13 settembre 2007

Messa tridentina: chi non conosce il latino? I fedeli o i sacerdoti?


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Da domani sarà possibile celebrare l´antico rito tridentino varato nel 1536
Perplessità e dubbi anche fra i vertici, si teme la liquidazione dello spirito conciliare


ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO - Spira aria di rivolta silenziosa nella Chiesa cattolica alla vigilia dell´entrata in vigore del documento papale (motu proprio) del 7 luglio scorso che ripristina la Messa preconciliare in latino tanto cara ai lefebvriani. Da domani nelle chiese si potrà ricelebrare l´antico rito tridentino varato da papa san Pio V nel 1536 e riformato da Pio XII e Giovanni XXIII nel 1962.
Ma non tutti sono contenti, anche se pochi lo dicono ad alta voce perché una decisione papale - come si sa - non si discute. Qualche coraggioso, però, sfida ugualmente i fulmini vaticani, specialmente tra chi teme che il rilancio della Messa «tradizionale» possa minare il rinnovamento conciliare. Nelle ultime ore sono usciti allo scoperto con interventi critici (sulla decisione papale) e preoccupati (per le sorti del Concilio) la congregazione religiosa dei Dehoniani e l´Associazione dei liturgisti, l´organismo dei docenti e studiosi di materie liturgiche delle università pontificie e dei seminari. L´associazione - fa sapere il segretario, don Filippo Resta, religioso benedettino - ha redatto un documento di critica «costruttiva» al ripristino della Messa tridentina nel corso della recente Settimana liturgico-pastorale tenuta alla Comunità di Camaldoli (Arezzo) con l´Istituto di liturgia pastorale dell´abbazia di S. Giustina di Padova. Si tratta, spiega don Resta, di «un contributo alle delicate mediazioni che saranno necessarie per evitare che l´impatto della nuova disciplina possa generare divisioni e contrapposizioni...». Tre, sostanzialmente, i dubbi avanzati dai liturgisti: i fedeli che chiederanno la «vecchia» Messa («Come saranno formati? Non dovranno essere occasionali, ma stabilmente inseriti nella parrocchia?»); la mancanza di conoscenza del latino e, «quel che è peggio, l´assoluta «ignoranza» della liturgia tridentina da parte della maggioranza dei preti («Come potranno celebrare in un rito che non conoscono essendo stati formati dopo la riforma conciliare?»). Quanto al latino, ormai - lamentano i liturgisti - non lo conosce quasi più nessuno, ma la conoscenza della lingua di Cicerone «è importante per non cadere nel pericolo di un formalismo liturgico privo di interiore maturazione, con conseguenze negative sulla qualità pastorale parrocchiale e della spiritualità individuale».
Altrettanto ferme le critiche dei Dehoniani emerse nell´editoriale del loro periodico «Settimana». Con la dispensa papale al rito tridentino, «non si concede di fatto anche una dispensa dal Concilio?», si chiedono i dehoniani, dandosi anche una risposta problematica: «Il Papa ha l´autorità di farlo e lo rispettiamo, ma la domanda resta...». Il motu proprio, continuano i Dehoniani, «rischia di avallare una sorta di conquista delle chiese» da parte dei lefebvriani grazie ad un perverso «effetto domino chiamato a rilanciare un vecchio modo di pensare la Chiesa, il suo rapporto con l´ecumenismo, con la società, con la politica, insomma, col mondo».
Critiche e timori in sintonia col primo pubblico «disappunto» manifestato dal vescovo Luca Brandolini, membro della commissione liturgica della Cei e titolare della diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, che proprio il 7 luglio scorso parlò di «giorno di lutto perché si cancella la riforma del Concilio». Ma anche il cardinale arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, non è entusiasta della Messa tridentina. Come pure il suo predecessore Carlo Maria Martini, il vescovo di Pisa Alessandro Plotti, ex vice presidente Cei, e tanti altri vescovi rimasti finora nell´ombra.

© Copyright Repubblica, 13 settembre 2007

Innanzitutto chi lo dice che i fedeli non conoscono il latino? I critici verso il motu proprio parlino per se stessi! E' chiaro che se un fedele desidera assistere alla Messa celebrata con rito tridentino conosce il latino! Altrimenti che senso ha? Benedetto XVI si esprime in questi termini anche nell'inascoltata lettera ai Vescovi.
Poi, pero', nell'articolo salta fuori l'altarino: sono i preti che non conoscono l'antica liturgia! Beh, allora non scarichiamo le "colpe" sui fedeli ma guardiamo all'interno di noi stessi...
Ma perche' si ha cosi' paura dei Lefebvriani? Non e' forse un passo avanti riportare questa Fraternita' all'interno della Chiesa Cattolica? Non sono forsi essi una risorsa? Ricordiamoci che in Francia ed in Svizzera siamo quasi alla parita' fra Lefebvriani e fedeli a Roma.
Perche' i Vescovi contrari restano nell'ombra? Abbiano il coraggio di parlare e di spiegare ai fedeli perche' interpretano in modo restrittivo del motu proprio.
A me pare che il muro vescovile nasconda tutta una serie di timori che i fedeli non comprendono. Non pensano, alcuni Vescovi, che negare a priori ai "figliastri" di chiedere la celebrazione della Messa tridentina non possa causare un effetto domino di ribellione sulla base di una questione di principio?

