10 luglio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 10 luglio 2007 [Il Papa a Lorenzago]


Vedi anche:

IL PAPA IN CADORE: LO SPECIALE DEL BLOG

Il Papa a Lorenzago: cronaca e curiosita'

Rassegna stampa del 10 luglio 2007 [Il Papa a Lorenzago]

Navarro Valls racconta le "vacanze-studio" del Papa

IL PAPA A LORENZAGO: I VIDEO DI SKY

Qualche "chicca" offerta dal Papa all'arrivo a Lorenzago

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

IL TESTO DEL MOTU PROPRIO (in italiano)

LA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI PER PRESENTARE IL MOTU PROPRIO.

Messa tridentina: lo stile di Benedetto XVI

Così Lorenzago ha accolto Benedetto XVI. L’entusiasmo dei ragazzi delle parrocchie con bandiere e striscioni di saluto lungo le strade

Due ali di folla e un mazzo di rose

Ore 12.30, atterra l’elicottero bianco: «Finalmente in montagna»

LORENZAGO. Dopo sei volte di Wojtyla, la prima di Ratzinger. «Finalmente in montagna», sospira Benedetto XVI mettendo piede in Cadore. Sono le 12.30 quando l’elicottero bianco del 31º stormo dell’aeronautica atterra ai campi da tennis, nella valle sotto il paese. «Grazie, so che mi avete preparato tutto bene», si rivolge al presidente della Provincia, Sergio Reolon. «Grazie tante», insiste con il sindaco Mario Tremonti. E al parroco don Sergio De Martin dice soddisfatto: «Voi qui siete abituati a ricevere papi». La mattinata di temporali e pioggia lascia spazio a una pausa.
S’affaccia perfino il sole ad illuminare l’elicottero che prima di scendere sorvola il castello e la casa di Mirabello, quindi la piazza. Sventolano il tricolore, la bandiera del Vaticano e quella austriaca quando Ratzinger s’affaccia dal velicolo e saluta sorridente. Ci sono un po’ tutti, dal vescovo Giuseppe Andrich al prefetto, al questore, all’arcidiacono Marinello. Mezz’ora prima, all’aeroporto di Treviso, Benedetto XVI aveva ricevuto il benvenuto del presidente della regione, Giancarlo Galan, del vescovo che ospita il capo della Chiesa, mons. Andrea Bruno Mazzocato, di sindaci, altre autorità. «Siamo orgogliosi», dirà poi Galan, commentando il supporto della regione, «perché stiamo ormai diventando specialisti nella costruzione di case per i papi».
Carabinieri in alta uniforme e una piccola folla a salutare il “papa finalmente cadorino”. I villeggianti sono catturati dall’evento più ancora dei residenti e non sanno se dare la mano al pontefice o fargli una foto. Ratzinger appare affaticato. Confiderà agli accompagnatori che ha proprio bisogno di queste tre settimane di aria purificante. «Ogni ospite merita riserbo», commenterà saggiamente Andrich: per il papa ma anche per gli altri ospiti. E sulla stessa lunghezza d’onda - quella appunto del rispetto - il presidente Reolon si concede: «Non possiamo che aspettarci una valorizzazione del nostro patrimonio, le Dolomiti, ma lontanissima da noi l’idea di voler strumentalizzare questa presenza».
Il corteo pontificio attraversa il paese, due ali di folla, da giro d’Italia, in centro. Poi i tornanti che lo portano a Mirabello. «Be-ne-det-to, alè, alè. Be-ne-det-to, alè, alé», esplodono in un saluto i cento ragazzi di una decina di parrocchie della diocesi di Treviso presenti in campi scuola ai piedi delle Dolomiti. Chiara, Marco e Davide, di Fossalta di Piave, si fanno avanti con un mazzo di rose bianche. Benedetto XVI saluta tutti, stringe le mani a tutti. Sembra proprio non avere fretta. Si ferma con i giornalisti, sorride ai poliziotti, agli uomini della finanza, ai carabinieri, ai forestali. Tutti sistemati lungo il sentiero che dal piazzale del Mirabello lo porta verso casa. Ci sono anche coloro che gli hanno ristrutturato la casa e che stanno organizzando le sue vacanze.
Una sosta davanti al monumento a Giovanni Paolo II, un ultimo saluto ai videoperatori dietro le telecamere e poi, con i vescovi Mazzocato ed Andrich, la rapida “conquista” della sua residenza.
Passano poche decine di minuti ed il cielo torna a rabbuiarsi. Ricomincia a piovere. E’ l’unico rumore che si sente in paese. A sentire i suoi accompagnatori, questa - come peraltro ha accennato lui stesso - sarà fino al 27 luglio una vacanza per «studiare e pregare, meditare e riposare». Magari anche per scrivere qualche pagina del suo prossimo libro sulla vita di Gesù o per preparare la prossima enciclica.
Oggi probabilmente il papa continuerà a riposare all’interno della casa. Domani sera, invece, potrebbe scendere in paese, per riceverne l’omaggio in occasione del concerto d’organo dedicato a San Benedetto. A parte i due Angelus, del 15 e del 22 luglio, per Benedetto XVI un’altra possibile uscita potrebbe essere quella di Auronzo per incontrare i preti delle due diocesi. Appuntamento confermato, ma non ancora ufficializzato.

