10 aprile 2008

IL PAPA ALL’ONU - Una grande attesa. Intervista a Mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all'Onu (Sir)


Vedi anche:

VIAGGIO APOSTOLICO DEL PAPA NEGLI USA (15-21 APRILE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Tra Cattolici e Luterani un ponte più solido. Un cammino inaugurato da Joseph Ratzinger

Le radici cristiane dell'Europa nella catechesi del Papa su San Benedetto

Presentato al Santo Padre il volume di De Carli “Benedictus XVI. Servus servorum Dei”

Udienza generale: podcast di Radio Vaticana

Il Papa darà speranza ai cattolici statunitensi. Mons. Wenski (Orlando): "Benedetto sfiderà i politici" (Zenit)

Care "penne affilate", Benedetto all’Onu vi sorprenderà (Vladimir "profeta" per "Europa"). Da leggere e commentare!

Il Papa negli Stati Uniti d'America. L'anticipazione del card. Bertone: Benedetto XVI affronterà il tema dei preti pedofili

Tra una settimana l’atteso viaggio di Benedetto XVI negli Stati Uniti: un evento che per la Santa Sede ha un particolare rilievo (Paglialunga)

Il Cardinale Kasper risponde alle critiche sulla nuova preghiera del Venerdì Santo per gli ebrei (Osservatore e Zenit)

VIAGGIO APOSTOLICO DEL PAPA NEGLI USA (15-21 APRILE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Benedetto, un Papa che crede nell'America (Marroni)

Quando tapparono la bocca a Benedetto XVI...

La speranza evangelica e i diritti dell’uomo al centro del viaggio di Benedetto XVI negli USA e la visita all’ONU: lo sottolinea il cardinale Bertone

Il Papa: "Per San Benedetto la preghiera è in primo luogo un atto di ascolto che deve poi tradursi nell’azione concreta" (Catechesi del Santo Padre su San Benedetto da Norcia)

IL PAPA ALL’ONU - Una grande attesa

Intervista con l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all'Onu

C’è grande attesa per il viaggio apostolico di Benedetto XVI negli Stati Uniti d’America (15-21 aprile).

Uno dei momenti clou di questo appuntamento sarà la visita, il 18 aprile, al Palazzo di Vetro dell’Onu su invito del segretario generale, il sudcoreano Ban Ki-moon.

Sarà la quarta volta che un Papa parlerà all’assemblea delle Nazioni Unite. Prima di lui Paolo VI (4 ottobre 1965) e Giovanni Paolo II (2 ottobre 1979 e 5 ottobre 1995). Le visite, ha spiegato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, illustrando il programma del viaggio, “sono avvenute normalmente in ottobre perché è il mese in cui comincia l’Assemblea generale.

Quest’anno ci sono le elezioni negli Stati Uniti e non era possibile fare un viaggio in ottobre”. Secondo quanto riferito da padre Lombardi, la visita “durerà circa tre ore, come quella dei Papi precedenti” e sarà “lunga e articolata”.

Il Papa, infatti, all’arrivo, previsto per le ore 10.45, andrà direttamente al 38° piano del Palazzo di Vetro per l’incontro privato con il segretario generale dell’Onu, poi scenderà al terzo piano nella sala dell’Assemblea generale, dove terrà l’atteso discorso davanti ai rappresentanti di 192 Stati membri. Come verrà accolto il Papa e quali saranno i temi al centro del suo discorso? Lo abbiamo chiesto all’arcivescovo Celestino Migliore, nunzio apostolico e osservatore permanente della Santa Sede all'Organizzazione delle Nazioni Unite.

Paolo VI nel 1965, Giovanni Paolo II nel 1979 e nel 1995: come sarà la visita di Benedetto XVI? Ci aiuta a rileggere in un unico filo questi incontri.

“Le occasioni che hanno motivato le visite dei tre Papi si intrecciano: Paolo VI, nel 1965, e Giovanni Paolo II nel 1995, vennero a celebrare rispettivamente il 20° e 50° anniversario dell’Onu; la visita del 1979 e quella di questi giorni si collocano all’inizio di un pontificato. Entrambe le occasioni significano e confermano il tono che Paolo VI diede a questo genere di visite: la città spirituale della pace va incontro, saluta e augura tutto il bene alla città terrena della pace, in una naturale simpatia tra due organizzazioni a carattere universale”.

Come si sta preparando l’Onu a questa visita? In che modo verrà accolto il Papa?

“L’attesa è grande e carica di speranza. Il Papa viene anzitutto nella sua veste di autorità morale. Ed è così che si ama guardare al Papa, soprattutto in questi tempi caratterizzati da grande frammentazione culturale, sociale, e dalla deriva della politica che si riscontra ogni dove. È normale che in questo contesto ci si rivolga alle autorità morali, capaci di suscitare una rinnovata buona volontà politica. Ed è appunto all’insegna del motto «Cristo nostra speranza» che il Santo Padre ha impostato il suo imminente viaggio apostolico”.

