13 settembre 2007

Messa tridentina: curiose frequentazioni


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Il finanziere Rupert Loewenstein, 74 anni: dai salotti di Londra alle panche della chiesa di San Simeone Piccolo, dove il primogenito è sacerdote «tradizionalista»

Il principe del rock and roll che prega in latino (con il figlio)

Ha fatto arricchire gli Stones. A Venezia per la messa stile Lefebvre

Gian Luigi Paracchini

VENEZIA — Ci si può occupare dei Rolling Stones ma non necessariamente nutrire «simpathy for the devil», giusto per citare la celebre hit di Mick Jagger e soci. «L'unica vera musica — sostiene da sempre — per me resta quella classica». Con un particolare riguardo a corali e musica sacra.
Chiesa di San Simeone Piccolo, la prima per chi, arrivato a Venezia, scende lungo il Canal Grande. Tra i fedeli che escono dopo la Messa un signore anziano elegante, gran portamento, sguardo con il giusto distacco, accompagnato dalla moglie. Coppia di classe.
Lui è il principe di origine tedesca ma londinese di adozione Rupert Ludwig Ferdinand zu Loewenstein Scharffeneck, classe 1933, il finanziere con tanti nomi e altrettanta esperienza che dai primi anni '70 ha contribuito ad arricchire con sapienti investimenti e con una furba strategia fiscale, il celebre gruppo inglese.
Qualcuno l'ha definito il sesto (quando loro erano cinque) Rolling Stone, più incisivo degli assoli di Keith Richards almeno per il conto in banca. Altri lo hanno invece giovanilmente etichettato come «Rupie the Groupie» anche se non è davvero tipo da strapparsi i capelli a un concerto rock.
A Venezia il principe Rupert Loewenstein con l'inseparabile e sempre affascinante moglie Josephine sono venuti a trovare uno dei loro tre figli: padre Konrad, un sacerdote tradizionalista dal volto ascetico, che da sempre officia la messa in latino e non ha mai abbandonato il classico abito talare alla Don Camillo: il clergyman al massimo va bene quando scia. Un altro figlio, Rudolph, pure sui 40 anni, grande barba, sandali e saio, è invece monaco domenicano. Altro che simpatia per il diavolo.
I religiosi che hanno guardato con una certa avversione alla riforma liturgica del '69 (messa in lingua nazionale con il sacerdote rivolto ai credenti e non al tabernacolo) sono sempre stati considerati in odore d'integralismo o addirittura seguaci del vescovo Lefebvre, ma proprio da domani, 14 settembre, dopo il recente «Summorum Pontificum» di Papa Ratzinger che «liberalizza » il ritorno al latino, il metodo di padre Konrad è quanto mai d'attualità «A noi — dice padre Konrad, che fa parte della Fraternità sacerdotale San Pietro, ancòrata alla tradizione — la decisione del Santo padre riempie di soddisfazione. Questa è sempre stata e sarà la nostra strada».
Ma la visita a Venezia del principe Rupert non è legata a questo motivo. Loewenstein, uomo di grande cultura e appassionato d'arte («Vengo in Italia appena posso ed è sempre una scoperta...»), ha molti amici nei migliori palazzi veneziani. È arrivato dalla Toscana, forse la regione che ama di più e non soltanto per motivi artistici: in Maremma è ospite fisso da una delle famiglie più incrociate con storia e letteratura, i della Gherardesca.
Sua figlia Maria Theodora, detta Dora, una delle più importanti organizzatrici di eventi non soltanto a livello europeo ha infatti sposato (mamma di due bimbi) Manfredi della Gherardesca, fratello di Sibilla una delle menti di Pitti Immagine e di Gaddo, manager della comunicazione molto english style per tweed, velluti e antica amicizia con Sarah Ferguson.
La curiosità dei media per questa commistione tra padre finanziere privilegiato del rock and roll (pure Led Zeppelin e U2 hanno bussato alla sua porta) e figli religiosi, ovviamente non entusiasma, è comprensibile, la famiglia. «Amo la mia famiglia — aggiunge padre Konrad — ma l'attività di mio padre non mi riguarda: sono un sacerdote e per me conta soltanto questo ».
Il principe, molto conosciuto nei migliori salotti e club londinesi, è accreditato di notevole humour, nulla a che vedere con i suoi sontuosi guadagni sulle note degli Stones. Meritati se è vero che fino al 1970 Jagger e company versavano al fisco il 93 per cento dei guadagni mentre negli ultimi 20 anni (con la sua cura) hanno pagato soltanto l'1,6. Anche in lui c'è comunque qualcosa di mistico.
«Per i miei clienti — spiega — sono contemporaneamente il banchiere, il commercialista ma in un certo senso anche il confessore. L'importante è che io resti sempre dietro le quinte, non vado nemmeno ai loro concerti. Sotto i riflettori ci stanno già loro e basta così».
Il segreto di questo fortunato connubio? Per lui è ormai un refrain: «Nonhomaidetto a Jagger e a Richards che musica fare o come muoversi sul palco. E loro mi hanno sempre lasciato carta bianca. Tutto qui».
Primi anni di vita a Majorca, per sfuggire con i suoi genitori al nazismo, emigrato poi in Inghilterra dove si è laureato a Oxford, conoscitore dell'Europa come degli States, gran viaggiatore, Loewenstein è, alla lettera, uomo di mondo.
E questo, secondo certi suoi spiritosi estimatori, lo ha molto aiutato a diventare un vero mago nel costruire, sempre con aristocratica affabilità, castelli di società in paradisi fiscali. Per la piena satisfaction dei suoi agiati clienti.

© Copyright Corriere della sera, 13 settembre 2007

Chissa' dove voleva arrivare il Corriere con questo articolo...
Comunque non si puo' parlare di Messa "stile Lefebvre" perche' la Fraternita' di San Pietro e' in piena comunione con il Santo Padre...cerchiamo di non fare confusione
!
R.

2 commenti:

brustef1 ha detto...

Aldilà del facile scandalismo che fa vendere i giornali, la classe non è acqua, è acqua santa! Anche in Casa Asburgo e in Casa Wittelsbach-Baviera vi sono e vi sono stati monaci di vari Ordini. Il domenicano cardinale Schoenborn, arcivescovo di Vienna, appartiene a una delle grandi famiglie "mediatizzate" (principesche) del Sacro Romano Impero, presente sull'Almanacco di Gotha.

Anonimo ha detto...

Bravo padre Konrad!