25 luglio 2007
Aggiornamento della rassegna stampa del 25 luglio 2007 (1) [Incontro del Papa con i sacerdoti ad Auronzo]
Vedi anche:
Rassegna stampa del 25 luglio 2007 [Incontro del Papa con i sacerdoti ad Auronzo]
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CINA: PAPA, NON POSSO PARLARE
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IL PAPA IN CADORE: LO SPECIALE DEL BLOG
Ratzinger, cautela sull´invito in Cina "Andare a Pechino? È complicato"
"Il ´68 fu una cesura, una fase di crisi della cultura Occidentale"
Immigrazione, divorzio ed evoluzionismo: i temi del dialogo con il clero veneto
Il ricordo del Concilio: "Fu entusiasmante, poi affrontò grandi sconvolgimenti"
La reazione di Benedetto XVI al messaggio del capo della Chiesa patriottica cinese
MARCO POLITI
DAL NOSTRO INVIATO
AURONZO - Andare in Cina? Problema «complicato», meglio lavorare e tacere. Benedetto XVI non commenta l´invito a Pechino, che gli è stato inviato tramite Repubblica dal capo dell´Associazione patriottica dei cattolici cinesi, Liu Bainian. Però il suo silenzio rivela la massima attenzione con cui il Vaticano segue l´evolversi delle relazioni con la Cina. Ratzinger non vuole rovinare i primi, concreti segnali di disgelo. C´è parecchio nelle parole del capo della «Chiesa ufficiale». C´è l´invito al pontefice, il riconoscimento che la Santa Sede «rappresenta Gesù in terra», e la prospettiva di risolvere il problema dell´elezione dei vescovi.
Perciò, quando gli rivolgiamo la domanda sulle ultime mosse cinesi, il Papa ci guarda e replica lentamente: «Non posso parlare in questo momento, è un po´ complicato». Lo stesso cardinale Zen, generalmente disposto ai commenti, si è chiuso in assoluto silenzio durante il suo soggiorno in Veneto. Ieri ha affidato all´agenzia missionaria Asia News, solo una precisazione per ricordare che il «Consiglio dei Vescovi» dell´Associazione patriottica non è una vera Conferenza episcopale e che il dialogo va condotto nella chiarezza delle posizioni.
Chiave di volta di questa partita complessa è il fatto che il Papa - tramite canali segreti - ha fatto recapitare in anticipo la sua Lettera alla Cina ai governanti di Pechino. E questo, insieme all´assicurazione che la Chiesa cattolica non vuole fare politica, è stato apprezzato. L´estrema prudenza del pontefice segnala quanto Ratzinger consideri delicata (e promettente) questa fase.Ad Auronzo Benedetto XVI ha incontrato ieri quattrocento preti (e una suora) delle diocesi di Treviso e Belluno. Un´ora e mezzo di dialogo sui temi più importanti. A partire dal Concilio. Il papa ha confessato: «Anch´io ho vissuto il Vaticano II con grande entusiasmo, pensando all´incontro tra Chiesa e mondo. Successivamente abbiamo sperimentato difficoltà». Alcune, ha sottolineato, esterne alla Chiesa. Perché il dopo-Concilio si è incrociato con due grandi «cesure: il ‘68 come crisi della cultura in Occidente e l´89 come crollo dei regimi comunisti». Il Papa si è mostrato incoraggiante, parlando della positività dei documenti conciliari e di una Chiesa che si espande: se non nelle statistiche, nella vitalità delle sue comunità. La Chiesa, ha commentato, procede con umiltà, senza trionfalismi, spesso contestata da grandi poteri.
Cinque domande toccavano ai preti di Treviso e cinque al clero di Belluno. Il Papa ha esortato i sacerdoti a non diventare mai «burocrati del sacro» e ha suscitato un grande applauso allorché ha spiegato che il «prete deve stare con i piedi per terra e gli occhi rivolti al cielo», trasmettendo la bellezza del cristianesimo. Interrogato sugli immigrati, ha detto che con le altre religioni non ci può essere tanto un dialogo nella fede quanto sui valori da condividere. L´immigrato, ha scandito, va riconosciuto come prossimo e amato come prossimo.
Sull´evoluzionismo ha specificato che non bisogna porlo in alternativa assoluta (come fanno i fondamentalisti, ndr) con l´esistenza di un Dio creatore: «L´evoluzionismo c´è, è un fatto, ma non basta per rispondere alle grandi domande: come si arriva alla persona umana e alla sua dignità?». Bisogna aprirsi ad una Ragione creatrice, prendendo atto dell´armonia del cosmo. Generica la riposta sui divorziati: fondamentale è la preparazione dei matrimoni - ha detto - accompagnare gli sposi e star loro vicini nel fallimento perché si sentano parte della Chiesa. Poi, ha aggiunto, va esaminata la validità del sacramento. Nessuna parola sulla comunione chiesta da milioni di divorziati risposati.
