13 aprile 2007

PRESENTATO IL LIBRO DEL PAPA


Vengono pubblicate di seguito le prime agenzie sul libro del Papa, "Gesu' di Nazaret".
Ho deciso di riportarle nel blog pero' vorrei avvertire i lettori che le note di agenzia spesso semplificano il contenuto dei testi (in piu' occasioni abbiamo avuto amare sorprese).
Prendetele, quindi, con beneficio di inventario. Lunedi' potremo leggere direttamente il libro di Joseph Ratzinger e fare nostri commenti e precisazioni.
Ho seguito la presentazione del testo e l'ho trovata decisamente interessante. I miei complimenti, in particolare, all'arcivescovo di Vienna, "allievo di cotanto professore" :-))
Piu' tardi verranno inseriti altri stralci di agenzia.

Raffaella


Presentato Gesu' di Nazaret , il libro di Benedetto XVI

"Non è un atto magisteriale ma una mia libera ricerca storica"

Il Papa ai lettori: "Liberi di contraddirmi"
La fatica letteraria del professor Ratzinger


Il libro s'intitola Gesù di Nazaret, che, precisa il Pontefice, si scrive senza acca.

"Questo libro non è in alcun modo un atto magisteriale ma è unicamente l'espressione della mia ricerca personale del volto di Cristo" si legge nella premessa. "Perciò ognuno è libero di contraddirmi. Chiedo solo alle lettrici e ai lettori quell'anticipo di simpatia senza il quale non c'è alcuna comprensione".

Benedetto XVI lo ha sempre detto: il volume potrà essere discusso liberamente da chiunque "perché non vincola all'infallibilità pontificia, non trattandosi di un testo inserito nel Magistero Papale nè in atti ufficiali del Mandato Petrino".

Il libro - Il Papa ha dedicato alla stesura del libro "tutti i momenti liberi" fino al settembre 2006, data in cui ha completato le bozze. Si tratta di un volume diviso in 10 capitoli dedicati alla figura umana di Gesù, dal battesimo fino alla trasfigurazione. La parte relativa all'infanzia è stata "rimandata" dal Pontefice alla seconda parte del libro di cui però non è ancora nota la data di uscita. Per ora, il Papa teologo ha preferito quindi concentrarsi sull'attività "pubblica" di Cristo. Il libro, soprattutto, pur affrontando tutte le questioni più spinose, a cominciare dalla stesura dei Vangeli, archivia tutte le immagini fantasiose su Gesù di cui pullula la letteratura degli ultimi anni.

"Gesù non è mito ma storia" - Tutta la storia del Dio che muore e che risorge "è accaduta realmente". "Gesù non è un mito, è un uomo fatto di carne e sangue, una presenza tutta reale nella storia". E' uno dei passaggi più delicati e importanti del libro di Benedetto XVI. "Possiamo visitare i luoghi e seguire le vie che Egli ha percorso - scrive Ratzinger nella sezione dedicata alle Grandi immagini del Vangelo di Giovanni -. Possiamo, per il tramite dei testimoni, udire le sue parole. Egli è morto ed è risorto".

Il vangelo di Giovanni - Parlando della questione giovannea, cioè di chi sia effettivamente l'autore del Vangelo di Giovanni, Benedetto XVI sostiene che "il quarto Vangelo poggia su conoscenze straordinariamente precise dei luoghi e dei tempi, e pertanto può solo essere opera di qualcuno che aveva grande familiarità con la Palestina dei tempi di Gesù". "Il testo - prosegue - ci guida verso la figura di Giovanni di Zebedeo, ma non procede esplicitamente a questa identificazione". E se L'Apocalisse "nomina espressamente Giovanni come suo autore", "rimane aperta la domanda se l'autore sia il medesimo".
Ratzinger ricorda che "dai tempi di Ireneo di Lione (morto nel 202 circa), la tradizione della Chiesa riconosce all'unanimità Giovanni di Zebedeo come il discepolo prediletto e l'autore del Vangelo". Tuttavia "in epoca moderna sono sorti dubbi sempre più forti riguardo a questa identificazione".

