27 settembre 2007

Concerto in onore di Paolo VI: gli articoli


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Bergamo in prima fila al concerto per Paolo VI

Benedetto XVI a Castel Gandolfo per l'Orchestra del Festival pianistico: «Grande Pontefice che segnò il Novecento» Applausi per la compagine di Orizio: musiche di Vivaldi, Bach e Mozart. Presenti anche il vescovo Amadei e il sindaco

Paolo Aresi

Roma Si spengono le note di Mozart nella Sala degli Svizzeri a Castel Gandolfo e parte l'applauso del pubblico che ha seguito l'esibizione dell'Orchestra del Festival pianistico di Bergamo e Brescia senza fiatare, ieri nel tardo pomeriggio a Castel Gandolfo. L'applauso di Papa Benedetto XVI, seduto al centro della prima fila nella poltrona bianca è convinto, prolungato. Poi il Pontefice si alza, prende la parola, ringrazia gli organizzatori del concerto che ha voluto celebrare il centodecimo anniversario della nascita di Papa Paolo VI, l'orchestra, il direttore Agostino Orizio, i solisti, saluta le autorità presenti, tra le quali il nostro vescovo monsignor Roberto Amadei, accompagnato dal segretario monsignor Alessandro Locatelli, e il sindaco Roberto Bruni. Dice il Papa: «Grazie per questa suggestiva serata musicale, grazie per averci regalato questi brani certamente noti, ma sempre capaci di suscitare emozioni, capaci di aiutare il nostro spirito a percepire l'intima armonia della bellezza divina». Il Papa è sinceramente colpito dall'esibizione dell'Orchestra del Festival pianistico Arturo Benedetti Michelangeli di Bergamo e Brescia. Lo confermano le calorose strette di mano finali, l'espansività dei suoi saluti. Ma prima di passare ai saluti il discorso del Papa si è soffermato sulla figura di Paolo VI, il successore di Papa Giovanni, nato a Concesio (Brescia) il 26 settembre 1897, eletto Pontefice nel giugno del 1963 e morto qui, a Castel Gandolfo, nell'agosto di quindici anni dopo, nel 1978. Ci aveva detto Piercarlo Orizio, figlio del direttore Agostino: «Mio padre era molto legato a Paolo VI, lo conosceva da prima che diventasse Pontefice, ha diretto per lui in Vaticano, lo incontrava nella casa di vacanza della famiglia Montini a Ponte di Legno. Una volta Montini venne a casa nostra. Quel giorno doveva esserci anche il cardinale bergamasco Roncalli ma non riuscì a venire: pochi mesi dopo sarebbe stato eletto Papa». Forse anche per via di questo legame affettivo la direzione di Agostino Orizio nel ricordo di Papa Montini è stata decisa, vibrante.
Di Montini, «un grande Pontefice, che ha segnato la storia del Ventesimo secolo», Benedetto XVI ha sottolineato «lo spirito di saggezza evangelica con cui ha saputo guidare la Chiesa durante e dopo il Concilio Vaticano II, in tempi non facili ed in condizioni sociali caratterizzate da profondi mutamenti culturali e religiosi». «Egli – ha proseguito – ha avvertito, con profetica intuizione, le speranze e le inquietudini degli uomini di quell'epoca; si è sforzato di valorizzarne le esperienze positive cercando di illuminarle con la luce della verità e dell'amore di Cristo, l'unico redentore dell'umanità».
L'amore per l'umanità e per i progressi della scienza e della tecnica non gli ha tuttavia impedito, ha aggiunto Papa Ratzinger, «di porre in evidenza le contraddizioni, gli errori e i rischi di un progresso scientifico e tecnologico sganciato da un saldo riferimento a valori etici e spirituali». «Il suo insegnamento resta pertanto ancor oggi attuale – ha concluso – e costituisce una fonte a cui attingere per meglio comprendere i testi conciliari ed analizzare gli eventi ecclesiali che hanno caratterizzato la seconda parte del Novecento».
Il programma del concerto prevedeva musiche di Vivaldi, Bach e Mozart. Ha detto Andrea Gibellini, presidente del Festival pianistico: «È un'iniziativa importante che siamo felici di avere realizzato, importante per Brescia perché si ricorda Papa Montini, ma importante anche per la nostra città. Il programma è stato scelto anche in base ai gusti del Papa, che conosce bene la musica e che so essere un discreto pianista. Mozart è il compositore preferito da Benedetto XVI». Un evento importante anche per Bergamo. Lo ha confermato il sindaco Roberto Bruni: «Una manifestazione come questa rientra nella volontà di Bergamo di porsi come città della cultura e della musica». Prima che risuonassero le note di Vivaldi ha preso la parola il vescovo ausiliare di Brescia, monsignor Francesco Beschi, presente a Castel Gandolfo insieme al sindaco di Brescia Paolo Corsini, all'onorevole Mino Martinazzoli (presidente onorario del Festival pianistico) e ad altre autorità. Beschi ha ringraziato l'Orchestra del Festival pianistico, ha ricordato il concerto di dieci anni fa per il centesimo anniversario della nascita di Papa Montini, sempre diretto dal maestro Orizio. E ha ringraziato in particolare, oltre al vescovo di Bergamo, il cardinale Giovanni Battista Re, bresciano, e la diocesi di Brescia per la volontà di organizzare questa manifestazione: «L'evento musicale si può inserire nella categoria del mistero per la sua inesauribilità, per la capacità di evocare il mistero di Dio».
Il concerto è entrato nel vivo con le note di Vivaldi, con il suo Concerto in do minore. Quindi l'orchestra, con il solista Marco Rizzi, ha interpretato il Concerto in la minore di Bach. Un'interpretazione a lungo applaudita, che ha manifestato un rapporto armonico e profondo per esempio nella serietà dell'incedere lento dell'orchestra, che accompagnava nel movimento andante il canto del violino, capace di suscitare momenti di malinconia sciolti nel silenzio. E poi la sintonia dell'allegro, dove la voce frizzante del violino è stata accompagnata con sicurezza e forza da parte degli altri archi. Rapporto armonico, incisivo che si è ripetuto nella terza parte, il Concerto in mi bemolle maggiore di Mozart, al pianoforte l'ucraino Alexander Romanovsky, 23 anni, che giovanissimo ha attirato l'attenzione di un maestro come Carlo Maria Giulini.

