15 aprile 2008

Benedetto XVI ai giornalisti durante il volo verso l'America: "Gli Stati Uniti modello di laicità positiva" (Osservatore Romano)


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Benedetto XVI ai giornalisti durante il volo verso l'America

Gli Stati Uniti modello di laicità positiva

dal nostro inviato Gianluca Biccini

Un modello di laicità positiva. Così Benedetto XVI ha definito gli Stati Uniti durante l'incontro con i giornalisti sull'aereo che lo conduce verso l'America, meta del suo ottavo viaggio internazionale. Il boeing 777 dell'Alitalia con il Papa a bordo è decollato alle ore 12.15 di martedì 15 aprile, dall'aeroporto di Roma-Fiumicino. L'arrivo è previsto alla Andrews Air Force Base verso le 16 locali, le 22 italiane.
Il Papa si è intrattenuto con i giornalisti al seguito per una ventina di minuti subito dopo il decollo.

Rispondendo alle cinque domande che gli sono state poste, in un certo senso ha anticipato le tematiche che affronterà durante la sua permanenza negli Stati Uniti: dal profilo eminentemente religioso e pastorale del suo viaggio, alle aspettative per l'incontro con i cattolici americani, con gli ebrei e con i rappresentanti delle altre Chiese e Confessioni cristiane, all'atteso appuntamento alle Nazioni Unite per il sessantesimo anniversario della Dichiarazione dei diritti dell'uomo.

Infine si è soffermato sulla crescente presenza negli Stati Uniti di immigrati da Paesi dell'America Latina, sottolineando il fatto che, trattandosi soprattutto di cattolici, la loro presenza rappresenta una sfida per la Chiesa chiamata ad affiancarli con grande sollecitudine pastorale, nella consapevolezza del rischio di disgregazione che corrono le loro famiglie.
Per la seconda volta dall'inizio del pontificato - la prima era stata nel maggio 2007 con il viaggio in Brasile - Benedetto XVI attraversa l'Atlantico approdando sulla sponda americana. È il terzo Pontefice che visita il Paese e la sede delle Nazioni Unite, dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II. A dire il vero, in passato anche Pio IX toccò in qualche modo il "territorio" degli Stati Uniti: fu nel 1849 quando nel porto di Gaeta trascorse alcune ore a bordo della nave da guerra "Uss Constitution". Da allora sono poi trascorsi altri 116 anni prima che un Pontefice giungesse sul suolo americano: fu Paolo VI che, al suo terzo viaggio internazionale, visitò il 4 ottobre 1965 la sede dell'Onu a New York.
La visita di Papa Ratzinger, dopo quella del 1965 di Montini e quelle di Wojtyla - sette tra viaggi e scali tecnici negli anni 1979, 1981, 1984, 1987, 1993, 1995 e 1999 - è la nona di un Papa nella nazione statunitense
Sulle orme dei predecessori Benedetto XVI si reca per la prima volta da Pontefice negli Stati Uniti d'America, per annunciare la grande verità di Gesù Cristo "speranza per gli uomini e le donne di ogni lingua, razza, cultura e condizione sociale". In precedenza, da cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per la prima volta nella storia del dicastero della Curia, c'era già stato nel 1984 a Dallas e Minneapolis-St.Paul, nel 1988 a New York, nel 1990 a Philadelphia e Washington, nel 1991 di nuovo a Dallas e nel 1999 a San Francisco.
Due le tappe del viaggio: Washington e New York, la capitale e la città più conosciuta degli States. Tra l'altro la prima coinciderà con il suo compleanno (16 aprile), la seconda con l'anniversario dell'elezione (19 aprile).
La visita tocca due sole diocesi ma, come preannunciato nel videomessaggio registrato alla vigilia della partenza, il Papa "intende spiritualmente abbracciare tutti i cattolici che vivono" nel Paese.
Si tratta di un cammino in cui riecheggia il magistero stesso del Pontefice: dalla Spe salvi, la seconda enciclica di Papa Ratzinger, trae il tema scelto per questo appuntamento con la Chiesa che è negli Stati Uniti: "Cristo nostra speranza".
Nelle due diverse dimensioni di questo viaggio - da un lato l'incontro con la comunità ecclesiale statunitense, in particolare con i fedeli delle arcidiocesi di Washington e di New York, e dall'altro, quello con le nazioni e i popoli rappresentati all'Onu - appare evidente il filo conduttore della speranza.
Nel cuore dell'istituzione che rappresenta i popoli e le attese degli ultimi il Papa intende farsi voce di quanti non ne hanno, indicando, attraverso il dialogo, nuovi traguardi di libertà, di convivenza pacifica e di solidarietà.
Al centro del viaggio c'è la verità del Vangelo da riproporre anzitutto alla comunità cattolica locale, chiamata ad essere confermata e rinnovata nella fede; ma anche alle società e alle culture di tutti i Paesi rappresentati all'Onu. Nel mezzo, gli ostacoli che si frappongono alla convivenza pacifica e alla collaborazione reciproca.
Il Papa si presenta come testimone della fiducia nell'uomo e nella ragione. Il suo è un invito a non arrendersi rivolto alla società moderna minacciata da sfide e problemi che incombono sul proprio futuro. La comunità cattolica negli Stati Uniti, dove vige la netta separazione tra Chiesa e Stato, ha avuto un grande ruolo nella storia del Paese.
Lo svolge ancora oggi, in questo inizio del terzo millennio, in cui la domanda religiosa non accenna a diminuire, ed è presente soprattutto tra i giovani.
Accompagnano Benedetto XVI in questa visita il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, con i due porporati statunitensi che svolgono il loro ministero nella Curia romana: William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e James Francis Stafford, penitenziere maggiore. Con loro il sostituto della Segreteria di Stato, arcivescovo Fernando Filoni, e il prefetto della Casa Pontificia, l'arcivescovo James Michael Harvey, anch'egli statunitense; il segretario particolare del Papa, monsignor Georg Gänswein, e monsignor Alfred Xuereb, della Segreteria particolare; i monsignori Peter Brian Wells e William V. Millea, officiali della Segreteria di Stato; il maestro delle Celebrazioni Liturgiche monsignor Guido Marini, con monsignor Konrad Krajewski, cerimoniere pontificio.
Fanno parte del seguito papale anche il dottor Renato Buzzonetti, il Direttore de "L'Osservatore Romano", Giovanni Maria Vian; il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano, padre Federico Lombardi; il dottor Patrizio Polisca; l'organizzatore dei viaggi apostolici del Papa, Alberto Gasbarri, con il suo assistente Paolo Corvini.

(©L'Osservatore Romano - 16 aprile 2008)

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