18 aprile 2008

Al centro dei colloqui tra Benedetto XVI e il presidente Bush: "Diritti umani famiglia libertà religiosa" (Osservatore)


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Al centro dei colloqui tra Benedetto XVI e il presidente Bush

Diritti umani famiglia libertà religiosa

dal nostro inviato Gianluca Biccini

Washington, 17. La religione e la moralità costituiscono "sostegni indispensabili" per la prosperità politica: le parole del discorso d'addio di George Washington sono risuonate nuovamente alla Casa Bianca durante lo storico incontro tra Benedetto XVI e il presidente George W. Bush, la mattina di mercoledì 16 aprile.

Nel giorno del suo compleanno il Papa, dopo la messa celebrata privatamente nella cappella della nunziatura, ha raggiunto in automobile la residenza del presidente per la cerimonia ufficiale di benvenuto durante la quale ha pronunciato il suo primo discorso pubblico in terra statunitense. È stato un incontro nel segno della cordialità, in un clima festoso per la ricorrenza degli ottantuno anni del Papa. Prima di Benedetto XVI solo un altro Pontefice aveva varcato il cancello del numero 1600 di Pennsylvania Avenue. Era il 6 ottobre 1979 quando Jimmy Carter aprì le porte della Casa Bianca a Giovanni Paolo II.
Davanti al portico sud il presidente Bush e la first lady Laura hanno accolto Benedetto XVI, accompagnandolo al podio allestito nel parco antistante. Con le autorità politiche e civili e il seguito papale erano presenti una decina di cardinali americani, il presidium della Conferenza episcopale, un centinaio di presuli, tra i quali gli ausiliari di Washington e il vescovo di Arlington, monsignor Paul Stephen Loverde, nella cui giurisdizione si trova il cimitero nazionale in cui sono sepolti alcuni presidenti e i caduti di guerra.
Salutato da ventuno salve di cannone, mentre una banda militare in uniformi del diciottesimo secolo eseguiva gli inni nazionali, Benedetto XVI è stato festeggiato da dodicimila persone presenti, tra cui esponenti di altre religioni. Tutti sventolavano bandierine con i colori dei due Stati, mentre sul South Lawn, il prato dov'era allestito il palco, sfilavano in uniforme i Cavalieri di Colombo, gli scout, gli alunni delle scuole cattoliche. Un "happy birthday Holy Father" si è levato spontaneo prima del canto della preghiera del Padre Nostro in inglese. Sono seguiti i discorsi ufficiali sottolineati da numerosi applausi, soprattutto quando il Papa ha concluso con l'invocazione "Dio benedica l'America".
Bush ha detto che il mondo ha bisogno del messaggio di Benedetto XVI per rigettare la dittatura del relativismo e abbracciare una cultura della giustizia e della verità. Da parte sua il Pontefice ha evidenziato le sempre più complesse questioni politiche ed etiche con cui deve confrontarsi il popolo americano, confidando che esso possa continuare a trovare nelle proprie convinzioni religiose una fonte preziosa di ispirazione per edificare una società più umana e più libera.
Dopo i rispettivi discorsi, al termine della cerimonia di benvenuto, il presidente Bush e il Papa sono entrati nella Casa Bianca dal portico sud e si sono affacciati brevemente dal balcone. Quindi si sono recati nello Studio ovale, dove ha avuto luogo la visita di cortesia.
Numerosi e significativi i temi affrontati nel corso del colloquio. A nome di tutto il popolo americano il presidente Bush - si legge nel comunicato congiunto diffuso dalla Santa Sede e dalla Casa Bianca - "ha dato il benvenuto al Santo Padre, augurandogli un felice compleanno e ringraziandolo per la guida spirituale e morale che offre all'intera famiglia umana. Il Presidente ha augurato al Papa ogni successo nel suo viaggio apostolico e nel suo indirizzo di saluto alle Nazioni Unite e ha espresso apprezzamento per la prossima visita del Papa a "Ground Zero", a New York". Il colloquio, svoltosi in un clima di cordialità, ha toccato "argomenti di interesse comune per la Santa Sede e gli Stati Uniti d'America, incluse considerazioni morali e religiose sulle quali entrambe le parti sono impegnate: il rispetto della dignità della persona umana; la difesa e la promozione della vita, del matrimonio e della famiglia; l'istruzione delle generazioni future; diritti umani e libertà religiosa; sviluppo sostenibile e lotta alla povertà e alle malattie epidemiche, specialmente in Africa".
"Riguardo a quest'ultimo punto - riferisce ancora il comunicato - il Santo Padre ha dato il benvenuto agli importanti contributi finanziari degli Stati Uniti in quest'area. I due hanno riaffermato il proprio totale rifiuto del terrorismo come della manipolazione della religione per giustificare atti immorali e violenti contro innocenti. Si sono anche soffermati sulla necessità di contrastare il terrorismo con mezzi appropriati che rispettino la persona umana e i suoi diritti".
Un "tempo considerevole" del colloquio è stato dedicato al Medio Oriente, "in particolare - sottolinea il comunicato - alla risoluzione del conflitto israelo-palestinese in linea con la visione dei due Stati che devono esistere uno accanto all'altro in pace e sicurezza, al loro reciproco sostegno alla sovranità e all'indipendenza del Libano e alla comune preoccupazione per la situazione in Iraq e in particolare allo stato di precarietà delle comunità cristiane nella regione. Il Santo Padre e il Presidente hanno espresso speranza per la fine delle violenze e per una soluzione rapida e globale alle crisi che colpiscono la regione".
"Il Santo Padre e il Presidente - conclude il comunicato - hanno anche valutato la situazione in America Latina con riferimento, tra l'altro, agli immigrati e al bisogno di una politica coordinata riguardante l'immigrazione, specialmente il trattamento umano e il benessere delle famiglie".
Al termine del colloquio, Benedetto XVI e il presidente statunitense hanno condiviso un breve momento di preghiera, al quale hanno partecipato anche la consorte e la figlia di Bush. Insieme hanno pregato per le sorti della famiglia in America e in tutto il mondo.

All'uscita dello Studio ovale, il presidente ha fatto trovare a Benedetto XVI una grande torta a più strati in segno di augurio per il compleanno. A ricordo della visita, il Pontefice ha donato a Bush un mosaico che riproduce una veduta di piazza San Pietro tratta da una stampa ottocentesca.

Realizzata dallo studio del Mosaico Vaticano nel 2007, l'opera (60 per 35 centimetri) si compone di smalti policromi applicati con stucco oleoso su una base metallica. Il presidente degli Stati Uniti ha invece offerto al Papa un'opera in cristallo in cui è incisa una croce e un cofanetto di cd di musica americana.
Mentre il Papa incontrava Bush, a pochi metri di distanza, nella Cabinet Room il cardinale Bertone ha avuto un colloquio con il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice. All'incontro hanno partecipato il sostituto monsignor Filoni, il nunzio Pietro Sambi e l'ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon. In un comunicato nel giorno della partenza di Benedetto XVI il rappresentante diplomatico aveva ricordato come gli americani siano i maggiori fornitori di aiuti umanitari privati e pubblici del mondo. E con la sua visita alla Casa Bianca il Papa vuol proprio rinnovare la fiducia che gli Stati Uniti continueranno a sostenere gli sforzi della diplomazia internazionale volti a risolvere i conflitti e a promuovere il progresso dei popoli.

(©L'Osservatore Romano - 18 aprile 2008)

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