15 gennaio 2008

"Maledetto XVI" di Marcello Veneziani (Libero)


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MALEDETTO XVI

di MARCELLO VENEZIANI

Voi non sapete, barbari studenti e più barbari docenti, chi state cacciando dall'Uni versità La Sapienza di Roma insieme al Papa Benedetto XVI. Voi non state semplicemente e autorevolmente cacciando solo il capo della cristianità occidentale, voi state cacciando i tre quarti o forse più della cultura occidentale, filosofia e anche scienza, letteratura e arte, assistenza e medicina, carità e opere pie. Voi state cacciando gli amanuensi che salvarono la cultura classica dai vostri predecessori barbari e dall'incuria dei vostri predecessori ignoranti. Voi state cacciando la Patristica e la Tomistica, S. Agostino e S. Tommaso, Alberto Magno, San Bonaventura da Bagnoregio e Sant'Anselmo d'Aosta, Vico e Rosmini, Pascal, Manzoni e Dostoevskij, quasi tutta la filosofia e la letteratura che ne discese. Perché un Papa, se lo contestate come il massimo esponente della Chiesa cattolica sappiate che è il massimo erede di quella tradizione cristiana sulle cui spalle sono appollaiati senza saperlo i vostri prof.
Voi non sapete, barbari studenti e più barbari docenti, chi state cacciando dall'Uni versità La Sapienza di Roma insieme al Papa Benedetto XVI. Voi non state semplicemente e autorevolmente cacciando solo il capo della cristianità occidentale, voi state cacciando i tre quarti o forse più della cultura occidentale, filosofia e anche scienza, letteratura e arte, assistenza e medicina, carità e opere pie. Voi state cacciando gli amanuensi che salvarono la cultura classica dai vostri predecessori barbari e dall'incuria dei vostri predecessori ignoranti. Voi state cacciando la Patristica e la Tomistica, S. Agostino e S. Tommaso, Alberto Magno, San Bonaventura da Bagnoregio e Sant'Anselmo d'Aosta, Vico e Rosmini, Pascal, Manzoni e Dostoevskij, quasi tutta la filosofia e la letteratura che ne discese. Perché un Papa, se lo contestate come il massimo esponente della Chiesa cattolica sappiate che è il massimo erede di quella tradizione cristiana sulle cui spalle sono appollaiati senza saperlo i vostri prof. Se invece lo contestate in quanto Joseph Ratzinger, beh, leggete prima i suoi testi, di cui non capirete molto, e sicuramente discorderete da quasi tutto; ma vivaddio, si tratta di un raffinato esponente di cultura che non entra nell'ateneo con l'area del pretonzolo che vuol sostituire il credere al pensare, le bigotte ai filosofi e chierichetti agli studenti. Ratzinger è un intellettuale a tutti gli effetti, che in ateneo è forse a suo agio più che in una sacrestia, semmai il suo limite come papa può essere proprio quello... Non si tratta semplicemente di garantire a tutti il diritto di parola, come dice Battista sul Corriere, rispolverando l'ovvietà di difendere Ratzinger con Voltaire; certo, sarebbe già tanto se almeno questa considerazione degna di zia Lina