7 luglio 2008

Maroni: "La curia di Milano? Solo insulti, pensi ai cittadini". Intervista a Mons. Bottoni


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Viene proposta la parte dell'intervista che riguarda la polemica con la curia milanese. Viene omessa la parte squisitamente politica che e' consultabile qui.
R.

Viminale La replica a monsignor Bottoni. «Poca informazione alla base delle critiche»

Curia, Maroni al contrattacco «Solo insulti, pensi ai cittadini»

Il ministro: io fascista e populista? Pregiudizi, vado avanti

Fiorenza Sarzanini

ROMA — «Di fronte ad accuse pretestuose e pregiudizi il governo va avanti. E se l'opposizione non vorrà seguirci arriverà al suicidio politico». E' un Roberto Maroni a tutto campo quello che risponde all'attacco della Curia milanese sul trasferimento della moschea di viale Jenner, ma anche alle polemiche degli ultimi giorni su sicurezza e giustizia.

Monsignor Bottoni definisce il governo fascista e populista.

«Evidentemente il destino degli uomini per bene come me è ricevere insulti e non replicare. Mi hanno dato del razzista, del nazista e adesso ancora ingiurie. Io seguo la mia linea: non rispondo, spiego. Anche il presidente dell'Unicef aveva usato parole dure nei miei confronti per il censimento nei campi nomadi. Dopo aver parlato con me ha capito e ha deciso di collaborare al programma di scolarizzazione dei minori rom».

Pensa di riuscire a convincere anche la Diocesi di Milano?

«Io credo che chi fa queste critiche e usa questi toni abbia un problema di scarsa informazione. Noi non abbiamo parlato di chiudere la moschea, anche perché quello di viale Jenner è un centro islamico. Vogliamo trasferirlo in un altro luogo dove siano rispettate le norme igienico-sanitarie, urbanistiche, e i regolamenti comunali, cosa che invece ora non avviene assolutamente».

E l'accusa di diritti negati fatta da Monsignor Bottoni?

«È giusto che lui sia attento al rispetto dei diritti, ma allora dovrebbe preoccuparsi della negazione dei diritti dei cittadini milanesi che non possono dormire la notte, girare liberamente per il quartiere, fare ciò che è consentito nelle altre zone. Io intendo garantire i diritti di chi reclama e lo farò senza ledere quelli di nessun altro».

Quando?

«Il termine per risolvere la questione è fine agosto. Mi spiace che monsignor Bottoni non abbia colto quello che avevo già detto: procederemo con il consenso delle parti interessate. Il direttore del centro islamico ha già dichiarato la propria disponibilità al trasferimento e dunque nei prossimi giorni troveremo l'accordo».

La Chiesa ha criticato più volte le sue scelte. Non le viene il dubbio che alcune possano essere sbagliate?

«La posizione della Chiesa viene espressa dalla Cei che attraverso il quotidiano Avvenire ha spiegato con chiarezza e senza pregiudizi le mie iniziative e sui rom è stata nettamente favorevole. Osservo con rispetto e condivido la posizione di papa Ratzinger: accoglienza degli immigrati ma seguendo le leggi».

Non crede che sulla questione dei diritti umani possa logorarsi il rapporto con l'elettorato cattolico?

«Al di là delle polemiche del tutto infondate venute da alcune associazioni che fanno parte di questo mondo, i cittadini cattolici hanno compreso che nelle nostre azioni non c'è alcuna violazione e anzi che noi vogliamo garantire i diritti a chi non li ha mai avuti, in primo luogo ai bambini troppo spesso vittime di genitori senza scrupoli che li sfruttano mandandoli in strada a mendicare o peggio a rubare nelle case».

...omissis

© Copyright Corriere della sera, 7 luglio 2008 consultabile integralmente qui.

La Curia Il responsabile del dialogo tra le religioni: il diritto alla preghiera vale come quello alla sicurezza

«Un Paese democratico non può proibire la libertà religiosa»

Paolo Foschini

Monsignor Gianfranco Bottoni, Comune e ministro Maroni hanno detto basta alla preghiera del venerdì in viale Jenner: che ne pensa?

