25 settembre 2007

Stupefacente Melloni: usa le stesse parole del cardinale Kasper per attaccare il Papa!


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L'ecumenismo non è buona educazione

di ALBERTO MELLONI

Si sono quasi sfiorati, sovrapposti senza rubarsi la scena mediatica, gentilmente. Hanno lasciato che ciascun giornale, televisione, Paese scegliesse il baricentro che più si adattava ai suoi gusti. Così l'assemblea ecumenica di Sibiu e il viaggio papale in Austria della scorsa settimana, quasi contemporanei e lontani, hanno fornito un ritratto onesto e severo dell'eclissi dell'ecumenismo, una speranza che sembra perfino aver perduto i suoi contorni semantici. È comune sentir chiamare «ecumenismo » il dialogo del cattolicesimo con l'ebraismo, l'islam o altre religioni: ma sgomenta; perché l'ecumenismo è altro. È la speranza, conquistata a fatica dalle chiese nel secolo XX, di saper ascoltare il comando d'unità dato da Gesù Cristo. Con la forza che dà l'obbedienza esso è entrato nel mondo anglicano e quello protestante, poi nell'ortodossia, fra i veterocattolici e anche nel cattolicesimo romano, nonostante la gelata dei divieti papali venuti dal 1928 fino al 1958. Questa «passione» dell'unità visibile coltivata con realismo e coraggio (di cui la vita del domenicano Yves Congar — esiliato, processato, condannato al silenzio e quarant'anni dopo fatto cardinale da Giovanni Paolo II — è come il riassunto) ha permesso alla chiesa di Roma di assumere la vocazione ecumenica al suo massimo livello, che è quello del Concilio. E di assumere il metodo del dialogo, che non cerca di scavalcare le divergenze con le emozioni o le coccole, ma al contrario si propone di individuare e circoscrivere i temi del dissenso. In questo cammino si sono alternati momenti terribili eppure fecondi, gesti entusiasmanti ancorché effimeri, occasioni piccole ma esigenti. Un elenco lungo 40 anni, appena appannato dal tempo: l'abbraccio fra il Papa e il patriarca ecumenico e la mancata eucarestia comune con gli ortodossi fra il '64 e il '69; l'unità Roma-Canterbury mancata d'un soffio nell'83 e la presenza cattolica alle assemblee ecumeniche di Basilea e Graz; la vana ricerca dell'exploit del Papa polacco a Mosca e il disastro delle diocesi nel territorio della Russia; l'accordo del '99 fra luterani e cattolici sulla giustificazione e il documento vaticano di quest'estate sulla chiesa che (pur correggendo la Dominus Jesus) «usa» il Vaticano II in un modo giudicato offensivo. Dopo tanto cammino, ciò che è accaduto in questo settembre mitteleuropeo non colpisce perché sia un mancato successo, ma per qualcosa di più grave. La distanza fra Sibiu e Vienna mostra che oggi le chiese cristiane europee riescono a fare alleanze di tipo difensivo laddove la sociologia le aiuta. E allora, come è stato a Istanbul lo scorso anno, deprecano congiuntamente la secolarizzazione europea. Allora, come forse faranno in un prossimo futuro il patriarca di Mosca Alessio II e il Papa di Roma Benedetto XVI, sono in grado di esprimere la stessa angoscia davanti al neopaganesimo delle società a loro più note e la volontà di reagire con una comune reazione «culturale». E ancora, usando un po' di politica, le chiese riescono a convergere per solidarizzare con le battaglie ecologiste in nome della «salvaguardia del creato» o per opporre al vuoto morale su cui cammina la politica un sentimento teocratico-conservativo che le imbavaglia davanti all'abominio della guerra.
Ma la speranza di condividere lo stesso calice, il desiderio di praticare lo stesso silenzio davanti alla parola evangelica come fecero i due patriarchi Athenagoras I e Paolo VI a Gerusalemme, l'operosa fiducia che dice alle chiese che questa umanità (non quella di 2 o 5 o 10 secoli fa) ha desiderio di essere riconciliata con Dio, è intiepidita: restano la buona educazione e il gentilissimo garbo con cui, a meno di ottocento chilometri, l'ecumenismo e il papato si salutano da breve distanza, senza che si cancelli il comando ut unum sint, ma in un modo che lo fa risuonare in modo imprevedibilmente terribile.

© Copyright Corriere della sera, 24 settembre 2007

Melloni...Melloni...Melloni...dove abbiamo gia' sentito l'espressione "ecumenismo di coccole"? Ma certo! Rileggiamo questo post: Card. Kasper: un ecumenismo di coccole o di facciata, in cui si è solo gentili gli uni con gli altri, non aiuta a compiere progressi .
Qui il cardinale Kasper, in modo molto intelligente, confermava, sull'esempio di Papa Benedetto, che un ecumenismo fatto di coccole e gentilezze degli uni per non urtare gli altri non ha alcun senso.
Molto meglio parlare chiaro e non nascondersi i problemi!
Non a caso il mondo ortodosso ha apprezzato molto il documento sulla Salvezza della Congregazione per la dottrina della fede: si puo' non essere d'accordo ma e' un bene abbandonare l'ipocrisia di facciata.
E' straordinario come Melloni riesca a "ribaltare" contro il Papa (perche' e' lui l'unico bersaglio!) le illuminate parole del cardinale Kasper.
Noto che ancora una volta si insinua che il Papa sia andato volutamente in Austria proprio nei giorni dell'incontro ecumenico. Ricordo che l'allora cardinale Ratzinger fu invitato a Mariazell nel 2004, ben prima di salire al soglio pontificio.
In che senso, Melloni, il documento del 2007 corregge la Dominus Jesus?
A me non risulta, anzi! Alcuni esponenti del mondo protestante hanno detto il contrario!
Noto che Melloni si sta gia' preparando ad un possibile incontro fra Papa Benedetto XVI e Alessio II: non tanto un incontro ecumenico quanto politico!
Melloni...Melloni...non trova mai qualcosa di positivo nell'operato dei Papi? Hanno sempre ragione i Protestanti? Scusi se glielo dico, ma Lei non ha il monopolio dell'interpretazione del Concilio anche perche' non era presente, al contrario del Pontefice regnante...