fosse accolta, ma in questo caso c'è molto di più, e non dal punto di vista confessionale: si tratta di un vero professore e di un testimone di una cultura che puoi contestare fino alle radici ma che costituisce il terreno su cui noi stessi pensiamo e viviamo, anticlericali inclusi. Dire che il papa ha diritto di parlare all'università come l'ateo Odifreddi è una benevola sciocchezza, perché non si possono mettere sullo stesso piano il diritto di ciascun cittadino e di qualunque uomo di cultura di parlare all'università con l'ulteriore motivo di ospitare il massimo rappresentante della tradizione che più ci ha plasmato, nel bene e nel male. Facoltà di Spocchia
Il fatto che Asor Rosa inviti il Papa a non entrare nell'Uni versità perché il suo pensiero sarebbe connotato da posizioni conservatrici e reazionarie, è un esempio demente di cultura dell'assurdo, di spocchia accademica unita a intolleranza ideologica. Allora, se la Chiesa deve essere messa fuori università perché portatrice di una cultura del genere, quanta cultura dei millenni andati dovrebbe uscire dall'università per la medesima ragione? Forse, a quel punto, sarebbe meglio far uscire l'università dalla storia della cultura occidentale e non solo (te li scherzi gli orientali, gli islamici ecc). Se si dovesse giudicare un magistero dagli effetti storici della tradizione che rappresenta, dove dovrebbe essere cacciato Asor Rosa, esemplare non pentito della tradizione più breve ma più rovinosa del mondo, il comunismo? In quale cesso dovrebbe essere chiuso lui con i suoi libri? E invece a me piace leggere Marx e perfino Asor Rosa, e mi piace che sia all'università non solo per via del pensierino voltairiano ma perché la libertà si nutre dell'intelligen za e del contrasto, la storia del pensiero è fatta di antitesi marcate, e anche grandi errori possono portare nel loro seno riflessioni proficue, anche le sragioni possono contenere germi di ragione, nobiltà e altra verità. E poi, chi decreta l'autorizzazione a procedere in questi casi, chi concede o rinnega l'invito, di quale investitura divina o di quale autorità suprema dispone Asor Rosa per decidere lui, alla biglietteria del cinema La Sapienza, chi sono gli ammessi e chi sono i bocciati in saecula saeculorum? Ma non vi rendete conto, professorini che un tempo civettaste pure con il partito armato, di quanto diventa ridicola la presunzione di giudicare dalla vostra nanocultura, cattedrali di pensieri e millenni di storia e di filosofia, di scienza e di arte, di vita e di cultura? I legittimi allievi di questi professorini faziosi hanno promesso di sommergere giovedì il papa di musica dance e di cortei con studenti travestiti da suore, come un gay pride degli analfabeti; siete pari ai coatti della curva sud e ai burini del degrado urbano. Siete barbari come loro, rozzi e arroganti nella vostra ignoranza...Disertate l'università, fatevi le canne e sparatevi di alcol. Due motivi di consolazione

