19 aprile 2008

Preti pedofili: lo storico incontro fra il Papa e le vittime, momento di lacrime e preghiere (Bardazzi)


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Lo storico incontro con le vittime: un momento di lacrime e preghiera

Marco Bardazzi

NEW YORK

Un intenso momento di lacrime e preghiera, di portata storica per la Chiesa americana, che apre ora una nuova fase nel dramma della pedofilia che ha scosso il cattolicesimo negli Usa. L'emergere di dettagli e retroscena sull'incontro di giovedì sera a Washington tra Benedetto XVI e cinque vittime di abusi da parte di preti, si incrocia negli Stati Uniti con le prime valutazioni sulle prospettive che apre.

Dopo aver espresso pubblicamente per tre giorni di fila la «vergogna» della Chiesa per la vicenda, il Papa si appresta a lasciare ai vescovi americani il compito di sanare le ferite ancora aperte. Le modalità su cui muoversi Benedetto XVI potrebbe indicarle sabato mattina, in una Messa nella cattedrale di St. Patrick, a New York, alla quale prenderanno parte 3.000 preti, diaconi e religiosi provenienti da tutti gli Stati Uniti.

Le organizzazioni delle vittime della pedofilia hanno accolto in modo positivo le iniziative del Papa, ma le considerano solo un primo passo e ora terranno i vescovi nel mirino. A loro avviso, il Papa ha dato luce verde, ora tocca ai cattolici denunciare i preti che molestano i bambini e alle autorità ecclesiastiche punire pubblicamene i vescovi che hanno chiuso un occhio. È la chiamata alle armi della Survivor Network of Those Abused by Priests, la più vasta rete di vittime - oltre 8.000 aderenti - degli abusi del clero. «Avete il permesso del Papa, lui parte domenica ma ora è il nostro turno», ha detto Peter Isely, in una conferenza stampa sui gradini di St. Patrick.
Ma il successore di Ratzinger alla guida della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale americano William Levada, su questo punto frena. «Non accetto l'idea - ha detto a New York l'ex arcivescovo di San Francisco - che ci sia una larga parte di vescovi americani che hanno permesso quello che è accaduto. Se sapessi che ci sono, ne parlerei subito con il Papa, ma non ne sono a conoscenza».

Benedetto XVI ha stupito tutti gli osservatori per la forza con cui ha messo al centro della visita negli Usa il tema degli abusi sessuali. Prima sull'aereo che lo portava dall' Italia a Washington, poi in un incontro con cardinali e vescovi, e infine di fronte a oltre 45.000 fedeli nella Messa nello stadio dei Nationals, il Papa ha ribadito il dolore per l'accaduto.

Ma il gesto più simbolico è stato il faccia a faccia di 25 minuti nella cappella della Nunziatura della Santa Sede a Washington. Il Papa ha pregato con cinque persone che da giovani sono state vittime da abusi, ha scambiato parole privatamente con ciascuno di loro, mano nella mano, e ha donato loro un rosario. Alcune delle vittime hanno pianto. «Gli ho chiesto di perdonarmi per il fatto che odio la sua chiesa e odio lui», ha raccontato un uomo di 48 anni, che ha portato al Papa una foto di quando era un bambino di 9 anni, l'epoca in cui cominciarono gli abusi sessuali da parte del suo parroco.

«Il Papa - ha aggiunto - mi ha replicato: "Il mio inglese non è buono, ma voglio che tu sappia che ti comprendo e che capisco il tuo dolore"».

© Copyright Libertà, 19 aprile 2008 consultabile online anche qui.

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