23 aprile 2008
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PAPA
CRITICHE ALLA SOCIETÀ AMERICANA CAPITALISTA E POCO SOLIDALE
IN QUELLE PAROLE UNA LEZIONE DI LIBERTÀ VERA
Joseph Ratzinger non è stato per nulla tenero: liberi sì, ma bisogna essere anche solidali e attenti al bene comune.
Alberto Bobbio
Washington
La missione americana di Benedetto XVI intreccia lodi per una «terra di grande fede», ma è permeata da profonda preoccupazione per le sorti della società e della Chiesa. Nei tre giorni passati nella capitale americana, Joseph Ratzinger ha proposto un’analisi assai severa, che ha scosso i vescovi e i cattolici. Ha parlato di «crollo preoccupante degli stessi fondamenti della società», ha parlato di «alienazione», di «rabbia e contrapposizione», di «crescente violenza», di «indebolimento del senso morale» e «accresciuta dimenticanza di Dio».
Nei due discorsi ai vescovi e all’Università cattolica e nell’omelia della Messa celebrata nel più moderno stadio di baseball degli Stati Uniti, quello dei Nationals di Washington, ha detto che c’è «ancora molto da fare», che non basta il modello di laicità positiva voluto dai Padri fondatori, il rispetto e la cittadinanza per tutte le religioni e il ruolo assunto nel dibattito pubblico americano delle fedi. Né è sufficiente ritenere che l’ideologia della libertà, scolpita nel simbolo della Statua della libertà a New York, salvi l’America dal relativismo, dalla confusione morale, dal secolarismo. E, ancora, da una «nozione di libertà distorta».
La sottile influenza del capitalismo
Non è la dura condanna dell’americanismo di Leone XIII, pronunciata alla fine dell’Ottocento, che criticava l’ottimismo dei cattolici di qui circa il loro modello economico e di sviluppo. Eppure ci va vicino quando ai cattolici chiede se è coerente andare a Messa alla domenica e poi, durante la settimana, «promuovere pratiche d’affari o procedure mediche contrarie alla fede», se è «coerente ignorare i poveri» o «sfruttare gli emarginati», «promuovere comportamenti sessuali contrari all’insegnamento cattolico» o contraddire il «diritto alla vita dalla nascita alla morte». E quando invita l’America a riflettere sulle ingiustizie inferte agli indiani e a quanti «dall’Africa furono portati qui forzatamente come schiavi», perché «non tutti gli abitanti di questo Paese» hanno sperimentato soltanto «nuova libertà e nuove opportunità».
Critica la ricchezza che si diffonde sulla base di una «sottile influenza del capitalismo», che arriva perfino a utilizzare in modo distorto pagine del Vangelo, insistendo sul "centuplo quaggiù" a spese della vita eterna. Colpisce al cuore la concezione calvinista, l’etica protestante che mette insieme spiritualità e abbraccio del capitalismo, il mito dell’accumulo della ricchezza come opera che piace a Dio, caro all’americano wasp, acronimo inglese che sta per bianco, anglosassone e protestante, che la Chiesa cattolica in Europa ha contrastato, ma che ha affascinato più d’un cattolico in questa terra del capitalismo, e che oggi rischia di trasformarsi in una vera e propria apostasia.
È un’illusione, ha detto a chiare lettere il Papa ai vescovi riuniti nella cripta del santuario dell’Immacolata Concezione: «In una società che dà molto valore alla libertà personale e all’autonomia, è facile perdere di vista la nostra dipendenza dagli altri, come pure la responsabilità che noi abbiamo nei loro confronti». Così aumentano i divorzi, diminuiscono i matrimoni cattolici, che finiscono addirittura equiparati in molti giovani a "coabitazioni", non si ha rispetto per la vita.
Lo scandalo dei preti pedofili
E qui stanno anche le radici dello scandalo degli abusi sessuali che ha colpito la Chiesa americana negli anni scorsi e che ancora fa sentire una drammatica onda lunga. Il Papa ne ha parlato più volte con grande chiarezza, ha usato per tre volte la parola "vergogna", ha detto ai giornalisti in volo verso gli Stati Uniti che i preti pedofili devono essere esclusi dal sacerdozio, ha chiesto perdono alle vittime e ne ha incontrate alcune nella cappella della Nunziatura.
Benedetto XVI ha ammesso, riprendendo le parole del cardinale Francis George, arcivescovo di Chicago e presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, che la questione è stata «talvolta gestita in pessimo modo».
Ma c’è anche altro che preoccupa il Papa, per esempio gli appelli «al principio della libertà dell’insegnamento» per giustificare posizioni che «contraddicono la fede e l’insegnamento della Chiesa». Il riferimento va alle tensioni degli anni scorsi nei campus universitari cattolici americani, che hanno provocato discussioni tra la Congregazione della dottrina della fede, quando la governava Ratzinger, e alcuni docenti e teologi. Così, il prefetto diventato Papa ha colto l’occasione dell’incontro con 225 rettori delle università cattoliche americane per ribadire che la missione di un’università cattolica non è "autonoma" o "indipendente" dal munus docendi, cioè dal Magistero della Chiesa.
Anche in America Joseph Ratzinger non ha concesso quasi nulla alle immagini e solo la coreografia dell’incontro alla Casa Bianca, elaborata e molto "vecchia America", con canti, colpi di cannone, bandiere al vento, tamburi e pifferi, divise e parrucche dei tempi dell’indipendenza, ha fatto la gioia di televisioni e fotografi. Era il giorno dell’ 81° compleanno del Papa. Ratzinger era divertito. Bush gli ha presentato «una nazione pienamente moderna, eppure guidata da verità antiche ed eterne». Ha parlato di vita umana «tutta sacra», ha fatto un accenno al «terrorismo in nome di Dio».
Pena di morte e armi ai ragazzi
Ma, mentre il presidente invocava la difesa della vita, a poca distanza dalla Casa Bianca i nove giudici della Corte Suprema, di cui cinque cattolici, riammettevano l’iniezione letale nelle esecuzione capitali, bloccata da quasi tutti gli Stati federali, poiché giudicata inumana. La decisione è stata presa a maggioranza: sette contro due.
E poco prima che il Papa arrivasse alla Casa Bianca, le televisioni nel prime time, i telegiornali più seguiti negli Usa, annunciavano che nell’ultimo sondaggio sulla questione della diffusione delle armi da fuoco la maggioranza degli americani ritiene buona cosa che i ragazzini vadano a scuola armati.
Ratzinger ha dedicato una parte del suo saluto al presidente al tema della libertà, che non è solo un dono, ma anche una responsabilità personale: «La difesa della libertà chiama a coltivare la virtù, l’autodisciplina, il sacrificio per il bene comune e un senso di responsabilità nei confronti dei meno fortunati».
Alla fine, ha pronunciato la frase che ogni americano si ripete ogni giorno God bless America, "Dio benedica l’America". Ma Ratzinger in più ha lasciato agli americani una grande lezione.
© Copyright Famiglia Cristiana n. 17 del 27 aprile 2008
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