20 maggio 2008

Il sindaco di Genova: "Il Papa e io, la stagione nuovissima" (Niri)


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"Il Papa e io, la stagione nuovissima"

Raffaele Niri

Marta Vincenzi, orgoglio in contropiede: "Adesso cambiamo Tursi"
"Mi sono sentita come una padrona di casa quando ha a cena ospiti importanti"
"Mancano regole che vanno invece codificate, ma sui singoli resto garantista" «Prima di essere un sindaco, sono una donna. Conosco l´uso che si fa del corpo delle donne, la mercificazione, le battaglie per una maternità consapevole. Difendo, da donna e da politica, la legge 194. E non credo che, mai e a nessuno, giovi mimetizzarsi.
Al Papa mica potevo fare un comizio: ho detto che l´etica non dev´essere trasformata in lotta politica, mi ha fatto un lungo cenno d´assenso». Sono ore di estrema tensione emotiva, per il sindaco Marta Vincenzi: non capita tutti i giorni tener testa al Santo Padre e poi andare in consiglio a disegnare il futuro di una giunta (che ricomincia da meno tre: due assessori e il portavoce) azzoppata dai provvedimenti della magistratura.

Nella lunga intervista che la Vincenzi concede a Repubblica si parla molto della visita di Benedetto XVI ("uno straordinario successo della città"): ma è lei stessa - alla fine - a voler anticipare quello che dirà, oggi, al consiglio comunale. E cioè che «la politica, in questo clima di disgregazione dei partiti, è debole. C´è una zona grigia, dove i singoli possono sviluppare singoli interessi e dove evidentemente, in attesa che la magistratura ci dica cosa è effettivamente accaduto, può non bastare aver fatto il proprio lavoro fino in fondo. Sono state eletta in nome della discontinuità e discontinuità c´è stata, e forte. C´è un´indagine che non riguarda me, ma alcuni consiglieri comunali quando non erano assessori, altri consiglieri comunali, un mio consulente. Io spero che questa vicenda possa farci fare un salto in avanti rispetto a questa mucillagine di relazioni tra società e politica. Occorrono regole nuove».

Sindaco, ovviamente partiamo dalla visita del Papa.

«La città ha risposto in maniera stupenda. Non ero preoccupata, diciamo che mi sentivo come una padrona di casa quando ha, a cena, ospiti importanti. Sorridi, ma intanto guardi in continuazione che non ci siano sbavature, che tutto funzioni a meraviglia. Ed è andata proprio così: perfetti i Vigili, perfetta l´Amiu, perfetta l´Aster, perfetto tutto. C´è stato anche quello che hanno chiamato il corteo anti-papa, il giorno prima. Non una scritta, non un segno col gesso. Che bella città».

Una città civile, sempre e comunque.

«Di più. Avevamo paura - la Prefetta e io: a proposito, scrivetelo che è una donna splendida - di qualche scritta fatta di notte, di qualche matto in piazza, può sempre succedere. E invece no, tutto assolutamente a puntino».

I commenti al suo discorso al Papa - "lavorare in nome della collettività e non del bene assoluto, l´etica non diventi terreno di lotta politica" - sono stati entusiastici.

«Sono contenta, davvero. Un sindaco rappresenta una città, questa città ha dei valori di riferimento, che ovviamente pescano nel passato. Valori democratici molto forti e sarebbe stato assurdo confrontarsi con un evento così grosso senza esprimere l´aspetto laico del proprio esistere. Ma sarebbe stato assurdo scivolare nel laicismo esasperato che trovo, spesso, ambiguo. E dato che non è più tempo di affermare "Libera Chiesa in libero Stato", ho pensato che - nel poco tempo che, ovviamente, avevo a disposizione - fosse giusto mettere l´accento sui ruoli diversi. Cioè, è bene che la Chiesa parli ma è bene che i politici assumano le proprie decisioni in autonomia».

Il Papa sorrideva, Bertone sembrava contrariato.

«Non mi sembrava seccato, Bertone, e devo dire che quando ho citato il teologo tedesco Bonhoeffer il Pontefice si è aperto in un sorriso compiaciuto. Mi sono sentita ascoltata, e non sempre avviene, anche a livelli infinitamente più bassi. Mi sono sentita a mio agio. Ma piuttosto che parlare di quel che ho detto io, sottolineerei i passaggi - altissimi - del Papa sull´educazione, sulla centralità dell´individuo, sulla necessità che la persona sia sempre al centro dell´attenzione. Un elemento di grande forza nel dibattito».