"Allo stato attuale della ricerca - aggiunge - è senz'altro possibile scorgere in Giovanni di Zebedeo quel testimone che difende solennemente la sua testimonianza oculare", ma "la complessità nella redazione del testo solleva tuttavia ulteriori domande". Benedetto XVI afferma che "dietro il testo vi è, ultimamente, un testimone oculare, e anche la redazione concreta è avvenuta nella vivace cerchia dei suoi discepoli e con l'apporto determinante di un discepolo a lui familiare".

"La vera pretesa del Vangelo - spiega - è quella di aver trasmesso correttamente il contenuto dei discorsi, l'autotestimonianza di Gesù nei grandi confronti svoltisi a Gerusalemme, affinchè il lettore incontri davvero i contenuti decisivi di questo messaggio e in esso l'autentica figura di Gesù".

"Gesù dà la vita" - E' uno dei concetti-chiave dell'insegnamento di Benedetto XVI: "Questa è la grande promessa di Gesù: dare la vita in abbondanza". E tramite questo Gesù dà all'uomo "l'unica cosa di cui ha bisogno".

Il Papa ne parla a partire dalle "grandi immagini" del Vangelo di Giovanni (l'acqua, la vite e il vino, il pane, il pastore), da cui nel libro Ratzinger fa discendere la sua interpretazione del mistero dell'Eucaristia. "Gesù - spiega - promette di mostrare alle pecore il 'pascolo', ciò di cui vivono, di condurle davvero alle sorgenti della vita".

Ampia e profonda la visione teologica in cui il Pontefice dispiega la sua esegesi degli episodi evangelici, dalla simbologia dell'acqua al miracolo di Cana passando del pane.

"La nuova bontà di Dio non è acqua zuccherata"- Il cristianesimo non è buonismo e non è una morale. E anche se oblio di Dio e mito del successo hanno trasformato la "giusta laicità" in un profano laicismo, la ricerca della verità di Dio resta un "segnavia" per la ragione dell'uomo. La verita di Dio va cercata "nella comunione con Gesù".

"Gesù è ebreo ma è andato oltre il giudaismo" - Pur essendo stato "un vero israelita", Gesù "è andato oltre il giudaismo". Questa distinzione ricorre più volte nel libro testo, dove Ratzinger si inserisce esplicitamente nel dibattito tra Cristo e il rabbino di cui parla Jacob Neusner in A Rabbi talk with Jesus.

"Dio non è madre" - Lo scrive Benedetto XVI: "Nonostante le grandi metafore dell'amore materno, madre non e' un titolo di Dio, non e' un appellativo con cui rivolgersi a Dio''. Il papa si pone la domanda se ''Dio non è anche madre'' visto che ''il paragone dell'amore di Dio con l'amore di una madre esiste'' e appare già nell'antico Testamento e nella tradizione ebraica. Ma aggiunge subito il papa ''resta per noi normativo il linguaggio della preghiera di tutta la Bibbia'' dove ''l'immagine del padre era ed è adatta a esprimere l'alterità tra Creatore e creatura, la sovranità del suo atto creativo''.

Repubblica


Nel volume il Papa affronta i temi decisivi del nostro tempo

Il libro del Papa: «Liberi di contraddirmi»
Presentato il volume di Benedetto XVI, «Gesù di Nazaret» in uscita lunedì: «Non un atto di magistero, ma una ricerca sul Gesù reale»

