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«Purificazione» collettiva dei cattolici. Niente incontro con le vittime
Benedetto XVI ne parlerà in modo specifico nella cattedrale di San Patrizio a New York, nel suo discorso ai sacerdoti
Luigi Accattoli
CITTÀ DEL VATICANO — Durante il prossimo viaggio negli Usa papa Benedetto chiamerà i cattolici statunitensi a una «purificazione » collettiva dopo lo scandalo dei preti pedofili che ha sconvolto molte diocesi del paese a partire dal 2001: lo ha anticipato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, con un'intervista alla rete televisiva americana «Fox News».
Il cardinale ha definito quello scandalo «un fatto doloroso» che «ha ferito la Chiesa cattolica negli Stati Uniti come la Chiesa cattolica in tutto il mondo». Ha poi precisato che il Papa «ne parlerà in modo specifico nella cattedrale di San Patrizio (a New York), nel suo discorso ai sacerdoti, sabato 19 aprile».
Nel programma della visita papale (15-21 aprile) non figurano incontri con le vittime dei preti pedofili, come avevano chiesto gruppi e associazioni che si occupano delle famiglie colpite. Ma è probabile che nel discorso del Papa vi sia il riconoscimento della colpa e forse anche l'esortazione a chiedere perdono alle vittime: lo lasciano pensare le parole usate dal cardinale, specie quando parla di «riconciliazione» e di «purificazione ».
«Naturalmente — ha detto infatti Bertone — il Papa cerca, insieme con i pastori della Chiesa, le vie della guarigione e della riconciliazione». «È con questa intenzione — ha continuato — che esorterà tutti a partecipare in modo deciso e con una purificazione, una purificazione della vita, per costruire una cultura di integrità morale, di giustizia, di fiducia reciproca, soprattutto nel campo educativo ».
Due precedenti autorizzano a prevedere parole forti da parte del Papa in questa materia: un suo discorso del 28 ottobre del 2006 ai vescovi irlandesi — anche loro colpiti dallo stesso problema — e l'iniziativa presa a suo nome il gennaio scorso dalla Congregazione per il clero (cardinale Claudio Hummes) di lanciare un movimento di «preghiera e penitenza» a dimensione mondiale per «riparare il male compiuto dai preti pedofili e per il riscatto della «dignità delle vittime».
Nel discorso agli irlandesi Benedetto XVI aveva descritto come «molti e terribili» i casi irlandesi di abusi sessuali su minori «ancora più tragici» in quanto commessi da «uomini di Chiesa» e li aveva qualificati come «enormi crimini» di fronte ai quali è «urgente» adottare misure per evitare che «si ripetano ».
Già da cardinale Joseph Ratzinger si era occupato dello scandalo nel ruolo che aveva allora di primo consigliere di papa Wojtyla. In un summit in Vaticano con la conferenza episcopale americana era stato l'ispiratore della cosiddetta «tolleranza zero»: i preti coinvolti negli scandali dovevano essere allontanati da incarichi comportanti il contatto con i fedeli e se riconosciuti colpevoli andavano sospesi «a divinis», cioè dalle facoltà sacerdotali.
© Copyright Corriere della sera, 10 aprile 2008
Il precedente
L'annuncio
Con un'intervista al quotidiano della Santa Sede, l'Osservatore Romano, il 5 gennaio scorso, il cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero, annuncia a nome del Papa una «giornata di preghiera e penitenza per riparare» il male compiuto dai preti pedofili e per il riscatto della «dignità delle vittime»
L'iniziativa
Sul come procedere è stata indirizzata una lettera a diocesi e parrocchie. Si invita a predisporre veri e propri «cenacoli» per favorire una preghiera «sotto forma di adorazione eucaristica»
Il messaggio
La preghiera secondo le indicazioni del Papa deve essere condotta «in spirito di genuina riparazione e purificazione»
© Copyright Corriere della sera, 10 aprile 2008
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