparata di Fo non stupisce neanche me!!!!!! Purtroppo, c'è chi come di lei lo ascolta e lo segue e magari crede per proprio egoismo e tornaconto pratico, che veramente il divorzio, l'aborto e l'eutanasia sono forme di civiltà!!!! e questi sono gli stessi che poi marciano intruppati contro la pena di morte. Allora la pena di morte è da condannare perchè non si sopprime una vita umana e l'eutanasia e l'aborto?????? cosa sono?????? Non sopprimono anchesse delle vite??????? però se ci si mobilita contro queste forme aberranti di omicidio allora si è indietro oppure incivili!!!!!!!! Non le sembra che ci siano delle contraddizioni di fondo????? Fa bene a spegnere o cambiare canale quando si siincontrano certi tipi!!!!!!