24 giugno 2007
Aggiornamento della rassegna stampa del 24 giugno 2007 (1)
Vedi anche:
Appello per la liberazione di Padre Bossi
Rassegna stampa del 24 giugno 2007
Il Papa riceve Tony Blair
LE IMMAGINI DELL'INCONTRO FRA PAPA E BLAIR
VISITA DI BLAIR: VIDEO DI SKYTG24
SPECIALE DI SKY SULLA VISITA DI BLAIR
VIDEO CORRIERE
IL COMMENTO DI LUIGI ACCATTOLI
E' ancora possibile tollerare il vilipendio della religione cattolica? (2)
Aborto, cellule embrionali e gay: Blair ascolta i rimbrotti del Papa
di Massimiliano Scafi
Una nottataccia. «Santità, a Bruxelles abbiamo lavorato fino alle 5,30». Ma neanche la mattinata romana riserva a Tony Blair momenti di gloria. Niente conversioni ufficiali nelle mani del Pontefice perché, spiega, «le cose non sono così definite come potrebbero apparire»: l’anglicana Inghilterra non ha mai avuto un premier cattolico e dunque Blair cambierà religione solo tra qualche giorno, quando abbandonerà Downing Street. E nessuna particolare investitura da parte del Papa. Anzi, durante il «franco confronto» nella biblioteca vaticana, Benedetto XVI gli rinfaccia alcuni provvedimenti presi dal suo governo: l’aborto per le minorenni, la ricerca sulle cellule embrionali, l’adozione per le coppie gay.
Che non tirasse aria di passerelle trionfali, il premier uscente l’aveva già capito prima di varcare il cortile di San Damaso, depotenziando l’attesa del grande annuncio. «Non ne voglio parlare, è difficile commentare certe scelte che non sono definite come sembrano, la questione è ancora in sospeso». Blair è cattolico da tempo, ma motivi di opportunità consigliano a rinunciare a ufficializzare la sua nuova fede e non mischiare il piano pubblico con quello privato: le relazioni con l’Irlanda del Nord, i temi etici che sono entrati nel dibattito politico di Westminster, il fatto che a Londra il primo ministro dice la sua pure sulla nomina dei vescovi anglicani. In più, lo scarso entusiasmo da parte vaticana per un leader, come scrive la stampa inglese, «dalle idee liberali e favorevole all’aborto». Insomma, meglio il profilo basso, almeno fino al 27 giugno.
Così, Tony Blair tutto in blu arriva in Vaticano alle 11 precise con un corteo ridotto al minimo, solo cinque auto. Il colloquio con il Papa dura mezz’ora e comincia con una serie di battute. «Quanti flash». «Siamo sempre sotto i riflettori». «È bello rivederla». «Santità, grazie per avermi ricevuto. Vengo da Bruxelles». «Ho sentito che il vertice europeo è stato un grande successo». «Sì, abbiamo avuto però una lunga notte e abbiamo finito di lavorare solo alle cinque e mezzo di mattina». Trenta minuti dopo l’incontro si allarga al segretario di Stato Tarcisio Bertone, a Cherie Blair e, eccezionalemnte, pure al cardinale ’O Connor. Per Ratzinger il premier ha preparato un dono molto simbolico: una cornice con tre piccole foto d’epoca che raffigurano il cardinale John Henry Newman, 1801-1890, anglicano nato da madre ugonotta ed educato al calvinismo, prima di convertirsi al cattolicesimo e diventare uno dei principali esponenti della Chiesa romana a Londra.
Del battesimo papale, di cui anche si parlava qualche giorno fa, non c’è traccia. Ci sono invece, nel comunicato della Santa Sede, profonde tracce del «franco confronto», che nel gergo diplomatico si traduce in profonda divergenza di opinioni. «Nel corso del colloquio - si legge nella nota - sono stati passati in rassegna alcuni contributi significativi del primo ministro Blair durante i suoi dieci anni di governo, non trascurando di affrontare questioni particolarmente delicate quali il conflitto in Medio Oriente e il futuro dell’Unione Europea dopo il vertice».
Un accenno quindi ad argomenti, come l’Irak, che storicamente dividono il Vaticano da Londra. E «uno scambio di opinioni su alcune leggi ultimamente approvate dal Parlamento del Regno Unito». Tanti auguri invece dal Pontefice «per il vivo desiderio del premier di impegnarsi in modo particolare per la pace in Medio Oriente e per il dialogo interreligoso»: Blair sarà infatti probabilmente nominato incaricato speciale del Quartetto Onu-Ue-Usa-Russia sul conflitto israelo-palestinese.