R.

38 commenti:

mariateresa ha detto...

sulla buonafede non voglio mettere in dubbio, ma sul livello degli argomenti siamo proprio sotto la suola delle scarpe.Però il modo è rispettoso e non è male discutere nella Chiesa liberamente e con rispetto. Anche se chi mette i titoli su Repubblica ci va a nozze. Poveretti, non hanno molti altri motivi per andare a nozze in questo periodo.........
Sono in attesa della prevedibile e prossima omelia di Melloni. Dall'ansia mi strappo i capelli dalla testa.

Anonimo ha detto...

cara Raffaella, condivido le tue risposte, ma onestamente i dubbi sollevati non sono così campati in aria. In tutta onestà conoscere il latino non equivale a saper celebrare con il Rito precedente. Non puoi meravigliarti.... io sono nato nel 1963, ho studiato per diventar prete dopo la Riforma, non credo avesse senso apprendere un Rito ormai desueto.
Ho anche studiato Liturgia a Roma, ma sinceramente se qualcuno mi venisse a chiedere di celebrare con il vecchio Rito non saprei da che parte cominciare ma non perchè non conosco il latino ma semplicemente perchè ho avuto una formazione completamente diversa.
In questi mesi estivi ho ripreso in mano il Messale precedente e onestamente devi convenire con me che prevede una formazione liturgica completamente diversa da quella che noi abbiamo ricevuto.
Esattamente come chi studia Diritto sa che esiste anche il Codice del 1917 ma la sua formazione è fatta su quello nuovo che è molto diversa dal precedente e se gli si chiede di entrare in quella forma mentis precedente, almeno di tempo per approfondire gli va data.
Cmq al di la delle questioni pratiche sono sempre più convinto che il problema non è la lingua o il Rito antico, ma un modo di celebrare che oggi è veramente penoso e forse su quello che noi sacerdoti dovremmo riflettere. L'obbedienza non è in discussione!!
un abbraccio.....sei forte :))

Anonimo ha detto...

Grazie Don :-))
Capisco che sia un problema celebrare un rito che non si e' studiato e/o si e' dimenticato. Perche' allora non formare sacerdoti in grado di celebrare con i due Messali? Anche i sacerdoti nati negli anni 20 sono capaci di celebrare in entrambi i modi. La mia preoccupazione piu' grande e' che, per ripicca o per principio, alcuni fedeli finiscano in mano a comunita' scismatiche. Non e' certo il mio caso, ma ieri ho fatto un giretto su internet e "l'andazzo" mi preoccupa un po'...
A presto :-)

brustef1 ha detto...

Incredibile, proprio quelli che attribuiscono meno valore al "modo" di pregare, che hanno sostituito con poesiole e canzoncine inni millenari e gregoriano si rivoltano così velenosamente contro la Messa Tridentina! ma che male potrà fare una minoranza di fedeli che pregherà come pregavano i nostri padri e i nostri nonni? Mi vengono in mente le parole di Paolo VI quando si avvide delle degenerazioni dottrinali e liturgiche prodotte dagli "estremisti" del Vaticano II: "il fumo di Satana è entrato, attraverso qualche fessura, nella Chiesa". Altrettanto fumosi sono i pretesti di quanti si oppongono con tanta violenza al Motu Proprio.

francesco ha detto...

cara raffaella...
davvero mi pare eccessivo questo attacco a chi dimostra posizioni "scettiche" sulla Summorum Pontificum... a me pare che siamo nel pieno di un dibattito possibile e competente... un dialogo che si alimenta, però, ascoltando e valutando con attenzione motivazioni e ragioni dell'una e dell'altra parte...
invece... si va avanti per posizioni prese, per cliches preconfenzionati e falsi (motu proprio=tornare indietro; preti che non sanno il latino; tradizionalisti=lefreviani; chi critica il motu proprio=ribelle o progressista e così via)
i liturgisti hanno delle (più che motivate) riserve e anche la posizione espressa da settimana mi sembra serena, pacata e costruttiva... poi se vogliamo trasformare il blog in un luogo di polemica gratuita o di "partigianeria" papale, sinceramente mi sentirei non poco a disagio...
francesco

Anonimo ha detto...