© Copyright Repubblica, 25 luglio 2007
Ma come? Politi...Politi...Politi...il Papa ha detto moltissimo sui divorziati risposati. Ha invitato a riflettere bene sulla validita' del vincolo del precedente matrimonio. Le sembra poco? Il Pontefice ha fatto una grande apertura (riconosciuta, pensi Politi, addirittuta dall'Unita' di stamattina), ma il matrimonio e' un Sacramento e, se validamente contratto, non puo' essere sciolto.
Per il resto, caro Politi, il Suo articolo e' ottimo (per adesso il migliore della giornata) ma ancora migliore e' la risposta del Papa alla domanda sulla Cina. Questa volta nessuno potra' interpretare con i piedi le parole del Pontefice.
Raffaella
L´INTERVISTA
Oggi deputato, Marco Boato, cattolico, fu tra i protagonisti del movimento studentesco di Trento
"È vero, quegli anni furono un trauma ma provammo a unire fede e impegno"
PAOLA COPPOLA
ROMA - «Condivido le parole di Ratzinger e le faccio mie: come cattolico ho vissuto il Concilio come una nuova primavera della Chiesa. Poi è arrivato il ´68 e, certamente, ha avuto un impatto traumatico sullo spirito post-conciliare: le parole del papa sono realistiche, ma ricordo la stagione del movimento studentesco come un periodo di grande entusiasmo. Per quanto difficile, in quegli anni sono riuscito a mantenere un equilibrio tra la fede religiosa e il mio impegno politico». Marco Boato, uno dei protagonisti dell´occupazione della facoltà di Sociologia a Trento, oggi deputato dei Verdi, ricorda così l´esperienza del movimento studentesco. La sua fede non ha mai vacillato durante quel periodo: «Andavo ogni mattina a messa al Duomo», ricorda. «Ho vissuto le forti tensioni nel mondo cattolico, con cui ho sempre mantenuto un rapporto stretto, ma credevamo fortemente nel principio della laicità della politica».
Il papa ha definito il ´68 una delle «grandi cesure» intervenute dopo il Concilio Vaticano II e ha parlato di «crisi della cultura occidentale». Che ne pensa?
«Il movimento studentesco fu un movimento di modernizzazione ed ebbe un impatto molto forte sulle strutture sociali e le gerarchie ecclesiali. La Chiesa subì dei contraccolpi sperimentando un´emorragia di sacerdoti e la riduzione degli ingressi in seminario. Per molti di noi fu anche un momento di crisi personale, perché era difficile conciliare la dimensione della fede con quella politica. E molti scelsero di allontanarsi dalla fede. Da cattolico praticante non ho vissuto quegli anni in modo traumatico, anzi furono anni di grande arricchimento sia sul piano politico che religioso».
Ma le frizioni tra il movimento e la Chiesa erano forti: ricorda qualche episodio in cui si trovò nel mezzo?
«L´esperienza del "Controquaresimale" di Paolo Sorbi: criticai la scelta di contestare l´omelia nel Duomo di Trento, perché vedevo in quell´azione un rischio di integralismo religioso. E infatti creò un cortocircuito tra la città e gli studenti che occupavano Sociologia. La polizia intervenne per difendere gli studenti dentro l´edificio dalla folla di cittadini che assediò l´università per protesta».
© Copyright Repubblica, 25 luglio 2007
In risposta a una domanda dei giornalisti, il papa ha detto: «Questione complicata, e adesso non c’è tempo»
La Cina? «Riparliamone con calma»
Un viaggio per il momento è prematuro. Ma nemmeno escluso del tutto
AURONZO. Una risposta a una domanda fatta mentre il papa scende le scale della chiesa di Santa Giustina, riapre la questione dei rapporti tra la Santa Sede e la Cina e della possibilità di un viaggio di Benedetto XVI nella Repubblica Popolare. «Non posso parlare in questo momento. Non c’è tempo. E’ un po’ complicato», risponde Benedetto XVI.