© Copyright Corriere delle Alpi, 10 luglio 2007


Benedetto XVI è arrivato in Veneto per le vacanze. «Finalmente via dalla città e dalle cose di ogni giorno»

Il Papa: prego sempre per padre Bossi

Il Pontefice in Cadore. Tra i progetti un nuovo libro su Gesù e un'enciclica sociale

Marisa Fumagalli

LORENZAGO DI CADORE (Belluno) — Un flebile raggio di sole filtra dalle nubi nere, poi la ventata forte dell'elicottero in atterraggio. Benedetto XVI arriva, tra le cime del Cadore, a mezzogiorno e 30 minuti. «Finalmente in montagna, via dalle cose di ogni giorno, via dalla città. Potrò studiare e pregare, meditare e riposare», è la battuta, liberatoria, del Pontefice, in ferie da ieri. Suonano le campane della chiesa di Lorenzago, paesani e villeggianti applaudono, le autorità religiose e civili danno il benvenuto e i fanciulli offrono il primo cestino di fiori, rododendri e gigli di San Giovanni. Il secondo, lo avrà nel parco del castello di Mirabello, sulla soglia della villetta delle vacanze; è la stessa che ospitò Giovanni Paolo II, l'ultima volta nel 1998. Qui, anche l'incontro con i cronisti; il Papa, incalzato, concede alcune dichiarazioni. Il rapimento di padre Giancarlo Bossi è il drammatico argomento di attualità. «Il mio pensiero va ogni giorno a lui — afferma — Ho parlato con il Sostituto alla Segreteria di Stato, che è stato nunzio apostolico nelle Filippine; mi ha dato le informazioni aggiornate. Preghiamo e speriamo, che il Signore ci aiuti».
Conoscendo le inclinazioni di Joseph Ratzinger, le sua intensa attività intellettuale, c'è da presumere che, a differenza del predecessore — sportivo, amante delle escursioni — trascorrerà molto tempo a leggere e a scrivere. Si cimenterà, dunque, con le seconda parte del libro già pubblicato, «Gesù di Nazareth»? «Sono nelle mani di Dio — è la risposta — Non lo so. Spero di scriverne qualche pagina». I cronisti insistono: avrà tempo anche per pensare a una nuova Enciclica? «Sì, anche... Eventualmente». E tanto basta per immaginare Benedetto XVI al lavoro a un documento, forse sorprendente, probabilmente sui temi sociali. Di quelli che fanno discutere come sta accadendo con il «motu proprio» che riporta in auge la messa in latino. Con l'augurio reciproco di buone vacanze, si chiude il breve incontro pubblico. E da quel che si sa, pochissimi altri ce ne saranno, durante le vacanze del Pontefice in Cadore. A meno di qualche imprevedibile ed estemporanea uscita. Le richieste di udienze fioccano, ma resteranno inevase. Il relax del Papa è sacro.
Tant'è. Alla gente, ai turisti/ pellegrini, ai curiosi che approdano da queste parti, animando un paese di 600 abitanti, con vocazione turistica approssimativa, basta lavorare di fantasia, pensando di trovarsi al centro di un evento speciale, vegliando a distanza. Mentre, come capita in questi casi, si accende il piccolo business: la vendita della «Papst Bier», la birra del Papa, la pizza a lui intitolata, il bicchiere (3 euro) con l'effigie di Benedetto XVI.
Poi ci sono i francobolli e le cartoline; in qualche negozio fanno ancora bella mostra quelle intitolate a Giovanni Paolo II. «La presenza del Papa, oltre a renderci orgogliosi, è un'iniezione di vitalità — ammette il sindaco Mario Tremonti (forse lontano parente dell'onorevole Giulio) — Tramite le Curie locali mi sono adoperato, con discrezione, affinché Benedetto XVI accettasse l'invito a trascorrere le vacanze a Lorenzago. È andata bene, ne vado fiero».
Per assicurare degna accoglienza a Joseph Ratzinger e al suo seguito, la villetta ospitale (di proprietà del Seminario di Treviso) è stata ristrutturata. C'è anche un pianoforte a coda tra gli arredi. «Così il Papa potrà coltivare la sua passione per la musica ». E qualcuno già ode le note di Mozart risuonare nel giardino fiorito.