ho letto quanto hai riportato da Repubblica, io ero presente al convegno dove è stato redatto il documento. Ovviamente Repubblica riporta una marea di fatti non veri. Mi domando: ma è mai possibile che su quel giornale debbano scrivere cose che son frutto della fantasia di qualche autore? Ma lo fan di proposito o fumano pesante prima di scrivere?
Per la cronaca quel documento mal citato è stato redatto a Vallombrosa, ha avuto molti rimaneggiamenti tra coloro che volevano la polemica e coloro che cercavano la discussione.
Prima della redazione finale sono stati ascoltati giuristi e teologi che non cito, e poi è stato fatto il testo finale pubblicato per intero sul sito dei professori di Liturgia.
Aggiungo che il nostro Presidente mons. Busani, con fermezza ha chiesto un linguaggio conciliante e costruttivo senza polemiche che sono inutili e dannose per la Chiesa. Infine noi siamo professori non pastori e quindi diamo solo spunti per riflettere e non ricette o soluzioni.

PS: vorrei evitare di comparire in anonimo come devo fare?
Me tapino conosco il latino ma non una parola di Inglese, mi aiuti Raffa?
Grazie.... il don di prima :))

francesco ha detto...

piccolo addendum
anch'io mi son messo a studiare un po' il "vecchio" messale... ed è davvero una logica celebrativa diversa... si coglie con chiarezza come la Sacosanctum Concilium abbia riportato la Chiesa in una dimensione liturgica più serena e ricca... penso che chiunque abbia sviluppato la propria coscienza liturgica, oltre le logiche banali della liturgia fai-da-te, non abbia problema a celebrare con il vecchio messale...
una cosa è certa: non si può celebrare il rito del 1962 con la teologia liturgica che ha prodotto quel Messale... la "contaminazione" che evoca il Papa mi sembra inevitabile altrimenti si fa archeologismo e non celebrazione viva...
dal mio osservatorio, infine, gruppi stabili di fedeli non li vedo, anzi... vedo difficile far capire a confratelli e fedeli che il motu proprio sia una cosa opportuna e finanche doverosa... il crinale pericoloso è quello di banalizzare e dire "e vabbè, se c'è qualcuno che vuole dire la Messa così... tolleriamolo, che fa... si accettano tante cose strane..."

Anonimo ha detto...

Il problema, caro Francesco, non sono le critiche al motu proprio, pienamente legittime se portate avanti con rispetto e in comunione con il Santo Padre (al bando, quindi, sciocchezze come "obiezione di coscienza"), ma un certo atteggiamento che impedisce comunque ai fedeli di chiedere la celebrazione della Messa tridentina. Qui non si dice: cari fedeli, chiedete e poi valuteremo! Si anticipa anche la domanda e si dice: cari fedeli, non potete nemmeno chiedere perche' il motu proprio non vi riguarda.
Sono molto preoccupata per le reazioni di chi, sentendosi privato di un diritto, puo' pensare di abbracciare comunita' scismatiche. Questo sarebbe molto grave e, in Lombardia, l'esempio di certi politici che domenica si sono vantati di essere andati ad una Messa celebrata da aderenti alla Comunita' di San Pio X non e' certo di aiuto.

mariateresa ha detto...

Cari amici, ho letto più sotto, non ricordo più dove un commento di Francesco che diceva di non capire l’acredine di certi commenti, sempre sulla Messa in latino, quindi questo post è rivolto a lui se mi legge. Beh, mantenere un tono educato, di dialogo e possibilmente ironico se si può (oh come lo spero) è infatti cosa buona e giusta. Adesso io non vorrei fare della psicologia da cioccolatini Perugina, mi permetto però di notare che una certa “acredine “ non è poi così stupefacente.
Più che acredine forse è esasperazione, anche se Francesco non ne ha colpa. Insomma chi ama questo Pontefice ha dovuto sentirne e sorbirsene di tutti i colori, dalla gioventù hitleriana, il documentario della BBC, i paragoni con il predecessore fino allo sfinimento, i sermoni di Melloni, le encicliche di Scalfari, le critiche perché d’estate suona il pianoforte mentre c’è la guerra, uno splendido discorso in una università che quasi gli costa la pelle con tutto il mondo e tutte le TV giù a bastonare e mi fermo qui perché ho il fiatone ma avrei da tirare avanti.
Francesco dirà “ma io cosa c’entro?”. Niente lei non c’entra, però con questo sfondo se il Pontefice fa un atto di governo della Chiesa, come è suo potere e dovere, che è anche un atto di generosità e apertura mentale, dico io, un documento che non mette ai ceppi nessuno e ricomincia il solfone delle critiche più o meno interessate con profezie di sfracelli , rivolte e sempre il povero Concilio vaticano II tirato in mezzo con argomenti triti e ritriti in merito ai quali il Pontefice ha già risposto nella lettera di accompagnamento, beh, caro Francesco, non si meravigli se a qualcuno scappa” l’acredine”. Perché ci vuole una bella dose di pazienza cristiana per sopportare tutto questo.

