1 novembre 2008

Rosso "malpela" le mode giornalistiche con "dietro" il nulla" e chi confonde Galileo con Wojtyla


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Creazionismo ed Evoluzionismo: "Non solo conciliabilità ma armonia" (Osservatore Romano)

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Vaticano: sì ai test psicologici, ma sull'ammissione ai seminari decide il vescovo (Izzo)

«Orientamenti per l'utilizzo delle competenze psicologiche nell'ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio»: il testo integrale

Papa Giovanni XXIII: «Bel discorso, cardinale Frings». Ma l'autore era un certo Joseph Ratzinger (Lucio Brunelli)

ATTENZIONE: GLI ARTICOLI CITATI DA ROSSO SONO CONSULTABILE SOTTO LA "MALPELATA" :-)

Lupus in pagina

a cura di Rosso Malpelo - Gianni Gennari

Dietrologie in pagina. E "dietro"? Il nulla

Mode con "dietro" il nulla" Benedetto XVI scrive che «i documenti conciliari con il passare degli anni non hanno perso di attualità», e poi "Repubblica" "dietro" queste parole legge "l'intenzione" di "rovesciare" le aperture del Concilio e «mettere in riga i teologi moderni».
Se ieri "Il Quotidiano Nazionale" (p. 33: "Laici e cattolici oltre gli steccati") ripresenta un libro, "Laici & cattolici", con quella "&" che vuol dire "convivenza" garantita al 100 per 100, e poi il pezzo conclude affermando che "pilastro" di questa convivenza è «la fede religiosa vista come un fatto privato, che sta morendo perché "non può reggere all'urto della storia"», allora "dietro" l'articolo c'è solo tanta confusione. Se sempre ieri sul "Corsera" (pp. 1 e 21: "Il fisico Hawking dal Papa per difendere l'evoluzionismo") ti tocca leggere che sul tema scienza e fede «secondo alcuni testimoni papa Wojtyla avrebbe commentato: "La Bibbia non vuole insegnarci come è stato fatto il cielo, ma come si va in cielo"», allora capisci che scrivere senza sapere che la frase non è di "papa Wojtyla", ma di Galileo Galilei, garantisce che "dietro" l'articolo c'è ben poco"
Se infine sulla "Stampa" (29/10, p. 32: "A chi fa comodo Heidegger antisemita") trovi che poiché "Avvenire" ha riportato il fatto delle accuse ad Heidegger di filonazismo, allora "dietro" l'articolo o c'è la volontà di difendere Pio XII dalla stessa accusa o quella di "punire" Heidegger perché, cattolico, poi ragionando per conto suo "abbandonò l'ortodossia", pensi che anche dietro qualche cervello brillante e apprezzato talora c'è il nulla, o quasi. E ti dispiace.

