3 novembre 2008

Un nuovo altare alla Cattedra in San Pietro


Chi ha seguito la Celebrazione presieduta questa mattina dal Papa in suffragio dei cardinali e dei vescovi defunti nel corso dell'anno avra' sicuramente notato che e' cambiato l'altare alla Cattedra in San Pietro.
Quello vecchio (consentitemi: bruttissimo eheheheh) e' stato sostituito da un nuovo altare, di straordinaria bellezza, con alcuni fregi dorati e l'effigie dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.
Su segnalazione di Andrea leggiamo questo bellissimo e documentato articolo di "Rinascimento Sacro"
:

Nuovo Altare della Cattedra in San Pietro

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Splendido! Val più l'esempio di mille parole.
Alessia

Luisa ha detto...

Stupendo!
Quando sono a Roma cerco di assitere il più sovente possibile alla Messa di fine pomeriggio,ebbene era quasi una sofferenza vedere quell`orribile (per i miei occhi) altare in ferro. Pochi conoscono la storia dell `altare di origine che è stato rimosso dopo il CV II.
Uno scempio scandaloso...sempre ai miei occhi!

Luisa ha detto...

http://www.rinascimentosacro.com/


Sul sito decisamente,molto interessante e bello di Rinascimento sacro, si puo leggere in parte la storia dell`altare della Cattedra del Bernini e vederne le immagini.

Anonimo ha detto...

E con le lagrime amare e brucianti agli occhi ricordo l'altare originale che una furia insensata e assurda ha fatto abbattere.

SERAPHICUS

Luisa ha detto...

Furia, caro Seraphicus, che si è abbattuta su così tanti altari, non tutti dei capolavori certo , ma niente giustificava questa furia demolitrice, devastatrice, che si è abbattuta subito dopo il Concilio, senza attendere si ha demolito, distrutto, tolto balaustre, altari, spesso anche statue e noi fedeli abbiamo dovuto assistitere impotenti a questo strazio.
Quando non si ha addirittura completamente stravolto lo spazio liturgico come in un certo movimento recentemente approvato....
Una pagina della storia della Chiesa della quale non dobbiamo essere particolarmente fieri.


PS :scusatemi, ma ho nettamente l`impressione che il mio italiano è lungi dall`essere corretto in questo post. Chiedo scusa.

Anonimo ha detto...

non facciamo i catastrofisti.
Per avere la Basilica attuale è stata distrutta quella costantiniana e tante bellissime chiese romaniche sono state imbarocchite con scempio nel 600. Ogni epoca ha i suoi pro e i suoi contro.
Che quell'altre non fosse il massimo sono io a dirlo, ma almeno non gareggiava con quello papale. E poi una cosa che non capisco è questo fermarsi al 1571. sembra che prima e dopo ci sia solo il vuoto o il nulla.
Leggevo tempo fa un testo del 500 dove si criticava il nuovo modo di costruire le chiese....... come vedi cara luisa, ci lamentiamo sempre di fronte al nuovo quando esso appare.
Per avere un'idea, non so bravo con queste diavolerie, basta cercare tutte le reazioni che ci furono durante e dopo l'era di Pio V, tanto che dovette usare toni minaccioi nella quo primum, cosa che non fa Paolo VI...... E poi non ci scordiamo che subito dopo la sua morte i papi successivi misero mano al messale del predecessore per rivedere alcune cose.

(don Marco - storico)

Anonimo ha detto...

mah, tutti sti altari, mi pare Betel :)

(don marco - monoaltarista))))

Luisa ha detto...

La storia dell`arte è una delle mie passioni, conosco dunque molto bene l`abitudine, nel passato, di distruggere chiese per ricostruirne altre.
Ma la distruzione degli altari dopo il CVII con quella rapidità e violenza che si può ben chiamare furia, è dovuta ad un` ideologia, si è distrutto "contro", si è voluto cancellare la Tradizione, il passato, distruggendo gli altari si distruggeva un simbolo della Chiesa di prima, quella del pre-Concilio, chi ha agito così ha obbedito all`ideologia secondo la quale una nuova Chiesa era nata.
Del resto ancora oggi , nel 2008, sono segnalati scempi di questo genere.
Dopo il Summorum Pontificum, alcuni parroci hanno soppresso l`altare che era stato conservato, probabilemente per evitare ogni rischio che fosse chiesto loro di celebrare la Messa con il Rito antico.
Un comportamento che preferisco non qualificare.