«Come responsabile delle relazioni ecumeniche e interreligiose della Diocesi di Milano non ho opinioni politiche da esprimere. Mi permetto solo di dubitare che istituzioni civili in un paese democratico possano proibire un diritto costituzionale come la libertà religiosa e di culto».

Ma se lo facessero?

«Come potrebbero, se non calpestando Costituzione e democrazia, laicità dello Stato e civiltà dell' Occidente? Solo un regime fascista o populista arriverebbe a metodi dittatoriali. Oso sperare che non siamo caduti così in basso».

Bossi e Maroni vogliono chiudere l'intero centro.

«Un simile provvedimento dovrebbe scaturire da un'iniziativa giudiziaria. Non so se qui ci siano o meno questioni con la giustizia. Se ci fossero intervenga l'autorità competente. Altrimenti sarebbe difficile non parlare di abuso».

Che dice di quel centro?

«In linea di principio i centri islamici, se operano per il dialogo e l'integrazione, andrebbero favoriti, non ostacolati. Certo è doveroso da parte delle istituzioni civili garantire che svolgano un servizio realmente positivo, dal punto di vista religioso e culturale ».

E la moschea?

«Tocca alle comunità religiose procurarsi i luoghi di culto. Così avviene per le chiese. Tuttavia come non sono mancate, da parte civile, iniziative che hanno facilitato la realizzazione di luoghi di culto cristiano, analogamente i musulmani potrebbero attendersi meno ostilità. Non soldi, ma almeno la segnalazione di terreni o fabbricati a prezzi ragionevoli ».

Sette milanesi su dieci dicono no a nuove moschee.

«Governare in base ai sondaggi e agli umori della manipolazione mediatica, rinunciando alla faticosa ricerca del bene comune così come insegnato dalla Chiesa e dalla morale cristiana, è una sconfitta della politica».

Come sono i rapporti tra Diocesi e islamici a Milano?

«Il 21 marzo 2006, equinozio di primavera, cristiani, ebrei, buddhisti e musulmani hanno costituito il Forum delle religioni. Il centro di viale Jenner non ne fa parte, ma il resto della realtà immigrata islamica milanese sì».

Ma lei gliela darebbe una moschea?

«Non tocca alla Chiesa dare moschee. Come cristiano e cittadino posso solo augurarmi che abbiano le moschee necessarie per pregare».

E l'istituzione civile?

«Il suo compito è mediare tra parti sociali in apparente conflitto: accanto al diritto di culto dei musulmani c'è quello dei cittadini alla sicurezza e all'ordine pubblico. Due diritti che devono convivere. L'istituzione civile, in uno Stato laico, deve porsi al di sopra delle parti e farle dialogare sino a un accettabile compromesso ».

Il Comune vorrebbe una soluzione «fuori città».

«Non ho proposte urbanistiche, ma una cosa è certa. Se con i musulmani si stabiliscono rapporti positivi saranno una grande risorsa culturale e sociale, se vengono discriminati e umiliati potrebbero costituire quel pericolo che teme proprio chi, con massima insipienza, li vorrebbe emarginare».

© Copyright Corriere della sera (Milano), 6 luglio 2008

Mi viene una battuta: come mai la curia e' cosi' aperta con i fedeli di altre religioni, ma non permette ai Cattolici ambrosiani di richiedere (attenzione: non ho scritto ottenere, ma semplicemente richiedere!) la celebrazione della Santa Messa secondo l'antico rito?
Non c'e' una piccola contraddizione?
Per il resto vale cio' che ho scritto ieri.

R.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

L'immagine comunque dice tutto... E' d'obbligo la libertà religiosa, ma è altresì d'obbligo la libertà di muoversi e dare una certa tranquillità ai cittadini milanesi. Marco

Luisa ha detto...