© Copyright Avvenire, 1° novembre 2008

Laici e cattolici, oltre gli steccati

UN LIBRO DI VANNINO CHITI

Claudia Marin

— ROMA — LAICI e cattolici? Nessuna contrapposizione ideologica, ma la necessità assoluta di dialogo. Con un modello: quello messo in pratica da Dc e Pci nella prima Repubblica. L’apologia del colloquio va in scena alla Sala Capitolare del Senato, sede di presentazione del volume di Vannino Chiti (Foto Lapresse) «Laici & cattolici – oltre le frontiere tra ragioni e fede e un dialogo con il cardinale Silvano Piovanelli», edito da Giunti. Relatori e ospiti — tutti d’accordo con il vicepresidente del Senato sul valore prioritario del confronto —, Dario Franceschini, vicesegretario e deputato del Pd e Giuseppe Pisanu, senatore Pdl. A coordinare il dibattito, la giornalista Rai Bianca Berlinguer. IL VOLUME apparirà a qualcuno un dejà vu, visto che si tratta di una ripubblicazione a quasi un decennio di distanza dalla prima edizione. Perché? Dalla casa editrice spiegano che a tutt’oggi il libro «appare non soltanto attuale, ma dimostra come alcuni dei temi trattati siano esplosi, diventando oggetto di un acceso confronto». Tra i concetti chiave, la (necessaria) conciliazione, o quanto meno non conflittualità, tra laici e cattolici. La ‘e’ del titolo, spiega infatti l’autore, «è di tipo commerciale, perché ho voluto darle un senso polemico: non si tratta di soggetti contrapposti. L’elemento della laicità è comune, è un terreno su cui non si piantano bandierine ma è un luogo di confronto, di dibattito, di ricerca di soluzioni condivise. Nel dibattito culturale e non solo cattolico, invece, si continua a dire “o laici o cattolici”». Ma se oggi, a distanza di dieci anni, Chiti dovesse riformulare il titolo del libro, \«forse non userei neppure più il termine “laico laico” per un verso e per l’altro “laico credente” — dice —. Userei magari espressioni più sofisticate, come “laico credente” e “laico diversamente credente”». Anche Pisanu convinto della necessità di non alzare steccati tra laici e cattolici. «Il dialogo – spiega – è stata la costante di tutta la prima Repubblica. C’era il massimo di confronto ideologico tra Dc e Pci, ma c’era anche il massimo di confronto politico. Come accadde quando si discusse la legge sull’aborto: noi, in Parlamento, eravamo nettamente contrari, ma fuori del parlamento ci fu una costante ricerca del dialogo con il Pci per arrivare a una legge che fosse il male minore». Per Chiti la laicità, «così come ci è stata consegnata dalla storia, e per me si tratta di un grande valore, rischia di sgretolarsi. E deve dunque rafforzare i suoi due pilastri». Il primo, pone in rilievo il vicepresidente del Senato, è «l’autonomia reciproca tra Stato e religione, non solo quella cattolica ma le confessioni religiose in genere». In secondo luogo, «la fede religiosa vista come un fatto privato», che sta morendo perché «non può reggere all’urto della storia».

© Copyright Quotidiano Nazionale, 31 ottobre 2008

Mamma mia...sono certe ideologie politiche che sono andate ko perche' la storia e' sempre maestra di vita...

Il dibattito su Darwin Scienziati a convegno su vita e universo

Il fisico Hawking dal Papa per difendere l'evoluzionismo

Faccia a faccia in Vaticano con il collega Cabibbo L'erede di Einstein sostiene che l'universo non ha avuto un inizio e che quindi non c'è stata nessuna creazione

M.Antonietta Calabrò

ROMA — Il professor Stephen Hawking (l'erede di Einstein che a Cambridge insegna dalla cattedra di Newton) sarà oggi in Vaticano per discutere di nascita dell'universo, evoluzione della vita, Darwin e «disegno intelligente», nel corso di un congresso che durerà fino a martedì, intitolato «Approcci scientifici sull'evoluzione dell'universo e della vita».
Sul tappeto i temi più controversi del dibattito filosofico, scientifico e teologico sull'origine del mondo e dell'uomo. I partecipanti saranno ricevuti stamattina dal Papa che interverrà con un suo discorso. Lo scopo della sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze, presieduta dal fisico italiano Nicola Cabibbo (recentemente escluso, con polemiche, dal Nobel), che guiderà i lavori, è quello di «consolidare le conoscenze sulla dinamica dell'evoluzione nelle sue dimensioni storiche e, inoltre, di fornire possibili opinioni sugli sviluppi sia prossimi che in un lontano futuro». Gli scienziati sono stati invitati «a presentare un contributo scientifico che possa confermare o, al contrario, confutare le teorie sull'evoluzione».
Naturalmente, uno degli interventi più attesi è quello di Hawking che ha scritto nell' 1988 un best-seller divulgativo «Dal big bang ai buchi neri» che ha venduto in tutto il mondo 25 milioni di copie, rendendo estremamente popolare il suo autore. Hawking in realtà è già stato a parlare in Vaticano, sia pure quasi trent'anni fa. In quell'occasione, l'astrofisico - che ha elaborato la teoria su come era l'universo prima del Big Bang («Piccolo come un pisello e sospeso in uno spazio senza tempo») - aveva sostenuto che l'universo non ha avuto un inizio e che quindi non c'è stata nessuna creazione. Lo stesso Hawking avrebbe raccontato, scherzando, all'Associated
Press: «Meno male che il Papa non si è accorto della presentazione che avevo appena fatto, altrimenti avrei fatto la fine di Galileo», anche perché, come recita la sua biografia ufficiale, Hawking è nato esattamente 300 anni dopo la morte dello grande toscano. Ma secondo alcuni testimoni papa Wojtyla avrebbe commentato: «La Bibbia non vuole insegnarci come è stato fatto il cielo, ma come si va al cielo».

