24 luglio 2007

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Benedetto XVI affronta con i sacerdoti le sfide pastorali della Chiesa

“La Chiesa siamo noi stessi e in questo cammino dobbiamo tutti collaborare”

AURONZO, martedì, 23 luglio 2007 (ZENIT.org).- Alcune delle più pressanti sfide pastorali della Chiesa oggi sono state affrontate da Benetto XVI questo martedì in una sessione di domande e risposte con 400 sacerdoti.

Cinque presbiteri della diocesi di Belluno-Feltre e altri cinque di quella di Treviso hanno interpellato il Santo Padre nella chiesa di Santa Giustina Martire ad Auronzo, vicino a Lorenzago di Cadore, dove il Papa trascorre le sue vacanze.
All’uscita dell’incontro, rispondendo ai giornalisti, il Santo Padre stesso ha spiegato che durante il dialogo “abbiamo parlato sulla Chiesa, su Dio, sull'umanità di oggi”.

“La Chiesa siamo noi stessi e in questo cammino dobbiamo tutti collaborare”, ha osservato.

Visto che l’incontro era riservato ai sacerdoti, i giornalisti non erano nella chiesa per ascoltare le risposte del Santo Padre. Padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha fatto un riassunto dell’evento ai microfoni della “Radio Vaticana”.
Le domande dei sacerdoti hanno offerto al Papa la possibilità di parlare di questioni come l’evangelizzazione e il dialogo rispettoso con le altre religioni, in un contesto di forte immigrazione.
Il Pontefice ha risposto anche sulla questione “sempre delicata e che tocca anche molte persone e tanti sacerdoti” “dei divorziati risposati o conviventi”, ha spiegato padre Lombardi.
In particolare, ha rivelato, ha parlato di “come conciliare misericordia e verità”.
Altri temi del dialogo sono stati la fedeltà al Concilio Vaticano II e al suo spirito, la sfida della formazione di giovani e della loro coscienza morale, i problemi della vita sacerdotale, le priorità del ministero nella situazione attuale della pastorale in Italia e nell’evoluzione della situazione storica attuale.
“La sostanza del cristianesimo non va considerata semplicemente come un pacchetto di dogmi”, ha aggiunto il Papa secondo quanto ha riferito padre Lombardi.
Il modo migliore di testimoniare Dio agli uomini è di annunciarlo nella vita di tutti i giorni, “con amore, fede e speranza”.
Quella cattolica è la religione dell'et-et, ha spiegato il Papa: “con i piedi in terra e gli occhi rivolti verso il cielo”. Una buona pastorale, pertanto, “aiuta a vedere la bellezza di tutti i doni”, ha aggiunto suscitando un applauso tra i sacerdoti.
I cattolici, ha sottolineato, sono invitati ad essere uomini secondo i doni che hanno ricevuto e riconoscono che la luce di Dio dà senso e splendore a tutto il mondo. E dà senso, appunto, anche alla vita.
“I sacerdoti presenti pendevano, veramente, dalle sue labbra”, ha constatato il portavoce vaticano..
All’uscita dell’incontro, il Papa ha confessato che questo periodo “bellissimo” di vacanze sulle Dolomiti è stato di riposo “non solo del cuore ma anche dell'anima”.
“Ho respirato solo quest'aria dono del creatore, ma anche quest'aria di amicizia e della
cordialità della quale sono gratissimo”, ha confessato.
Dopo la visita ad Auronzo, il Papa è rientrato nella sua casa di Lorenzago di Cadore, dove continua le sue vacanze fino al prossimo venerdì.

Zenit


CHIESA/ PAPA: ANCH'IO HO VISSUTO IL CONCILIO CON SPERANZA...
Risponde a sacerdote veneto. Ora "umiltà" senza "trionfalismi"

Auronzo, 24 lug. (Apcom) - "Anch'io ho vissuto il Concilio con grande speranza e poi tutti abbiamo sperimentato che le cose rimanevano difficili": il Papa ha risposto così ad un sacerdote che gli domandava la sua opinione sulla delusione seguita al grande entusiasmo del Concilio Vaticano II (1962-1965). Benedetto XVI si è sottoposto, oggi, alle domande di un gruppo di sacerdoti ad Auronzo, nel Cadore, poco lontano da dove sta trascorrendo le sue vacanze.
"Il Papa - ha riferito il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi - ha sottolineato che anche dopo il Concilio di Nicea e di Costantinopoli ci sono stati tempi non facili per la Chiesa. Ha invitato, quindi, a considerare che non si deve pensare che il dopo-concilio sia senza problemi o discussioni".
Benedetto XVI ha anche citato la contestazione giovanile del 1968 e il crollo del muro di Berlino (1989) per sottolineare che il periodo post-conciliare "è stato segnato anche da grandi fratture culturali". Come affrontare, dunque, il futuro? "La Chiesa - ha detto il Papa a quanto riferito - trova con umiltà la sua strada, senza trionfalismi". Al proposito il Papa ha citato "i tanti segni di vitalità" che si scorgono nella vita della Chiesa, ad esempio nelle parrocchie, nella corresponsabilità dei laici o nel Sinodo dei vescovi.


PAPA: FEDE NON E' PACCHETTO DOGMI, PRETE NON E' BUROCRATE SACRO
P. Lombardi riferisce di incontro con sacerdoti ad Auronzo

Auronzo, 24 lug. (Apcom) - Il cristianesimo "non è un pacchetto di dogmi" e il sacerdote non è un "sacro burocrate": padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, riferisce in questi termini le parole di Papa Ratzinger, che oggi ha risposto alle domande di un gruppo di sacerdoti di Belluno e Treviso incontrati nel corso delle sue vacanze nella chiesa di santa Giustina martire, ad Auronzo.
"Il cristianesimo non è un pacchetto di dogmi complicatissimi, ma è semplice", ha detto il Papa a quanto riferito. "Dio ci è vicino in Gesù Cristo", ha aggiunto. Benedetto XVI rispondeva alla domanda di un sacerdote che chiedeva come portare "l'acqua" della fede ad un'umanità - quella odierna - che non sembra "assetata". Il Papa, in particolar modo, ha citato alcune "vie" per giungere alla fede: la testimonianza delle vite vissute cristianamente, la conoscenza delle sacre scritture, la presenza della Madonna e dei Santi e l'importanza delle comunità parrocchiali.
Rispondendo, poi, ad una domanda sulle priorità dei sacerdoti, il Papa, a quanto riferito, ha auspicato che "il sacerdote non sia un burocrate sacro". Benedetto XVI ha esortato poi i preti ad un "incontro profondo" con i fedeli, per mezzo della preparazione ai sacramenti del battesimo, della cresima e della confessione. Sempre parlando del ruolo del prete, Benedetto XVI ha spiegato che il cristianesimo non è un 'aut aut' tra umanità e divinità. "Dobbiamo vivere con i piedi in terra e gli occhi rivolti al cielo", ha detto.

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