18 aprile 2008
Il Papa tra le vittime dei preti pedofili (Galeazzi)
Vedi anche:
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Il Papa all'Onu: "La promozione dei diritti umani rimane la strategia più efficace per eliminare le disuguaglianze fra Paesi e gruppi sociali" (Discorso del Santo Padre all'Assemblea delle Nazioni Unite, 18 aprile 2008)
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Il Papa incontra a sorpresa le vittime dei preti pedofili (Accattoli)
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Il Papa con le vittime dei preti pedofili Usa, qualcuno piange tra le sue braccia
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IL PAPA RICEVE E PREGA CON UN GRUPPO DI VITTIME DI PRETI PEDOFILI
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Il Papa si alza e va personalmente a salutare il grande tenore Placido Domingo
Il Papa: "Nessuna mia parola potrebbe descrivere il dolore ed il danno recati dall’abuso sessuale di minorenni. Proteggere i bambini!" (Omelia della Santa Messa presso il Nationals Stadium di Washington, 17 aprile 2008)
DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE NEGLI USA
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Il Papa tra le vittime dei preti pedofili
GIACOMO GALEAZZI
INVIATO A WASHINGTON
«I nativi americani e gli schiavi hanno pagato un prezzo altissimo».
Nello stadio gremito (50 mila fedeli tra il prato e gli spalti, migliaia fuori davanti ai maxischermi), fila-record e meticolosi controlli di sicurezza per ascoltare Benedetto XVI deplorare «il crollo dei valori evangelici che investe anche alcuni cattolici» e chiedere scusa per i preti pedofili: «Nessuna mia parola potrebbe descrivere il dolore e il danno arrecati dagli abusi».
Ma il momento più significativo e atteso di questo avviene a metà pomeriggio, senza nessun preannuncio e fuori da ogni programma. Con grande commozione. Papa Ratzinger incontra, nella cappella della Nunziatura, cinque vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti pedofili. Giovani uomini e donne, oggi adulti, accompagnati dall’arcivescovo di Boston, cardinale Sean O’Malley, che ha consegnato al papa il dossier con le mille vittime della sua diocesi. Tutti pregano insieme al Pontefice, qualcuno piange. Poi ciascuno ha un colloquio privato con il Pontefice per raccontare il proprio dramma. «Il Papa ha avuto parole di incoraggiamento e di speranza - ha spiegato il portavoce papale, padre Federico Lombardi - e ha assicurato le vittime della sua preghiera per le loro intenzioni, per le loro famiglie e per tutte le vittime di abuso sessuale».
Joseph Ratzinger, che mercoledì alla Casa Bianca aveva evidenziato soprattutto i lati positivi dell'«America, terra di grande fede», ieri ha spostato l'attenzione sul «lato oscuro» della civiltà Usa, quell'«ideologia secolarista» che dilaga anche nella Chiesa. In particolare ha puntato l'indice contro «segni di alienazione, rabbia, contrapposizione, crescente violenza, indebolimento del senso morale, involgarimento nelle relazioni sociali e dimenticanza di Dio».
Il lato oscuro degli Usa
Pur apprezzando il mito dell'America come «terra di libertà e opportunità», il Pontefice stigmatizza le «ingiustizie» compiute dai colonizzatori nei confronti degli indiani (presenti, in delegazione, alla messa) e nel commercio degli schiavi dall'Africa.
«Gli americani sono sempre stati un popolo della speranza: i vostri antenati sono venuti qui con l’aspettativa di nuove opportunità. Ma questa attesa non è stata l’esperienza di tutti gli abitanti dell’America. Basti pensare alle ingiustizie sofferte dalle native popolazioni americane e da quanti dall’Africa furono portati qui come schiavi».
Chiesa divisa
Il Papa ieri ha mosso ulteriori rilievi a una Chiesa che «vive divisioni e polarizzazioni al suo interno». E che «fa pure la sconcertante scoperta che tanti battezzati, invece di agire come lievito spirituale del mondo, sono inclini ad abbracciare atteggiamenti contrari alla verità del Vangelo». Dopo la messa ha incontrato i rettori delle 236 università cattoliche d’America, ammonendoli che la fede non è più «tangibile» nell’istruzione cattolica per colpa del «relativismo, della confusione morale e della distorta nozione di libertà di insegnamento».
Mano tesa agli ebrei
In Italia è già notte fonda quando Benedetto XVI invoca il «compito di difendere la libertà religiosa» nell’incontro al centro culturale «Giovanni Paolo II» con i rappresentanti di altre religioni: «Il dialogo è il mezzo per rafforzare la comprensione reciproca e servire al meglio la società. I leader spirituali hanno una responsabilità enorme».
Ai rappresentanti della comunità ebraica, che oggi celebra la Pasqua, Joseph Ratzinger ha raccomandato «la fraternità sul cammino della giustizia e della pace».
E oggi, per la prima volta nella storia, un papa entra in una sinagoga di New York, la città più ebraica del mondo. Con una mossa fortemente auspicata perché giudicata molto simbolica dalla comunità ebraica americana, Benedetto XVI varca la soglia della East Park Sinagogue della 67ma strada. A riceverlo il rabbino Arthur Schneider, uno specialista del dialogo tra le fedi, che Joseph Ratzinger aveva già avuto modo di incontrare da cardinale.
© Copyright La Stampa, 18 aprile 2008
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