10 luglio 2007

Rassegna stampa del 10 luglio 2007 [Il Papa a Lorenzago]


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SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

IL TESTO DEL MOTU PROPRIO (in italiano)

LA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI PER PRESENTARE IL MOTU PROPRIO.

Messa tridentina: lo stile di Benedetto XVI

Cari amici, anche oggi avremo di che leggere: gli articoli sono molti e c'e' tanto da commentare. Chiaramente i giornali si occupano dell'arrivo del Papa in Cadore, ma non trascurano le polemiche sulla Messa tridentina e sul documento della Congregazione della dottrina della fede che verra' pubblicato proprio oggi.
Raffaella

I cadorini hanno rispolverato l’antico modo di suonarle, direttamente col battocchio

Campane a distesa nel «paese dei due Papi»

Tra la gente in attesa, venuta a Lorenzago anche da lontano per poterlo salutare

LORENZAGO. Il suono delle campane della chiesa parrocchiale, suonate a distesa, ha comunicato a tutte le genti del Cadore che Papa Benedetto XVI era arrivato in terra cadorina, ed aveva appoggiato il suo piede su quella di Lorenzago. Il segnale partito da quello che ormai è conosciuto come “il paese dei due Papi” e che nelle prossime tre settimane potrebbe chiamarsi “il piccolo Vaticano”, è stato ben presto raccolto da tutte le altre chiese della provincia che così hanno dato vita a un maxi concerto di campane, come non si sentiva da tempo, e cioè da quando Giovanni Paolo II si era recato a Pieve di Cadore per la visita alla Magnifica Comunità e sulle scale della quale ha recitato il famoso Angelus “sull’obbligo di pagare le tasse”.
«In questa occasione», racconta Giampietro De Donà, dipendente comunale di Lorenzago ora in pensione, «i campanari di Lorenzago hanno rispolverato un antico modo di suonarle. Non tirando le corde che fanno muovere le campane, bensì a “campanoto”, cioè muovendo direttamente il batocchio con le mani realizzando così un ritmo solenne, come fosse se la campana fosse uno strumento musicale, realizzando così dei concerti di rara armonia».
Il lato religioso e di riflessione di queste vacanze del papa è emerso anche dalle parole di don Levorato, docente del Seminario di Ravenna, che non ha voluto mancare all’appuntamento, pur essendo in vacanza a Canale d’Agordo. «Non potevamo mancare. A differenza di Giovanni Paolo II, questo papa non si muoverà molto, perché senz’altro dedicherà molto tempo a riflettere. E’ un teologo, perciò ha bisogno di tempi di riflessione molto più ampi che il suo predecessore».
«Sono convinto anch’io», ha aggiunto don Alvaro Marabini, rettore del seminario di Ravenna, che da Canale d’Agordo si era fatto accompagnare da alcuni seminaristi. «Come potete vedere, ho portato con me un seminarista nigeriano, uno della Guinea occidentale, e uno cubano. Ho voluto far loro comprendere quanto sia importante la comunità ecclesiale che si esprime con questi raduni che se anche hanno ben poco di religioso, esprimono comunque un grande senso della comunità alla quale i fedeli appartengono, da qualsiasi parte del mondo provengano». L’aspetto religioso dell’attesa è stato posto in evidenza anche da suor Vittor Elda, Armanda, Teresa, e Luisa, in servizio all’ospedale di Conegliano e che in questi giorni sono in ferie a Vigo di Cadore: «Per chi di noi non ha mai visto il Papa dal vero, è stata un’emozione fortissima. Ci sentiamo molto legate a Papa Benedetto che per la religione cattolica sta facendo molto. Siamo sicure che la sua presenza porterà un po’ di pace anche da noi». Quasi come conclusione della bella giornata, anche il parroco di Vigo don Andrea Constantini, ha auspicato «che dopo Lorenzago, il papa voglia visitare anche Vigo, dove abbiamo le bellissime chiesette da fargli vedere. Esiste già una mezza promessa, speriamo che in una delle uscite dei prossimi giorni si faccia vedere».

© Copyright Corriere delle Alpi, 10 luglio 2007


Quei cartelli di tutti i colori

«Vogliamo fargli sentire che gli vogliamo bene»

