15 gennaio 2008

Mons. Fisichella: "Confrontarsi senza miopia e senza preclusioni"


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UNA PREGHIERA PER IL PAPA

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Monsignor Rino Fisichella, vescovo ausiliare di Roma, che guida la Pontificia Università Lateranense

Confrontarsi senza miopia e senza preclusioni

Giulia De Chiara

ROMA
Confrontarsi senza «preclusioni ideologiche», allontanare ogni tentazione di "monopolio della cultura" (che non è immutabile) perché è solo così che «ci si arricchisce vicendevolmente». È solo così che la società migliora. È l'invito che monsignor Rino Fisichella, vescovo ausiliare di Roma e rettore della Pontificia Università Lateranense, rivolge indirettamente a quanti si oppongono alla visita di Benedetto XVI all'Università "La Sapienza".
«Al di fuori di forme di miopia vogliamo dar spazio alla progettualità in una sede accademica come questa e in modo accademico», ha affermato l'arcivescovo nel corso della tavola rotonda alla Lateranense sul nuovo libro del senatore Domenico Fisichella, presenti anche il vicepremier Massimo D'Alema e l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta.
«L'università – ha proseguito mons. Fisichella – è luogo di confronto, dove le ipotesi si sottomettono alla verifica e le tesi si confrontano senza preclusione ideologica, verificando così la ricerca scientifica. Le capacità e la forza della ragione si immettono nel pubblico dibattito. In questo modo ci si aiuta a crescere vicendevolmente».
«C'è molta rigidità, ci sono molti pregiudizi», ha poi detto mons. Fisichella a margine dell'incontro, rispondendo a una domanda dei giornalisti.
«Tutto posso pensare – ha osservato – tranne che l'università non sia e non debba essere un luogo aperto all'ascolto di tutti e all'ascolto delle diverse istanze presenti nella società». Secondo il rettore della Lateranense, «l'università è nata per questo: perché ci possa essere il confronto delle proprie e delle altrui posizioni. L'università esiste e deve esistere – ha aggiunto – proprio e soprattutto perché le diverse istanze che sono presenti come frutto della ricerca possano esser condivise e partecipate.
«Se c'è, come mi sembra – ha concluso –, una preclusione o pre-comprensione sulla presenza cattolica, allora mi pare che ci sia un'autoesclusione da parte di chi compia gesti di questo genere. Ciò mi sembra che venga manifestamente meno alla natura stessa dell'università».

© Copyright Gazzetta del sud, 15 gennaio 2008

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