© Copyright Corriere della sera, 10 luglio 2007


BENEDETTO XVI E’ ARRIVATO IN CADORE: VI RIMARRA’ FINO AL 27 LUGLIO

Un’enciclica e un libro

Ecco i progetti del Papa
Il nuovo documento sarà dedicato ai temi sociali


MARCO TOSATTI

INVIATO A LORENZAGO (BL)
Una nuova enciclica, probabilmente sui temi sociali: Benedetto XVI comincia le vacanze a Lorenzago di Cadore, lasciando trapelare qualche notizia su quella che sarà la sua attività in questi diciannove giorni di riposo. Sta lavorando sulla seconda parte del Gesù di Nazaret, gli è stato chiesto all'arrivo al castello di Mirabello? «Siamo nelle mani di Dio - ha risposto, alzando le braccia -. Non lo so, spero di scriverne qualche pagina qui». Una giornalista ha incalzato: «Avrà tempo anche per pensare a una nuova enciclica?». «Sì, anche», ha risposto il Papa.
«Allora c’è una nuova enciclica?», hanno incalzato i cronisti. «Sì, eventualmente», ha risposto Benedetto XVI. Qualche indicazione sugli obiettivi del nuovo documento pontificio in realtà era già stato fornito nei mesi scorsi dal presidente dei vescovi tedeschi, il cardinale Lehmann, e dal Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone. Questi, intervenendo il 20 marzo scorso a un incontro con il mondo della finanza a Milano aveva accennato al fatto che il Papa stava scrivendo alcune riflessioni dedicate alle problematiche sociali e al lavoro.
Lehmann invece aveva parlato esplicitamente del progetto di un'enciclica sociale, da collocarsi nel seguito della «Centesimus Annus», scritta da Giovanni Paolo II nel 1991, due anni dopo il crollo del muro. Ma in questi sedici anni il mondo, soprattutto quello economico, ha cambiato volto, in virtù della globalizzazione. Secondo il Pontefice l’odierna società globalizzata, come ha dichiarato ai partecipanti a un convegno sulla Centesimus Annus due mesi fa, «registra spesso paradossali e drammatici squilibri. In effetti, quando si considera l’incremento sostenuto dei tassi di crescita economica, quando ci si sofferma ad analizzare le problematiche collegate al progresso moderno, non escluso l’elevato inquinamento e l’irresponsabile consumazione delle risorse naturali e ambientali, appare evidente che solo un processo di globalizzazione attento alle esigenze della solidarietà può assicurare all’umanità un futuro di autentico benessere e di stabile pace per tutti».
Nell'enciclica il Pontefice esprimerà un concetto che gli è molto caro: «Solo dall’intreccio ordinato dei tre profili irrinunciabili dello sviluppo, economico, sociale ed umano, può nascere una società libera e solidale».
Ieri per la prima volta Benedetto XVI ha parlato di padre Bossi, il missionario del Pime rapito nelle Filippine. «Il mio pensiero va ogni giorno a Padre Bossi. Speriamo, preghiamo che il Signore ci aiuti». E' la prima volta che Benedetto XVI fa esplicito riferimento a padre Bossi, anche se nei giorni scorsi per due volte la sua voce si è levata «per tutti i rapiti», per chiedere la loro liberazione. Ma Benedetto XVI oltre che all’arcivescovo Filoni ha chiesto notizie del sacerdote di Abbiategrasso all’arcivescovo di Zamboanga, monsignor Romulo G. Valles, salutandolo nel corso della cerimonia della consegna del pallio, il 29 giugno scorso.
Da ieri comunque sono cominciate le vacanze: «Finalmente in montagna - ha detto il Papa appena giunto a Lorenzago di Cadore - lontano dalla città, e da tutte queste cose che succedono ogni giorno: potrò studiare e pregare, meditare e riposare». Di passeggiate per ora non se ne parla, vista la pioggia a scrosci. Ma nella villetta di proprietà della diocesi di Treviso, interamente rifatta (compreso un piccolo ascensore) Benedetto XVI ha trovato un pianoforte Yamaha a mezza coda messo a disposizione da un negoziante di strumenti musicali di Venezia che ama villeggiare a Lorenzago. La villetta, una casetta semplice, su due piani con i pavimenti in legno, di larice nero, è composta da salotto sala da pranzo, cinque camere, uno studio, cappella privata. Solo questa non ha subito modifiche ed è stata conservata come ai tempi di Wojtyla.

© Copyright La Stampa, 10 luglio 2007

Nessun commento: