28 giugno 2008
La Basilica di S. Paolo pronta al grande evento ecumenico del pomeriggio: il commento del cardinale Lanza Cordero di Montezemolo (Radio Vaticana)
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La Basilica di S. Paolo pronta al grande evento ecumenico del pomeriggio: sui riti di avvio dell'Anno Paolino, il commento del cardinale Lanza Cordero di Montezemolo
Nell'imminente apertura dell’Anno Paolino, la Basilica papale di San Paolo Fuori le Mura si prepara dunque ad accogliere, oltre a Benedetto XVI, i maggiori rappresentanti delle Chiese ortodosse e protestanti. Una Basilica profondamente rinnovata anche nel suo aspetto esteriore, come ci riferisce Graziano Motta:
La Basilica papale di San Paolo Fuori le Mura si presenta in tutto il suo splendore: si prenda il colonnato del quadriportico, la pulizia e il restauro delle decorazioni dei portici e del nartece, scolpite e dipinte, della famosa statua centrale di San Paolo, della facciata e delle porte, che hanno richiesto parecchi mesi. Nell’atrio, restano tutt’ora coperte la Porta paolina e la Fiamma paolina, i due simboli dell’anno giubilare. La Porta paolina è la seconda da sinistra, per chi guarda il tempio dal nartece: in essa, sono stati collocati dei pannelli raffiguranti quattro scene della vita di San Paolo, elaborate dal celebre scultore Guido Veroli, intervallate da iscrizioni in lingua latina e greca. La Fiamma paolina arderà per tutto l’anno su un grande braciere, che ha trovato collocazione su un alto basamento di granito, davanti alla statua di San Paolo. Splende pure l’interno della Basilica, grazie al nuovo impianto di illuminazione della navata centrale, che fa meglio ammirare i ritratti dei papi.
Questa giornata inaugurale del Giubileo è contrassegnata anche da due eventi: l’apertura della rinnovata pinacoteca dell’abbazia - il primo visitatore sarà il Papa - ove vengono esposti per la prima volta i capolavori del tesoro di San Paolo, e poi un record di connessioni al sito web dell’Anno Paolino, in continuo crescendo. Il primato, tra le varie rubriche di cui si compone, compete a quello delle preghiere, stabilito il 26 giugno con ben 18.142 connessioni, il doppio di quelle registrate sei giorni prima.
Infine, una segnalazione dall’estero: l’eparchia greco-melkita cattolica di Damasco ha aperto le celebrazioni dell’Anno Paolino la sera di Giovedì 26, anticipando di due giorni quella ufficiale per permettere al suo capo, il Patriarca Gregorio III, di partecipare stasera ai Vespri nella Basilica papale. Anche la Chiesa cattolica di Turchia aveva anticipato, di pochi giorni, l’apertura delle celebrazioni paoline: Gregorio III ha voluto svolgere emblematicamente la cerimonia di Damasco non già nella sua cattedrale - nel centro cittadino - ma in periferia, a Dumar, nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, che è di proprietà congiunta di due chiese patriarcali sorelle, la greco-ortodossa e la greco-cattolica, e nella quale da quattro anni ormai operano in santa intesa le rispettive parrocchie.
L'apertura della Porta paolina e l'accensione della Fiamma saranno i due momenrti-simbolo del solenne avvio dell'Anno Paolino. Il cardinale Andrea Lanza Cordero di Montezemolo, arciprete della papale Basilica di San Paolo Fuori le Mura, spiega - nell'intervista di Fabio Colagrande - il valore dei principali gesti liturgici che apriranno l'Anno giubilare:
R. - La cerimonia si svolgerà in questo modo: il Papa accenderà una fiamma - chiamiamola Fiamma paolina - e la consegnerà ai monaci dell’Abbazia di San Paolo, che la manterranno accesa in un braciere particolare che stiamo mettendo nel quadriportico, durante tutto l’Anno Paolino.
Poi, il Papa aprirà la Porta Paolina, che non è la Porta Santa - perché le Porte Sante sono nelle quattro Basiliche papali e le apre soltanto il Papa. Abbiamo creato un’altra porta, la chiamiamo “Paolina”, opportunamente decorata, impreziosita; il Papa quindi la scoprirà e la aprirà, per essere lui il primo a passare, poi entrerà nella Basilica e celebrerà i primi vespri.
D. - Eminenza, quello dell’Apostolo delle genti è un messaggio a volte ritenuto difficile: cosa può dirci lei sulle speranze che riguardano la riscoperta del messaggio dell’Apostolo delle genti, durante questo anno giubilare?
R. - San Paolo è di una ricchezza incalcolabile, con la forza, l’ampiezza del suo messaggio, anche talvolta un po’ ermetico, non troppo facile, e quindi non sufficientemente conosciuto. E' un’occasione unica per far conoscere meglio questa ricchezza gigantesca che San Paolo ha saputo fare attraverso la sua lettera, attraverso la sua azione. E’ stato fondatore di chiese, ha viaggiato e, a quei tempi, venti secoli fa, lo ha fatto con una grande vigoria. E' per questo che è rappresentato spesso con la spada: non certo per essere un guerriero, lui che non ha mai usato la spada, ma la sua parola, la sua lingua, la sua forza, la sua vivacità, rappresentata giustamente da una spada. Ci sono alcune comunità, anche di cristiani non cattolici, che conoscono meglio dei cattolici il messaggio di San Paolo. Lo ripeto: è un’occasione magnifica per far conoscere meglio la ricchezza gigantesca del messaggio paolino.
D. - Vi attendete dei frutti sul fronte della missionarietà, una nuova spinta ad annunciare il Vangelo così come ha fatto San Paolo?
R. - Io credo di sì, perché abbiamo già riscontrato molta rispondenza, in tutto il mondo; e moltissime iniziative, sia a livello di diocesi che a livello di categorie di persone, i vari vescovi hanno già reagito preparando dei programmi interessanti, sia anche da parte di comunità di cristiani non cattolici. La rispondenza è molto forte, quindi speriamo e ci attendiamo che l’Anno Paolino sia veramente un grosso beneficio per tutta la cristianità.
D. - I frutti ecumenici: come impedire che eventi come questo diventino solo un’occasione per uno scambio di cortesie tra Chiese, e invece siano davvero un momento di cammino verso l’unità?
R. - Noi abbiamo, da parte anche nostra, delle iniziative: abbiamo invitato gruppi di cristiani non cattolici per fare insieme sia meditazioni, sia un approfondimento, per capirci meglio anche nell’interpretare San Paolo, nel divulgarlo. Diversi gruppi cristiani non cattolici stanno rispondendo con molto interesse, e con molta capacità: dobbiamo dire la verità, anche noi abbiamo molte cose da imparare da loro. Ci sono iniziative per pregare insieme, presso la tomba di Paolo: nessuno più di lui ci può patrocinare la protezione celeste per potere avviarci sempre di più a quello che Cristo ha chiesto nell’Ultima Cena, "perché tutti siano uno". Siamo riusciti anche a fare in modo che da un lato della tomba di San Paolo sia visibile il sarcofago, cosa che facilita moltissimo la devozione dei fedeli.
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