Anonimo ha detto...

Caro Don di prima :-)) innanzitutto un ringraziamento per il suo contributo. E' sempre molto importante avere informazioni di prima mano e non mediate da un giornale (se poi di tratta di Repubblica...). Per non comparire in anonimato basta una semplice operazione: a destra c'e' il box "scegli un'identita'. Basta spuntare l'opzione "altro". Nello spazio che compare si puo' inserire il nome.

francesco ha detto...

... capisco, raffaella...
da me - e penso che in moltissime altre zone in Italia - direi che il problema è il contrario: non si tratta di arginare, ma di far capire che nella Chiesa esistono anche persone che hanno una spiritualità più tradizionalista... penso che ogni Chiesa valuterà come meglio applicare la norma universale... quanto al pericolo di impinguare le file degli scismatici mi sembra che le ragioni sono ben oltre la liturgia... a me pare opportuno che data la situazione che prospetti la curia di Milano ci tenga a gestire con chiarezza la cosa e non lasciarla troppo "libera" forse si poteva con più lungimiranza usare la tattica che avevo esposto all'uscita del documento: individuare diversi luoghi dov'era possibile partecipare a celebrazioni VO... così si teneva il tutto monitorato, ma insieme si dava la possibilità a tutti... ma come mi fido del Papa, così mi fiderei dell'Arcivescovo di Milano e della grazia di stato che l'assiste, no?

Anonimo ha detto...

La cosa invece che trovo intollerable è quel libro scritto da quel prete di Genova.
Lo avevano messo sul tavolo dei libri..... l'ho sfogliato durante una relazione noiosissima :)) e poi ho chiesto che venisse tolto.
Nessuno vuole fare censure a nessuno .... ma un prete che offende il Papa non pensate che sia un tantino esagerato?? Spero che Mons. Bagnasco prenda provvedimenti!!

francesco ha detto...

cara mariateresa...
anche io ho a cuore il Papa e seguo le sue "uscite" - e spesso grazie alla provvidenziale raffaella... non condivido questa lettura, che cioé il Papa sia attaccato continuamente e secondo un disegno globale di oscuramento della sua persona e del suo insegnamento... penso piuttosto che sia nel gioco del Papa servirsi del dibattito che i suoi interventi suscitano: sennò come si giunge alla pienezza della verità?
come dico spesso in diversi post sono molto più preoccupato per chi vuole usare le parole del Papa all'interno della Chiesa per contrapporre, per fare chiarezza, per avere un testimonial autorevole della propria linea di pensiero... questo divide e frantuma l'opera di unità che il Papa persegue... sulla Summorum? il Papa sapeva bene di suscitare un vespaio, ma - assistito dallo Spirito - ha emanato il documento sicuramente confidando non sull'obbedienza servile, ma sulla corresponsabilità episcopale e sul dinamismo ecclesiale che questa decisione sta portando... se c'è una parola del Papa poco esplorata mi sembra proprio questa: "dinamismo"... ma quì apriremmo una voragine di riflessione... e mi astengo...
perciò l'acredine, io la capisco poco... e in un'ottica di fede produce cattivi frutti... sempre...
francesco

Anonimo ha detto...

Approvo con bolla speciale :-)) cio' che hai scritto, Francesco :-))
La soluzione che avevi "proposto" fin da subito era e, per me, e' la piu' intelligente.

Una domanda ai don: se il proprio vescovo e il Papa sono in contrasto fra di loro, a chi il fedele tapino deve dare fiducia?

E' una domanda che mi ronza nella testa da molto tempo...

Anonimo ha detto...

Benvenuto a Don Marco, ex "don di prima" :-)
Don Farinella aveva tutto il diritto di dire la sua, ma purtroppo il suo linguaggio non e' accettabile...

Anonimo ha detto...

Il Vescovo non può essere in contrasto con il Papa altreimenti quel che si dice nella Preghiera Eucaristica è ipocrisia.
Diciamo: In comunione con il nostro papa Benedetto decimosesto, il Nostro Vescovo Pinco Pallino e tutto l'ordine sacerdotale.....
Un mio amico protestante aveva partecipato per curiosità alla Veglia pasquale in un Chiesa Cattolica. Dopo il canto del Preconio sotto voce mi disse: certo che voi cattolici di bugie ne dite non poche....Risposi: perchè? .... e lui: il diacono ha intessuto l'elogio del Cero che è frutto delle api e tante belle frasi e non si è accorto che è di plastica. Nessuno gli ha detto che stava cantando una cosa non vera?....ed io: come darti torto!!!!
Spero che nessuno possa dire IN COMUNIONE...... e poi ci sta disaccordo :))
don Marco

Anonimo ha detto...