Conclusa a mezzogiorno la sua ultima visita ufficiale da premier, prima di lasciare Roma Blair compie comunque un altro gesto simbolico, una visita al Venerabile Collegio fondato nel 1579 per accogliere i preti britannici perseguitati in patria. Da domani gli tocca Gordon Brown.
© Copyright Il Giornale, 24 giugno 2007
Irak, si dimisero per protesta 3 consiglieri cattolici di Tony
di Redazione
Londra. Tre collaboratori cattolici del premier britannico Tony Blair, esperti di politica estera, avrebbero lasciato il proprio incarico, nel 2003, dopo la decisione del primo ministro di partecipare alla guerra in Irak. A rivelarlo è stato ieri il quotidiano The Independent. Intanto ieri ha annunciato le proprie dimissioni, l’Attorney General, Lord Goldsmith, consigliere del governo britannico per le questioni di diritto e i pareri giuridici. L’Attorney fu contestato per l’ambiguità espressa sull’attacco all’Irak. In un memorandum del 7 marzo del 2003, Goldsmith chiedeva infatti a Blair di prendere tempo prima di agire militarmente. Dieci giorni dopo, con un curioso cambio di rotta, giustificò l’attacco.
© Copyright Il Giornale, 24 giugno 2007
Blair si ‘confessa’ dal Papa. «Diventerò cattolico»
«Ma la mia conversione non è definita». Verso un incarico per il Medio Oriente
— CITTA' DEL VATICANO —
VENTICINQUE minuti di colloquio privato con papa Ratzinger per parlare di Ue e Medio Oriente ed anche, sopratutto, del proprio futuro, quello che comincia la prossima settimana, una volta lasciato il numero 10 di Downing Street. Dietro l'angolo, ha detto Tony Blair in un'intervista alla Bbc, non c'è la conversione immediata al cattolicesimo, ma ha lasciato intendere che presto potrebbe avvenire. Intanto, in Vaticano, ha illustrato a Benedetto XVI i progetti della sua nascente Fondazione per il dialogo tra le religioni e il ruolo che potrà lui stesso svolgere in Medio Oriente, qualora venisse nominato rappresentante speciale del Quartetto (Onu, Ue, Usa e Russia) per le vicende israelo-palestinesi.
Chi si aspettava che Tony Blair, come in una scena medioevale, si prostrasse davanti al pontefice per annunciare il suo passaggio dalla confessione anglicana al cattolicesimo è rimasto deluso. In una intervista alla Bbc, Blair aveva precisato che la sua conversione al cattolicesimo, di cui si vocifera ormai da anni, non e' una ''questione definita'. Tuttavia, la visita del premier britannico in Vaticano, uno dei suoi ultimi impegni internazionali in tale ruolo, rafforza in modo inequivocabile i legami politici, e in fondo anche spirituali, del leader britannico con la Chiesa cattolica. Tanto che al colloquio tra Blair e il Papa - fatto veramente eccezionale - si e' aggiunto per una decina di minuti finali (in coda ai 25 a quattr'occhi) l'arcivescovo cattolico di Londra, Cormac Murphy -O'Connor. E significativamente il primo ministro di sua Maesta' ha voluto regalare a Ratzinger tre fotografie d'epoca di John Henry Newman, esponente di spicco della Chiesa anglicana dell'Ottocento passato alla confessione cattolica e divenuto cardinale precursore del Concilio Vaticano II.
''Guardi c'e' anche la firma autografa del card.Newman'', ha indicato al Papa Cherie, la moglie di Blair, fervente cattolica, vestita oggi in nero e velata in testa. All'incontro mancavano invece i quattro figli della coppia, tutti cresciuti nella fede cattolica. L'intera udienza si e' svolta in un clima di grande cordialità. Quasi di intesa. Poi Blair ha pranzato al collegio cattolico in inglese ed è sparito dribblando i giornalisti.
© Copyright Quotidiano nazionale, 24 giugno 2007
Due secoli fa la scelta di Newman
Il cardinale John Henry Newman, alto prelato inglese dell'Ottocento, fu celebre per il suo clamoroso abbandono della confessione anglicana a favore del cattolicesimo. Insigne teologo, il cardinale viene ricordato anche come un pioniere dell'ecumenismo.
Nato a Londra il 21 febbraio del 1801, divenne sacerdote della Chiesa anglicana nel 1824 e si dedicò fin da subito a studi filosofici e teologici. Fondò il «Movimento di Oxford», il cui scopo era quello di contrastare l'ascesa del liberalismo religioso all'interno delle università inglesi. Si oppose cioè alle posizioni della nascente «Chiesa larga», quella componente dell'anglicanesimo più favorevole alle posizioni illuministiche e razionalistiche.
