19 maggio 2008

«Troppi ragazzi vecchi dentro (Accattoli). Polemiche per l'intervento del sindaco che avrebbe voluto dare un bacio al Papa (Dellacasa)


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DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE A GENOVA E SAVONA

VISITA PASTORALE DEL PAPA A GENOVA E SAVONA(17-18 MAGGIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

La visita in Liguria «Troppi ragazzi vecchi dentro. Dialogate con tutti ma siate voi stessi»

Il Pontefice richiama i giovani «Non seguite i miti e le mode»
Appello contro le bombe a grappolo: metterle al bando

DAL NOSTRO INVIATO

Luigi Accattoli

GENOVA — «Entrate in dialogo con tutti ma siate voi stessi»: è la consegna del Papa teologo ai giovani di Genova. Egli vorrebbe che affrontassero la vita consapevoli della propria identità cristiana ma non «rinchiusi». Cinque ore più tardi allarga l'invito agli adulti e li chiama a «dialogare in profondità con tutti».
È questo cattolicesimo aperto, identitario ma dialogante a 360 gradi, che Papa Benedetto XVI è venuto a proporre in Liguria. E se sabato — nella tappa di Savona — era prevalsa la chiamata a far fronte con «coraggio» alle «sfide del mondo», ieri a Genova è stata dominante la chiave del dialogo.
Sono stati due giorni di maltempo: «Purtroppo la pioggia mi perseguita in questi giorni, ma prendiamola come segno di benedizione», ha detto Benedetto in mattinata ai cinquemila giovani che — tra uno scroscio e l'altro — gli hanno fatto una bella festa con canti e lancio di coriandoli.
Ha messo in guardia i ragazzi che gli battevano le mani dal «grande vuoto» dei «miti» e delle «mode» e li ha spinti a farsi «missionari» e «testimoni arditi» della fede cristiana in atteggiamento di estroversa comunicazione: «State uniti, ma non rinchiusi; siate umili, ma non pavidi; siate semplici, ma non ingenui; siate pensosi ma non complicati; entrate in dialogo con tutti, ma siate voi stessi ».
Ha ripreso il tema a metà pomeriggio, durante l'omelia della messa celebrata in piazza della Vittoria: «Lo dico agli adulti e ai giovani: coltivate una fede pensata, capace di dialogare in profondità con tutti, con i fratelli non cattolici, con i non cristiani e i non credenti. Portate avanti la vostra generosa condivisione con i poveri e i deboli, secondo l'originaria prassi della Chiesa».
Forse c'era l'intenzione di mettere in guardia i genovesi dalla loro indole risentita e combattiva in queste altre parole di ispirazione larga, ecumenica: «Cari amici, guardate al futuro con fiducia e cercate di costruirlo insieme, evitando faziosità e particolarismi, anteponendo ai pur legittimi interessi particolari il bene comune». E ancora ha aggiunto il Pontefice: «In una società tesa tra globalizzazione e individualismo la Chiesa è chiamata ad offrire la testimonianza della comunione ». La giornata era iniziata con una preghiera personale al Santuario della Guardia, dove il Papa aveva passato la notte. Poi il primo appuntamento pubblico all'ospedale Gaslini, dove ha parlato al personale e ai bambini ricoverati.
Dopo l'incontro con i giovani, sempre in piazza Matteotti, il Papa ha recitato l'Angelus un po' prima di mezzogiorno, abbreviando i tempi a causa della pioggia. Qui ha ricordato il ruolo di Genova nella storia del mondo e della Chiesa: «Quanti missionari sono partiti da questo porto per le Americhe e per altre terre lontane».
Dopo l'Angelus ha formulato un appello per la «interdizione delle munizioni a grappolo », indirizzato alla Conferenza diplomatica che si apre oggi a Dublino, stimolandola a «rimediare agli errori del passato ed evitare che si ripetano in futuro».
Durante l'omelia della celebrazione del pomeriggio ha nominato il governo Berlusconi, rivolgendo «un saluto particolare al ministro Claudio Scajola che è qui in rappresentanza del nuovo governo, che proprio in questi giorni ha assunto le sue piene funzioni al servizio dell'amata Nazione italiana». In prima fila c'era anche Pier Ferdinando Casini, eletto in Liguria.

© Copyright Corriere della sera, 19 maggio 2008

L'incontro L'intervento di Marta Vincenzi dopo il sostegno alla legge 194

L'appello del sindaco al Papa: l'etica non sia lotta politica

Genova, Benedetto XVI al Gaslini: santuario della vita
Costa, vicepresidente della Regione del Pd, attacca il sindaco: non mi sembra il caso di confrontarsi con il Papa


Erika Dellacasa

GENOVA — Occhi e telecamere puntati su Benedetto XVI, ieri mattina all'ospedale pediatrico Gaslini, per cogliere eventuali segni di irritazione dopo le parole del sindaco di Genova Marta Vincenzi al
Corriere: «Il Papa è il benvenuto ma io difendo la laicità dello Stato». E a conferma di questo Vincenzi sabato pomeriggio è andata al presidio delle associazioni in difesa della legge 194.

