29 novembre 2007
Osservatore Romano: la lettera dei 138 musulmani al Papa è un fatto inedito
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Un fatto inedito
Segnato da un versetto tratto dal Corano - "Venite a una parola comune tra noi e voi: che non adoriamo altri dei che Dio, e non associamo a lui cosa alcuna, e che nessuno di noi scelga altri signori accanto a Dio" - il 13 ottobre scorso si è verificato un fatto certamente storico nell'ultramillenario cammino delle relazioni tra cristiani e musulmani.
Centotrentotto personalità musulmane - tra loro intellettuali e guide religiose - alla fine del Ramadan, firmarono e resero pubblica una "lettera aperta e appello", rivolta al Papa, ma anche al Patriarca ecumenico, ai capi delle Chiese ortodosse, all'arcivescovo di Canterbury, ai più alti responsabili luterani, metodisti, battisti e riformati, al segretariato del Consiglio Ecumenico delle Chiese e alle guide delle Chiese cristiane. Insomma è stata indirizzata a tutti quelli che non adorano "altri dei che Dio" per sottolineare come da un confronto costruttivo tra i passi scelti del Corano e della Bibbia scaturisca la comune convinzione "del primato dell'amore e della devozione a Dio" e la valorizzazione dell'amore fraterno.
"Come musulmani - si legge nella lettera - noi diciamo ai cristiani che non siamo contro di loro e che l'islam non è contro di loro, a meno che loro non intraprendano la guerra contro i musulmani a causa della loro religione, li opprimano e li privino delle loro case". E ancora: "E a quelli che ciononostante provano piacere nel conflitto e nella distruzione, o stimano che alla fine riusciranno a vincere, noi diciamo che le nostre anime eterne sono in pericolo se non riusciremo a fare sinceramente ogni sforzo per la pace e a giungere ad un'armonia condivisa".
"Con questa iniziativa - si legge in un articolo del gesuita Christian W. Troll, che sarà pubblicato nel numero de "La Civiltà Cattolica" di sabato prossimo, 1° dicembre, a commento della Lettera - si va delineando una sorta di ecumenismo islamico".
Sta di fatto che tra i centotrentotto firmatari figurano eminenti personalità in rappresentanza degli ambienti islamici più diversi e compositi a significare l'oggettivo valore dell'iniziativa. "Senza dubbio - scrive ancora padre Troll - la lettera dei capi e degli intellettuali religiosi musulmani merita di essere presa in attenta considerazione, e in particolare dal mondo cristiano. Per coloro che, come chi scrive, si trovano impegnati da decenni nel dialogo religioso tra cristiani e musulmani, è già interessante il solo fatto di voler raggiungere un ampio consenso tra le personalità che hanno compiti di guida nel mondo musulmano".
Si tratta di uno sforzo, scrive ancora padre Troll, "che la Chiesa può soltanto accogliere di buon occhio, poiché ha bisogno di un dialogo qualificato con il mondo non cristiano".
La risposta del Papa apre orizzonti concreti a questa speranza. (m.p.)
(©L'Osservatore Romano - 30 novembre 2007)
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2 commenti:
Una svolta che fino a qualche tempo fa sembrava impossibile ed invece c'è stata non sò in concreto dove e cosa porterà ma, senza ombra di dubbio è qulcosa di veramente irripetibile. Non smetterò mai di sostenere la mia tesi anche a costo di essere monotona e noiosa; il discorso di Ratisbona che a suo tempo sembrò uno scivolone colossale di Benedetto XVI ma, non perchè lo fu veramente ma, solo perchè come al solito, ci fu da parte della stampa chi sapientemente e vergognosamente, estrapolo parti del discorso facendolo assomigliare ad una vera e propria condanna della religione musulmana dicendo poi, che il viaggio in turchia servì per rimediare a cotanto errore. Una tesi decisamente sbagliata poichè il discorso di Ratisbona è bene ricordarlo, non aveva nulla contro la religione musulmana ma, a mio avviso, serviva come base di partenza, per instaurare un dialogo che potesse basarsi sulla chiarezza e sul rispetto reciproco da ambo le parti. Pertanto, il successivo viaggio in Turchia, servì a consolidare questo dialogo e chiarificazione indispensabili per convivere in pace e serenità partendo, come dice Benedetto oggi, dalle cose che ci uniscono.Vorrei anche aggiungere che il viaggio in Turchia è servito come traccia per l'ulteriore avvicinamento con gli ortodossi non possiamo dimenticare Bartolomeo I che alza il braccio a Benedetto XVI affacciandosi alla folla insieme a lui. mi auguro con tutto il cuore che questo ennesimo passo avanti del Pontificato di Benedetto XVI, sia considerato per il valore che ha che secondo me è inestimabile e mi auguro anche che ha certi giornalisti passi l'usanza deprecabile che ormai tutti conosciamo e che non pochi problemi ha creato, di manipolare veregognosamente i discorsi e le parole del Santo Padre a proprio uso e consumo.
Grazie Eugenia
Scusate quando scrivo velocemente faccio dei casini madornali la a che ho scritto con l'acca ovviamente è da intendersi senza l'acca.
Scusate Eugenia
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