24 settembre 2007
Presentazione del libro "L'ultima veggente di Fatima"
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Cardinal Bertone: Il messaggio di Fatima? “Maria, segno misericordioso di Dio”
Presentazione ufficiale del libro-intervista “L'ultima veggente di Fatima”
CITTA' DEL VATICANO, domenica, 23 settembre 2007 (ZENIT.org).- Il testo del “Terzo Segreto” di Fatima, letto da Papa Giovanni XXIII nell'agosto 1959, è lo stesso testo reso noto nel 2000 e quindi il Vaticano non avrebbe occultato oppure omesso di pubblicare atti riguardanti un eventuale “Quarto Segreto”.
Questo è quanto è emerso il 21 settembre, in occasione della presentazione ufficiale, presso la Pontificia Università Urbaniana, del libro “L'ultima veggente di Fatima. I miei colloqui con suor Lucia” (Edizioni Rai-Eri e Rizzoli, Milano 2007, pp. 196, Euro 17,50), scritto dal Cardinale Tarcisio Bertone con il Vaticanista del Tg1, Giuseppe De Carli, e con la presentazione di Papa Benedetto XVI.
A ribadirlo, tra gli altri, è stato monsignor Loris Capovilla, già Segretario di Giovanni XXIII, e unico testimone vivente presente all'apertura a Castel Gandolfo, per la prima volta, da parte di Papa Roncalli, del cosiddetto “Terzo Segreto” di Fatima, ovvero della terza parte di quell'unico messaggio che la Madona, il 13 luglio 1917, affidò a Lucia dos Santos e ai suoi due cuginetti Giacinta e Francesco Marto.
I messaggi consegnati a suor Lucia dalla Vergine sono stati messi per iscritto nel 1941 (prima e seconda parte) e nel 1944 (terza parte) e sono stati recapitati alla Santa Sede nel 1957, con la famosa scritta “1960” sulla busta contenente il “Terzo Segreto".
Ben tre Papi (Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I) ritennero di non pubblicare i contenuti del messaggio, generando così un’infinità di speculazioni e interpretazioni. Per decenni, infatti, si sono attribuite a monsignor Capovilla frasi che hanno alimentato le voci su di un “Quarto Segreto”.
Il “plico Capovilla”, che secondo i fatimisti conterrebbe un “Quarto Segreto” sull'apostasia delle alte gerarchie della Chiesa cattolica e di una Roma senza fede destinata a diventare la sede dell'Anticristo, coincide invece con il “plico Bertone”.
Nel 2000 Giovanni Paolo II, che aveva letto per la prima volta il “Terzo Segreto” al Policlino Gemelli nel luglio 1981, a pochi messi dall'attentato in piazza San Pietro, decise di divulgarne il contenuto, per porre fine alle speculazioni che ormai si andavano moltiplicando.
Il Cardinale Tarcisio Bertone, oggi Segretario di Stato di Sua Santità, fu l’inviato speciale di Giovanni Paolo II presso suor Lucia, raccogliendo per volontà del Papa, la testimonianza definitiva della carmelitana.
Da qui nasce il volume incentrato sui colloqui, nei tre incontri avvenuti tra il 2000 e il 2003, del porporato con suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato, l'ultima dei tre pastorelli di Fatima, spentasi nel monastero di Santa Teresa di Coimbra il 13 febbraio 2005, all’età di 97 anni.
Nel loro dialogo si dipana la voce della protagonista e la vicenda dell'evento miracoloso che ha segnato il Novecento: le apparizioni della Vergine, le profezie sulla guerra e sul destino della Russia, il lungo enigma del “Terzo Segreto” rivelato da Giovanni Paolo II durante il Giubileo del 2000, le teorie sul “Quarto segreto” che dipingono scenari apocalittici e insinuano colpevoli silenzi da parte del Vaticano.
“Fu un tempo di luce. Attraverso l'esperienza di questa umile suora traspare il ruolo della Vergione Maria, che accompagna il cristiano con mano materna nelle asperità della vita”, ha scritto il Papa nella presentazione.