LORENZAGO. «Siamo qui ad attendere il Papa», ha affermato Daniela Gerardi, una delle ragazze di Pelos che in questi giorni hanno lavorato per preparare 4 cartelli in onore dell’ospite, perché Benedetto XVI, che arriva per la prima volta in Cadore abbia una buona impressione di noi. Con questi cartelli vogliamo fargli sentire che gli vogliamo bene e che è il benvenuto». Nicole Di Fonso, Ilaria Nassinvera, Veronica Dal Molin e Daniela Gerardi sono quattro belle ed allegre ragazze attorno ai 15 anni. Hanno lavorato più di 24 ore per preparare i cartelli.
Non stavano più nella pelle dalla gioia di essere presenti all’arrivo del Papa. Così hanno esposto orgogliosamente i loro coloratissimi cartelli lungo la strada per essere sicure che il papa li avrebbe visti. L’idea delle ragazze è stata solamente una delle iniziative che i giovani presenti sulla piazza di Lorenzago hanno concretizzato per salutare l’illustre ospite. Invece dei cartelli, i ragazzi di Sottomarina hanno realizzato uno striscione che è rimasto esposto in grande evidenza per tutta la mattinata, e che è stato molto fotografato anche perché insieme allo striscione il gruppo condotto da Roberto Pagan ha sventolato continuamente delle bandierine delle strisce colorate come quelle delle majorette.
«Consideriamo molto educativo», ha spiegato l’accompagnatore Pagan, «portare i giovani a questi appuntamenti. Accorgersi che attorno esiste una Comunità di fedeli è molto importante. Quale occasione migliore potrebbe esserci dell’arrivo del Papa?».
«Noi siamo qui oggi», hanno affermato Rosa Baruzzo, Cristina e Maria Grazia Franco, Gian Luca e Laura Martinetto, «per testimoniare che la cosa più importante nella vita di un uomo è la fede». Per Adriano Marin e Natalina De Conto di Colfosco (Treviso), «l’arrivo del papa è stato un avvenimento emozionante. Anche se non ho potuto salutarlo bene, ha affermato la signora, non importa: ciò che è importante è esserci. Noi sono molti anni che seguiamo gli spostamenti del papa ed a Lorenzago siamo venuti più volte anche con papa Woityla». «L’arrivo del Papa in Cadore», ha affermato Giancarlo Favero di Motta di Livenza, «deve essere vissuto dai cadorini anche come una straordinaria opportunità di far conoscere il territorio e ciò che offre. Spetta alle istituzioni e specialmente agli amministratori comunali attivarsi per far sì che la copertura mediatica di questi giorni non si perda nel nulla. E’ arrivato il momento per loro di prendere delle iniziative ed investire per poter domani avere un ritorno di questa presenza tanto importante. Nelle altre occasioni non ne sono stati capaci, questa volta spero non perdano un’altra volta il treno». (v.d.)

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Sul Vajont l’elicottero di Ratzinger per vedere dall’alto la diga e la frana

LORENZAGO. Ratzinger ha voluto vedere, almeno con un’occhiata dall’alto, la diga del Vajont. L’elicottero bianco del 31º Stormo che lo stava portando a Lorenzago, ieri mattina ha infatti sorvolato Longarone, la diga e i paesi di Erto e Casso. Non erano sulla direttrice del volo. Il pilota ha raccontato che quando l’elicottero ha passato il Fadalto, gli è stato chiesto di effettuare una piccola deviazione proprio verso la diga del Vajont e la grande frana che provocò il disastro del 1963. Benedetto XVI conosce certamente la vicenda, anche perché gli sono pervenuti alcuni inviti a recarsi sul posto, ed in particolare a visitare e raccogliersi in preghiera al cimitero delle vittime del Vajont, a Fortogna. Un’eventualità che, secondo alcuni, non sarebbe da escludere del tutto. Non si sa che impressione abbia fatto al Papa la zona del Vajont ieri mattina, né quali commenti abbia eventualmente fatto. Il pilota dell’elicottero che ha riferito l’episodio era occupato nel volo.

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Coperto da uno stretto riserbo il programma delle possibili «uscite» del pontefice

Prevista una sola escursione: a Pian dei Buoi

Ma i forestali hanno preparato comunque una mezza dozzina di itinerari nelle Dolomiti
Ratzinger invitato a un concerto Forse domani il primo incontro pubblico in occasione del suo onomastico