Don Farinella aveva il diritto?????
Non sarà il caso che certi preti prima di avanzare diritti presunti debbano pensare ai doveri???
Forse sbaglio, ma quel libro mi ha veramente lasciato basito....ovviamente non l'ho acquistato

Anonimo ha detto...

Grazie Don Marco :-))

Per quanto riguarda Don Farinella penso che avesse il diritto di dissentire ma non di offendere il Papa :-)

mariateresa ha detto...

beh, caro Francesco diciamo che il papa non è attaccato "continuamente", diciamo che lo è abbastanza spesso, va bene? Non so se c'è un "disegno globale" ma certi attacchi non mi sembrano così casuali. No.
Che poi tutto serva per illuminare la dimensione della verità posso convenire perchè lo spero e sono ottimista di natura. Ma insomma non sempre si riesce a mantenere il sorriso sulle labbra e l'anima ispirata. Anzi ci sono delle volte che darei volentieri un pugno sul naso a qualcuno. Non a lei naturalmente.

Anonimo ha detto...

Quanto difficile è usare la libertà ( in questo cso di espressione e opinione) ma senza di essa non si potrebbe vivere...
In ogni caso per rispondere alla domanda di Raffa di prima secondo me i sacerdoti devono obbedienza in primo luogo ai vescovi a meno che non si trovino in aperto conflitto con il Papa! ma la mia è in opinone da profana.
non è una qusetione di semplice risoluzione perchè è di tempi dei grandi Scismi ( il Rinascimento ) che non si pone il problema.
Tuttavia mi sembra che si sia sollevato un vespaio davvero troppo grande perchè da quanto ho capito non si tratta di una sostituzione definitiva, si potrà comunque continuare a celebrare la messa nelle lingue nazionali o sbaglio? vi prego qualcuno mi risponda...
L'bbiettivo del Papa mi sembra comunque quello di ricucire uno scisma non di provocarne un altro!Non lo farebbe mai!

Anonimo ha detto...

Ciao Cindy, la forma ordinaria del rito resta e deve restare quella postconciliare. La forma staordinaria (tridentina) si aggiunge alla celebrazione ordinaria cosi' come l'abbiamo vista fino ad oggi. Nessuno sara' mai obbligato ad assistere, contro la sua volonta', ad una Messa tridentina anche perche', chiaramente, non tutti conoscono il latino.

Anonimo ha detto...

Tranquilla Cindy!!!
Ti suggerisco di gettare al macero ogni lettura trasversale del Motu Proprio. Mettiti tranquilla seduta e leggitelo con serenità e attenzione avendo presente la situazione della Chiesa. Vedrai che il Papa è chiarissimo, non ha bisogno di commentatori o interpreti. Puoi capirlo senza troppa fatica, anche perchè un dono che lo contraddistingue è proprio la chiarezza e la semplicità che se letto con superficialità non ti aiuta a cogliere la profondità.

Anonimo ha detto...

Adesso ho bisogno del vostro aiuto!!!
Sto facendo un corso (diciamo così) sui luoghi della celebrazione liturgica. Ai miei allievi ho dato l'ingrato compito di andare a cercare elemnti storici di ogni "luogo liturgico". Son venute fuori cosette interessanti. Fin qui tutto fila!!
adesso abbiamo iniziato a fare una lettura teologica degli spazi e dei luoghi e son cominciati i problemi!!!
Vi illustro le obiezioni che mi han sollevato alcuni.
a. L'ambone. luogo della parola di Dio e dell'annuncio della Pasqua. ad un funerale a Pinerolo il bravo Parroco, per ottenere consensi e per strappare applausi ha commentato una canzone di Vasco Rossi potete immaginare quante domande mi han posto!!!
Mia risposta: E' un Padre della chiesa che segue ilario di poitiers :))
b. esequie di Pavarotti. Era opportuno che fosse il Metropolita a presiedere?? (Aveva 2 mogli)
c. cosa han celebrato? il mistero pasquale di Cristo, tanto fritto e rifritto dopo la riforma o il personaggio?? La cattedrale sembrava una sala adornata ad hoc per l'evento mondano ..... l'ultimo di un grande personaggio.
c. tanta gente è rimasta fuori dalla Cattedrale ma dentro ci stava chi sbadigliava, chi rispondeva al cellulare ecc. ecc. (la telecamera è impietosa)
d. Era necessario far leggere a Prodi dall'ambone un qualcosa che tutti da fuori han fischiato?? (ambone luogo della Parola di Dio associato a fischi)
e. era così necessario mettere una telecamera su quel bellissimo ambone per favorire le riprese??
Quando studiavo Liturgia il grande prof. Valenziano ci ha spiegato tante belle cose che cerchimo di mettere in pratica. Ma allora se l'ambone è il luogo dell'annuncio della Pasqua e il luogo della Parola non trovate che tutto era fuori luogo???
Ben venga il Motu Proprio, forse farà capire a tanti Vescovi e preti che la Celebrazione è una presenza seria, non una barzelletta!!!!!!

