28 giugno 2008
Il Papa: «Aspetto a Roma tutti i vescovi della Cina». Un anno fa la lettera di Benedetto alla Chiesa cinese (Liut e Mastrofini)
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Il Papa ai Vescovi di Hong Kong (Cina) e di Macau (Cina): "Non dimenticate che Cristo è, anche per la Cina, un Maestro, un Pastore, un Redentore amoroso:la Chiesa non può tacere questa buona notizia"
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Il Papa: «Aspetto a Roma tutti i vescovi della Cina»
DI MATTEO LIUT
«Mi auguro, e chiedo al Signore, che arrivi presto il giorno in cui anche i vostri confratelli della Cina continentale possano venire a Roma in pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, in segno di comunione con il Successore di Pietro e con la Chiesa universale ».
Con questo auspicio, espresso davanti ai vescovi di Hong Kong e di Macao, ieri Benedetto XVI ha sottolineato ancora una volta tutta la sua attenzione per la comunità cristiana cinese e per le sue sorti.
«Non dimenticate che Cristo è, anche per la Cina, un Maestro, un Pastore, un Redentore amoroso: la Chiesa non può tacere questa buona notizia», ha detto il Papa ricevendo in udienza, in occasione della loro visita «ad limina», i presuli delle due ex colonie che godono di uno statuto speciale. Una posizione che di fatto affida anche alle comunità cristiane una responsabilità particolare davanti al resto del Paese: «Incoraggio le vostre diocesi a continuare a dare il loro contri- buto alla Chiesa nella Cina continentale, sia nel mettere a disposizione il personale per la formazione sia nel sostenere iniziative benefiche di promozione umana e di assistenza. A questo riguardo come non ricordare il prezioso servizio, reso con generosità e con competenza, dalla Caritas delle vostre due diocesi», ha sottolineato il Papa ricordando, poi, l’importanza dell’annuncio di Cristo anche per la Cina.
A rivolgere un saluto al Pontefice a nome dei presenti è stato il vescovo di Hong Kong, il cardinale Joseph Zen Ze-kiun. Assieme a lui c’erano anche l’ausiliare John Tong Hon e il vescovo di Macao, Josè Lai Hungseng. «Essendo parte integrante della Cina – ha detto Zen al Papa – portiamo qui anche la gratitudine di tutta la Chiesa cinese per l’evidente vostro speciale amore e sollecitudine perché i vostri figli della nostra immensa nazione possano godere presto della piena libertà religiosa. Esprimiamo – ha aggiunto il porporato – la nostra particolare riconoscenza per la fiducia che vostra Santità ha accordato a noi vescovi di Macao e Hong Kong facendoci partecipare a questa vostra sollecitudine e chiamandoci a far parte della Commissione per la Chiesa in Cina».
Molti i temi affrontati nel discorso rivolto dal Papa ai presuli cinesi. «Anche le vostre due Chiese particolari sono chiamate ad essere testimoni di Cristo, a guardare in avanti con speranza e a misurarsi, nell’annuncio del Vangelo, con le nuove sfide che le popolazioni di Hong Kong e di Macao devono affrontare », ha detto il Pontefice citando la lettera inviata nel maggio 2007 alla Chiesa cattolica in Cina. Le tensioni dovute alla globalizzadelle zione, la necessità della formazione permanente del clero, il compito della nuova evangelizzazione, il ruolo delle scuole cattoliche e dei movimenti ecclesiali sono stati i temi sui quali si è soffermato il Pontefice che al termine si è congratulato «per le molteplici realizzazioni due così efficienti comunità diocesane» e ha chiesto un «sempre maggiore impegno nel ricercare i mezzi più adatti per rendere il messaggio cristiano di amore più comprensibile» nel contesto cinese. In questo modo, ha concluso Ratzinger rivolgendosi idealmente ai fedeli delle due ex colonie, «voi contribuirete effettivamente a dimostrare a tutti i vostri fratelli e sorelle la perenne giovinezza e l’inesauribile capacità rinnovatrice del Vangelo di Cristo, testimoniando che si può essere autentici cinesi e autentici cattolici».
© Copyright Avvenire, 28 giugno 2008
La lettera di un anno fa: «Passa dal perdono la via che porta riconciliazione e comunione»
DA ROMA
Fabrizio Mastrofini
Libertà per la Chiesa, indipendenza dal potere politico, dialogo con le autorità, sono alcuni dei temi affrontati nella «Lettera ai vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate, ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica popolare cinese » firmata dal Papa. Il testo è stato reso noto il 30 giugno 2007, un anno fa e ha avuto una larga diffusione.
Preoccupato in primo luogo per l’unità della Chiesa del grande Paese asiatico, Benedetto XVI fin dalle prime righe del suo testo ne loda la «fedeltà» e ricorda le « gravi sofferenze » . Il documento è diviso in due parti: la prima è dedicata alla situazione della Chiesa, la seconda ai problemi pastorali. « Nutro – scrive il Papa – un vivo apprezzamento e sentimenti di amicizia, sino a formulare l’auspicio di vedere presto instaurate vie concrete di comunicazione e di collaborazione fra la Santa Sede e la Repubblica popolare cinese » .
«Sono consapevole – aggiunge – che la normalizzazione dei rapporti richiede tempo e presuppone la buona volontà delle due parti. Dal canto suo, la Santa Sede rimane sempre aperta alle trattative, necessarie per superare il difficile momento presente » . Al governo, Benedetto XVI ricorda l’affermazione del Concilio: « Nel proprio campo, la comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l’una dall’altra » e tranquillizza su una questione particolarmente sensibile per Pechino: « La Chiesa cattolica che è in L Cina ha la missione non di cambiare la struttura o l’amministrazione dello Stato, bensì di annunziare agli uomini il Cristo » . Nella specifica realtà cinese, la Lettera auspica uno sforzo di « riconciliazione » , in un contesto in cui la comunità cristiana vive una dolorosa separazione tra « Chiesa ufficiale » , riconosciuta dal governo, e « Chiesa sotterranea » , spesso perseguitata: «La storia della Chiesa ci insegna che non si esprime un’autentica comunione senza un travagliato sforzo di riconciliazione – scrive il Papa –. Infatti, la purificazione della memoria, il perdono di chi ha fatto del male, la dimenticanza dei torti subiti e la rappacificazione dei cuori nell’amore, da realizzare nel nome di Gesù crocifisso e risorto, possono esigere il superamento di posizioni o visioni personali, nate da esperienze dolorose o difficili, ma sono passi urgenti da compiere per accrescere e manifestare i legami di comunione tra i fedeli e i pastori della Chiesa in Cina » . Nella seconda parte della Lettera, dedicata interamente agli orientamenti di vita pastorale, Benedetto XVI mette l’accento sull’importanza della formazione dei cristiani, del clero come dei laici. Inoltre, non manca di soffermarsi sul ruolo della famiglia in Cina, invitando i cattolici a « sentire in modo più vivo e stringente la sua missione » per il bene di tutta la società. E si istituisce per il 24 maggio di ogni anno una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina.
© Copyright Avvenire, 28 giugno 2008
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