La risposta del Pontefice fa riferimento all’intervista a Liu Bainian, che guida l’Associazione patriottica (Ap) dei cattolici cinesi, pubblicata ieri da Repubblica. «Io spero», ha detto il leader dei cattolici cinesi allineati col governo di Pechino, «con tutte le mie forze di poter vedere un giorno il papa qui a Pechino, a celebrare la messa per noi cinesi». Le parole usate da Benedetto XVI ad Auronzo si riferiscono sicuramente alla “complicatezza” e all’inopportunità di parlare di un argomento così complesso nei pochi secondi a disposizione, ma non nascondono la delicatezza delle questioni in campo e anche il carattere prematuro di qualsiasi ipotesi su un viaggio papale in Cina. Tra il Vaticano e la Repubblica Popolare non ci sono più relazioni diplomatiche dal 1951 (e la possibilità di una normalizzazione è tra gli obiettivi della Santa Sede) né esistono inviti ufficiali rivolti al Papa dalle autorità governative. Inoltre le priorità immediate sono piuttosto quelle di superare le gravi tensioni riguardanti la repressione della Chiesa “clandestina”, fedele a Roma, trovare un accordo sulle nomine di vescovi (l’elezione del nuovo vescovo di Pechino, su cui Roma non avanzerebbe obiezioni pur senza un’autorizzazione formale, potrebbe essere il primo passo per un compromesso), la necessità di riunificare le due anime della Chiesa cinese. In queste direzioni vanno i contenuti della recente lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi, verso la quale anche il governo di Pechino ha avuto una reazione “morbida”. Sulla lettera lo stesso Liu Bainian ha espresso un giudizio positivo: «C’è una grossa differenza positiva tra la lettera che il Papa ci ha inviato il 30 giugno e le posizioni precedenti. E’ scomparsa ogni opposizione al socialismo. Non veniamo più accusati di scisma. E’ la prima volta che dal Papa i cinesi sentono che è possibile essere cattolici ed amare il proprio Paese». Di tutti questi argomenti, Ratzinger ha lungamente discusso a Lorenzago con il vescovo di Hong Kong, il combattivo cardinale Joseph Zen Ze-Kiun. Probabile un confronto sulle modalità di un negoziato con Pechino. E non è escluso che il modo con cui Benedetto XVI ha tagliato corto preluda al suo desiderio di parlarne più diffusamente, in un’occasione più tranquilla e in forma più meditata.
© Copyright Corriere delle Alpi, 25 luglio 2007
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9 commenti:
Buongiorno, sono Marco. Politi ultimamente sta migliorando, ma appena può (solitamente alla fine così rimane più impresso) inserisce una notizia che metta un po' di oscurità al papa. Sui divorziati risposati la posizione della Chiesa è tale da anni, anche a me un po' difficile da comprendere, ma che accetto (forse perchè non faccio parte della categoria...), ma mi dispiace che non possano fare la comunione. Chi tra loro è molto credente e per cause che non possiamo giudicare si è separato può fare la comunione, vero? Non la può più fare nel caso in cui si risposi, giusto?
Vorrei anche aggiungere che tempo fa la maggioranza della gente diceva che il Papa non credeva all'evoluzione e un furbetto (che mi pare si dice cristiano "nel modo di Francesco d'Assisi", come se quest'ultimo avesse letto un Vangelo tutto suo) ad un concerto del primo maggio a Roma disse pubblicamente che il Papa non crede all'evoluzione perchè la chiesa non si è mai evoluta. Scusate se riprendo questo orrendo ricordo, ma mi sono sentito tanto offeso! L'avesse detto al bar, ma l'ha detto in pubblico! Ridere del Papa è davvero di pessimo gusto, peraltro con una persona che ama a tal punto la Verità. Le posizioni pronunciate ieri da Papa sono le stesse dell'estate scorsa quando si era incontrato con teologi e scienziati a Castel Gandolfo. Aveva espresso che l'evoluzione è una valida teoria, ma non spiega tutto, non è completamente dimostrabile e riproducibile, quindi, rimane una teoria valida fino a quando (e se) ne sarà avanzata una nuova che la sostituirà. I titoloni dei giornali (ricordo in particolare Repubblica) erano: "Ratzinger: l'evoluzione non spiega tutto" o similari. Un lettore disattento ne comprende: "il papa dice un altro no all'evoluzione" = "la chiesa è retrograda". Ormai li conosciamo questi sillogismi! Ieri il Papa ha detto testualmente: "l'evoluzione c'è" e a questo punto i giornali dovranno inserirlo nei titoloni e così non si può più dire il papa è retogrado... Insomma, ho voluto spiegare l'ennesimo orrore dei giornali, qui ne abbiamo visti tanti! Infine una domanda: quando si potrà comprare il libro con gli interventi riguardo all'evoluzione del Papa? Grazie, ciao a tutti! Marco
Onore alla verità, il miglior articolo è quello di Politi. Quello del Corriere , sai Raffaella, più che sprezzante è orientato a circoscrivere e a sminuire, ma nulla di più, diciamo che è melenso. Quanto alla comunione ai divorziati risposati, Politi ha sempre usato iperboli e frasi roboanti, anche se della materia, non essendo credente, non ne sa probabilmente molto; lui considera la comunione quasi un bonus, una benemerenza o un diritto civile da concedere democraticamente. Insomma a me pare lui non abbia capito cos'è un sacramento. E ricordo che in relazione a questa specifica questione, a suo tempo definì la posizione di GPII (che è la stessa di papa Benedetto naturalmente) "crudele".
