30 novembre 2007

Il Papa invita in Vaticano gli islamici (La Rocca per Repubblica)


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Il Papa invita in Vaticano gli islamici

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ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO - «Gratitudine e apprezzamento per il messaggio», ma anche un forte invito a cooperare e, soprattutto, a continuare a guardare a ciò che unisce cristiani e musulmani, cioè la fede in un solo Dio».

Papa Ratzinger - che oggi pubblica la sua seconda enciclica «Spe Salvi, Salvati dalla speranza» - risponde, così, alla lettera dei 138 intellettuali islamici inviata ai leader cristiani il 13 ottobre scorso.
E il dialogo con i musulmani, all´improvviso, riprende vigore dopo lo stop dello scorso anno in seguito al discorso papale di Ratisbona, in Germania, dove Ratzinger parlò degli antichi critici rapporti tra islam e cristianesimo provocando le polemiche dei fedeli coranici più radicali.
E´ stato il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone a renderlo noto in una lettera del 19 novembre scorso, ma diffusa solo ieri dalla Sala stampa pontificia e che l´Osservatore Romano, il giornale vaticano oggi in edicola, pubblica in prima pagina con un entusiastico corsivo dal titolo «Un fatto inedito».
La risposta del Papa ai 138 studiosi musulmani, scrive Bertone, è indirizzata all´ispiratore dell´appello, il principe giordano Ghazi bin Muhammad bin Talal, presidente dell´Aal al-Bayt Institute for Islamic Thought di Amman, che Ratzinger invita in Vaticano insieme a una rappresentanza dei firmatari islamici per farli cooperare col Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, coadiuvato dal Pontificio istituto per gli studi arabi ed islamici e la Pontificia università gregoriana. «Senza ignorare o sminuire le nostre differenze come cristiani e musulmani - scrive tra l´altro papa Ratzinger nella risposta - possiamo e quindi dobbiamo guardare a ciò che ci unisce, ovvero la fede in un solo Dio... questo terreno comune ci permette di fondare il dialogo sul rispetto effettivo della dignità di ogni persona umana, sulla conoscenza oggettiva della religione dell´altro, sulla condivisione di esperienze religiose e sul comune impegno nella promozione del rispetto reciproco e dell´accettazione delle giovani generazioni». «Il Papa - spiega Bertone - è fiducioso che, una volta raggiunto questo obiettivo, sarà possibile» a cristiani e musulmani «cooperare nella cultura, nella società, nella promozione della giustizia e della pace», facendo riferimento «alla sacralità della vita e al comandamento dell´amore reciproco secondo quanto auspicato da Benedetto XVI anche nell´enciclica Deus Caritas Est».
Analogo il giudizio di un altro cardinale, Jean-Louise Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso che, alla Radio Vaticana, rivela che «il Papa ha molto apprezzato lo stile ed il contenuto della lettera dei 138 intellettuali, che senza nessun accenno polemico hanno invitato i cristiani al dialogo».

© Copyright Repubblica, 30 novembre 2007

:-))
Ma perche' non ammettiamo una volta per tutte che il dialogo non e' ripartito "all'improvviso" (nulla si improvvisa!) ma grazie alla lectio magistralis di Ratisbona?
Finalmente siamo di fronte ad una possibile svolta: non un dialogo di facciata, ma profondo, sentito, "ragionato".
Tutto cio' sarebbe stato possibile senza la lectio? Forse, ma non cosi' in fretta, a mio modesto avviso.
E' passato esattamente un anno dalla visita del Papa alla Moschea blu di Istanbul. In questi dodici mesi sono stati fatti importantissimi passi avanti (per citarne solo uno: la visita del Re dell'Arabia Saudita al Papa). Molto c'e' ancora da fare, ma ci sono ottimi "indizi di speranza" :-)
Comunque ottimo questo articolo di La Rocca. Peccato che altri quotidiani (il Corriere, in particolare) non abbiano sentito la necessita' di dedicare mezza parola alla risposta del Papa alla lettera dei 138 leader islamici
.
Raffaella

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo me il Corriere soffre di quel complesso di superiorità,che lo rende abbastanza spocchioso, per cui un suo direttore si è autoproclamato storico ed è diventato anche presidente del consiglio. Mentre quelli di Repubblica sono in fondo dei parvenus e, in genere, i posti al sole se li conquistano.Eppoi per la Chiesa gli ex-comunisti sono sempre meglio dei laiconi autoreferenziali.Cordiali saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

Amen :-)