11 aprile 2008

New York aspetta il Papa e un nuovo cardinale (Rodari)


Vedi anche:

La cultura statunitense e la «sfida» di Ratzinger (Avvenire)

Il Papa all'Onu come pellegrino di pace. Bush: "Più tutele ai cristiani in Terra Santa"

Il Papa vola negli Usa, "gran mercato" delle fedi (Bobbio)

VIAGGIO APOSTOLICO DEL PAPA NEGLI USA (15-21 APRILE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Vento ortodosso a Occidente (Baget Bozzo per "La Stampa")

Summorum Pontificum, Dossier: Quella Messa si può fare. Il valore della liturgia tradizionale (Il Timone)

Padre Lombardi: "Il Papa a Ground Zero, uno dei momenti più attesi del viaggio" (Zenit)

Card. Georges Cottier: "Coloro che hanno accusato Benedetto XVI di essere "contro la scienza" hanno letto la Spe Salvi con fretta e prevenzione"

Il Papa parlerà di pedofilia negli Usa. L'allora cardinale Ratzinger ispiratore della «tolleranza zero» nei confronti dei preti (Accattoli)

Intervista al cardinale Foley: "I Cattolici nei media: aperti, onesti, prudenti" (Osservatore Romano)

"Spe salvi", Walter Abbondanti: "Dopo Marx, Ratzinger" (Tempi)

Il Papa porterà a Ground Zero una parola di amore e di speranza rivolta a tutti gli uomini, non solo ai Cristiani

Il Messale della visita del Santo Padre negli USA

DOSSIER SPECIALE DI RADIO VATICANA SUL VIAGGIO DEL PAPA NEGLI USA

IL PAPA ALL’ONU - Una grande attesa. Intervista a Mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede all'Onu (Sir)

Tra Cattolici e Luterani un ponte più solido. Un cammino inaugurato da Joseph Ratzinger

Presentato al Santo Padre il volume di De Carli “Benedictus XVI. Servus servorum Dei”

Care "penne affilate", Benedetto all’Onu vi sorprenderà (Vladimir "profeta" per "Europa"). Da leggere e commentare!

New York aspetta il Papa e un nuovo cardinale

di Paolo Rodari

Che Benedetto XVI vada negli Stati Uniti col chiaro intento di dare una scossa a una delle comunità cattoliche più importanti (per numeri e freschezza) del mondo, è assodato. Ma che questa scossa verrà iniettata nelle vene delle gerarchie statunitensi anche grazie alla messa in campo di una nomina, nelle settimane successive la visita, fondamentale per tutti gli Stati Uniti, è voce che gira da non trascurare.
Il Papa, infatti, ha da tempo accettato le dimissioni del cardinale Edward Michael Egan, arcivescovo di New York: dopo Washington, seconda diocesi nella quale Ratzinger risiederà dal 15 al 20 aprile. A differenza di Washington, diocesi importantissima nello scacchiere americano. A New York, infatti, guarda il mondo intero e la Chiesa ne è consapevole. Attorno alla cattedrale di Saint Patrick è fortissima e storicamente radicata la presenza di cattolici. Suffraganea dell’arcidiocesi di Baltimora, la diocesi di New York ha competenze sui territori di Bronx, Dutchess, Manhattan, Orange, Putnam, Staten Island, Rockland, Sullivan, Ulster e Westchester. Insieme a Baltimora, Boston, Louiseville e Philadelphia, è una delle cinque diocesi che celebrano nel 2008 il bicentenario della nascita. New York vanta oltre 400 parrocchie, 1000 battezzati per sacerdote; è una delle poche diocesi dove i seminaristi ci sono e sono tanti; le strutture scolastiche cattoliche funzionano e pullulano di alunni; la capacità di finanziare l’obolo di San Pietro è reale, continuata e significativa.
Edward Michael Egan ha fatto bene da quando, nel giugno del 2000, Giovanni Paolo II lo insediò nella cattedrale di Saint Patrick. Porporato pragmatico, si è fatto particolarmente apprezzare anche quando, al compimento del 75esimo anno di età, spiegò senza fronzoli né auto incensarsi che non avrebbe chiesto prolungamenti (come invece sono soliti fare parecchi suoi “colleghi”) al suo dispendioso impegno. Dichiarazioni normali ma comunque non da tutti, motivate forse anche dalla nostalgia per il tempo in cui era giudice rotale a Roma, tempo in cui poteva dedicarsi con maggiore libertà alle sue innumerevoli passioni. Tra queste, lo studio e la pratica della musica liturgica.
Due sono i nomi oggi maggiormente accreditati per la successione a Egan: il cappuccino arcivescovo di Denver, Charles Joseph Chaput e l’arcivescovo di Milwaukee, Timothy Michael Dolan. Prima di loro s’era fatto il nome di monsignor Raymond Leo Burke il quale, però, a motivo della recente nomina ad arcivescovo di Saint Louis, difficilmente potrà essere spostato. Benedetto XVI non mancherà di vagliare a dovere, anche durante questo viaggio apostolico, la credibilità di cui godono nell’episcopato statunitense Chaput e Dolan. Un contributo importante potranno darglielo anche statunitensi in forza oggi alla curia romana: William Levada (prefetto dell’ex Sant’Uffizio), James Stafford (penitenziere maggiore), John Patrick Foley (gran maestro dell’Ordine del Sacro Sepolcro) e soprattutto monsignor James M. Harvey (prefetto della Casa Pontificia) il quale, rispetto agli altri tre, ha la fortuna di incrociarsi spesso, per motivi di lavoro, con il Papa.
A New York non sono pochi quelli che vorrebbero alla guida della comunità ecclesiale una figura che ricordi quella del cardinale Francis Joseph Spellman, vescovo nella Grande Mela dal 1939 al 1967. Obbediente al Papa in tutto, si adoperò con successo per una ricostruzione della diocesi sia morale che finanziaria. Ritenuto fortemente conservatore, fu anche vicario generale per i cattolici arruolati nell’esercito statunitense. Con questo incarico fece lunghissimi viaggi, seguendo marines e berretti verdi da un capo all’altro del mondo. Accusato da alcuni di essersi mostrato troppo favorevole alla guerra in Vietnam, e di aver sostenuto la tesi nazionalistica e, dunque, l’inevitabilità della guerra, fu comunque una guida carismatica ancora oggi rimpianta. Della sua autorevolezza e del suo prestigio avrebbe oggi bisogno la cattedrale di San Patrick. Perché essere arcivescovo di New York non è incarico di ruotine: significa in qualche modo essere una guida per l’intero gregge degli Stati Uniti.

© Copyright Il Riformista, 11 aprile 2008 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

Nessun commento: