15 aprile 2008
Emma Fattorini sale in cattedra e fa la morale a Benedetto XVI...senza citarlo
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Paolo VI all'Onu
Il papa «esperto di umanità»
di Emma Fattorini
Fu Paolo VI il primo papa a recarsi negli Stati Uniti. Il primo, in missione di pace, all'Onu il 4 ottobre del 1965, dopo essere già stato in Terra Santa e in India. Un evento memorabile che innovava l'attitudine vaticana verso le grandi organizzazioni internazionali che era sempre stata di estraneità quando non di diffidenza. Una visita quanto mai organica al progetto montiniano e allo spirito del Concilio Vaticano II che nel frattempo a Roma consumava la sua fase conclusiva. Siamo nel cuore delle grandi speranze legate alle tre icone che le hanno rappresentate, Papa Giovanni, Kennedy e Kruscev. I primi due erano scomparsi e Kruscev non era più al potere ma continuava l'atmosfera di distensione.
Il toccante appello che il papa rivolse all'Assemblea dell'Onuè il precipitato di quelle speranze, di quel clima, di quell'apertura «l'epilogo – come ebbe a dire – di un faticoso pellegrinaggio in cerca d'un colloquio con il mondo intero... siamo portatori di un messaggio per tutta l'umanità».
Un nuovo anelito internazionale della Chiesa cattolica che ne sfumava l'identità romana,apriva a un senso ecumenico a partire da un forte appello alla conversione, al «rinnovamento interiore »e all'«uomo nuovo».
La Chiesa si presentava alle nazioni del mondo come «esperta di umanità» non giudice, non maestra, ma esperta, conoscitrice sapienziale, depositaria di quell'umanesimo cristiano che veniva offerto agli uomini, a tutti gli uomini di buona volontà, quale patrimonio da condividere.
La conoscenza dell'umanità che Paolo VI chiama anche «la Nostra esperienza storica» era quella della sofferenza del genere umano nell'accezione di guerra e povertà sempre drammaticamente indissolubili per papa Montini. Farsi dunque deposito accogliente di tutti i dolenti della storia per dare loro il ristoro promesso: questa la vocazione universale, cristiana, perché profondamente umana della Chiesa. «Facciamo nostra la voce dei poveri, dei diseredati, dei sofferenti, degli anelanti alla giustizia, alla dignità della vita, alla libertà, al benessere e al progresso ». Siamo nei primi tempi che seguono la grande ondata della decolonizzazione e il mondo respira un'aria nuova, di fiducia e pluralismo delle nazioni, a questo spirito parla Paolo VI, attento a non schiacciare la Chiesa sull'Occidente come bene ricostruisce Roberto Morozzo della Rocca in un saggio di prossima pubblicazione dedicato al viaggio di Montini in America.
Essere «esperti in umanità» non significava allora presentarsi come maestri di civiltà, con un messaggio sulla superiorità della civiltà cristiana quanto dell'umanesimo di cui si faceva interprete.
Una ispirazione che sarà il cuore della Gaudium et Spes del dicembre dello stesso anno e già anticipata circa un anno prima nell'Enciclica Ecclesiam suam: «Tutto ciò ch'è umano ci riguarda. Noi abbiamo in comune con tutta l'umanità la natura, cioè la vita, con tutti i suoi doni, con tutti i suoi problemi. Siamo pronti a condividere questa prima universalità... Dovunque è l'uomo in cerca di comprendere se stesso e il mondo, noi possiamo comunicare con lui... non siamo la civiltà, ma fautori di essa».
© Copyright Il Sole 24 ore, 13 aprile 2008
Chissa' che cosa avra' voluto dirci la Fattorini.
Lo intuisco ma non lo voglio mettere a fuoco, come direbbe Verdone :-)
E' strano leggere che la Chiesa non si presentava all'Onu come maestra, ma come esperta.
Eppure e' del 1961 l'enciclica "Mater et Magistra", firmata dal beato Giovanni XXIII, una delle icone delle "grandi speranze", come dice la Fattorini.
La Chiesa e' sempre madre, ma non puo' rinunciare al ruolo di maestra altrimenti e' tutto inutile.
Cristo ha detto all'adultera: "Ti perdono, va' e non peccare più", non "Va' e fai quello che ti pare".
Il ruolo di guida e di insegnamento e' insito in quello paterno e materno.
Sarebbe assurdo, infatti, chiedere ad un qualsiasi genitore di non essere "maestro" per i figli.
R.
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6 commenti:
la Fattorini vuole dirci che il discorso di Paolo VI è senz'altro più bello di quello di papa Benedetto anche se non l'ha letto.
Uff...Mariateresa mi ha messo la lente ed ho messo tutto a fuoco eheheheheheheh
Eh, eh, hanno appena verificato i disastrosi effetti degli attacchi violenti al Pontefice e adesso, cambiano tattica: mandano messaggi sibillini e trasversali.....Comunque, complimenti al Sole 24 ore, new entry nel club dei "maestrini" che voglionio insegnare il mestiere a Papa Benedetto. Carla
p.s.: a proposito, speriamo stia facendo buon viaggio.
Io non vedo in questo richiamo al viaggio di Paolo VI una polemica contro l'attuale pontefice. La frase "esperta in umanità" non l'ha inventata la Fattorini: fu utilizzata dallo stesso Paolo VI nel suo importante discorso all'ONU (che venne criticato da alcuni ambienti ultraprogressisti, ad esempio da Massimo Toschi, che accusò il papa di essere troppo "diplomatico" e poco "profetico").
speriamo che abbia ragione tu, Raffaele. ma io , non so, certi articoli, quando vogliono dare ad intendere qualcosa senza avere la faccia di dirlo, mi provocano uno strano prurito dietro l'orecchio destro.E questa volta il prurito l'ho sentito nettissimo.
"Essere «esperti in umanità» non significava allora presentarsi come maestri di civiltà, con un messaggio sulla superiorità della civiltà cristiana..." Ma via, che altro può significare se non una polemica, neanche troppo velata, contro Papa Benedetto? . Giustamente Raffaella ha "grassettato" questo passaggio.
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