15 aprile 2008

Oggi il Papa negli Usa. Card. George: ci rinnoverà (Avvenire)


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Oggi il Papa negli Usa George: ci rinnoverà

Inizia da Washington per poi toccare New York il viaggio di Benedetto XVI. II presidente dei vescovi statunitensi: «Difficile annunciare il messaggio di libertà di Gesù a una società che si considera, a torto o a ragione, la società più libera della Terra»
L’arcivescovo di Chicago: linfa per le nostre sfide

DA NEW YORK

ELENA MOLINARI

Sono state settimane intense per Francis George, arcivescovo di Chicago e presidente della Con­ferenza episcopale statunitense. I dettagli organizzativi legati alla visi­ta di Benedetto XVI, che atterrerà a Washington questa sera alle 22, ora i­taliana, sono stati innumerevoli. Ma il cardinale è stato soprattutto impe­gnato ad aiutare i vescovi e le par­rocchie americane a prepararsi spi­ritualmente a un viaggio pastorale che, spiega, rappresenta un’oppor­tunità unica di rinnovamento per u­na Chiesa che ha di fronte a sé non poche sfide.

Cardinale George, quali sono le sfi­de che la Chiesa cattolica america­na deve affrontare?

Sono variegate. I cattolici sono una minoranza negli Stati Uniti, folta, ma pur sempre una minoranza. L’immi­grazione dall’America Latina lo ha re­so un gregge ancora più eterogeneo. Ai vescovi spetta il compito di man­tenerne l’unità attorno al messaggio del Vangelo. Ma la stessa proclama­zione della verità di Cristo a una so­cietà come quella americana rap­presenta una sfida. Significa annun­ciare il messaggio di libertà di Cristo a una società che si considera, a tor­to o a ragione, la più libera della Ter­ra. E fare capire ai cristiani che c’è un’enorme differenza fra la libertà in­tessuta nel Vangelo e la libertà sanci­ta dalla Costituzione americana.

Come riassumerebbe questa diffe­renza?

La libertà americana è fatta di una serie di diritti inviolabili. Sono fon­damentali e importanti, ma posso­no diventare totalitaristici quando vengono intesi come libertà di scel­ta illimitata. Questo tipo di percezio­ne, individualistica, della libertà, ri­schia di vedere il messaggio del Van­gelo e i principi morali che ne deri­vano come un ostacolo al proprio pieno compimento.

Può fare un esempio?

L’esempio più lampante è quello del­la moralità in materia sessuale an­nunciata dalla Chiesa cattolica. Nel­la società americana viene spesso vi­sta come un limite, un ostacolo alla propria libertà di scegliere il com­portamento sessuale che più aggra­da. La sfida di noi pastori è far capi­re che l’etica sessuale insegnata dal­la Chiesa libera dalla egoistica ricer­ca del piacere individuale. Ma ci so­no altri esempi. Nella società ameri­cana, infatti, si assistono a tanti mo­di di violare la santità della vita. Non solo con l’aborto. Anche con la vio­lenza, la pena di morte, la mancanza di un sistema sanitario accessibi­le ai più poveri. Sono tutti campi di sfida per la Chiesa che fa del rispetto della vita un punto di partenza im­prescindibile del suo messaggio e che rifugge i tentativi esterni di politiciz­zare le sue posizioni.

A differenza di alcune realtà euro­pee, in America le chiese sono piene, la fede è palpabile.

È vero, negli Stati Uniti la religiosità è molto diffusa. Ma è il risultato di un percorso storico diverso da quello eu­ropeo. Di certo la nostra retorica pub­blica è ben più ricca di riferimenti a Dio di quella comune nella maggior parte dei Paesi dell’Europa occiden­tale. Ma noi non abbiamo la storia di civilizzazione cristiana che pervade il Vecchio mondo. Questo risulta nel fatto che da noi sono riconosciute ben poche festività religiose.

Inoltre in America la separazione di fede e ragione, quella stessa che Papa Be­nedetto denuncia come pericolosa, è a mio parere più profonda che in molti altri Paesi occidentali. Anche negli Stati Uniti il secolarismo è dif­fuso, anche se forse in modo meno aggressivo che in Europa. Forse an­che grazie al fatto che le Scritture fan­no parte integrante del dibattito pub­blico, in un modo che non sarebbe permesso dalle consuetudini euro­pee e che credo sia un lascito del­l’importanza che il protestantesimo attribuisce alla lettura e alla inter­pretazione individuale della Bibbia.

Uno dei discorsi più attesi di Bene­detto XVI è quello di giovedì agli e­ducatori cattolici. Che tipo di co­munità si troverà di fronte?

