27 settembre 2007
Osservatore Romano: il 29 settembre la nomina di Vian e Di Cicco
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Dopo ventitré anni l’Osservatore Romano cambia direzione
Arriva il ticket Vian-Di Cicco
Roma. Ieri il cardinale segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone ha visitato per la prima volta da quando è in carica la redazione dell’Osservatore Romano.
Si è trattato di un gesto di benevola considerazione nei confronti dei giornalisti e delle maestranze del quotidiano ufficioso della Santa Sede che avviene alla vigilia dello storico cambio della guardia nella direzione del giornale che i detrattori definiscono come il più citato e il meno letto del mondo. Il porporato infatti ha annunciato a un centinaio di dipendenti i nomi e i tempi della svolta.
Dopo ventitré anni di onorato servizio lascia quindi il direttore Mario Agnes, settantasei anni, e al suo posto è stato chiamato Giovanni Maria Vian, cinquantacinque anni, professore ordinario di Filologia patristica all’Università la Sapienza di Roma. Dopo oltre tredici anni di sede vacante inoltre viene restaurata la figura del vicedirettore nella persona del giornalista Carlo Di Cicco, sessantatré anni, vaticanista di lungo corso e da ultimo responsabile dell’informazione religiosa dell’agenzia Asca.
La nomina verrà pubblicata il 29 settembre, ma Agnes, che avrà il titolo di direttore emerito, rimarrà in carica per il viaggio del Papa a Napoli del 21 ottobre.
Vian firmerà il quotidiano a partire dal 27 successivo. Sempre a ottobre verrà pubblicato un solenne chirografo pontificio con cui Benedetto XVI ringrazia Agnes per il lavoro svolto e gli annuncia la prestigiosa nomina a Gentiluomo di Sua Santità.
Sempre ieri è stato annunciato anche il nome del nuovo responsabile dell’edizione settimanale tedesca dell’Osservatore: si
tratta della signora Astrid Haas, già collaboratrice del periodico.
E’ la prima volta che una donna acquisisce un incarico di questa rilevanza (d’altro canto nella redazione italiana su oltre venti redattori non c’è alcun rappresentante del gentil sesso).
Il ticket Vian-Di Cicco è quindi la soluzione indubbiamente ben assortita partorita dal Papa e dal Segretario di stato per rilanciare e rendere più autorevole anche in campo internazionale lo storico foglio vaticano. Il nuovo direttore e il suo vice hanno in comune il fatto che entrambi sono da tempo conosciuti e stimati personalmente dal cardinale Bertone. Per il resto però hanno storie e caratteristiche piuttosto diverse. Vian, figlio di Nello bibliotecario di fiducia e amico di Papa Montini, ha una fama di studioso serio che non disdegna la vis polemica. Allievo di Manlio Simonetti da giovane, appena laureato, frequentò da borsista alcuni corsi alla scuola bolognese di Giuseppe Alberigo che gli propose – invano – di entrare nella sua squadra di ricercatori.
Autore di oltre novanta pubblicazioni, tra cui una fortunata monografia su “La donazione di Costantino” (pubblicata dal Mulino nel 2004 ha avuto tre edizioni), sulle colonne di Avvenire è entrato più volte in garbata polemica con gli studiosi più in vista della scuola bolognese come Alberto Melloni e il “fuoriuscito” Mauro Pesce. Negli ultimi anni, chiamato da Ernesto Galli della Loggia, ha insegnato Storia della tradizione e della identità cristiane anche all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Il vaticanista amico dei salesiani
Più sbilanciata a sinistra invece la biografia intellettuale di Carlo Di Cicco. Entrato da giovane dai salesiani ne è uscito dopo due anni prima di prendere gli ordini sacri, mantenendo sempre ottimi rapporti con quella famiglia religiosa. Ancora oggi infatti il Bollettino salesiano lo annovera tra i collaboratori fissi. Come raccontato in una breve biografia “autorizzata” lanciata dall’Ansa domenica scorsa, Di Cicco “da sempre vicino alla spiritualità salesiana e per questo amico del segretario di Stato Tarcisio Bertone… è stato obiettore di coscienza al servizio militare, dell’ultimo gruppo di obiettori prima della depenalizzazione dell’obiezione e della legge sul servizio civile. Per questo è stato detenuto per alcuni mesi a Forte Boccea. Sempre negli anni Settanta ha fatto l’esperienza delle scuole popolari serali nelle borgate romane. Considera queste due esperienze come fondanti del suo giornalismo e del suo modo di leggere i fatti”. Di Cicco lo scorso anno ha pubblicato poi un bel libro su Papa Ratzinger (“Benedetto XVI e le conseguenze dell’amore”) che ha avuto la prefazione del teologo Rosino Gibellini, direttore dell’edizione italiana della rivista Concilium.
Vian e Di Cicco si conoscono da una vita, il primo è accreditato nella Sala stampa della Santa Sede fin dal 1975, il secondo dal 1973. E i rapporti tra i due sono ottimi.
Di Cicco ha scritto una delle recensioni più calorose alla “Donazione di Costantino” ed è stato Vian in persona lo scorso 19 aprile a presentare il libro sul Papa del suo futuro vice nella sede dell’Associazione stampa romana.
© Copyright Il Foglio, 26 settembre 2007
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