© Copyright Corriere della sera, 31 ottobre 2008

A chi fa comodo Heidegger antisemita

Gianni Vattimo

Non ha senso mettersi a discutere per l’ennesima volta le tesi di Farias contro Heidegger, anche se ripetute ed enfatizzate dall'Avvenire: Heidegger fu nazista nel 1933, si dimise però dal rettorato di Friburgo poco tempo dopo e negli anni successivi espose nei corsi e in vari saggi una interpretazione della filosofia di Nietzsche che non ha nulla a che fare con la lettura nazista. Che fosse un militante antisemita lo afferma Farias sulla base di indizi molto poco decisivi (la sua ammirazione per il frate Abraham a Santa Clara, uno scrittore del secolo XVII; il fatto che Heidegger, come tanti intellettuali antifascisti italiani abbia continuato per anni ad avere la tessera del partito); e non risulta che sia stato un delatore ai danni di colleghi ebrei (che i nazisti potevano riconoscere da sé).
Semmai, è interessante domandarsi perché l'Avvenire si accanisca tanto contro uno dei pochi filosofi autenticamente religiosi del secolo XX, accusandolo di essere un nemico dell’Occidente cristiano - quello stesso Occidente consumista che gli ultimi papi hanno tanto spesso stigmatizzato per la perdita di ogni senso della trascendenza e di ogni rispetto per la vita dello spirito (salvo poi ricevere con tutti gli onori Bush). Buttare a mare la filosofia di Heidegger perché è stato nazista sarebbe come mettere all’indice la metafisica di Aristotele (e tanta filosofia tomistica insieme) perché pensava che la schiavitù fosse qualcosa di naturale e che le donne non avessero l’anima (ma da questo, forse, la Chiesa non dissente poi tanto).
Dunque, di nuovo, perché l’attacco dell'Avvenire? Due sole spiegazioni ci vengono in mente: la prima, molto contingente, è facilmente riconoscibile nella allusione dell’articolo a Pio XII. Per sostenere che questo Papa fu un sincero oppositore del nazismo e salvatore di ebrei bisogna contrapporgli qualcuno che faccia risplendere meglio la sua non indiscussa virtù. Meglio se alla rivendicazione del dubbio antinazismo di Pio XII si accompagna una più ampia difesa dell'«Occidente cristiano», con tanti saluti al terzo mondo e alla teologia della liberazione. Ma poi: non è stato Heidegger una promessa della filosofia cattolica tedesca dei primi decenni del secolo XX? Abbandonò l’ortodossia per ragioni che non esitiamo a definire religiose. Ma è pur sempre un transfuga; e allora anche il solo sospetto di un antisemitismo - che ereditava da un monaco cattolico di qualche secolo prima - diventa una ghiotta occasione per punirlo.