Anonimo ha detto...

Ringrazio Raffa e Don Marco!
ho appena finito di leggere il Motu Proprio ! Rd è davvero chiarissimo come tutti gli scritti e i discorsi di Ben!
Non c'è davvero niente di così terribile e reazionario in questo documento ma è piuttosto un altro atto per permettere una maggiore libertà nella Chiesa!
WWWW Ben

Anonimo ha detto...

Caro don Marco, le perplessità da te esternate sono le mie. Ho cercato di trovare una risposta. Mi pare proprio che tali eccessi nascano da una mens liturgica, diciamo così troppo centrata sulla persona del celebrante o del celebrato (il defunto). Non dovrebbe accadere, non accadeva nella liturgia tradizionale, perché nessuno poteva aggiungere nulla al rito, ma oggi che si privilegia tanto la creatività, può succedere.

Come spiegare ai miei parrocchiani che il divorzio rompe la comunione con la Chiesa, quando un vescovo trasforma la sua cattedrale in camera ardente per un divorziato e lo celebra come un eroe. Con tutta la stima e la speranza per la la salvezza eterna di Pavarotti, mi sembra che non ci sia più il sensus Ecclesiæ

Anonimo ha detto...

Domanda per i confratelli.
Messa in latino = a Messa tridentina. A voi capita di imbattervi in questa confusione della gente?
In Parrocchia da me sono abituati alla Messa in latino per le feste ma ultimamente quando metto i manifesti con gli orari e scrivo "Messa solenne in latino" più di qualcuno pensa che sia quella precedente la riforma.
Ad onor del vero: il giorno di ferragosto quella celebrazione ha visto la Chiesa gremita. Anticipo eventuali perplessità:
1. i fedeli hanno il libretto preparato dalla Parrocchia con tutta la celebrazione e le rubriche indicative.
2. conosco il canto gregoriano e non improvviso.
3. la gente risponde e canta senza problemi. Temevo nessuno rispondesse al dialogo del prefazio ma con mia somma meraviglia mi son dovuto ricredere.

Anonimo ha detto...

Carissimi don Marco e don Gianluigi, la Vostra partecipazione al blog di Raffaella ha riscaldato subito il dialogo che, arricchito di commenti ed esperienze di persone come Voi che vivete al di dentro della Chiesa, si è fatto più vivo e interessante. Mi fa veramente molto piacere poter sentire anche il suono di altre “sacre” campane. Fino ad ora sentivamo solo quella di don Francesco dal suono molto raffinato…, ma talvolta anche un po’ “stonato” (non me ne abbia don Francesco, sa che gode di tutta la mia stima!).
Caro don Marco Lei è del 1963 ed io del 1951, cresciuto con la messa in latino e pur essendo stato latitante per quasi trentanni, una volta ritornato sulla retta via, ho avuto modo di assistere ad una messa in latino e, non ci crederà, sono stato in grado di seguirne tutti i passaggi, canti compresi. Come si spiega tutto ciò? Forse la risposta è più semplice di quanto non si possa immaginare: con il V.O. l’atmosfera è così sacra e intensa che ti coinvolge completamente anche dopo trentanni!!!

Anonimo ha detto...

Effettivamente l'esposizione della salma nel Duomo di Modena se la potevano risparmiare, ho sentito una giustificazione sul fatto che il Duomo e' un capolavoro dell'arte e quindi ben si addiceva al personaggio, ma secondo me per l'eco mediatico che Pavarotti da sempre suscita era piu' appropriata una web-cam dalla sua casa, una camera ardente aperta sul mondo e lo dico seriamente con tutto il rispetto, perche' inizio a credere che l'idea lanciata da TelePadrePio non sia poi cosi' "folle" ma pioneristica..scusate la divagazione

Anonimo ha detto...

Forse un piccolo ripasso delle preghiere in latino non farebbe male il giorno della vigilia:
http://precis.altervista.org/sez_it/home_it.htm
Buona lettura a tutti.

brustef1 ha detto...

La Messa funebre per il povero Pavarotti era perfetta: pochi però hanno notato che le offerte dei fedeli le raccoglieva Padoa Schioppa, scortato dalla Finanza. Chi non aveva contanti per aver appena pagato la rata Irpef veniva sbrigativamente invitato ad accendere un mutuo presso Banca Intesa.

Anonimo ha detto...