Nel libro, la ricostruzione cronologia degli eventi è affiancata da una rigorosa ricognizione dei documenti, come le pagine autografe di suor Lucia, il testo integrale dei tre “Segreti” e l'interpretazione teologica dell'allora Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
La conferenza alla Pontificia Università Urbaniana, moderata da padre Federico Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, è stata introdotta dal Rettore, monsignor Ambrogio Spreafico, che ha parlato di occasione “ecclesiale e culturale”.
Monsignor Spreafico ha quindi affermato che attraverso questo libro “si apre una riflessione su un secolo di storia, per riconoscere la presenza misteriosa di Dio nella vicenda degli uomini”, attraverso la Madre di Cristo.
Si sono poi alternati gli interventi del Vescovo emerito di Leiria-Fatima, monsignor Serafim de Sousa Ferreira e Silva, che è stato presule di questa diocesi per 20 anni, e dello scrittore e giornalista Vittorio Messori, che ha tracciato un excursus sulle apparizioni mariane e sul loro valore come storia parallela alle vicende umane.
Con la sua presenza monsignor Serafim ha voluto testimoniare che il “Terzo Segreto” di Fatima è stato rivelato integralmente e corrisponde a quanto contenuto nel libro del Cardinal Bertone.
“Il 27 aprile 2000 – ha ricordato – lo accompagnai personalmente al Carmelo di Coimbra ed egli consegnò a suor Lucia le quattro paginette scritte a mano riguardanti il Terzo Segreto. Lei le verificò attentamente, riconoscendo le pagine scritte di proprio pugno 56 anni prima, e riconoscendo persino la carta”.
Successivamente ha preso la parola De Carli, che ha presentato due documenti video esclusivi realizzati insieme a Elena Balestri: un reportage girato all'interno del monastero di Coimbra, dove Lucia visse stabilmente fino alla morte a partire dal 1950; e una video-intervista con monsignor Capovilla.
“Quando ho sentito parlare di 'Quarto Segreto' sono rimasto strabiliato. Non mi era mai passato per la testa che esistesse un quarto segreto. Nessuno me lo ha detto né io ho affermato una cosa del genere”, ha affermato l'ex Segretario di Giovanni XXIII, ora novantaduenne.
Già nel luglio 2007, una volta letto il libro, rompendo il riserbo iniziale, monsignor Capovilla, rompendo il riserbo iniziale, aveva inviato un dossier al Cardinal Bertone nel quale sosteneva: “L'asserto che mi viene attribuito secondo il quale io avrei esplicitamente dichiarato che c'è una parte non rivelata del 'Terzo Segreto', non è suffragato da alcun documento”.
Dopo la proiezione e prima del discorso finale del Cardinal Bertone è intervenuto il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Francesco Rutelli, ricordando la filiale devozione mariana di Giovanni Paolo II.
E poi giunto il turno del porporato che ha voluto incentrare la sua riflessione sul valore della mariologia per la spiritualità cattolica e sulla doverosa prudenza della Chiesa nel riconoscere le manifestazioni soprannaturali.
Innanzitutto, ha spiegato il Cardinale, “il criterio per il discernimento della verità di una rivelazione privata è il suo orientamento a Cristo e al Vangelo”; è a partire da questo criterio di fondo, ha aggiunto, che “possono intervenire alune chiavi di lettura, come la pietà popolare o la religiosità popolare”.
Purtroppo, ha confessato, la normale prudenza adottata dalla Chiesa nei casi di fenomeni soprannaturali, è legata ad “una notevole e programmata diffusione dei presunti 'messagi soprannaturali' ad essi collegati”, spesso “di tipo 'apocalittico'”, così come a “un notevole protagonismo da parte dei 'veggenti'”.
“Bisogna evitare il pericolo di una 'Chiesa delle apparizioni' diffidente della Gerarchia della Chiesa, quale variante della nota opposizone 'Chiesa carismatica – Chiesa istituzionale'”, ha avvertito.
