24 aprile 2008

Concerto di stasera per il Papa, Erina Gambarini: «Che emozione dirigere per Benedetto XVI»


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«Che emozione dirigere per Benedetto XVI»

Erina Gambarini domani sarà alla guida del Coro Verdi di Milano nella maestosa Sala Nervi del Vaticano Tra le voci anche i bergamaschi dell'ensemble Canticum Novum. Il concerto sarà trasmesso in diretta su Raiuno

Bernardino Zappa

Un momento eccezionale per Erina Gambarini, figlia del noto Guido, maestro di Chiuduno. E con lei per altri quindici coristi del coro sinfonico «Giuseppe Verdi» di Milano. Domani (Oggi) pomeriggio, con diretta televisiva su Raiuno (dalle 17,15) la direttrice bergamasca sarà nella maestosa Sala Nervi in Vaticano per uno specialissimo concerto in onore di Papa Benedetto XVI. Un concerto davvero speciale, con l'orchestra sinfonica «Giuseppe Verdi» di Milano diretta da Oleg Caetani (che nella sua genealogia ha un pontefice, papa Bonifacio VIII). Si tratta infatti di un omaggio che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano offrirà al pontefice in occasione del terzo anniversario della sua elezione e ascesa al trono papale.
«Sara una grandissima emozione – dice la musicista, raggiunta al telefono tra una prova e l'altra di una febbrile preparazione – e almeno a due livelli diversi. Emozione per la presenza al concerto di Sua Santità, che dovrebbe poi salutare i direttori d'orchestra e di coro oltre al primo violino. È poi previsto un suo intervento specifico sulla musica, e tutti sanno che il papa è un esperto e appassionato di musica. Noi siamo inoltre stati scelti fra altri tre gruppi sinfonici: è un segno di grande riconoscimento per l'orchestra e il coro. C'è poi un secondo motivo di emozione: l'esecuzione dello Schicsalslied (Il canto del destino) di Brahms, un capolavoro che scava nel profondo dell'animo umano con grandi sfumature. Inoltre per noi è un ricordo di Romano Gandolfi, il direttore di coro della Verdi, con cui lo avevamo fatto cinque anni fa».
Proprio da Gandolfi, spiega Erina Gambarini, nasce il coinvolgimento dei bergamaschi nel coro della Verdi: dopo una collaborazione del Canticum Novum, il maestro aveva invitato tutti gli elementi del coro delle Grazie a partecipare al lavoro del Coro Verdi. Solo che le tre prove settimanali più il carico di impegni in vista dei concerti non permisero a tutti di aderire alla proposta. Ma gli stessi coristi impiegati stabilmente dal Coro Verdi, ( che saranno domani in sala Nervi) sono anche parte del Coro delle Grazie, sempre diretto (oltre che fondato) dalla Gambarini.
Il programma del concerto, che sarà presentato da Milly Carlucci, prevede un intervento del presidente Napolitano, l'esecuzione di tre brani e poi le riflessioni di papa Benedetto XVI. Il programma del concerto, oltre al Canto del destino op. 54 di Brahms, prevede anche le quattro versioni originali della Ritirata di Varsavia di Boccherini realizzate da Luciano Berio, e la Settima Sinfonia di Beethoven, la celebre «apoteosi della danza» secondo la definizione di Wagner.
«Noi abbiamo proposto una serie di programmi – dice ancora la Gambarini –. Tra l'altro avevamo appena preparato la Resurrezione di Mahler, la Seconda Sinfonia , che sarebbe stata molto adatta alla situazione. Ma i tempi televisivi non hanno consentito la sua realizzazione. Le scelte sono state effettuate da un rappresentante dell'ufficio della presidenza della Repubblica e un rappresentante dell'ufficio pontificio. Berio è stato scelto per avere qualcosa di italiano. Certo il brano di Brahms presenta una visione un po' angosciata della sorte dell'uomo: sbattuto qua e là come dice il testo, come tra gli scogli».
Ma per tutti (compresi i cento orchestrali e gli ottanta coristi complessivi), non solo per i bergamaschi, si tratta della prima volta di fronte al Papa. E la Verdi ha avuto modo di farsi apprezzare solo in un'altra occasione dal presidente della Repubblica.
Un valore particolare, come diceva la direttrice, riveste il brano di Brahms. Diceva in proposito il grande musicologo Massimo Mila: «Qui scompare ogni residuo di psicologia individuale, e scompare la voce solista. I versi di Holderlin contrappongono quasi con rabbia l'ottusa pace degli dei, tranquilli nella beatitudine celeste "senza destino come il poppante addormentato", alla sorte degli uomini cui non è dato trovare pace in alcun luogo, e ciecamente si affannano e cadono da un'ora all'altra, come acque precipite di scoglio in scoglio, "per anni, nell'incerto, giù"».

© Copyright Eco di Bergamo, 23 aprile 2008

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