Carissimo Giampaolo, la mia passione per la lingua latina è nata proprio sull'altare..... già, sull'altare. noi seminaristi del "minore" avevamo i turni ed andavamo a far servizio in Cattedrale alla famosa Messa conventuale. Era la Messa conciliare di Paolo VI ovviamente. non ti nascondo che quando ogni tanto passo dalla mia cattedrale (di origine) avverto un senso di tristezza, quella Messa è stata abolita e sai perchè???? I Canonici non vengono più pagati dallo Stato!!! (I preti a volte pregano se prezzolati!!!! Mah, speriamo non sia vero).
Mi è rimasta talmente nel cuore che quando sono stato ordinato ho chiesto venisse cantata la Missa XI, la Orbis factor, che si cantava ogni domenica, ma non è stato possibile perchè nessuno la conosceva, ho ripiegato sulla De Angelis.
Io tranquillamente celebro, quando si presenta l'occasione, con il Messale di GP II uscito nel 2002, senza nessun problema e senza nessuna meraviglia da parte della gente. Ribadisco che la gente canta tranquillamente e risponde in canto. Un tale mi disse tempo fa: ma ste cose non le sa più nessuno. Risposi: bene, si possono imparare! Invece di cantare banalità, si insegni da ora in poi musica seria! Han brontolato per un po' di tempo ma poi si sono adeguati. Ho perso qualcuno, un paio di chitarristi, ma in compenso son riuscito a costruire un organo di oltre 1000 canne ed ho riempito la Chiesa. La liturgia ben fatta....paga sempre, fidatevi!!!
Però devo dire che pur essendo liturgista conoscevo la Messa di Pio V, diciamo così, solo per averla studiata, ma come ben sai, quando le cose ti interessano relativamente ci poni l'attenzione che serve per superare un esame all'università.
Il Motu proprio ha acceso la mia curiosità e sto cercando di capire come funziona. Dico senza vergogna che non sarei capace di celebrare secondo quel Rito, per il semplice fatto che non fa parte della mia formazione e non ti nascondo che faccio fatica a capire tante cose....ad esempio tutte quelle croci e quelle rubriche un pochino pesantucce.
Ti confesso che ho comprato il Trimeloni per cercare di capire qualcosa in più. Oddio, siamo sinceri, certe cose fanno proprio ridere!! La fretta credo sia una pessima consigliera. Penso che avrebbero dovuto rivedere certe cosettine rubricali, usare un linguaggio meno datato e alleggerirle un tantino, ma vedo che sono stati frettolosi, amio giudizio modestissimo, ed han ripubblicato un testo ormai datato.
Non nego la bellezza e la sacralità di quello stile celebrativo, onestamente è coinvolgente e ti porta dentro il Mistero, certe attuali celebrazioni ti portano altrove....magari a mandare a quel paese certi preti e Vescovi che quando si trovano tra le mani un microfono non lo cedono più e commentano e spiegano tutto e il contrario di tutto, ovviamente con parole banali, ovvie, e frasi prive di senso che stancano la gente.
Detto questo però mi domando: che vuol dire quel gesto che fa il suddiacono, se non erro, che a un certo punto della Messa prende la patena con il velo omerale e i mette dietro al celebrante? O il celebrante che mette sotto il corporale la patena? boh...forse sono retaggi ereditati da Amalario?
La Messa tridentina comincia a piacermi, però certi gesti mi lasciano molto perplesso, perchè come certe prediche attuali mi sembrano prive di senso. chi ne sa di più mi dica qualcosa, intanto continuo a studiare per capire.

Anonimo ha detto...

Ma vete notato come dalla TV sono scomparsi porporati e aspiranti?
Da quando è saltata fuori sta faccenda del Motu Proprio sono finalmente spariti tutti, o quasi.
Temono di essere portati da qualche cronista su un terreno minato?
Qualcuno teme di perdere la porpora?
ahi ahi ahi a qualche prelato consiglio caldamente e devotamente l'omelia del nostro augustissimo pontefice del 29 giugno..... quanti entrano nel gregge di Cristo con altri fini.....
Già!!! Vorrei chiedere a quale illustissimo in odore di porpora, perchè non sentenzia adesso? Forse ha dimeticato quanto taluni dissero quando l'allora Card. Ratzinger scrisse introduzione allo spirito della Liturgia? Non gli dettero dell'imbecille per carità cristiana.
Beh? Adesso tutti muti? tutti agnelli? E l'amore per la verità dove è andato a finire????
Uhm....a more per la verità o amore per la porpora???
Ma si dai, Parigi val bene una Messa, ops, una porpora.
Ben stai attento al prossimo Concistoro, troppi lupi vogliono vestirsi di rosso e ripristina la figura dell'assaggiatore del vino dopo che hai creato i nuovi cardinali..... Un amico fedele

euge ha detto...