Però ho due motivi di consolazione: il primo è che l'ini ziativa mette in imbarazzo la sinistreria furbetta che voleva cogliere l'occasione per celebrare una messa cantata del Papa con Mussi e Veltroni e per dare loro occasione per un altro show politico con alta copertura mediatica. Il secondo motivo di consolazione è di ordine personale: nel mio piccolo anche a me fu impedito una volta, anzi più di una volta, di parlare all'università, anche alla Sapienza e fu impedito una volta di parlare di un altro filosofo che giganteggia nel Novecento europeo e che all'università italiana come alla scuola dette molto, Giovanni Gentile. Mi consola sapere che sono stato, nel mio piccolo, un precursore, a Roma come a Torino, a Pisa come a Firenze e Genova, di conferenze universitarie contestate se non vietate. Se fossi il Papa, comunque, accoglierei l'invito di Asor Rosa e non ci andrei all'Università se l'invito non risulta firmato dal corpo docente. Sai che bella lista di infami ne verrebbe fuori?

© Copyright Libero, 15 gennaio 2008

4 commenti:

Anonimo ha detto...

veneziani mi hai commosso!

Anonimo ha detto...

Ho letto l'articolo di Veneziani. Beh, sicuramente i grandi " sapientoni" della sapienza, non hanno la più pallida idea di chi era il Proffessore Joseph Ratzinger e figuriamoci se l'idea ce l'hanno, quei quattro scalmati che riempendosi la bocca di porhetta, di vino, di slogan pacifisti, di tolleranza e di riritto alla laicità, hanno occupato l'università per iscenare una protesta per giunta basata su una delle più grandi falsità mai pubblicate fino ad ora; solo quello che venne fuori sempre di falso dopo il discorso di Ratisbona può eguagliare questo clima; con una differenza però che poi anche i musulmani più agguerriti, capirono ed accettarono il discorso, grazie al quale si aprì il faticoso e sospirato dialogo con l'Islam.
Purtroppo, è chiaro ormai a tutti, a differenza di quei cervelli indottrinati dalla nascita, che tutta questa storia non solo è alimentata da certi giornali legati a determinate correnti politiche ma, anche da coloro che per lavoro dovrebbero intervenire in queste situazioni chiarendone gli inciuci sospetti ovvero i vaticanisti ed anche i politicanti sedicenti cristiani. Andiamo sbandierando a tutti che qui c'è libertà di parola e libertà di pensiero ma, in questo caso ci troviamo di fronte al più ignobile caso di censura avallata, proprio da coloro che questa libertà la dovrebbero garantire; qualcuno dirà qui c'è anche libertà di contestazione...... certo dico io ma non in questo modo. La contestazione od il cosidetto contradditorio, è possibile solo quando ci sono argomenti validi, veri ed il rispetto nell'attuarlo. Qui c'è soltanto un caso montato su una falsità che pochissimi hanno avuto il coraggio di smontare e che è servito a dare dell'Italia un idea del tutto forviante qui si passa dal paese della spazzatura fisica, al paese della spazzatura mediatica con un pizzico di menefreghismo e di mancanza di rispetto con una valanga di ignoranza.
Caronte

Anonimo ha detto...

Sono "sobbalzati" dalle loro cattedre. Sono "indignati" questi baroni della scienza, questi " scienziati fedeli alla ragione", questi "docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze". Quali conoscenze? Quelle dettate dal loro credo politico? Eh, certo che la fede cieca offusca gli occhi, tanto da renderli incapaci di leggere un testo.
O forse sono semplicemente ignoranti, o forse sono semplicemente presuntuosi, o forse sono dei pecoroni, o forse tutte le cose insieme.
Sono insegnanti? Che cosa insegnano ai loro allievi?
L'arroganza, l'intolleranza, il razzismo?
Quel che è certo che quelli che sono davvero offesi e umiliati,pieni di vergogna, ancora una volta, sono gli italiani, rappresentati da queste belle menti.
Lui, il Professore, Benedetto, quello vero, sorride, non si difende, acetta con umiltà un ruolo di secondo piano, ma alla Sapienza ci va, non si tira indietro.
Fa paura, eh, un Papa così?
Perché Lui vince.

Anonimo ha detto...

Complimenti all'ottimo Veneziani, pungente come al solito.
Non posso fare a meno di pormi un interrogativo: perchè mai questi autoproclamatisi campioni della ragione non si sono presa la briga di verificare ciò che Ratzinger, ancora cardinale, disse in merito a Galileo? Al contrario non fanno che esibire tutta la loro supponenza, un'icredibile protervia giustificabile soltanto alla luce di una cieca ottusità offuscatrice di menti idiote. Poveracci, tutto sommato mi fanno pena, non può essere soltanto loro la colpa, deve trattarsi di qualche tara ereditaria molto diffusa. Si producono in shiocchezze e banalità della peggior specie, dando prova, a chi ancora non se ne fosse accorto, della rozzezza della cultura di seconda mano di cui sono i degni esponenti e delle pregiudiziali ideologiche di cui sono intrisi. Sarebbero costoro i difensori della libertà di pensiero? E sarebbe il Papa l'oscurantista? Un Papa lui sì vero filosofo e vero teologo, che in un discorso di suprema grazia e profondità elogiò la figura di Galileo, uomo di scienza e non scientoide come questi stolti; e insieme rivalutò il ruolo della Chiesa, ricostruendo accuratamente la vicenda del processo e collocandola nell'opportuna prospettiva storica.