Parlando del messaggio di Fatima, ha poi affermato che “in esso si realizza l'incontro proficuo di carisma e istituzione, mistero trinitario e mistero cristologico. Maria, segno misericordioso di Dio, non lascia soli i cristiani”.
“Essa ci dà delle indicazioni come segnaletica per combattere la battaglia fra bene e male. Maria è l'icona della tenerezza di Dio per noi”, ha detto.
“E' un evento che attinge e impregna la storia contemporanea come nessun'altra apparizione mariana e la densità del suo messaggio tocca il cuore degli uomini invitandoli alla conversione e alla corresponsabilizzazione per la salvezza del mondo”, ha concluso
“L'ultima veggente di Fatima” è stato pubblicato nel maggio scorso, in coincidenza con il 90° anniversario delle Apparizioni della Vergine nella città portoghese, ed è già in corso di traduzione in sei diverse lingue. Uscirà presto nei Paesi di lingua spagnola, portoghese, inglese.
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Il dono di Fatima, sguardo mariano sul nostro tempo
Il cardinale Bertone: «Quel messaggio ci offre occhi diversi per guardare la storia»
La presentazione del libro di De Carli ieri all’Urbaniana occasione per riflettere sul significato delle apparizioni. «Non esiste il quarto segreto»
Da Roma Mimmo Muolo
«Il mistero di Fatima attinge e impregna gran parte della storia contemporanea». La sua importanza, dunque, sta nel messaggio della Madonna. «Messaggio in cui si realizza l'incontro proficuo tra carisma e istituzione» e «si costringono gli uomini e le donne del nostro tempo a fare i conti con la dimensione soprannaturale della vita». Nell'Aula Magna della Pontificia Università Urbaniana si presenta il libro-intervista di Giuseppe De Carli L'ultima veggente di Fatima. E tocca al cardinale Tarcisio Bertone, che nel volume risponde alle domande del giornalista Rai, concludere l'incontro. Ma più che sulle illazioni circa un presunto quarto mistero, il segretario di Stato vaticano va dritto al cuore dell'evento di cui proprio quest'anno ricorre il 90° anniversario. Del resto, a smentire quelle illazioni (ieri sostenute con vigore solo dal giornalista Antonio Socci, ma fuori dall'aula, prima che i gendarmi vaticani lo invitassero ad allontanarsi) ci hanno già pensato autorevoli testimonianze. Prima di tutto il vescovo emerito di Leiria-Fatima, monsignor Serafim De Sousa Ferreira e Silva, che racconta l'incontro tra Bertone, all'epoca segretario della Congregazione per la dottrina della fede, e Suor Lucia. «Era il 27 aprile 2000. L'arcivescovo le mostrò la busta recata da Roma con i fogli che conteneva e fu la stessa veggente a riconoscervi quello che lei aveva scritto 56 anni prima: cioè la terza parte del segreto». Viene mostrata poi un'intervista filmata con la superiora del convento di Coimbra, dove suor Lucia è morta. «Quando le parlai di un eventuale quarto segreto - dice la religiosa - lei mi rispose: "Se lo conoscono me lo dicano, io non ne so altri"». Infine viene proiettato un brano dell'intervista televisiva realizzata dallo stesso De Carli a monsignor Loris Capovilla, che fu segretario personale di Giovanni XXIII (prima di diventare prelato di Loreto) e assistette all'apertura del terzo segreto da parte di Papa Roncalli. «È lo stesso testo che è stato poi pubb licato nel 2000 - attesta -. Non mi era mai passato per la testa che esistesse un quarto segreto». Così il cardinale Bertone può invitare a concentrarsi sul messaggio fondamentale dello straordinario evento. «È lo snodo interpretativo del '900», afferma. E poi, allargando lo sguardo alle apparizioni mariane riconosciute, aggiunge: «Maria non lascia soli i fedeli, ma ci dà delle indicazioni per combattere la titanica lotta tra bene e male». Il segretario di Stato, tuttavia, ricorda anche la «prudenza della Chiesa». Specie oggi che simili fenomeni vengono subito divulgati con grande forza dai media e spesso si assiste a un vero e proprio «protagonismo dei veggenti», quando invece «Santa Bernadette e i tre pastorelli di Fatima hanno vissuto nel nascondimento». Di qui il pericolo, messo in evidenza dal porporato, di «una Chiesa delle apparizioni contrapposta a quella "normale"». Che poi sarebbe una «variante della più nota contrapposizione tra Chiesa carismatica e Chiesa istituzionale». Anche Vittorio Messori, presente all'incontro (insieme con il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi) si schiera sulla stessa lunghezza d'onda. Dice di non credere alle illazioni sul quarto segreto («Non posso pensare che i vertici della Chiesa ci abbiano ingannati»). E invita piuttosto a considerare il «calendario mariano» disegnato dalle apparizioni in epoca moderna. «Esse tracciano una storia parallela rispetto a quella dei trattati e servono a ravvivare la fede, indicando aspetti del Vangelo dimenticati, invitando alla preghiera e alla conversione». In questa chiave, dunque, ricorda il vicepremier Francesco Rutelli, «il messaggio di Fatima può aiutarci a costruire la pace tra i popoli all'inizio del terzo millennio». Una pace da difendere sempre, come ricorda Bertone, prima di andare via, nell'unica battuta con i giornalisti che gli chiedono delle crescenti preoccupazioni sull'Iran. «Speriamo che non vi sia la guerra, io sono con i due Papi per la pace».
© Copyright Avvenire, 22 settembre 2007
LA STORIA
L'«ultima veggente», che segnò il '900
Lucia Dos Santos ha dieci anni quando, il 13 maggio 1917, la Vergine appare a lei e ai suoi cugini, Jacinta e Francisco Marto, e vive nel villaggio di Aljustrel in Portogallo. Le apparizioni si ripetono altre cinque volte, ogni 13 del mese, fino a ottobre. Verranno riconosciute dal vescovo di Leiria come «degne di fede» nel 1930, dopo un processo iniziato il 3 maggio 1922. Lucia intanto il 17 giugno 1921 entra in un collegio delle religiose di Santa Dorotea, a Porto. I due cugini, Francisco, morto nel 1919, e Jacinta, morta nel 1920, saranno beatificati da Wojtyla il 13 maggio 2000, giorno in cui viene svelato il terzo segreto, contenuto in un manoscritto redatto da Lucia nel 1944 e consegnato nel 1957 a Giovanni XXIII. L'«ultima veggente di Fatima» entra nel 1928 tra le Dorotee a Tuy in Spagna. Grazie alle sue parole Pio XII consacrerà a Maria la Chiesa e il genere umano (nel 1942) e la Russia (1952). Nel 1948 suor Lucia entra nel Carmelo di Santa Teresa a Coimbra. Nel 1949 emette la professione sol enne, in quello stesso convento dove morirà il 13 febbraio 2005, a 97 anni.
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4 commenti:
Raffaella, l'ottimo blog, ricco di notizie ben selezionate e rese tutt'assieme disponibili, sono una buona medicina.
Ma mi sà che sulla faccenda di Fatima, e oggi, Socci che è stato allontanato dall'Aula della Urbaniana, nessuno dica nulla. Nemmeno te.
Almeno per dare senso oggettivo all'atto, che c'è e resta.
Nel suo significato.
Ciao Umberto, hai qualche link sulla notizia?
Bene, intanto direi di leggere questo articolo.
Ma sul web la notizia c'è, eccome, ed in tutte le salse.
Dal sito www.papanews.it cioè Petrus quotidiano on-line.