Mi aspettavo delle simili reazioni in vista della data fatidica del 14 settembre che riguarda il Summorum Pontificum come sempre c'è chi è favorevole come la sottoscritta e chi invece alimenta inutili polemiche arrivando anche ad inventarsi la partigianeria papale. Io credo, almeno per me è così, che il papa non si segue per partito preso o per pura simpatia ma, perchè evidentemente le sue parole, ti rimangono nella mente e nel cuore e perchè ciò che fa per la chiesa merita obbedienza e rispetto anche se non si condivide. Per questo Summorum Pontificum, a Papa Benedetto è stato detto di tutto ed il contrario di tutto dalle pressioni esercitate su di lui dai conservatori, alla sua " mania" di voler celebrare in latino e con una musica aadatta ad una celebrazione ( non con canzoncine tipo San Remo, coreografie e quanto di più grossolano e pacchiano si possa trovare e vedere in giro), alla possibile tentazione operata da chissà quale demone travestito da angelo di luce!!!!!!!! ( chi ha scritto questa cavolata si ricordi di averla detta e di averla scritta )!!!!!!!!!! ed altre corbellerie simili. Tutto questo, sicuramente si sarebbe potuto evitare se certa gente preti compresi, parroci, vescovi e chi più ne ha più ne metta, avessero avuto il buon senso di leggere la lettere esplicativa che accompagna il Motu Proprio cosa che evidentemente o non hanno fatto oppure hanno fatto senza la dovuta attenzione. La famosa obbedienza al Papa che tutti i religiosi devono qualunque Papa esso sia, non è qualcosa che si basa solo sulle parole che una volta dette si dimenticano ma, è qualcosa che si promette ed allora si deve mantenere come ha ricordato peraltro Sua Santità durante il viaggio apostolico in Austria insieme ad una buona dose di rispetto che non deve mai mancare cosa questa che non è avvenuta ( Vedi Don Farinella con la sua obiezione di coscenza che sinceramente non so se mi fa ridere e mi fa solo rabbia); addirittura è stato detto che Benedetto XVI ha tradito il Concilio ma ci rendiamo conto della gravità di questa affermazione???????? Ma non sarà invece che i difensori del Concilio a tutti i costi sono proprio quelli che hanno scambiato il Vaticano II per un " sfasciamo tutto il passato e facciamo tutto nuovo" tanto per adeguarsi ai cambiamenti dei tempi snaturando così la tradizione e la cultura della chiesa? Una specie di 68 clericale per capirci.?............ No non è accettabile e tollerabile che Papa Benedetto subisca un simile attacco soltanto perchè da la possibilità a chi lo desidera e ne sente la necessità di partecipare al rito tridentino per giunta quello del 1962 di Papa Giovanni XXIII e non quello di Pio V. Qui non si tratta di acredine senza motivo qui si tratta che gli attacchi al Papa sono gratuiti, ingiustificabili e senza motivo la cosa è leggermente diversa!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Raffa me lo potevi mettere on line quel posto, sig sig

Anonimo ha detto...

Fatto...con un po' di ritardo...chiedo scusa :-)

Anonimo ha detto...

Carissimo don Marco, già il fatto di aver sostituito i chitarristi con un organo a canne - oltre che a farLe grande onore - leggo che ha prodotto il suo bel risultato. Complimenti! Credo comunque che un po’ alla volta, introducendo la vera “musica sacra” al posto delle canzonette e ripristinando un po’ di quell’atmosfera di sacralità tipica del V.O., potrebbe essere sufficiente per arricchire e rendere più pregna di religiosità anche la messa secondo il N.O. e credo di non sbagliarmi a pensare che il M.P. del Santo Padre, possa servire anche a questo.

Anonimo ha detto...

Mi fa piacere sapere che un prete giovane s'interessi al rito tradizionale. Certo se parti dal Trimeloni rischi di rimanere frastornato da tanto ritualismo, ma se parti guardando una Messa celebrata ti accorgi che tutto si compone in un linguaggio di gesti e di parole di grande bellezza. Prova a confrontare i segni di croce del rito romano con quelle del rito bizantino, ti accorgerai che siamo molto più contenuti noi occidentali.
Non vi siete mai chiesti perché dopo il Concilio non c'è stata una riforma liturgica per l'oriente? Un ortodosso un giorno mi disse che quando qualcuno durante il Concilio Vat.II propose di riformare la santa liturgia di S.Giovanni Crisostomo (la cui festa ricorre oggi)gli orientali hanno minacciato di abbandonare il Concilio. Comunque noi riscopriamo la tradizione oggi, loro non l'hanno mai abbandonata

Anonimo ha detto...

Carissimo don Marco, dimenticavo di suggerirLe un link per trovare indicazioni utili sul come si celebra il Rito Tridentino:
http://www.unavox.it/Novita2007/Novita0702_DVD.htm
Con affetto e simpatia.
Gianpaolo (con la “n” perché unione dei due nomi Giovanni e Paolo)