Tramite uno studio sulle origini del cristianesimo, pubblicato nel 1945, arrivò alla conclusione che «la Chiesa cattolica era formalmente dalla parte della ragione». Il 9 ottobre di quello stesso anno avvenne la sua conversione che scandalizzò tutta l'Inghilterra vittoriana. Secondo l'agiografia ufficiale una grande influenza sui suoi studi e sulla sua conversione venne esercitata da una miracolosa guarigione che lo colse dopo un viaggio in Sicilia. Nel 1879 Leone XIII lo nominò cardinale diacono titolare di San Giorgio al Velabro. Un'istanza di beatificazione di Newman era stata presentata nel 2002 a Giovanni Paolo II, il quale durante una visita in Gran Bretagna nel 1982 aveva definito il cardinale «un grande uomo di Dio». Oggi gli inglesi sono tornati a sperare che, dopo una attesa di quasi 500 anni, l'Inghilterra possa avere un nuovo santo cattolico vista l'ammirazione che papa Benedetto XVI ha sempre dimostrato di nutrire verso Newman fin dagli studi in seminario.
© Copyright L'Eco di Bergamo, 24 giugno 2007
«L'umanesimo va rilanciato»
Ratzinger a 2.500 docenti e rettori delle Università europee
nostro servizio
CITTÀ DEL VATICANO È tornato a parlare di fede e ragione, invitando ancora una volta a guardarsi dal mettere in campo una «falsa dicotomia», che rischia di portare ad un conflitto inconciliabile «tra la legge divina e la libertà umana». Benedetto XVI ieri mattina, dopo l'udienza a Tony Blair, ha incontrato nell'aula Paolo VI circa 2.500 docenti universitari e rettori delle Università europee, a Roma per un simposio promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee. E ha rilanciato il ragionamento proposto a Ratisbona l'anno scorso sulla crisi della modernità e sul rapporto tra fede e ragione, quale contributo cristiano all'umanesimo in Europa. Ma è stata anche l'occasione per approfondire l'identità cristiana che l'Europa deve riscoprire, anzi «riappropriarsi», ha detto il Papa, per «rimanere fedele alla vocazione di culla dell'umanesimo».
Benedetto XVI, che ha parlato in inglese, ha rilevato che in Europa «si avverte una certa diffidenza di fronte ai valori tradizionali», per cui la «promozione di un nuovo umanesimo richiede una chiara comprensione di cosa significhi realmente la modernità». Ratzinger ha osservato che «il cristianesimo non va relegato al mondo del mito e dell'emozione, ma va rispettato per la sua capacità di far luce sulla verità dell'uomo e per essere capace di di trasformare gli uomini e le donne dal punto di vista spirituale, cosicché possano in questo modo realizzare la propria vocazione nella storia». Questa concezione del cristianesimo come mito porta ad un conflitto tra legge divina e libertà umana e ad uno «spostamento culturale» visto spesso come «sfida alla cultura universitaria e allo stesso cristianesimo, piuttosto che come orizzonte alla luce del quale possono e devono essere trovate soluzioni creative». Il Papa ha chiesto «se in questa era di progressi economici e tecnici, l'uomo sia oggi veramente migliore, cioè più maturo spiritualmente, più cosciente della dignità della sua umanità, più responsabile, più aperto agli altri, in particolare verso i più bisognosi e più deboli, più disponibile a dare e portare aiuto a tutti». È quella che ha chiamato «questione dell'uomo», che «sfida la Chiesa a concepire dei modi efficaci di proclamare alla cultura contemporanea il realismo della propria fede nell'opera di salvezza di Cristo». Ratzinger ha spiegato che «solo quel Dio che ha il volto umano, rivelato in Gesù Cristo, può impedirci di ridurre la realtà proprio quando richiede livelli di comprensione sempre nuovi e sempre più complessi». La conoscenza infatti, secondo il Pontefice, «non può mai essere limitata al campo puramente intellettuale», ma «include anche la rinnovata capacità di guardare alle cose in modo libero da pregiudizi e da preconcetti e di permetterci di essere stupiti dalla realtà, la cui verità può essere scoperta unendo l'intelletto all'amore». L'Europa, infatti, non può dimenticare che proprio qui «storicamente si è sviluppato l'umanesimo, grazie alla fruttuosa interazione fra le varie culture della sua gente e la fede cristiana»: «Di questa tradizione autentica l'Europa deve riappropriarsi e deve saperla conservare, se vuole rimanere fedele alla sua vocazione di culla dell'umanesimo».
Al. Bo.
© Copyright L'Eco di Bergamo, 24 giugno 2007
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