2 novembre 2008
Il Pontefice abbraccia Hawking: «La fede non è contro la scienza» (Conte)
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Il Pontefice abbraccia Hawking: «La fede non è contro la scienza»
Domitilla Conte
CITTÀ DEL VATICANO
Scienza e fede non sono in contrapposizione ma partecipano, insieme, della verità divina e della realtà empirica, «libro scritto da Dio»: lo ha ribadito ieri Benedetto XVI, il quale, dopo avere incoraggiato un confronto aperto in Vaticano con alcuni tra i più brillanti scienziati del mondo sulle ultime scoperte in fatto di origine dell’universo, ha voluto riceverli a riunione appena aperta, ribadendo la visione sua e della Chiesa.
Concetti quasi scontati, se non fosse per la presenza, nella sala Clementina del palazzo apostolico, del fisico Stephen Hawking, comunemente definito “l’erede di Einstein che è sulla cattedra di Newton” a Cambridge (che tra poco lascerà per la pensione), fautore di teorie che escludono in linea di principio l’intervento di un Creatore del cielo e della terra.
Hawking era stato ricevuto in Vaticano 30 anni fa, ma l’incontro con Ratzinger, immortalato nelle foto ricordo con il Papa chino sulla carrozzella in cui è costretto lo scienziato, rappresenta un evento per molti aspetti eccezionale. Di fronte a una ricerca giunta apparentemente a un passo dalla scoperta delle origini, come nell’esperimento sul Big bang avviato dal Cern di Ginevra, la Pontificia accademia delle scienze ha convocato un’assemblea plenaria, in corso fino al 4 novembre, sul tema delle «Teorie scientifiche sull’evoluzione dell’universo e della vita». Tema meno astruso di quanto possa apparire - ha ricordato il Nobel mancato Nicola Cabibbo, presidente della Pontificia accademia - nel suo intervento introduttivo, visto che «il sapere scientifico costituisce, insieme alla saggezza tradizionale, alla fede religiosa e ai valori dell’educazione, una parte essenziale delle conoscenze orientative che ci servono a prendere decisioni individuali e sociopolitiche», decisioni sulla vita e sulla morte, sui cambiamenti climatici, sull’uso delle risorse del pianeta.Cabibbo ammette, davanti al Papa, che, nonostante gli «enormi progressi» della scienza, molti interrogativi sono ancora aperti, anzi, se ne sono aperti di nuovi. Il Papa plaude alle scoperte per il bene dell’uomo e, senza temere irruzioni nel razionale insiste, e non da oggi, sulla necessità di superare antitesi, come quella tra evoluzionismo e creazionismo, che ha più volte definito «assurde». L’anno prossimo ricorrerà l’anno galileiano e l’Origine delle Specie compirà 150 anni, e la Santa sede si appresta a celebrare entrambi gli eventi sopendo ogni contrapposizione. Ma non vuole essere colta impreparata di fronte a un progresso scientifico che corre veloce, anche se - ha ribadito Cabibbo - su piani diversi. E proprio l’evoluzione - scrive Fiorenzo Facchini sull’«Osservatore romano» - può diventare terreno di incontro tra scienza e fede. Non solo conciliabilità, ma complementarità e armonia», aggiunge Facchini sul quotidiano vaticano, lasciando da parte «ipotesi fuorivianti», accuse di indebita intromissione» e «nuovi dogmi», e anche la teoria americana dell’»intelligent design», che «crea nuovi equivoci» e di cui «non c’é bisogno».
© Copyright Il Cittadino, 1° novembre 2008
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