11 settembre 2007

A poco a poco la verità viene a galla: l'Austria conquistata dal Papa (anche in tv)


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I TEMI DELLA VISITA

«Il Papa, semplicità e gesti forti Ci ha spinto ad avere coraggio»

Leitenberger, direttore di «Kathpress»: «Ha invitato l’Austria a riscoprire il ruolo di “ponte” d’Europa»

Dal Nostro Inviato A Vienna Luigi Geninazzi

«Il Papa conquista i cuori nella bufera». Il titolo del quotidiano popolare Oesterreich rende bene il clima vissuto dall'Austria nel corso della tre giorni papale. Le immagini di Benedetto XVI che lotta col vento, scherzandoci su con i fedeli che riempiono la Stephansplatz, dominano tutti i giornali. Quasi tutti parlano della visita di Ratzinger in modo positivo, «una personalità che affronta i problemi scottanti della nostra epoca senza i giri di parole usati dai politici», scrive la Wiener Zeitung. Anche il conservatore Die Presse rileva che sono state gettate «pietre miliari» per il percorso dell'Europa. L'unico titolo apertamente critico appare sul giornale di sinistra Der Standard secondo cui «il Papa ha taciuto i problemi». I dati diffusi dalla radio-televisione pubblica Orf, che ha coperto l'evento con 16 ore di diretta, mostrano che mezzo milione di persone (48 % di share) hanno seguito il Pontefice in televisione. Abbiamo chiesto un bilancio della visita ad un intellettuale che conosce bene il cattolicesimo austriaco, Erich Leitenberger, direttore dell'agenzia di notizie Kathpress di Vienna.

«Il momento più forte ed emotivamente coinvolgente - spiega - è stato senza dubbio il pellegrinaggio a Mariazell di migliaia di fedeli che insieme al Papa hanno sfidato il freddo e il maltempo. Ma in ogni gesto abbiamo potuto sperimentare la paternità di Benedetto XVI. Ha dimostrato di essere davvero una guida e un maestro, senza alcuna arroganza ma con grande semplicità. Ci ha ridetto i motivi per essere cristiani spingendoci ad avere più coraggio. Questo per quanto riguarda la sostanza. Ma anche la forma ha avuto un suo profondo valore estetico».

A cosa si riferisce?

«Penso alla preghiera silenziosa che Benedetto XVI ha recitato nella Judenplatz davanti al monumento per le vittime austriache della Shoah. Ed anche alla Messa solenne celebrata domenica nel Duomo di Santo Stefano. Fa parte della nostra tradizione usare le grandi composizioni musicali di Haydn, Mozart, Schubert a scopi liturgici. Forse è un modo per dare testimonianza della bellezza della fede di cui parla spesso Papa Ratzinger».

Non si sono però viste grandi folle...

«Non abbiamo mai pensato a incontri da stadio ma a posti delimitati e circoscritti. Secondo i nostri calcoli sono state 110 mila le persone che complessivamente hanno preso parte agli incontri con il Papa. Si tratta di un numero un po' più alto di quello registrato durante l'ultima visita di Giovanni Paolo II in Austria nel 1998».

Benedetto XVI non ha fatto cenni alla situazione specifica della Chiesa austriaca ed alle richieste che vengono avanzate da alcuni movimenti di base. La ritiene una mancanza?

«Nient'affatto. I contestatori dentro la nostra Chiesa non hanno più lo stesso peso che avevano dieci o vent'anni fa. Il Papa ci ha invitati a guardare al futuro, non al passato. E ha risposto a quanti chiedono riforme democratiche delle strutture ecclesiastiche proponendo un'altra visione, quella che il cardinale Schönborn ha chiamato "radicalismo spirituale". È molto importante tener presente che il Papa si rivolgeva ai cattolici austriaci ma parlava a tutta la Chiesa universale».

I giornali hanno dato grande risalto ai richiami fatti dal Papa per la questione dell'aborto e della festività domenicale. Che influsso avranno sul dibattito in corso?

«Benedetto XVI ha ricordato che nella legge austriaca l'aborto è definito un'ingiustizia. È una cosa di cui l'opinione pubblica si era dimenticata e su cui adesso è invitata a riflettere. Anche il richiamo a rispettare il carattere sacro della domenica dà slancio a tutti coloro che si stanno battendo in difesa della "domenica libera". A questo scopo da noi si è creata un'alleanza che comprende rappresentanti del sindacato unitario, dell'imprenditoria, dello sport e della cultura. E tanti incominciano a capire che senza il riferimento al carattere religioso della domenica viene meno anche il suo carattere di giorno libero».

C'è chi ha scritto che dopo questa visita del Papa l'Austria può diventare migliore. È d'accordo?

