1 novembre 2008
Il Papa: «Scienza e fede non si contrappongono»
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Il Papa: «Scienza e fede non si contrappongono»
«Verità divina e realtà partecipano al libro scritto da Dio» Confronto sull'evoluzione con il fisico Hawking
CITTA' DEL VATICANO
Scienza e fede non sono in contrapposizione ma partecipano, insieme, della verità divina e della realtà empirica, «libro scritto da Dio».
Lo ha ribadito ieri mattina Benedetto XVI, il quale, dopo avere incoraggiato un confronto aperto in Vaticano con alcuni tra i più brillanti scienziati del mondo sulle ultime scoperte in fatto di origine dell'universo, ha voluto riceverli a riunione appena aperta, ribadendo la visione sua e della Chiesa.
Concetti comunque già noti, ma questa volta espressi – nella sala Clementina del palazzo apostolico – alla presenza del fisico Stephen Hawking, comunemente definito «l'erede di Einstein che siede sulla cattedra di Newton» a Cambridge (che tra poco lascerà per la pensione), fautore di teorie che escludono in linea di principio l'intervento di un Creatore del cielo e della terra.
Trent'anni dopo
Hawking era stato ricevuto in Vaticano trent'anni fa fa, ma l'incontro con Ratzinger, immortalato nelle foto ricordo con il Papa chino sulla carrozzella in cui è costretto lo scienziato, rappresenta un evento per molti aspetti eccezionale. Di fronte a una ricerca giunta apparentemente a un passo dalla scoperta delle origini, come nell'esperimento sul Big bang avviato dal Cern di Ginevra, la Pontificia accademia delle scienze ha convocato un'assemblea plenaria, in corso fino al 4 novembre, sul tema delle «Teorie scientifiche sull'evoluzione dell'universo e della vita».
Intervento di Cabibbo
Tema meno astruso di quanto possa apparire – ha ricordato il Nobel mancato Nicola Cabibbo, presidente della Pontificia accademia, nel suo intervento introduttivo – visto che «il sapere scientifico costituisce (insieme alla saggezza tradizionale, alla fede religiosa e ai valori dell'educazione) una parte essenziale delle conoscenze orientative che ci servono a prendere decisioni individuali e sociopolitiche», decisioni sulla vita e sulla morte, sui cambiamenti climatici, sull'uso delle risorse del pianeta.
Cabibbo ammette, davanti al Papa, che, nonostante gli «enormi progressi» della scienza, molti interrogativi sono ancora aperti, anzi, se ne sono aperti di nuovi. Il Papa plaude alle scoperte per il bene dell'uomo e, senza temere irruzioni nel razionale insiste, e non da oggi, sulla necessità di superare antitesi, come quella tra evoluzionismo e creazionismo, che ha più volte definito «assurde». Il Papa insiste in concetti più volte sottolineati: «Creazione e scienza empirica non sono in opposizione, ma l'universo è un libro scritto da Dio, un disegno ordinato intelligibile nonostante le più recenti scoperte».
L'anno galileiano
L'anno prossimo ricorrerà l'anno galileiano, e l'«Origine delle Specie» compirà centocinquant'anni. La Santa Sede si appresta a celebrare entrambi gli eventi sopendo ogni contrapposizione. Ma non vuole essere colta impreparata di fronte a un progresso scientifico che corre veloce, anche se – ha ribadito Cabibbo – su piani diversi. E proprio l'evoluzione – scriveva ieri Fiorenzo Facchini sull'Osservatore romano – «può diventare terreno di incontro tra scienza e fede.
Facchini sull' «Osservatore»
Non solo conciliabilità, ma complementarità e armonia», aggiunge Facchini sul quotidiano vaticano, lasciando da parte «ipotesi fuorvianti», accuse di indebita intromissione e «nuovi dogmi», e anche la teoria americana dell'«intelligent design», che «crea nuovi equivoci» e di cui «non c'è bisogno».
D. Con.
© Copyright Eco di Bergamo, 1° novembre 2008
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