ROMA - Un libro che parla di Gesù ma che affronta anche i temi decisivi del nostro tempo dalla politica alla morale. «Ho voluto fare il tentativo di presentare il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, come il Gesù storico in senso vero e proprio», una figura «storicamente sensata e convincente». È questa una delle affermazioni che aprono il nuovo libro del Papa presentato alla stampa in Vaticano. «Gesù di Nazaret», questo il titolo della nuova fatica di studioso del Papa teologo, un'opera impegnativa che si compone di 448 pagine.
Una ricerca profonda ma, precisa il Papa nella premessa, non un atto di magistero: «Questo libro non è in alcun modo un atto magisteriale, ma è unicamente l'espressione della mia ricerca personale del volto di Cristo. Perciò ognuno è libero di contraddirmi. Chiedo solo alle lettrici e ai lettori quell'anticipo di simpatia senza il quale non c'è alcuna comprensione». Il volume è edito da Rizzoli e costa 19,50 euro. «Io sono convinto, e spero che se ne possa rendere conto anche il lettore - scrive ancora il Papa - che questa figura è molto più logica e dal punto di vista storico anche più comprensibile delle ricostruzioni con le quali ci siamo dovuti confrontare negli ultimi decenni». «Io ritengo - afferma Ratzigner - che proprio questo Gesù - quello dei Vangeli - sia una figura storicamente sensata e convincente». Il testo si compone di 10 capitoli più una premessa e una introduzione, quindi il libro si avvale di una lunga nota bibliografica nella quale vengono richiamati tutti i principali studi di carattere storico e teologico sulle varie fasi della vita di Gesù, sui Vangeli e sulla Bibbia.

PERCHE' E' STATO SCRITTO - «Gesù di Nazaret», che è, occorre ricordarlo, il primo libro di papa Ratzinger da pontefice, è frutto, come spiega nella premessa, di un «lungo cammino interiore» che, in qualche modo, affonda le sue motivazioni nella necessità di prendere posizione in quello che si determinò a partire dagli anni '50 e che definisce «lo strappo tra il Gesù storicò e il Cristo della fede», dove «l'uno si allontanò dalla vista dell'altro». Prima - grazie anche ad autori come Adam, Guardini, Willam, Papini, Claude-Rops l'immagine di Gesù Cristo veniva delineata dai Vangeli sottolineando come Egli, attraverso l' uomo, «divenne visibile Dio e a partire da Dio si potè vedere l'immagine dell'autentico uomo». Una immagine, dice ancora Benedetto XVI, che, attraverso la ricerca storico-critica, «divenne sempre più nebulosa, prese contorni sempre meno definiti».

E questa stessa immagine prese, via via, a seconda anche degli ideali di coloro che ne intesero chiarire il profilo, connotazioni diverse e lontane, dal rivoluzionario anti-romano al «mite moralista», causa della sua stessa rovina. Da questo, dice Benedetto XVI, si trae l'impressione che «sappiamo ben poco di certo su Gesù e che solo in seguito la fede nella sua divinità abbia plasmato la sua immagine», una situazione «drammatica per la fede perchè rende incerto il suo autentico punto di riferimento: l'intima amicizia con Gesù, da cui tutto dipende, minaccia di annaspare nel vuoto».

LA CRITICA ALL'IDEOLOGIA DEL SUCCESSO - Nel libro Benedetto XVI critica la «ideologia del successo e del benessere» anche in un passaggio del capitolo sul Padre nostro, analizzando la invocazione «liberaci dal male». Il male, osserva, «minaccia di ingoiarci» e «a questo si accompagna la disgregazione degli ordini morali mediante una forma cinica di scetticismo e illuminismo». «Anche oggi - aggiunge - ci sono da un lato le potenze del mercato, del traffico di armi, di droghe e di uomini, potenze che gravano sul mondo e trascinano l'umanità in vincoli ai quali non ci si può sottrarre. Anche oggi - aggiunge - c'è dall'altro, l'ideologia del successo, del benessere, che ci dice: Dio è solo una finzione, ci fa solo perdere tempo e ci toglie la voglia di vivere». Mentre il Padre nostro ci vuole dire: «solo quando hai perduto Dio hai perduto te stesso, allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione. Allora il "drago" ha vinto davvero. Finchè egli non riesce a strapparti Dio tu, - rimarca il Papa - nonostante tutte le sventure che ti minacciano, sei ancora rimasto intimamente sano».

GESU' DONA LA VITA - In conclusione dell'opera, Benedetto XVI torna sugli stessi concetti elencando le sette «parole-immagini» che Gesù si attribuisce nel Vangelo di Giovanni: «Io sono il pane della vita - la luce del mondo - la porta - il buon pastore - la risurrezione e la vita - la via, la verità e la vita - la vera vite», grandi immagini, le definisce, alle quali «è lecito aggiungere anche quella della sorgente d'acqua». Citando lo studioso Schnackenburg, il Papa osserva che «tutte queste espressioni figurate non sono che variazioni sull'unico tema: Gesù è venuto nel mondo affinchè gli uomini abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza». E questo perchè «l'uomo desidera e abbisogna, in fin dei conti - scandisce Ratzinger -, di una cosa sola: la vita, la vita piena - la felicità». «L'uomo, in fondo - sono le conclusioni del Papa -, ha bisogno di un'unica cosa che contiene tutto; ma deve prima imparare a riconoscere attraverso i suoi desideri e i suoi aneliti superficiali ciò di cui necessita davvero e ciò che vuole davvero. Ha bisogno di Dio». E dietro le varie espressioni figurate del Vangelo «c'è in ultima istanza questo: Gesù ci dà la vita perchè ci dà Dio: ce lo può dare perchè è Egli stesso una cosa sola con Dio. Perchè è il Figlio. Egli stesso è il dono - Egli è la vita».

Corriere della sera


BARABBA? ERA UN COMBATTENTE DELLA RESISTENZA
"Quale meraviglia che le masse abbiano preferito a Gesù?"

Città del Vaticano, 13 apr. (APCom) - Barabba, il "brigante" che la folla decise di liberare a scapito di Gesù - che per questo finì in Croce - era in realtà un "combattente della resistenza": così il Papa 'attualizza' il linguaggio biblico nel suo libro 'Gesù di Nazaret'.

"Quando (l'evangelista) Matteo dice che Barabba era un 'prigioniero famoso', ciò indica che egli era stato uno dei combattenti più in vista della resistenza, probabilmente il vero capo della rivolta", scrive Ratzinger nel volume presentato oggi a Roma.

Quando il governatore romano Ponzio Pilato si rivolge alla folla per domandare chi graziare, "la scelta - spiega Benedetto XVI - è quindi tra un Messia che capeggia la lotta, che promette libertà e il suo proprio regno, e questo misterioso Gesù, che annuncia come via alla vita il perdere se stessi. Quale meraviglia - conclude - che le masse abbiano preferito Barabba?".


RATZINGER: GESU' CRISTO HA AGGIORNATO LA TORAH
"Promessa della terra va oltre possesso di territorio nazionale"

Città del Vaticano, 13 apr. (APCom) - Torna a più riprese sul rapporto tra cristianesimo e ebraismo il Papa, nel suo libro 'Gesù di Nazaret', presentato oggi in Vaticano e di prossima uscita nelle librerie italiane. Il giorno dopo un nuovo incidente diplomatico tra Israele e Santa Sede sulla figura di Pio XII e la Shoah, Benedetto XVI afferma, nel volume presentato oggi, che il cosiddetto 'discorso della montagna' tenuto da Cristo ai suoi discepoli è "la nuova Torah", ossia la nuova legge biblica degli ebrei.

"Gesù - scrive Ratzinger - intende se stesso come la Torah, la parola di Dio in persona". Spiegando la 'contestazione' che Gesù faceva delle regole ebraiche, il Papa scrive che era sua intenzione essere, "insieme alla comunità dei suoi discepoli, origine e centro di un nuovo Israele".

Il Papa tiene a precisare che Cristo contesta il legalismo dell'ebraismo antico e non altro. "Da un lato - scrive - c'è un falso legalismo, contro cui combatte Paolo e che nell'intero corso della storia, purtroppo, è stato posto sotto l'infelice della storia, purtroppo, è stato posto sotto l'infelice nome di giudaismo".

Il Papa affronta anche il controverso tema del rapporto degli ebrei con la loro terra, un tema ancora attuale per lo Stato di Israele. "Non dobbiamo ignorare - scrive il Papa - che la promessa della terra va chiaramente oltre il semplice concetto del possesso di un pezzo di terra o di un territorio nazionale, quale ogni popolo ha il diritto di avere".