Ecco dall'uso di questo aggettivo , io mi sono fatta l'idea che abbia le idee un po' confuse.
Ricordo che due anni fa, a Les Combes, il Papa disse che a suo avviso si sarebbe potuta trovare una soluzione per i divorziati risposati, ma che poi aveva dovuto lasciare cadere l'idea. Il Papa non e' piu' il cardinale Ratzinger e il Sinodo del 2005 sull'Eucaristia ribadi' il divieto per chi ha un precedente matrimonio contratto validamente di accedere alla Comunione. Il Papa ha un profondo rispetto per i divorziati, che fanno parte della comunita' ecclesiale, ma l'Eucaristia non e' un diritto.
Il libro che raccoglie le riflessioni di Castelgandolfo su Evoluzione e Creazione sta per uscire in Germania e dovremo aspettare la traduzione.
Cara Mariateresa, Politi non riproduce "a pappagallo" le agenzie, quindi scrive gli articoli migliori, quando non vuole fare il passo piu' lungo della gamba :-)
Grazie Raffaella, sei sempre molto disponibile! Ciao, marco!
Caro Marco, io purtroppo, faccio parte della schiera dei separati, ma non mi sono ancora risposato. Da quando ho perso mia mamma, sento dentro un forte desiderio di accostarmi al sacramento dell’Eucaristia. Mi sono pertanto rivolto a più di qualche sacerdote, ottenendo da alcuni il divieto e da altri il consenso. Che fare...?!? Per motivi di cristiana coerenza, ho preferito dare ascolto a quella parte della mia coscienza che mi ha fatto rimettere al giudizio ufficiale della Chiesa in materia, astenendomi finché non avrò ottenuto il responso risolutivo della Sacra Rota.
Caro Giampaolo, pur comprendendo il tuo giusto desiderio di ricevere l'eucarestia, non posso che esprimerti oltre che la vicinanza, l'apprezzamento per il ripsetto di attendere il verdetto della Sacra Rota astenendoti dal Sacramento dell'Eucarestia.
Eugenia
Ma perchè .se Gianpaolo non è risposato non può accostarsi allasanta Eucaristia?
Forse, e mi scuso per l`indiscrezione, convive maritalmente?
E dunque in questo caso, deve rinuncirae?
Non mi sembra che il solo fatto di essere divorziato,impedisca la Comunione, immaginiamo tutti coloro ch eil divorzio lo hanno subito e non voluto.
Grazie se qualcuno può rispondermi.
Cara Luisa, provo a rispondere personalmente alla tua domanda. Sono passati ormai più di dodici anni da quando, consensualmente, mi sono separato da mia moglie la quale, per la legge italiana è e rimarrà tale fino a quando non sarà pronunciata una sentenza di divorzio e, parimenti per la legge della Chiesa, finché non ci sarà una sentenza di annullamento da parte della Sacra Rota. Ora, pur avendo subordinato l’eventuale mia richiesta di divorzio alla nullità del mio matrimonio presso il tribunale ecclesiastico “Sacra Rota”, fintantoché non ci sarà un pronunciamento in tale senso, da buon cristiano quale fermamente mi sforzo di essere, dovrò sottostare a quanto prevede il diritto canonico per i separati - anche se non ancora divorziati – ai quali, piaccia o no, non è concessa la possibilità di accostarsi al sacramento dell’Eucaristia. Il Santo Padre, nel Suo discorso ai sacerdoti dell’altro giorno, ha parlato di sofferenza, di quella sana sofferenza che porta solo buoni frutti e, credimi Luisa, il Santo Padre non poteva fare esempio migliore! Il buonismo a buon mercato che perdona tutto a tutti senza una giusta pena, non porta da nessuna parte e se te lo dico io, perdonami la presunzione, puoi crederci! Ciao e grazie per avermi dato questa possibilità!
Grazie per la tua testimonianza,caro Gianpaolo :-)
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