29 novembre 2007

Le nuove scoperte genetiche danno ragione ai medici cattolici (Zenit)


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Le nuove scoperte genetiche danno ragione ai medici cattolici
La clonazione umana non è più interessante, riconosce il padre della pecora Dolly

di Miriam Díez i Bosch

ROMA, giovedì, 29 novembre 2007 (ZENIT.org).- Le nuove scoperte scientifiche sulle cellule staminali adulte, che non implicano l’eliminazione di vite umane in fase embrionale, hanno dato ragione alla battaglia portata avanti da anni dai medici cattolici.

Il dottor Josep Maria Simón, Presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche (FIAMC), ha lodato i risultati di un’équipe giapponese e di una statunitense che sono riuscite a trasformare cellule della pelle umana in cellule staminali, capaci di evolversi in cellule nervose, cardiache o in uno qualunque dei 220 tipi di cellule del corpo umano.
La nuova tecnica, anche se non è ancora perfezionata, è così promettente che lo scienziato che è riuscito a clonare la prima pecora al mondo – Dolly –, Ian Wilmut, ha annunciato che lascerà da parte la clonazione di embrioni per concentrarsi sulle cellule staminali derivate dalle cellule della pelle.

“Sembra che la Provvidenza stia indicando il cammino ai medici e agli altri ricercatori. Dio ci sollecita, ma non fa pressioni. Si chiude una porta e se ne apre un’altra”, ha riconosciuto in alcune dichiarazioni a ZENIT il dottor Simón.

“Noi medici cattolici abbiamo ancora alcune difficoltà nel far comprendere e accettare a molte persone che la vita umana nascente è degna di ogni rispetto. Ad ogni modo, solo la ricerca e le cure a base di cellule staminali adulte stanno dando risultati”, ha aggiunto.
“Il loro trattamento non comporta la distruzione di embrioni e dà anche risultati. E i risultati sono molto importanti nelle nostre società occidentali, sviluppate ed efficientiste”.
“Non so che cosa sarebbe stato della nostra capacità di comunicare se le cellule embrionali avessero dato risultati”, ha confessato il Presidente dei medici cattolici. “La Provvidenza ci ha risparmiato quanto sarebbe stata dura dire ‘Lei si potrebbe curare con gli embrioni, ma deve continuare a stare così perché la loro distruzione è immorale’”.
“Il Papa – ricorda – si muoveva su questa linea quando un anno fa ha rivolto il famoso discorso ai partecipanti al congresso organizzato dalla FIAMC e dalla Pontificia Accademia per la Vita”, un incontro che ora sembra profetico e le cui conclusioni sono consultabili su www.stemcellsrome2006.org.

“Non vorremmo attribuirci medaglie, ma già allora avevamo detto di aver invitato i migliori. E ora è stata l’équipe giapponese che abbiamo invitato ad aver dimostrato i grandi risultati ottenuti con le cellule adulte”, conclude il dottor Simón.

Il Vescovo Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, è della stessa opinione.

“Ora degli embrioni non c’è più bisogno e non c’è più bisogno della clonazione terapeutica – cosiddetta terapeutica –, e una pagina di polemiche acute, di opposizioni aspre si chiude”, riconosce.
“La Chiesa l’aveva fatta per motivi etici, questa battaglia, incoraggiando i ricercatori ad andare avanti sulle cellule staminali adulte e dichiarando illecita l’immolazione dell’embrione”, ha spiegato monsignor Sgreccia alla “Radio Vaticana”.
“L’etica che rispetta l’uomo è utile anche per la ricerca, e conferma anche che non è vero che la Chiesa è contraria alla ricerca: è contraria alla cattiva ricerca, a quella che è dannosa per l’uomo, in questo caso l’uomo-embrione”, ha concluso il Vescovo, ricordando che tutti i milioni spesi nella ricerca sulle cellule staminali embrionali si sono dimostrati uno “spreco”.

[Traduzione di Roberta Sciamplicotti]

© Copyright Zenit

1 commento:

Anonimo ha detto...

Certo questa sarà dura da digerire per chi è diventato imprenditore di manipolazioni genetiche e di sfruttamento degli embrioni....................
Dante Alighieri