Invece Benedetto XVI ha sorriso e ha anche annuito nell'ascoltare l'inusuale messaggio del sindaco.

Perché Vincenzi ha deciso di «parlare» al Papa, di entrare nel merito delle questioni e di non limitarsi a un saluto di circostanza. Noi — ha detto — come amministratori pubblici «perseguiamo il bene collettivo affinché i cittadini possano orientare le loro condotte di vita senza imposizioni o limitazioni improprie ». Ha sottolineato come «favorire nuovi spazi di autonomia, libertà e responsabilità personali sia il miglior modo per aiutare la stabilità sociale ». «Lo sforzo — ha concluso — è quello di ribadire principi evitando di trasformare l'etica in un campo di lotta politica». Il riferimento — con le dovute cautele imposte dal protocollo — è ancora alla legge sull'aborto, agli interventi della Chiesa sulla 194 e all'utilizzo delle ragioni etiche della Chiesa nello scontro fra parti politiche. Per dare forza alle sue parole il sindaco ha citato il teologo evangelico tedesco Bonhöffer: «Il comportamento etico non è stabilito in partenza e una volta per tutte, quindi in linea di principio, ma nasce con la situazione data». E ha citato un secondo passo del teologo, morto in campo di concentramento, sulla missione dei fedeli laici, sulla responsabilità della coscienza e sul «rispetto delle rispettive competenze ».

Se c'è stata irritazione nell'entourage papale non è trapelata (anche se si può ipotizzare, il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone era piuttosto accigliato), quanto a Benedetto XVI è stato perfino cordiale con il sindaco con cui ha scambiato parole di ringraziamento per l'accoglienza.

Nel suo intervento davanti ai piccoli malati, alle famiglie e al personale medico del Gaslini il Pontefice ha sottolineato come l'ospedale pediatrico sia «un santuario della vita e un santuario della famiglia» e come il suo fondatore abbia voluto «che l'ispirazione cristiana dell'Istituto non venga mai meno ». Un caso che proprio in quel momento le campane della cappella del Gaslini abbiano iniziato a suonare fra la costernazione dei frati.

C'è chi ha trovato spericolato l'intervento del sindaco: «Non mi sembra il caso di confrontarsi con il Papa, un grande teologo, sul piano dell'etica», ha commentato il vicepresidente della Regione Liguria Massimiliano Costa (area cattolica del Pd). Il quale non ha approvato neanche la presenza di Vincenzi al presidio per la 194: «C'è un tempo per ogni cosa, e quello non era il momento giusto. Benedetto XVI è venuto a Genova e ha affrontato grandi temi universali, non è venuto a parlare della 194. A volte guardiamo solo il nostro ombelico».

La visita papale non ha avuto imprevisti. Nel pomeriggio il Pontefice ha celebrato la Messa in piazza della Vittoria, davanti a cinquantamila persone, dove ha ringraziato «le autorità civili per l'accoglienza e per il fattivo sostegno che hanno prestato alla preparazione e all'organizzazione di questo mio pellegrinaggio». Un riconoscimento gentile per le spese per la visita che a Genova hanno sollevato qualche mugugno.

© Copyright Corriere della sera, 19 maggio 2008

Leggo:

Invece Benedetto XVI ha sorriso e ha anche annuito nell'ascoltare l'inusuale messaggio del sindaco.

Benedetto XVI è stato perfino cordiale con il sindaco con cui ha scambiato parole di ringraziamento per l'accoglienza...

Beh, e' chiaro: la classe (del Papa!) non e' acqua!
R.

La curiosità

E il primo cittadino disse: Santità, vorrei darle un bacio

GENOVA — Poche parole scambiate a microfoni spenti tra Benedetto XVI e il sindaco di Genova. «La ringrazio per la bellissima accoglienza della città» ha detto Papa Ratzinger stringendo le mani a Marta Vincenzi, al termine dell'incontro all'ospedale «Giannina Gaslini» di ieri mattina.
E il primo cittadino, non senza emozione, ha sussurrato al Pontefice: «Santità, il protocollo non me lo permette ma se fosse possibile io vorrei darle un bacio».
E. D.

© Copyright Corriere della sera, 19 maggio 2008

Grazie al Cielo ci siamo risparmiati il siparietto...
R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

...Ah, ha detto proprio così? "Il protocollo non me lo pemette, ma se fosse possibile vorrei darle un bacio".? Sì, il bacio di Giuda, e poi di corsa al prsidio pro legge 194. Ma non c'è limite alla mancanza di ritegno!