© Copyright La Stampa, 29 ottobre 2008

E D I TO R I A L E

HEIDEGGER, CATTIVO MAESTRO ANTI- OCCIDENTE

ANDREA GALLI

È curioso, alle volte, il destino. Uno aiuta gli ebrei a sfuggire alla persecuzione nazista e diventa il «Papa di Hitler». Un altro si propone come guida filosofico-spirituale del Terzo Reich, fa sfoggio di un radicale antisemitismo, arrivando alle delazione nei confronti di colleghi ebrei, che verranno per questo allontanati dall’università, e a teorizzare l’«annientamento totale» del «nemico asiatico», cioè ebraico, e diventa il più grande filosofo del XX secolo. È una considerazione che torna alla mente seguendo le estenuanti polemiche sui «silenzi» di Pio XII e leggendo contemporaneamente l’ultimo lavoro di Víctor Farías, lo storico e filosofo cileno che venti anni or sono ebbe il merito di squarciare il velo di un segreto fino allora ben custodito, quello dei rapporti di Martin Heidegger con il regime nazionalsocialista.
Farías ne «L’eredità di Heidegger nel neonazismo, nel neofascismo e nel fondamento islamico», che esce oggi in anteprima per un’editrice italiana, Medusa, coglie nuovamente nel segno per quanto riguarda il proposito di fondo, fare un quadro delle ricadute nefaste del pensiero di Heidegger. Meno, purtroppo, nelle conclusioni. Un’occasione mancata. Con il piglio di un Simon Wiesenthal dell’heideggeri­smo Víctor Farías (Wiesenthal di cui Farías è stato amico) il detective cileno si è messo sulle tracce di un nugolo di pensatori antimoderni o reazionari che si sono abbeverati alle teorie dell’oracolo della Selva Nera, con esiti spesso inquietanti. Dal tedesco Rudolf Bahro, ecologista radicale e teorico dell’avvento di un «Adolf verde», ai protagonisti neopagani della Nouvelle droite francese, Alain de Benoist in testa, al sociologo argentino antisemita Norberto Ceresole, già consigliere di Hugo Chávez, fino ai teorici della Repubblica islamica iraniana – ed è questa la parte più intrigante del libro – come Reza Davari Ardakani e Ahmad Fardid, quest’ultimo, morto nel 1994, leader di un gruppo di intellettuali e mullah ai tempi della rivoluzione islamica conosciuti come «gli heideggeriani». Con cui avrebbe avuto a che fare, in qualche modo, lo stesso Ahmadinejad.
Una disamina sostenuta da due convinzioni. La prima, condivisibile, che seguendo il vegliardo di Todtnauberg sui suoi «sentieri interrotti» si arrivi a un’ostilità nei confronti della civiltà giudaico-cristiana – causa della decadenza e dell’oscuramento spirituale dell’Occidente – che può facilmente sfociare in un antigiudaismo e in un anticristianesimo à la Alfred Rosenberg. La seconda, incredibilmente naïf, che la fascinazione per Heidegger abbia come conseguenza «l’accettazione del totalitarismo e la negazione dei principi che garantiscono la convivenza democratica e civilizzata». Da lì il setacciare compulsivo dello studioso cileno nel catalogo degli estremismi di diverso segno e latitudine, alla ricerca di virtuali svastiche e camice brune fra i cultori di «Essere e tempo».
Non rendendosi conto, forse, che se Heidegger è diventato il filosofo del XX secolo è perché una repulsione verso il monoteismo biblico, un anelito a riallacciarsi ad un mondo arcaico numinoso e ferino e una spinta anti-umanistica, o meglio dis-umanizzante, animano fior fior di democratici e liberali. E di civili accademici. Non solo i «nazisti dell’Illinois», tanto odiati anche da John Belushi.

© Copyright Avvenire, 28 ottobre 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Veramente quelle parole sulla Bibbia, il cielo e la salvezza sono di Sant'Agostino. E'lui la fonte primaria. Galileo le ha solo riprese a pie'pari, tra l'altro non direttamente da Agostino, ma dal cardinal Baronio suo amico. Proprio come ha fatto anche GPII. Malpelo lo dovrebbe sapere.

Paolo