C’è attesa per i temi che Benedetto XVI affronterà nel suo discorso...

“Molti funzionari e diplomatici dell’Onu che seguono e apprezzano la chiarezza e fecondità di pensiero del Santo Padre si attendono che egli parli nella medesima linea in cui ha saputo cogliere ed esprimere fin dagli inizi del suo pontificato la grande sfida del secolo, e cioè il rapporto-crisi tra ragione e fede. In particolare, c’è vivo interesse per il discorso sui riverberi, sulle potenzialità e sugli sviluppi che questa crisi sta avendo sulla coesistenza internazionale, sulla visione dei rapporti sociali e culturali, sull’interpretazione dei diritti umani, della democrazia, della libertà, del dialogo interculturale e interreligioso”.

Lo scenario internazionale è profondamente mutato rispetto alle visite precedenti (1965: guerra del Vietnam; 1979: guerra fredda; 1995: guerre nei Balcani e nel Centro Africa), però “nubi minacciose” permangono sul mondo: si pensi al Medio Oriente, al Tibet... Questa visita – come le precedenti – costituirà un incoraggiamento a proseguire lungo i sentieri della pace?

“Indubbiamente. L’appello di Benedetto XVI alla pace risuonerà su uno scenario internazionale profondamente mutato, com’è prevedibile. Per molto tempo lavorare per la pace significava limitare e mettere fine a conflitti tra Stati e signori della guerra. Oggi il tema della pace assume una connotazione più ampia e fluida. Si tratta di costruire la pace tra popoli che hanno una percezione sempre più chiara delle rispettive diversità e differenze culturali, sociali, religiose; popoli dotati di visioni diverse e talora divergenti sui diritti umani, sulla democrazia, sulla libertà, sul senso e valore della vita umana. L’ordine mondiale non è più omogeneo, ma plurale e frammentato. Il Papa, nel solco del pensiero sociale della Chiesa, propone come sentiero sicuro per la pace il riconoscimento e il pieno rispetto di alcuni principi e diritti che sono così fondamentali da essere riconosciuti da tutte le tradizioni culturali e da non poter essere negati né sottoposti a negoziato e compromesso”.

Quale contributo potrà portare questa visita negli attuali scenari mondiali?

“Una caratteristica propria del pensiero e dell’azione di Papa Benedetto sulla scena internazionale è quella di aver affinato il tono e accelerato il ritmo dell’incontro e del dialogo fra persone e popoli di diversa estrazione culturale e religiosa.

Egli rifugge dalle cortesie accademiche per porre le domande rilevanti per la coesistenza degli individui e dei popoli: l’uguale dignità di ogni persona umana, il senso comune dei diritti dell’uomo, della democrazia, delle libertà, in particolare della libertà di religione”.

La visita del Papa all’Onu avviene nell’anno del 60° anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo (10 dicembre 1948). Potrà essere un’occasione per richiamare l’attenzione della comunità internazionale sui temi legati alla dignità dell’uomo?

“La Santa Sede tiene in grande considerazione questo testo. Nel processo di redazione, le maggiori tradizioni filosofiche, morali e religiose si sono messe insieme nel riconoscere l’uguale dignità degli esseri umani e nell’individuare diritti così fondamentali che non si possono né negoziare né negare ad alcuno in nessuna parte del mondo. Purtroppo oggi si constata che non c’è uno solo di questi diritti che vada esente da violazioni o negligenze in ogni dove. E ciò è dovuto alla persistente convinzione che sono gli Stati e i Governi a concedere i diritti e a determinarne i contenuti e l’estensione, piuttosto che riconoscere che essi sono iscritti nella natura umana”.

Un’ultima domanda sui mass media: come stanno presentando in America l’ormai imminente visita del Papa?

“Direi bene, tutto sommato.

Ci si rende conto che letture riduttivistiche – come la sola sottolineatura dei recenti scandali che hanno scosso la Chiesa – o debitrici di stereotipi del passato – come certe immagini sfasate dell’ex-prefetto della Congregazione della dottrina della fede – non reggono alla percezione generalmente positiva e soddisfatta di questo Papa e del suo pontificato.

Mi pare, poi, che la stampa e i media contribuiscano ad alimentare il senso di aspettativa che nutrono gli americani, desiderosi di rendersi conto in prima persona della statura spirituale e intellettuale e della leadership di Benedetto XVI”.

© Copyright Sir

1 commento:

mariateresa ha detto...

Molto molto interessante questa intervista di Migliore.
Ti segnalo, UDITE UDITE, questa Reuters sorprendentemente benevola. Normalmente le Reuters portano brutte nuove.
Stavolta no.

http://www.borsaitaliana.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=entertainmentNews&storyID=2008-04-10T105240Z_01_CIN038180_RTRIDST_0_OITLR-PAPA-USA-BENEDETTO.XML

Era ora.