LORENZAGO. Un “giallo” (si fa per dire) sulle escursioni di Benedetto XVI. Tutti le danno come centellinate, perché il papa vuole riposare. Le indiscrezioni che si rincorrono ai piedi del Cridola suggeriscono una mezza dozzina di uscite. Sembra, invece, che il programma concordato tra il Corpo forestale dello Stato, che ha in gestione l’organizzazione del soggiorno, e la gendarmeria vaticana preveda, al momento, un’unica escursione: al Pian dei Buoi, dove Ratzinger verrebbe portato in elicottero.
Il luogo è sicuramente suggestivo. Era uno dei preferiti anche da Wojtyla, che in una delle sue puntate incontrò anche il temporale, riparandosi sotto una tenda. Davanti al fuoco, gli accompagnatori improvvisarono canzoni alpine a cui lui stesso partecipò. Si parla, poi, di due itinerari individuati dal Corpo forestale nei boschi della val Visdende. Qualcuno diceva che sarebbero già stati mascherati con una rete di protezione analoga a quella che circonda la casa di Lorenzago. Ma per chi ha passato al setaccio la valle non c’è ombra di mascheramenti. L’ipotesi della val Visdende comprenderebbe anche la celebrazione di una messa: eventualità che sarebbe molto gradita in particolare al vescovo emerito Maffeo Ducoli, che l’11 luglio riceverà la cittadinanza onoraria di San Pietro di Cadore.
Papa al concerto. La prima uscita pubblica di Benedetto XVI potrebbe essere domani sera, per partecipare all’inaugurazione del restauro dello storico organo “Francesco Comelli” del 1790 a Lorenzago. Il vescovo Giuseppe Andrich gli ha rivolto un particolare invito, perché nella circostanza verranno rilanciati anche gli itinerari d’arte nelle chiese dell’Alto Bellunese. Nella parrocchiale di Lorenzago, alle 20.45, Claudio Caretta guiderà il concerto che sarà in onore di San Benedetto, patrono d’Europa, e giorno onomastico del papa.
Richieste d’incontro. Più di mille richieste, la gran parte di persone singole, di incontrare il papa sono arrivate via telefono al parroco di Lorenzago don Sergio De Martin. «L’accelerazione c’è stata negli ultimi giorni», racconta il sacerdote. «Alla mia obiezione che il santo padre raggiunge il nostro paese per riposare, pregare e riflettere, mi rispondono che a loro basterebbero anche 5 minuti, 3 minuti. Se facciamo un po’ di conti, il papa consumerebbe un terzo del suo soggiorno se ascoltasse tutti». Il parroco preferisce non raccontare nello specifico i drammi che spesso gli vengono esposti e per i quali si desidererebbe il conforto di Benedetto XVI. De Martin fa notare, comunque, che «c’è maggiore simpatia intellettuale, a livello popolare, con Benedetto XVI piuttosto che con Giovanni Paolo II: da tante telefonate che ho ricevuto, la gente avverte che questo pontefice riesce a dire, in modo semplice, le verità ultime che sta cercando».
Anche l’orso. Compare anche un orso in uno dei maxi manifesti di benvenuto preparati dai ragazzi della colonia estiva di Sottomarina di Chioggia, a Lorenzago. “Grazie Santo Padre”, “Benvenuto tra noi”, “Ti vogliamo bene”; queste le scritte riportate nei variopinti cartelli che, depositati in chiesa domenica, sono stati portati ieri lungo il tragitto del papa. Le immagini di accompagnamento erano quelle del Cridola e delle tre Cime. E appunto dell’orso. (f.d.m.)

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Tutt’intorno sono stati preparati sentieri comodi, pianeggianti, con piccoli punti sosta per riposare

Benedetto suonerà anche il pianoforte

Una villetta a due piani, con gerani alle finestre: ecco la casa delle vacanze

LORENZAGO. Brani di Mozart, suonati dal papa al pianoforte della casa di Lorenzago, risuoneranno tra abeti e faggi. Sarà uno dei passatempi di Benedetto XVI, che ha detto di voler dedicare questi 18 giorni di montagna alla preghiera, al riposo, alle letture e a qualche pagina del suo nuovo libro o della nuova enciclica. La casa che lo ospita è un ambiente davvero riposante.
Ai giornalisti è stata mostrata, un’ora prima del suo arrivo, dall’esterno. Si tratta di una villetta a due piani, molto sobria. Alle finestre gerani rampicanti color viola e rosso. Il giardino di erba nana ha, lungo il perimetro, tronchi con fiori di gerani rossi. Al centro l’area-gazebo (mobile) con fontana e lampione con rose rosse. Intorno al percorso di pietre bianche, ci sono cespugli di rose bianche. Minuscoli cipressi riparano l’inizio dei sentieri che danno sul bosco. Lo stemma pontificio, in mosaico, è incorniciato nel verde della scarpata che dà sul bosco. All’ingresso della casa un monumento orizzontale che ricorda Giovanni Paolo II. “Alzo gli occhi verso i monti, il mio aiuto viene dal Signore” si legge su una pietra di marmo. Dal monumento parte il sentiero Giovanni Paolo II, praticato frequentemente da Wojtyla. Dalla parte opposta c’è un capitello mariano, che porta la scritta “Chi trova me trova la vita”, davanti al quale Giovanni Paolo II era solito sostare in preghiera. A neppure un’ora dall’arrivo dell’illustre ospite continuavano i lavori nella sua casa, con l’elettricista a perfezionare i collegamenti e un prete del seminario di Treviso a portare all’interno quattro appendiabiti in vetro. Il papa ha compiuto il percorso a piedi dal castello Mirabello all’ingresso, un vialetto asfaltato lungo il quale erano stati sistemati alberi in grandi contenitori di legno, trasportati da un elicottero.
Intorno alla casa, specie sul retro, si sviluppano sentieri molto comodi, pianeggianti, aperti appositamente nel bosco dai Forestali. Una passerella in legno permette a Ratzinger di superare un’area acquitrinosa. Non mancano le staccionate in legno realizzate appositamente perché il papa possa appoggiarsi. C’è anche un’area-gazebo, all’ombra degli abeti, con panche e tavoli in legno, pensata per dar modo a Benedetto XVI di sostare con eventuali ospiti. Più avanti un altro punto-sosta con panca e tavolo e, vicino, una minuscola cappella in legno con la statua della Madonna, donata da un forestale. Il papa, se desidera, può spingersi oltre la rete di protezione (per uscite quasi invisibili dall’esterno) per inoltrarsi verso gli storici sentieri verso Stabie. (f.d.m.)

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