Io guardo quella immagine e mi dico ma come si può difendere quella forma di esercizio della libertà religiosa che invade lo spazio pubblico, che impedisce a i cittadini di usufruire della loro libertà di mvimento e come sopratutto si è potuto pemetterlo senza intervenire prima ?
Quello non è esercizio della libertà religiosa, quella è invasione dello spazio pubblico, è arroganza e irrespetto, la curia milanese si sta sbagliando di bersaglio e di argomenti e non ascolta le lamentele di chi subisce quella situazione.
I musulmani devono adattarsi alle nostre leggi, non sono i cittadini milanesi e italiani a dover adattarsi alla religione musulmana...è incredibile dover persino trovarsi a scrivere evidenze di questo genere!

Anonimo ha detto...

Hai ragione Marco questo atteggiamento da parte della Curia Milanese è veramente inconcepibile e la cosa più assurda è che viene spalleggiata dal Corriere. Ma ci vuole tanto all'Arcivescovo di Milano a capire che si tratta di ordine pubblico? Perchè non prova lui ad uscire e a camminare in mezzo a coloro che pregano stipati sui marciapiedi? Qui ogni volta che si tenta di mettere un pò di ordine si viene tacciati di "fascismo". Forse è il caso di smetterla di tirare in ballo a sproposito una parte così oscura della nostra storia. L'ordine ed il rispetto non sono sinonimi di dittatura.

Anonimo ha detto...

Ma io mi permetto una semplice riflessione:
1. ma è normale che si blocchi viale Jenner al venerdì? non è meglio piuttosto pensare ad una struttura idonea? Credo che non sia da fascisti ma da persone che usano il cervello...
2. mi fa molto male leggere la prontezza di alcuni prelati nell'intervenire sulla vicenda immigrazione, e nello stesso tempo assistere, nella più assoluta normalità , alla dinamica per cui in luglio e agosto il numero delle messe feriali sia drasticamente ridotto. Dio in ferie?

euge ha detto...

Rispondo al tuo secondo quesito caro Paolo..... purtroppo quello dell'orario ridotto nelle messe nel periodo estivo e un problema generalizzato. Anch'io l'anno scorso nel mese di Agosto trovavo sempre la mia parrocchia chiusa a sette catenacci il pomeriggio; la domenica gli orari di messa erano solo due e solo uno la mattina alle 9,00 credo, per tutto il resto della settimana. Io ho attribuito questa situazione, al fatto che il mio parroco fosse da solo da quest'anno sono in tre vediamo come andrà. Per quanto mi riguarda ribadisco il concetto che ormai fare il sacerdote è un lavoro come un'altro con orari, ferie anzi mi stupisco come ancora non abbiano creato un sindacato..... Per quanto ne sò Dio non và in ferie ma i parroci si! Poco importa se poi non trovi un anima per confessarti oppure che dice messa. Credo che da questo punto di vista, si debba lavorare molto e seriamente.

Anonimo ha detto...

Nuntio vobis gaudium magnum:

Il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi è nato il 14 marzo 1934.
Questo significa che a marzo 2009 compirà 75 anni e dovrà andarsene fuori dalle b****!

Non sarebbe male che a Milano i fedeli cristiani organizzassero un bel conto alla rovescia

paul

Anonimo ha detto...

Mi sembra che parlare in questo modo irriverente di un arcivescovo cardinale della chiesa cattolica romana, pretendendo di poter supportare queste rivoluzioni (o non è meglio parlare di ammutinamenti?) con il vincolo di ubbidienza con il vicario di Roma (che quell'arcivescovo non ha revocato nè allontanato dalla sua diocesi) sia, per lo meno, contraddittorio, e, di certo, controproducente. Se sulla base del personale gradimento si possono ricusare vescovi e curie episcopali, con che coraggio, poi, si può gridare allo scandalo per quei cattolici che attaccano il Papa, magari basandosi sui recenti richiami mossi dalla Santa Sede in materia dei diritti dei migranti? Attenzione che, se il pontificato si basa sul criterio della successione petrina, anche l'episcopato ha il suo significato e la sua motivazione nella successione apostolica! Gabriele