27 giugno 2008

Gli indirizzi di omaggio al Santo Padre dei cardinali Ruini e Vallini


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«Un lungo tempo di Grazia»

La «grandissima gratitudine» nel saluto del cardinale Ruini: «I diciassette anni e mezzo in cui ho esercitato questo ministero rimarranno nella mia memoria»

Padre Santo,

è con sentimenti di grandissima gratitudine, e con qualche emozione, che prendo la parola oggi davanti a Vostra Santità, per ringraziarLa della fiducia tanto generosamente accordatami in questi anni, della Sua guida illuminata e della Sua costante, personale vicinanza, oltre che delle parole che adesso mi ha rivolto e della Lettera che mi ha voluto scrivere per il mio venticinquesimo di episcopato.
Padre Santo, essere il Suo primo collaboratore nella Diocesi di Roma è stata certo una grande responsabilità, ma soprattutto un dono e una gioia, una fonte costante di arricchimento spirituale. I diciassette anni e mezzo in cui ho esercitato questo ministero rimarranno nella mia memoria come un lungo tempo di grazia.
Mi permetta, Padre Santo, di rinnovare davanti a Lei l’espressione della mia profonda, vivissima riconoscenza ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose e ai tanti laici che hanno operato con me in questi anni e che ora sono qui con noi. Sono stati per me, molto prima che dei collaboratori, degli amici e, se mi è consentita un’espressione un po’ scherzosa, dei compagni di una bella avventura.
Padre Santo, una parola speciale vorrei rivolgere qui al Cardinale Agostino Vallini, che Vostra Santità ha ora chiamato al Suo fianco come nuovo Cardinale Vicario. Mi legano a lui una stima profonda e un’amicizia antica. Alla gioia e alle felicitazioni per la sua nomina unisco l’augurio del mio cuore per la sua cara persona e per la missione che gli è affidata. Gli sarò costantemente vicino con la preghiera, come continuerò quotidianamente a ricordare al Signore questa amata Chiesa di Roma.

Padre Santo, ancora un grandissimo grazie con affetto filiale.

© Copyright RomaSette, 27 giugno 2008

«Gravoso e gioioso compito»

L'indirizzo di omaggio rivolto al Santo Padre dal cardinale Vallini, nuovo vicario di Roma, che esprime gratitudine, stupore, trepidazione

Padre Santo,

la decisione di Vostra Santità di chiamare me a succedere al signor cardinale Camillo Ruini, nell'ufficio di suo Vicario Generale per la diocesi di Roma, suscita nel mio animo sentimenti di profonda gratitudine e insieme di stupore e di umana trepidazione per un ministero di grande responsabilità e delicatezza.
Grazie, Padre Santo, per la singolare benevolenza con la quale ha voluto guardare ad un umile sacerdote per affidargli il gravoso e gioioso compito di accompagnare e guidare in comunione con il Successore di Pietro e a suo nome, il cammino spirituale e l'impegno apostolico della comunità ecclesiale di Roma. Grazie per l'onore e per il privilegio che mi concede di esercitare il ministero episcopale più direttamente al suo fianco.
Sono consapevole del rapporto unico che la Chiesa di Roma ha con il Romano Pontefice. rapporto che implica una speciale partecipazione della comunità ecclesiale alla sollecitudine universale del suo vescovo, né mi sfugge il compito di esemplarità a cui la nostra Chiesa è chiamata verso tutte le altre Chiese sparse nel mondo. Se sono motivo di consolazione e di fiducia, la coerenza e la testimonianza di vita cristiana e la partecipazione alla missione ecclesiale di tanti fedeli fa pensare ed impegna sul piano pastorale la constatazione che oggi tanti battezzati e quanti non hanno ancora ricevuto il Vangelo, che sono ormai tanti, hanno bisogno che venga loro annunciato Gesù Cristo, Signore della vita, offrendo a loro l'opportunità di scoprire o di riscoprire le ragioni affascinanti della fede biblica e la gioia di viverla.
Nel recente convegno ecclesiale della diocesi di Roma sul tema «Gesù è risorto: educare alla speranza nella preghiera, nell'azione e nella soffrenza», Vostra santità ha detto che l'emergenza educativca rappresenta per tutti una grande e ineludibile sfida e ne ha proposto gli obiettivi per il prossimo anno pastorale, nell'ottica della speranza teologica.
Da oggi viene chiesto anche a me come membro di questa Chiesa e per la responsabilità pastorale che Ella mi affida, di dedicarmi interamente insieme con l'arcivescovo vicegerente, i vescovi ausiliari, i sacerdoti, i religiosi, ai laici alla realizzazione di questi obiettivi, perché la Chiesa di Roma sappia educare alla speranza, continuando con rinnovata lena ad annunciare il Vangelo di Gesù Risorto, primizia della nostra speranza e cooperando, come Vostra Santità ha detto nel ricordato convegno, allo sforzo per rendere più bello, più umano e più fraterno, il volto di questa nostra città.
Padre santo, mentre le rinnovo i sentimenti di intima comunione, di profonda devozione e di piena ubbidienza, le chiedo umilmente di benedirmi, invocando su di me e sulla Chiesa di Roma, una speciale effusione dello Spirito Santo.

© Copyright RomaSette, 27 giugno 2008

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