Scusi, sindaco, ma lei è credente?

«A modo mio. Vado cercando delle risposte a domande cui non sempre riesco a dare un seguito».

Sabato aveva ribadito con fermezza: nessuno tocchi la 194.

«E´ la mia storia, e la difendo. Mimetizzarsi non giova a nessuno. Evitiamo, però, le semplificazioni: la 194 non favorisce gli aborti, semplicemente evita che sulle donne si abbatta lo scempio delle mammane. E´ una legge dello Stato e io la difendo».

Lei, al Papa, ha detto di sentirsi "privilegiata" perché amministra questa città. Perdoni la brutalità, ma si sente privilegiata anche con questo cataclisma giudiziario in atto?

«Assolutamente. E´ un enorme privilegio guidare una città straordinaria come questa. La vita di ognuno di noi è segnata da comportamenti e scelte per cui ti si chiede di essere all´altezza. Scelte che non devono essere, mai, banali e non devono mai essere dettate da un pre-giudizio. In questo, anche nelle difficoltà, mi sento un po´ cristiana. "Signore, allontana da me questo amaro calice". Ma se poi devo berlo, lo faccio».

Omissis: i problemi giudiziari abbattutisi sul comune di Genova non interessano il blog. Chi vuole trova l'articolo online come segnalato.

© Copyright Repubblica (Genova), 20 maggio 2008 consultabile anche qui.

Leggo:

Al Papa mica potevo fare un comizio

Davvero? Ci e' andata molto vicino come descritto dal blog un minuto dopo il discorso...

Diciamo che mi sentivo come una padrona di casa quando ha, a cena, ospiti importanti

Mah, quando io ho ospiti importanti mi astengo dal partecipare a manifestazioni come quelle di sabato ovvero mi astengo dal fare inviti.

Mi sono sentita ascoltata, e non sempre avviene, anche a livelli infinitamente più bassi. Mi sono sentita a mio agio.

Chiaro! Il Papa e' una gentiluomo...

7 commenti:

euge ha detto...

Non ho parole ed i commenti me li tengo per me perchè sarebbero sicuramente e giustasmente censurabili.

Luisa ha detto...

Venendo da Repubblica che cosa potevamo aspettarci?

Commenti entusiatici dicono loro....come per caso passano sotto silenzio chi e sono molti, hanno trovato il discorso della signora Vincenzi completamente fuori luogo!

Lo stesso giornale definisce composta e civile la manifestazione di protesta e a sostegno di ciò si possono vedere delle foto ignobili che avrebbero fatto scattare immediatamente la denuncia penale se si fosse trattato di un qualsiasi altro personaggio politico o religioso, che so io.... un rabbino o un mollah....

Luisa ha detto...

Piccola aggiunta....il caro sindaco, non ha una sola parola di rincrescimento per aver scelto il luogo della sofferenza, dove bambini lottano per vivere, genitori soffrono e lottano con loro, medici e infermieri cercano curano, sollevano, lottano portati da quei valori cattolici, cristiani,di rispetto della vita, del valore sacro della vita ....no la signora viene a farci una dimostrazione della sua cultura e delle sue idee politiche, diamine di fronte al Papa non poteva perdersi l`occasione !
La sua insensibilità, la sua ineleganza, la sua inadeguatezza sono dei modelli del genere!
Il suo orgoglio pure!

Anonimo ha detto...

a casa mia questa si chiama faccia di tolla!
Alessia

Anonimo ha detto...

Cara luisa tutto ciò che hai detto lo condivido in pieno!!!!!! Civile la contromanifestazione????? Ma stiamo scherzando????? cosa c'era di civile in una masnada di offuscati dall'ideologia più intollerante vaganti per Genova ad imbrattare muri con bestemmie e quantaltro? Se per il quotidiano la Repubblica questa è civiltà mi chiedo che cosa bisogna fare a loro giudizio per essere incivili.........

Anonimo ha detto...

Uh, che dire? Sono rimasta basita per un attimo, poi ho pensato: scrivo qualche riga di commento, senonchè, come è accaduto ad Eugenia, i commenti che mi sono venuti in mente sono oggettivamente irriferibili.....Buona serata

brustef1 ha detto...

C'è da tenersi la testa a leggere che la sindacuzza avrebbe "tenuto testa" al Papa. Questa donna dev'essere matta, se è vero che la più appropriata definizione di matto è "colui che non prende atto della propria realtà"