Non parlerà solo ai responsabili del­le università cattoliche, ma anche ai rappresentanti di scuole elementari, medie e superiori. Lo ascolterà una comunità variegata, e in cerca di i­spirazione per un compito non faci­le. Ma per loro fortuna questo è un Papa educatore, che conosce le loro difficoltà. Inoltre il Papa parlerà ai giovani seminaristi ed è l’unico in­contro che il Papa ha espressamen­te chiesto di avere. Questo perché de­sidera indicare loro personalmente la bellezza della fede e la libertà che possono trovare in Cristo, indipen­dentemente dalla società in cui vi­vono.

Come sarà ricevuto il Papa in Ame­rica?

Con cortesia e calore. Anche chi non è d’accordo con lui mostrerà rispet­to per la sua presenza. Non escludo proteste a margine di qualche even­to, ma ce ne sono sempre in occa­sione di visite importanti, fanno par­te della natura americana. Soprat­tutto però mi aspetto tantissimo en­tusiasmo da parte dei cattolici. An­che se Benedetto XVI non è ancora ben conosciuto qui negli Usa, c’è sempre grande amore per il succes­sore di Pietro. E sono convinto che la gentilezza di Benedetto XVI conqui­sterà facilmente sia i cattolici che i non cattolici.

© Copyright Avvenire, 15 aprile 2008

I luoghi della visita

ACCOLTO DA BUSH

Domani l’incontro alla Casa Bianca

Domani Benedetto XVI incontrerà il presidente degli Stati Uniti nella sala ovale della Casa Bianca. La residenza ufficiale del presidente statunitense è un complesso di stile vittoriano, situato al numero 1600 della Pennsylvania Avenue di Washington. L’unico Pontefice ricevuto alla Casa Bianca è stato Giovanni Paolo II il 6 ottobre 1979. Ad accoglierlo l’allora presidente degli Stati Uniti James Earl (Jimmy) Carter che guidò il Paese americano dal 1977 al 1981.

I VESPRI CON I VESCOVI

Nel santuario dell’Immacolata

Durante la sua permanenza a Washington, Benedetto XVI celebrerà i Vespri e incontrerà i vescovi degli Stati Uniti nella Basilica del Santuario nazionale dell’Immacolata Concezione. L’appunta­mento è per domani notte (ora italiana).
Costruita su un terreno donato dall’Università Cattolica d’America, la posa della prima pietra avvenne il 23 settembre 1920. La costruzione è stata completata il 20 novembre 1959. La cripta della Basilica ospita la tiara donata nel 1968 da Paolo VI.

IL DISCORSO ALL’ONU

Venerdì nel Palazzo di Vetro

Venerdì sarà il giorno dell’attesissimo discorso del Papa nella sede delle Nazioni Unite dove Benedetto XVI arriverà poco prima delle 17 (ora italiana). La sede centrale dell’Onu, il cosiddetto «Palazzo di Vetro», a New York fu costruito tra il 1949 e il 1950 vicino all’East River a Manhattan. Il disegno è dell’architetto Oscar Niemeyer. Il Palazzo è stato inaugurato il 9 gennaio 1951. Prima di Benedetto XVI vi hanno parlato Paolo VI il 4 ottobre 1965 e Giovanni Paolo II, due volte: il 2 ottobre 1979 e il 5 ottobre 1995.

EUCARISTIA

Sabato nella cattedrale di San Patrizio

Sabato 19 aprile alle 16.15 (ora italiana) Benedetto XVI presiederà l’Eucaristia nella cattedrale di San Patrizio (St.Patrick), a New York. Si tratta della chiesa principale dell’arcidiocesi di New York. Progettata dall’architetto James Renwick jr, venne costruita tra il 1858 ed il 1878. Consacrata nel 1879, le sue due torri campanarie furono terminate nel 1888. Un busto di Giovanni Paolo II, situato presso il coro, ricorda la visita papale del 1978.

LA PREGHIERA

Domenica a Ground Zero

Domenica (in Italia saranno le 15.30) il Papa sosterà in preghiera a Ground Zero, il luogo in cui sorgeva il «World Trade Center» con le sue due famose Torri Gemelle distrutte nell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 e in cui persero la vita circa 3mila persone. Sempre qui dovrebbe sorgere il nuovo World Trade Center la cui inaugurazione è prevista nel 2012. Il complesso dovrebbe ospitare cinque torri, un centro culturale, un memoriale, un museo e una stazione intermodale.

© Copyright Avvenire, 15 aprile 2008

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