Spiegando, infine, la parabola del figliol prodigo con il rapporto tra pagani (il figlio dissoluto che torna a casa), Dio (il padre) e il figlio maggiore (gli ebrei), Benedetto XVI ha scritto che "questa applicazione agli ebrei non è ingiustificata, se la si lascia così come l'abbiamo trovata nel testo: come il delicato tentativo di Dio di persuadere Israele, un tentativo che sta completamente nelle mani di Dio". "L'interpretazione - precisa il Papa - sarebbe invece errata se la si volesse trasformare in una condanna degli ebrei, cosa di cui nel testo non si parla affatto".


Papa: libro su Gesu' di Nazaret
Figli no proprieta' dei genitori e sposi accettino liberta'
(ANSA)-ROMA, 13 APR- Gli uomini sono "creature libere di Dio" e nessuno puo' essere proprieta' di un'altra persona, scrive Benedetto XVI nel suo primo libro da Papa. Cosi' come "i figli non sono proprieta' dei genitori" e "gli sposi non si posseggono vicendevolmente". C'e' un alto richiamo alla profonda liberta' di ogni persona umana tra le circa 450 pagine del 'Gesu' di Nazaret', in uscita da Rizzoli lunedi' prossimo, giorno dell'80/o compleanno del Papa.


FEDE E POTERE, IL RISCHIO DI UN ABBRACCIO SOFFOCANTE
Una tendenza che si è "ripresentata continuamente" nei secoli

Città del Vaticano, 13 apr. (APCom) - La fede "ha sempre corso il rischio di essere soffocata dall'abbraccio del potere": è il rischio che denuncia il Papa nel suo libro 'Gesù di Nazaret' che uscirà il 16 aprile - giorno del suo ottantesimo compleanno - nelle librerie.

"L'impero cristiano - scrive il Papa - cercò ben presto di trasformare la fede in un fattore politico per l'unità dell'impero". E "nel corso dei secoli questa tentazione - assicurare la fede mediante il potere - si è ripresentata continuamente, in forme diverse, e la fede ha sempre corso il rischio di essere soffocata proprio dall'abbraccio al potere". Un rischio che, sottolinea Ratzinger, "ha sempre un prezzo: la fede si mette al servizio del potere e deve piegarsi ai suoi criteri".


FAMIGLIA DA SEMPRE AL CENTRO DELLA LOTTA DELLA CHIESA
"Cuore di ogni ordinamento sociale"

Città del Vaticano, 13 apr. (APCom) - Nel suo primo libro da Papa, 'Gesù di Nazaret', Joseph Ratzinger sottolinea come la famiglia, "cuore di ogni ordinamento sociale", sia da sempre al centro dell'attenzione della Chiesa.

Benedetto XVI non fa nessun riferimento, ovviamente, al dibattito italiano sul tema né a quello di altri paesi, ma dal trattato su Gesù Cristo traspare la sua costante attenzione alle minacce che la società secolarizzata pone alla famiglia. "Per la Chiesa nascente come per quella successiva, fin dall'inizio - scrive Ratzinger - è stato fondamentale difendere la famiglia come il cuore di ogni ordinamento sociale, impegnarsi per l'attuazione del quarto comandamento nell'intera ampiezza del suo significato: vediamo oggi - tiene ad aggiungere - come la lotta della Chiesa sia incentrata su questo punto".

Il tema della famiglia è affrontato in un passaggio nel quale il Papa ragiona su un controverso punto del Vangelo. Nel corso della sua predicazione, infatti, Cristo contestò la rigida interpretazione che nel mondo ebraico si dava del sabato, il giorno del riposo, così come altre assodate norme giuridiche e religiose. "Gesù - scrive il Papa - non vuole abolire né la famiglia né la finalità del sabato secondo la creazione, ma deve stabilire per entrambi un nuovo e più ampio spazio".

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