Raffaella

4 commenti:

mariateresa ha detto...

cara amica, purtroppo ho poco tempo
per stare qui e ne avrei di cose da dire.Insomma l'incontro di Sibiu per una certa scuola di pensiero doveva generare un fronda,una fronda contro il papa, tesi sostenuta da Ingrao , da Adista e via profetizzando e sventurando. Invece non è andata così, pur con tutti i limiti che conosciamo e che sono ancora in piedi. La chiave di questo accorato e nostalgico articolo è la frase che riguarda l'incontro tra il patriarca di Mosca Alessio II e il Papa di Roma Benedetto XVI. E' questo che brucia ,come abbiamo già avuto modo di commentare in altri post. Insomma è un mettere le mani avanti, ci saranno incontri, ci saranno iniziative ma non hanno valore per costui. Incontri,dichiarazioni comuni, convergenze a venire sono pinzillacchere senza valore, non bisogna dargli peso.
Insomma il grado di apertura mentale di Melloni si conferma essere quello che abbiamo già notato in altre occasioni, se le performances del Pontefice non rispondono al modello di Chiesa che lui acutamente auspica, il modello è sbagliato.
Personalmente trovo l'articolo stucchevole e il richiamo alle parole di Kasper infantile.
Certo mi verrebbe voglia di chiedere al Corriere se non hanno altro commentatore da utilizzare
Cos'è, in Italia c'è solo lui?Questo monopolio dell'informazione è una cosa ridicola. Soprattutto quando è dimostrato che l'opinionista dice delle patenti baggianate come quella del MP non ancora in vigore e quella, che risale a molto tempo fa, in cui il valente storico fece un finto scoop su Pio XII che sgonfiò con poca fatica il tenace Tornielli, è una vicenda che ricordo per sommi capi, ma fu una faccenda non da poco perchè uno storico che usa un documento dicendo che è una cosa e invece è un'altra , insomma non è uno storico da portare ad esempio. Questi episodi fanno pensare e sinceramente comincio ad avere un'opinione di questo signore, in generale, non proprio esaltante e mi fermo qui.
Gratta gratta quello che lui scrive in finto raffinato e lacrimevole è poi quello che ritroviamo negli articoli di Ingrao in termini velenosi e più popolari. E' una linea di intepretazione della vita della Chiesa che io non accetto, ma a parte questo, che non interessa a nessuno, è molto discutibile nei modi, anche scientifici, con cui si presenta.
Certo le coccole di media a lui non mancano.

Anonimo ha detto...

Cara Mariateresa, mi trovi completamente in sintonia con il tuo pensiero.
Mi da' molto fastidio questa "arroganza preventiva" tipica di Melloni: il motu proprio non era ancora uscito e gia' il "Nostro" si adoperava nel suo lavoro di "profeta di sventura" (non dimentichero' mai quei due articoli che chiamavano in causa addirittuta il fratello di Benedetto XVI!). Ora il "bersaglio" e' un possibile incontro fra il Pontefice ed Alessio II, vero spauracchio di una certa stampa che tende a presentare Benedetto come un "nemico" dell'ecumenismo.

Luisa ha detto...

Beh, io vorrei suggerire a Melloni di prendersi un pò di vacanze , mi sembra che ne abbia proprio bisogno!
La sua credibilità è stata ben messa a male dalla sua baggianata sul "bagno maria", che mostra quanto egli prenda i suoi fantasmi per delle realtà. Quanto egli vorrebbe che la realtà si piegasse alle sue opinioni, lui in ogni caso sembra definitivamente irrigidito e continua a osservare i fattti con i suoi occhiali deformanti e cupi .
Purtroppo non possiamo sperare da Melloni un ammorbimento , è il tipico esempio di chi fa del "sur place", o pensa andare in avanti, anzi essere davanti a tutti, il progressista (quanto mi fa ridere questa parola) che mostra la strada giusta, nuova e unica , il problema è che il suo sguardo è fisso sul retrovisore, e così ci spara delle idiozie ,di cui spero si vergogni!
Purtoppo temo anche che l`ego ,l`orgoglio di questo intellettuale sia smisurato e incompatibile con la minima deviazione dalla traiettoria sulla quale ha edificato la sua rigida e oramai vetusta costruzione .

euge ha detto...

Carissime sono pienamente d'accordo con voi!!!!!! Già in altre occasioni consigliammo al buon Melloni di andare in vacanza e di cercare di vedere al di là dell'odio profondo e radicato verso Benedetto XVI ma, purtroppo, così non è stato. Evidentemente il suo modo di ragionare e tarato soltanto sul suo modo personalissimo di vedere la chiesa ed i suoi insegnamenti. Che dire????? sperare in un cambiamento è una mera illusione in più tutto è aggravato dal fatto che Melloni distorcendo od usando le parole di Kasper contro il Papa, pensava di fare chissà che cosa ed invece ha dato origine ad un'altro articolo che oltre ad essere stucchevole è come al solito intriso di idiozie: Evidentemente al Corriere è sufficiente riempire le pagine poi quello che si scrive si scrive!!!!!!
Eugenia