«Benedetto XVI ha invitato l'Austria a riprendere il suo ruolo storico di Paese nel centro dell'Europa e a rilanciare i valori cristiani. È un invito ad uscire dalla tentazione del provincialismo in cui spesso ci siamo ripiegati in questi ultimi anni. E questo nonostante che dopo la caduta del Muro molti nostri imprenditori abbiano fatto grandi affari nei Paesi ex-comunisti. Credo che l'Austria possa tornare attivamente alla sua vocazione di ponte tra Est ed Ovest. Ma deve riscoprire l'universalismo cristiano e non solo la globalizzazione economica».

© Copyright Avvenire, 11 settembre 2007

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La domenica si va a messa? No, si va a fare shopping! Questo è uno dei gravi pericoli che corre la nostra società moderna e bene ha fatto il Santo Padre a porre il Suo fermo richiamo sul rispetto del carattere sacro della domenica, giorno dedicato al “Signore” che non può e non deve essere scambiato con un altro qualsiasi della settimana!

mariateresa ha detto...

Vorrei molto brevemente, perché purtroppo non ne ho il tempo, fare alcune considerazioni anche per il futuro. Io credo che a noi, come credenti, polemiche sulle presenze più o meno numerose alle udienze,visite pastorali o altro, sinceramente non debbano interessare, o meglio debbano interessare , a fini pastorali, a chi di dovere, e quelli non siamo di sicuro noi.
I dati che vengono riportati dalla stampa, io credo che dopo più di due anni di pontificato lo abbiamo imparato, rispecchiano altre esigenze che non sono né pastorali né informative. Lo scopo per i media secolari è chiaramente politico e più violentemente politico se ci sono contesti di politica interna conflittuali o altro. Salvo casi eclatanti di successo, come quello di Loreto (a parte l’osservazione dei bagni non agibili…, l’ultima risorsa…) o quello , per citare un altro esempio, della GMG di Colonia, per alcuni è fisiologicamente impossibile informare per le cose per quelle che sono. Ormai l’ho capito e non mi arrabbio più. A volte la bugia è piccola,a volte dà veramente fastidio perché offende l’occhio e l’intelligenza delle persone, ma il sistema è questo e credo che veramente, come dice Korazym, il singolo vaticanista c’entri il giusto, perché c’è sempre una redazione e una linea editoriale a raddrizzare eventuali sconfinamenti. E credo che sia anche questa la ragione per cui sorgono come funghi blog di vaticanisti che cercano un dialogo coi lettori. Dove voglio arrivare?A una sana e disincantata visione della situazione che è quella che è. Sapete sui giornali austriaci, anzi su un giornale austriaco, ho visto il dato di 60.000 presenti,che è poi stato riportato da Politi e che poi ho saputo essere,dall’articolo di Avvenire, un giornale di sinistra. Se le cose stanno così, cioè se le filiere ideologiche fissano ,addirittura a livello europeo, i presenti a un evento, di cosa stiamo parlando? Non agitiamoci e guardiamo le cose cum grano salis non pretendendo quello che non può essere. Certo a nessuno fa piacere essere preso per il fondo dei pantaloni,ma su quanti altri argomenti avviene questo meccanismo? Insomma , ve lo dico col cuore , cari amici, tutte le volte che il nostro Benedetto viaggia, ho l’impressione che si ripeta un copione e questo copione sarebbe in grado di scriverlo il mio cane che è molto intelligente, ma è pur sempre un cane. Scrivo questo sapendo bene che alla prossima porcheria mediatica mi imbufalirò come voi (anche se brevemente),ma so già che è normale, in un certo senso. Non è inutile segnalarlo, ma è un po’ come segnalare che domani è mercoledì. E’ vero, ma non possiamo farlo diventare giovedì.
E mi fermo qui perchè ben altro sarebbe da dire sulle manipolazioni dei contenuti dei discorsi papali,anche se in realtà le motivazioni sono le stesse. Ma qui si tocca un nucleo ben più grave del problema. Eppure io sono convinta che questa manipolazione si ritorcerà, ben più dei poveri numeri agitati dagli anoressici di argomenti che conosciamo,contro gli autori degli stessi, perchè i problemi e i temi sollevati da papa Benedetto riguardano la radice intima di ogni persona umana e la banalizzazione continua, il vuoto delle critiche appariranno presto in tutta la loro inconsistenza e pretestuosità. L’informazione circola….C’è troppo nulla in questi argomenti, troppa mancanza di rispetto. Almeno a me questo sembra evidente…
Scusate se sono diventata lunga….non volevo

Anonimo ha detto...

Grazie Mariateresa per questo tuo commento. Sono la prima ad arrabbiarmi quando vengono ignorati dati eclatanti e si punta il dito contro il Papa ogni volta che si puo'! Comunque hai assolutamente ragione: cerchiamo di non prendercela quando i giornali sprecano righe in inutili polemiche. Guardiamo al contenuto e ribattiamo su quello :-))