Bertone, Socci e i segreti di Fatima
di Angela Ambrogetti
CITTA’ DEL VATICANO - La serata sembrava tranquilla, anche se qualche nuvoletta aveva già minacciato pioggia; tuttavia il tramonto dal Gianicolo si annunciava perfetto. Perfetto per il cocktail nel parco dell’Urbaniana, l’Università pontificia che istruisce i missionari. Principi in disarmo, ex dive, politici di moda o un po’ appassiti, bel mondo romano e Curia incrociavano chiacchiere, complimenti e interviste nel cortile ornato da pini secolari. La presentazione del libro dell’anno, il colloquio del Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone con suor Lucia, la veggente di Fatima, raccontato in un’intervista a Giuseppe De Carli, egregio vaticanista Rai. C’era però un elemento in più che creava attesa: un’intervista esclusiva a Loris Capovilla, ora vescovo novantaduenne, già segretario di Papa Giovanni XXIII. Ancora una volta la vexata quaestio riguardava il numero di “segreti” che la “Signora” aveva dettato ai pastorelli. Tre, come afferma la Chiesa, o quattro, come sostengono i “fatimisti”? Una battaglia che si combatte a colpi di libri, soprattutto dopo la pubblicazione nel 2000 del testo ufficiale del “Terzo segreto”. Il cielo si faceva rosso, i giornalisti, con vivace impazienza, attendevano l’arrivo del Cardinale. Le domande da porre erano diverse e nessuna avrebbe riguardato il tema della serata: Fatima. Tra loro uno in particolare sembrava più impaziente degli altri: Antonio Socci, autore di uno dei volumi più polemici a sostegno della tesi di un “quarto segreto” non ancora svelato. Una presenza annunciata e prevedibile, visto che il giornalista tentava da tempo di ottenere un incontro chiarificatore con il Cardinale. L’auto nera targata SCV si ferma solennemente all’ingresso. I giornalisti tentano l’“assalto”. Anche Socci. Ma il Segretario di Stato si nega ai microfoni e, svicolando, entra nell’Aula Magna applauditissimo. I media si rassegnano. Si attende l’uscita per riprovare. Ma Antonio Socci no. Si ferma a parlare con i colleghi, spiega e argomenta le ragioni e le tesi documenti alla mano. In particolare vorrebbe sapere perché la testimonianza di Loris Capovilla, secondo lui, è cambiata. In una registrazione che Socci dice di avere in possesso, l’ex segretario di Giovanni XXIII avrebbe confermato che ci sono altri testi di Suor Lucia. Ora, invece, in una intervista realizzata da De Carli, lo nega. L’aria si rinfresca, il clima si riscalda, quando arriva la vigilanza vaticana con l’ordine perentorio di sgombrare. Vola qualche parola grossa. “Questa non è la Chiesa del dialogo, ma del monologo”, grida Socci. Ma la Gendarmeria è inflessibile. Non sono previsti contatti tra lo scrittore e il Cardinale. Il capannello di fatto si sposta di pochi metri. Si continua a parlare. Intanto la presentazione in Aula continua come previsto. Socci vorrebbe entrare ma non ci riesce. Ormai è scesa la sera, dietro il cupolone le ombre rosse del tramonto addolciscono gli animi. Siamo giunti alla premiazione del Cardinale con la Clericus Cup ad Honorem, il trofeo del campionato di calcio dei sacerdoti. Non è chiaro il legame con Fatima. Forse sarà scritto nel quarto segreto. Le hostess invitano gli ospiti, ignari del piccolo incidente, al buffet in giardino. I giornalisti riescono a strappare al Cardinale una dichiarazione su fatti internazionali. Socci non c’è. E’ andato via da tempo. Le signore chiedono autografi, gli uomini si scambiano battute, le suore e i seminaristi affrettano il passo, per loro è ora di cena. Nel giardino al buffet rimane solo il bel mondo romano con sottobraccio la maglietta della “Clericus Cup”.
Grazie Umberto pero' l'articolo della bravissima Angela Ambrogetti e' qui: http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2007/09/il-papa-anticlericale-solo-in-vaticano.html
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