© Copyright L'Eco di Bergamo, 27 settembre 2007


«Abbiamo parlato di Papa Giovanni»

Incontrare il Papa è sempre un'emozione, lo è stato anche per il sindaco Roberto Bruni, che ieri sera, in occasione del concerto a Castel Gandolfo in onore del centodecimo anniversario della nascita di Paolo VI, ha reso omaggio a Benedetto XVI.
Dopo il concerto offerto dall'Orchestra del Festival internazionale di Brescia e Bergamo, Papa Ratzinger ha scambiato qualche battuta con il primo cittadino: «È una persona molto affabile – ha raccontato Bruni – appena mi sono presentato come sindaco di Bergamo ha subito pensato al Beato Papa Giovanni».
C'è stato il tempo solo di poche battute tra Bruni e il pontefice: «Gli ho ricordato che l'anno prossimo ricorre il cinquantesimo anniversario dell'elezione a Papa di Giovanni XXIII, lui ha sorriso e mi ha raccomandato di fare una grande festa per il nostro Papa bergamasco».
Benedetto XVI ha salutato anche gli altri rappresentanti delle amministrazioni locali presenti, in particolare il sindaco di Brescia, Paolo Corsini, e il presidente della Provincia di Brescia, Alberto Cavalli.
La festa ieri sera era in memoria del Papa bresciano, Paolo VI, nato a Concesio il 26 settembre 1897. A Bergamo toccherà l'anno prossimo con i cinquant'anni dall'elezione di Angelo Giuseppe Roncalli al soglio pontificio. Era infatti il 28 ottobre 1958 quando il cardinale Roncalli diventava Papa Giovanni XXIII. Il Papa bergamasco, morto il 3 giugno 1963, nel 2000 è stato proclamato beato da Giovanni Paolo II. Sotto il Monte, ma tutta la Bergamasca in generale, compreso il capoluogo, si stanno preparando a celebrare la ricorrenza del cinquantesimo dall'elezione al soglio pontificio: «Abbiamo promesso a Benedetto XVI di fare le cose in grande e così sarà» ha concluso Bruni sorridendo.
Al termine del concerto il Papa aveva ringraziato «per la suggestiva serata musicale, con brani certamente noti, ma sempre capaci di suscitare emozioni, capaci di aiutare il nostro spirito a percepire l'intima armonia della bellezza divina».
L. D.

© Copyright L'Eco di Bergamo, 27 settembre 2007


«Ha segnato la storia del secolo XX»

Il Papa celebra la figura di Paolo VI

Fausto Gasparroni

CASTELGANDOLFO
Benedetto XVI rende omaggio al Papa che «ha saputo guidare la Chiesa durante e dopo il Concilio Vaticano II». «Un grande Pontefice», ha detto ieri sera parlando di Paolo VI nel 110. anniversario della nascita, «che ha segnato la storia del secolo XX» e il cui insegnamento «resta ancor oggi attuale».
Papa Ratzinger ha ricordato il suo predecessore – che lo fece cardinale nel concistoro del 27 giugno 1977 – in occasione del concerto commemorativo offerto nel Palazzo Apostolico di Castelgandolfo dall'Orchestra del Festival Internazionale «Arturo Benedetti Michelangeli» di Brescia e Bergamo. Nel concerto, diretto nella Sala degli Svizzeri dal maestro Agostino Orizio, sono state eseguite musiche di Vivaldi, Bach e Mozart. Tra i presenti al concerto, anche il presidente del gruppo bancario Intesa-San Paolo, Giovanni Bazoli, che al termine ha scambiato alcune parole con papa Ratzinger.
Secondo Benedetto XVI, papa Montini, nato a Concesio (Brescia) il 26 settembre del 1897 e morto a Castelgandolfo il 6 agosto del 1978, «ha reso alla Chiesa e al mondo un servizio quanto mai prezioso in tempi non facili e in condizioni sociali caratterizzate da profondi mutamenti culturali e religiosi».
«Rendiamo omaggio – ha esortato – allo spirito di saggezza evangelica con cui questo mio amato predecessore ha saputo guidare la Chiesa durante e dopo il Concilio Vaticano II».
Per Benedetto XVI, l'amore che Paolo VI «nutriva per l'umanità con i suoi progressi, le meravigliose scoperte, i vantaggi e le agevolazioni della scienza e della tecnica», non gli ha impedito «di porre in evidenza le contraddizioni, gli errori e i rischi di un progresso scientifico e tecnologico sganciato da un saldo riferimento a valori etici e spirituali».
«Il suo insegnamento – ha aggiunto – resta pertanto ancor oggi attuale, e costituisce una fonte a cui attingere per meglio comprendere i testi conciliari ed analizzare gli eventi ecclesiali che hanno caratterizzato la seconda parte del 1900».
«Preghiamo – ha concluso Benedetto XVI – perché il suo esempio e i suoi insegnamenti siano per noi incoraggiamento e stimolo ad amare sempre più Cristo e la Chiesa, animati da quell'indomita speranza che ha sorretto Papa Montini sino al termine della sua esistenza».

© Copyright Gazzetta del sud, 27 settembre 2007

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